domenica 24 febbraio 2013

TRIESTE LIBERA: MINACCE DI ARRESTO A CHI SI DICHIARA CITTADINO DEL TLT (TERRITORIO LIBERO TRIESTE)




In questi giorni sta circolando una notizia sulle nuove disposizioni che le forze dell’ordine italiane avrebbero ricevuto per “trattare” i cittadini di Trieste che dichiarano la propria cittadinanza esibendo quale documento di riconoscimento la carta di identità del Territorio Libero.



La carta di identità in questione è rilasciata dal Movimento Trieste Libera, che si batte per il rispetto della legalità e per il riconoscimento dello status giuridico di Trieste quale Zona A del Territorio Libero di Trieste dichiarata dall’articolo 21 comma 2 del Trattato di Pace del 1947 tuttora in vigore. L’Italia ha imposto invece una propria illegittima sovranità di fatto su Trieste dopo essersela annessa nel 1975 a seguito di un accordo (Trattato di Osimo) con l’ex dittatura Jugoslava del maresciallo Tito. Una annessione con la quale  i cittadini di Trieste sono stati brutalmente spogliati dei loro diritti, a  partire da quello fondamentale della loro cittadinanza. Una annessione con la quale l’Italia ha voluto così “regolarizzare” una situazione di effettiva occupazione che durava dal 1954.

Trieste è stata così privata delle sue autonomie, assoggettata fiscalmente al pagamento del debito pubblico italiano, militarizzata ufficialmente, ed ha subito la politica di graduale riduzione e dismissione del Porto Franco internazionale di Trieste a beneficio dei porti concorrenti della Penisola italiana.
Ma ora, dopo decenni di questa repressione, i triestini hanno cominciato a ribellarsi allo Stato occupante, raggruppandosi nel nuovo movimento  indipendentista Trieste Libera, e chiedendo appunto il rispetto dei propri diritti sanciti dal Trattato di Pace. Cosa non gradita alle autorità italiane. I triestini dichiarano illegittime le elezioni svolte dall’Italia a Trieste, si rifiutano di pagare le tasse, non si riconoscono nell’autorità giudiziaria italiana che li giudica. Una vera rivoluzione della legalità in cui i cittadini dello Stato occupato, praticando la disobbedienza civile, disconoscono quella fittizia sovranità autoproclamata dall’Italia e frutto di decenni di menzogne.
Ecco così che un documento di riconoscimento, il primo rilasciato dagli indipendentisti, può diventare “casus belli”. Se i triestini che già usano la propria carta di identità del Territorio Libero la esibissero, in caso di controlli, ai rappresentanti dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato italiana, potrebbero essere passibili di fermo fino a 48 ore.



Questa la notizia che viene diffusa a Trieste. Ovviamente l’atto sarebbe pesantemente intimidatorio e in violazione di qualsiasi forma di diritto (anche di quello italiano). Ma è sempre meglio tenerne conto. Ecco perché Prefetto e Questore di Trieste  sono stati opportunamente informati della pericolosità della situazione che si potrebbe innescare a seguito di simili arbitrari comportamenti da parte degli amministratori temporanei del Territorio Libero di Trieste. Attendiamo risposte pubbliche dai rappresentanti delle forze dell’ordine italiane presenti a Trieste.

Roberto Giurastante 
Trieste Libera

Fonte: da L’Indipendenza del  15 febbraio 2013

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