"Avevamo le candele, ma era talmente fioca la loro luce e talmente abbagliati i nostri occhi che non riuscivamo a vedere altro se non il lucore dell'oro", riferisce Davis alcune pagine più avanti nel suo libro. "Tuttavia, dopo un momento o due riuscii a scorgere un' enorme slitta funeraria, utilizzata per contenere tutti i sarcofagi del morto e la sua mummia, e trasportarli alla sua tomba. Era alta circa sei piedi (1,80 m) e lunga otto (2,40 m), realizzata in legno rivestito di catrame ancora lucente come il giorno in cui era stato spalmato, intorno alla parte superiore del sarcofago c'era una striscia di lamina d'oro, larga circa sei pollici (15 cm), ricoperta di geroglifici. Avendo (io) richiamato su di essa l'attenzione di Maspero, lui mi porse immediatamente la candela che, insieme con la mia, tenni davanti agli occhi, proprio vicino alle iscrizioni perchè lui potesse leggerle. Un solo istante, e disse: "Iouiya". Ovviamente eccitato da li' annuncio, e accecato dal bagliore delle candele, le avvicinai inavvertitamente al sarcofago; al che Monsieur Maspero urlò: "Attento!", e mi spinse via le mani. Immediatamente capimmo che se le mie candele avessero toccato il catrame, cosa che pericolosamente era quasi accaduta, il sarcofago si sarebbe incendiato".
Quando nella tomba di Yuya fu portata la luce elettrica si scoprì che conteneva anche il sarcofago di Tuya, la moglie di Yuya.
Le reliquie recuperate comprendevano:
- Il sarcofago di legno di Yuya su una slitta, coperto di pece nera e recante linee di iscrizioni.
- La mummia di Yuya dentro tre sarcofagi (come quella di Tut'ankhamon).
- Il sarcofago di legno di Tuya, su una slitta, con un testo che menzionava suo figlio, Anen, secondo profeta del dio Amun-Ra.
- Due bare, inclusa quella della mummia di Tuya.
- Due maschere dorate, una per ogni occupante della tomba (si trattava della maschera che veniva sistemata subito sopra la testa della mummia).
- Due scrigni canopici, ognuno diviso in quattro scomparti, in cui erano i quattro vasi canopici contenenti le viscere del morto.
- Molti ushabti in teche di legno.
- II bastone e il manico della frusta di Yuva.
- II manico del sistro di Tuya, uno strumento tintinnante o sonaglio usato specialmente duranti i riti di Iside, moglie di Osiride, il dio dei morti, come pure nel culto di Aten, dio della nuova religione, ad Amarna.
- Vasi di alabastro.
- Finti vasi in legno.
- Una statua di legno con un testo tratto dal Libro dei Morti, un' apologia della vita del defunto che, fra le altre cose, comprendeva scongiuri per assisterlo nel suo viaggio attraverso il regno sotterraneo dei morti.
- Tre magnifiche sedie di legno di differente misura, appartenenti a Sitamun.
- Un portagioie di Amenhotep III.
- Due letti.
- Uno scrigno appartenente ad Amenhotep III e a Tiye, la sua regina.
- Un vaso di alabastro appartenente al re e alla regina.
- Un tubetto di kajal - il kajal era un tipo di cosmetico - con su inciso il nome di Amenhotep III.
- Vasellame.
- Sigilli di terracotta, che si pensa recassero il nome di Ramses III, fissato su un telo di lino.
- La collana di Yuya composta di grani d'oro e lapislazzuli.
- Articoli da toletta di vario genere.
- Un'ingente provvista di carne mummificata, sempre intesa a sostenere il defunto durante il suo viaggio attraverso l'oltretomba.
- Un canestro per parrucca in papiro, oltre a una parrucca, probabilmente di capelli veri.
- Paia di sandali di due diverse misure, di lunghezza che variava dai 18 ai 30 cm.
- Un papiro, lungo una ventina di metri, contenente capitoli del Libro dei Morti.
- Un cocchio in perfette condizioni: all'epoca il secondo cocchio sopravvissuto dall'antico Egitto ritrovato.
Fino alla scoperta della tomba di Tut'ankhamon, diciassette anni più tardi, la tomba di Yuya rimase la sola a essere stata ritrovata in Egitto pressoché intatta.
Fonte: Fonte: srs di Ahmed Osman; da “I Faraoni ebrei dell’antico Egitto”
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