giovedì 29 gennaio 2015

IL DIGIUNO TERAPEUTICO “IGIENISTA”: COME, QUANDO E PERCHÉ FARLO?




Il digiuno terapeutico “igienista”: come, quando e perché farlo?
Il digiuno è il mezzo che la natura utilizza per liberare il corpo dai tessuti “malati”, dagli accumuli di scorie e tossine.

Il nostro metabolismo si regge infatti su due attività in equilibrio: l’anabolismo (costruzione) e il catabolismo (distruzione di materia organica) che produce scorie (tossine), teoricamente eliminate ogni giorno attraverso gli organi escretori (reni, fegato, intestini, pelle, vie respiratorie, ecc.)

In ogni organismo vivente il cibo, dopo essere stato digerito, viene assimilato dalle cellule e queste eliminano in seguito le scorie metaboliche (catabolismi).
Molte sono le energie che il nostro corpo impegna per la digestione e l’assimilazione, per questo mangiare in continuazione paradossalmente toglie energie al nostro organismo e diminuisce la quantità di energie a disposizione, per eliminare tutte le scorie metaboliche prodotte dall’attività catabolica.
L’accumulo di queste scorie determinano la tossiemia.

Durante il digiuno si recuperano le energie che normalmente utilizziamo per i “processi digestivi”, si recuperano anche quelle utilizzate normalmente per la “vita di relazione” .
Quasi tutta l’energia dell’organismo viene utilizzata per lo “smaltimento” dei rifiuti, le tossine.
Non assumendo cibo dall’esterno, il corpo si nutre delle proprie riserve con il processo dell’autolisi.. (digestione dei propri tessuti).
Essa è sempre guidata dalla nostra meravigliosa vis medicatrix naturae.

I tessuti sono persi in ragione inversa alla loro utilità, viene metabolizzato prima il grasso, il glicogeno epatico e cisti, tumori, ascessi, cellulite, edemi, trombi, ecc.
Le strutture “nobili” fondamentali per la sopravvivenza sono utilizzati solo nell’ultima fase, quando inizia “l’inedia”.

CONTROINDICAZIONI AL DIGIUNO

I casi in cui il digiuno terapeutico “igienista” è da escludere tassativamente sono molto pochi.

a) La carenza nutritiva “reale” (assai rara nella nostra società.)

b) La ‘paura ossessiva’ è controindicazione assoluta.

c) La gravidanza è controindicazione relativa, al massimo si possono praticare digiuni molto brevi. Nei primi mesi potrebbe essere in relazione con aborti spontanei.

d) Persone che hanno subito “trapianti”. Non ho esperienze dirette, è una mia presupposizione, durante il digiuno si rafforza in genere il “sistema immunitario” e in persone con trapianto, invece, per evitare il rigetto si cerca di sedare (bloccare) il sistema immunitario.

e) Magrezze eccessive.

f) Persone sotto terapia farmacologica (valutare attentamente.)

g) Insufficenze renale, cirrosi, ecc.

h) L’esperto in Igienismo può sempre valutare caso per caso l’utilità e la durata del digiuno secondo la propria esperienza.

COSA SUCCEDE DURANTE UN DIGIUNO TERAPEUTICO “IGIENISTA”?

Durante il digiuno Igienista (riposo fisiologico) l’organismo inizia ad eliminare tossine.
Diminuisce il peso e un senso di fame si può mantenere solo per i primi giorni, per poi sparire quasi completamente.

Gli organi sensoriali si affinano:

l’odorato è più sensibile,
gli occhi diventano più chiari e brillanti,
la vista e l’udito possono migliorare e con la rialimentazione ci si accorge di una migliore,
“eccezionale” sensitività gustativa,
in genere ci si sente più tranquilli e rilassati,
le facoltà mentali – intorpidite nei primi giorni – si potenziano,
il desiderio sessuale può diminuire,
le mestruazioni generalmente arrivano in anticipo e possono essere anche più abbondanti,
il sonno migliora, e bastano meno ore per sentirsi riposati,
le forze possono diminuire ma molti si sentono pieni di energie,
la lingua diventa patinosa e spesso avverte un “orribile” sapore in bocca,
l’alito e il sudore possono diventare anche “fetidi”,
le urine diventano più abbondanti e si possono colorare di scuro (spesso diventano più dense ed emanano un cattivo odore.)

Quelle che vengono chiamate “abitualmente” tossine sono scorie metaboliche, “sostanze” tossiche e fetide.
Molti “digiunanti” hanno paura di “puzzare”, ma questo è uno scotto spesso necessario. Quando si pulisce in casa si produce egualmente “sporcizia” e nessuno si vergogna di riempire “buste” e “buttarla”.

Durante il digiuno non esistono regole che valgano per tutti. Vi è chi si sente forte e chi debole,
chi è euforico e chi triste, chi ha fame e chi no, chi ha malesseri o crisi di eliminazione e
chi sta bene, chi sta benissimo.

La crisi di dintossicazione
Durante i primi giorni del digiuno, e qualche volta a digiuno inoltrato, si possono avvertire dei malesseri e dei disturbi interpretati come crisi.
Queste “crisi” sono “fisiologiche”, dovute all’eliminazione della tossiemia. L’organismo rivive le malattie del passato e disintossica gli organi che ne hanno “bisogno”.

Vi è una rivisitazione a ritroso delle “malattie” vissute dal paziente. Si inizia con le patologie più recenti per arrivare a quelle della prima infanzia e ancor prima.
In Omeopatia questo “meccanismo” è chiamato “Legge di Hering”. Il mal di testa può essere frequente in persone che abusano di caffè e di sigarette, la debolezza è in genere più marcata nelle persone che consumano poca frutta e verdure crude.

Negli anni ho scoperto che le crisi di disintossicazione dipendono non solo dalla “tossiemia”, ma “molto” dai cosidetti “conflitti” emotivi. Le malattie sono espressione oltre che della “tossiemia” di altro.

Durata del digiuno terapeutico
Il digiuno è una pratica semplice e anche piacevole, ma prima di intraprenderlo è meglio studiare a fondo l’argomento.
E’ meglio infatti che i digiuni autogestiti non durino più di uno-tre giorni e solo dopo aver bene studiato sia la preparazione che la rialimentazione e poi applicare bene le “regole”.

I digiuni igienisti usati come mezzo per recuperare la salute, in genere durano anche diverse settimane, salvo le diverse valutazioni del singolo caso.
Attualmente in Europa si tende a fare dei diguni medi di cinque-quindici giorni, ripetuti e intervallati da periodi di “buona” alimentazione.
In questo campo, però, non esistono regole prestabilite.

H.M. Shelton consigliava di portare avanti il digiuno sino al ritorno della fame per avere una totale disintossicazione.
Attualmente io e altri professionisti seguiamo un’altra linea. I tempi sono cambiati e l’uomo vive una “tossiemia” completamente diversa da quella presente ai tempi dei caposcuola dell’Igiene Naturale.

Molte persone sono a tal punto intossicate e povere di “energie” da esaurire in soli pochi giorni di digiuno le proprie riserve di vitamine, sali minerali, oligoelementi, ecc (le proprie riserve alcaline.)
Pochi giorni di “digiuno” e “cure di frutta” (almeno come inizio.)

PREPARAZIONE AL DIGIUNO

Volendo intraprendere un digiuno autogestito, consigliati e seguiti da un esperto in Igienismo, è fondamentale una preparazione di almeno 3-30 giorni.

Esempio di preparazione lunga
Prima settimana (a casa): seguire le combinazioni alimentari. Meglio alimentazione sequenziale.
Seconda settimana (a casa): aumentare gradatamente alimentazione con cibo crudo. Poi dipende, molti autori danno le indicazioni più o meno precise rispetto alla preparazione, ma ciò non è dal mio punto di vista non corretto.

Enzo Biagi, grande giornalista, affermava che nelle sue interviste poteva garantire esclusivamente la prima domanda, gli altri suoi interventi dipendevano dalle risposte.
Molti operatori della salute hanno dei protocolli, cioè delle procedure fisse da seguire. Ciò oltre a essere stupido è anche pericoloso. Essere in relazione “terapeutica” vuol dire che
dopo ogni consiglio/intervento, è importante adeguarlo alle “risposte” del “cliente”.

Non seguire una procedura standard per tutti!

CONDOTTA DURANTE IL DIGIUNO “IGIENISTA”

Il digiuno si vive senza tensioni, in un ambiente calmo, tranquillo.

Durante il digiuno si diventa più sensibili alle influenze “esterne”. Non potendosi più nutrire di cibo materiale, i “digiunanti” si nutrono di emozioni, informazioni e di tutto ciò che l’ambiente offre.

Le scuole della Salute Igieniste se ben condotte, sono i posti migliori per condurre un buon digiuno, con professionisti che ci aiutano ad intraprendere un viaggio che porta alla salute e
ad interpretare in modo funzionale ciò che “accade” durante questo cammino.
Il digiuno ci può aiutare a liberarci anche dai condizionamenti psicologici (questi molte volte riafforano come “tensioni” crisi emotive ecc. ed è importante saperli ben gestire.)

Il periodo migliore per digiunare è quello estivo, dalla primavera all’autunno, ma all’occorrenza va bene qualsisi periodo dell’anno.
Non si prendono farmaci, non si fuma né si beve caffè. Per digiuno si intende esclusivamente una dieta idrica. Si beve acqua (orientativamente sino a 2 litri al giorno).
E’ importante seguire attentamente i desideri e bisogni del proprio corpo.
Ci si lava usando solo l’acqua ed eliminando in genere qualsiasi tipo di “sapone”. I denti si puliscono possibilmente senza usare il dentifricio.

E’ fondamentale entrare in uno stato d’animo di amore e di fiducia, vivere l’esperienza come se fossimo degli spettatori di ciò che succede, e fidarsi della “vis medicatrix natura e”.
Il “fanatismo” è bandito.

RIPRESA ALIMENTARE

Una buona ripresa alimentare deve avere come minimo la stessa durata del digiuno intrapreso.
Una cattiva ripresa alimentare pregiudica i risultati ottenuti e può avere effetti “nefasti” sulla salute.

Il digiuno si interrompe in genere con frutta fresca semiacida

- possibilmente biologica,

- masticata e insalivata a lungo con tranquillità e serenità.

Anche centrifugati e succhi possono servire ed essere utilizzati.


Dr Giuseppe Cocca

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Fonte:  da Dr. Giuseppe  Cocca


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