lunedì 7 marzo 2011

Legge Mancino, una legge incostituzionale e pericolosa


Di Massimo Lacerenza

La maggior parte della gente non ne è a conoscenza, ma dal  1993 in Italia esiste una legge, la n° 205 – 95, meglio conosciuta come “legge Mancino”, nata ed utilizzata con l’odioso scopo di reprimere ogni dissidenza e limitazione della inalienabile libertà di pensiero e di parola. 
La mia affermazione è avvalorata dalle seguenti considerazioni:

- È una legge che di fatto pone dei limiti ben determinati ed assoluti alla libertà di pensiero e di parola, stabilendo un pericoloso e preoccupante tentativo di definire quali siano le idee ed i valori legittimi (e legali) e quali siano le idee e i valori illegittimi (e illegali).

- Vi è una pericolosa generalità del concetto di “atti di discriminazione per motivi razziali, nazionali o religiosi”; laddove “discriminare” ha lo stesso significato di “preferire”, “distinguere”, “scegliere”, quali libertà fondamentali in uno Stato di diritto - come si vanta di essere quello Italiano.

-Non vi è nessun riferimento all’ "incitamento all’odio per motivi politici". Da ciò si deduce l’assoluta immunità per quei soggetti e quei gruppi politici che non solo “discriminano” la parte avversa (cosa per noi legittima) ma, mossi da un sentimento di “odio”, usano un linguaggio esplicitamente lesivo della dignità e dell’onore personale e agiscono a livello concreto (con presidi, blocchi, contromanifestazioni non autorizzate) per impedire agli avversari politici la libertà di propaganda e di espressione (art. 12 – diritto alla dignità della persona – Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo”).

Le pene accessorie previste (ritiro dei documenti, divieto di partecipare alla vita pubblica, lavoro e rientro coatto, sequestro degli immobili di proprietà), oltre a quelle detentive, mostrano in modo inequivocabile la volontà di colpire, prima ancora che un presunto reato, innanzitutto un modo di essere, di pensare, uno stile di vita. Sono inoltre pene che non vengono applicate neanche, ad esempio, agli spacciatori di sostanze stupefacenti abituali ed incalliti.

Prevede inoltre un giudizio per direttissima che riduce al minimo le garanzie processuali e incide pesantemente su altri specifici reati, laddove le aggravanti per “motivi razziali” si applicano senza considerazione delle attenuanti.

In base a queste considerazioni, mi sembra più che giusto ritenere la “legge Mancino” una legge a tutti gli effetti LIBERTICIDA e ANTICOSTITUZIONALE, in quanto risulta altamente lesiva delle libertà fondamentali di ogni cittadino italiano (pensiero, parola, azione) in riferimento agli articoli 17, 18, 19 e 21 della Costituzione della Repubblica Italiana e agli articoli 2, 7, 18, 19 e 20 della “Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo”. 

Risulta essere strumento idoneo a perseguire uomini e gruppi sgraditi in quanto non omologati, in quanto non allineati con il pensiero unico, con il modo di pensare dominante.
Lascia interpretare ARBITRARIAMENTE ogni espressione di “scelta”, “preferenza” e “distinzione” come atto di “discriminazione”, “FONDATO” automaticamente e implicitamente “sulla superiorità o sull’odio nazionale, religioso o razziale”. 

E’ inoltre antidemocratica in quanto tende a criminalizzare sistemi di pensiero e idee che affermano principi di identità, appartenenza e diversità. 

Infine, consente processi alle intenzioni, negando ogni valore alle dichiarazioni degli imputati a favore della molteplicità delle culture e delle etnie, come risulta dagli atti processuali fin qui acquisiti.

È per tutti questi motivi che la battaglia intrapresa da associazioni e comitati – giusto per citarne uno, il “comitato libera-mente” – è una battaglia a favore e a difesa della LIBERTA’, attaccata da quello che può essere considerato in tutto e per tutto un vero mostro giuridico.
Un mostro giuridico che, per altro, viene applicato, con assoluta prontezza e  rigore, a senso unico. Ovvero solo ed unicamente verso quei movimenti (politici o culturali) o verso quei singoli ITALIANI che si richiamano idealmente ai propri valori tradizionali in modo chiaro e limpido. 

Farò un esempio per spiegare in modo più chiaro quest’ultima considerazione. 

Nel momento in cui una persona di fede musulmana o magari atea si permette di scagliare in pubblico un Crocifisso cristiano, che so, dalla finestra di un ospedale pubblico, o nel cestino dei rifiuti di una scuola media, non correrebbe alcun rischio di essere processata in base alla “legge Mancino”, nonostante questa sia comunque applicabilissima. 

Il motivo e tutt’oggi ignoto e avvolto nel mistero. 

E di questi casi, negli ultimi anni, qui in Italia ne sono avvenuti a centinaia. 

Al contrario, nel momento in cui una persona qualunque, di nazionalità italiana, osasse parlare, magari durante un comizio, o tra degli amici in un pub, oppure con la propria fidanzata, dell’esistenza di grosse differenze culturali tra la civiltà Cristiana e quella, che so, quella Islamica, sostenendo la superiorità della prima – senza per questo voler in alcun modo discriminare la seconda o coloro che si richiamano all’Islam, ma esprimendo semplicemente un proprio parere personale – ebbene, sarebbe immediatamente punibile ai termini di legge grazie all’applicazione della “legge Mancino”. 

Avviene per ciò che semplici ed onesti cittadini si ritrovino a dover scontare qualche mese di carcere – nelle migliori delle ipotesi - ,  a dover obbligatoriamente rientrare entro le 20.00 nella propria abitazione, a non avere più il diritto di voto, a dover subire il ritiro della patente automobilistica e tanto tanto altro ancora – PER AVER SOLO ESPRESSO UNA PROPRIA OPINIONE. 

E, di casi del genere, ne sono avvenuti e ne avvengono a decine. 

Tra il silenzio delle istituzioni, tra il silenzio dei mass-media, tra il silenzio dei partiti politici.


Fonte:  srs di Di Massimo Lacerenza da Disinformazione.it.

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