Lettera anonima a «L'Eco di Bergamo» sulla tragedia di Yara Gambirasio. E ' stata recapitata lunedì 8 agosto 2011 alla redazione del quotidiano. Un foglio A3 scritto in caratteri a stampatello con un normografo su entrambe le facciate. Dice con frasi sgrammaticate di essere l'assassino della ragazza di Brembate Sopra, attribuendosi l’intera responsabilità del delitto. Fornisce una sua versione dei fatti accaduti la sera del 26 novembre. L’uomo ha raccontato di aver conosciuto Yara circa due mesi prima
Cordiale Redazione dell’Eco; date voi questa lettera a chi di dovere, lo so che ne arrivano molte quando si credeva fosse rapita Yara da Brembate Sopra, questa è una confessione particolare.
Non sono un metomane, non voglio sfidare nessuno e non ho indirizzo di caserma Ponte San Pietro e sarebbe per me troppo rischioso per la voce telefonare a loro poiché già segnalato il mio nome per altri fatti accaduti anni prima. Anche se non c’è più nulla da fare, voglio chiarire che cosa è successo la sera del 26 novembre 2010.
Da un po’ di mesi indietro lavoravo lì, a volte dopo il lavoro passavo vicino centro sportivo. Verso fine settembre passavo vicino a palestra con la mia macchina e con delle scuse avevo conosciuto una con quel nome. Finimmo con il simpatizzare eppure mi sembrava di piacere a lei perché me sorrideva quando le chiedevo se aveva il ragazzo fisso. gli offrivo un passaggio a casa verso le 18,50. Con una scusa le dissi che dovevo passare un attimo al posto di lavoro a Mapello. Verso le 19 arrivammo a Mapello, in macchina le squillò il cell. La convinsi a spegnerlo, lei aveva già capito le mie intenzioni. Una volta fermata la macchina si spaventò e tentò di scappare, prima mi colpì ai testicoli e il suo cell. mi cadde addosso. Lo presi e lo disattivai. Lei intanto era appena scappata fuori de macchina. Avevo perso la testa per il fatto che poteva rovinare il mio corpo. La insegui nel campo dietro cantiere avevo un coltello poi presi una pietra e senza rendermi conto la colpii alla testa. Pensavo che era meglio chiamare il 118 e poi scappare ma preso dal panico la caricai in macchina e (..) portai il corpo in un campo più sicuro di Mapello (in realtà Chignolo,)
La dinamica del delitto coincide con quella ricostruita dagli inquirenti, ormai pubblicata sui quotidiani. Rimane pertanto il sospetto che possa davvero trattarsi di un mitomane. La lettera, ora al vaglio dei carabinieri del Ris di Parma, sembra non aggiunge particolare sconosciuti agli inquirenti
Fonte: Liberamente tratto da “L’Eco di Bergamo”
GIALLO YARA, INDIVIDUATO L'AUTORE DELLA LETTERA, E' UN MITOMANE DI 33ENNE, DISOCCUPATO: SARÀ DENUNCIATO
I carabinieri hanno individuato l'autore della lettera anonima scritta con un normografo dal sedicente assassino di Yara Gambirasio. L'uomo è un 33enne che vive in un paesino in provincia di Alessandria; disoccupato, da circa 15 anni è sottoposto a cure psichiatriche. Il mitomane, ha fatto sapere il pm Letizia Ruggeri che si occupa delle indagini, sarà denunciato per autocalunnia.
Secondo gli investigatori, il 33enne aveva spedito la lettera da Spotorno (Savona) dove era in villeggiatura all'inizio di agosto. Non è mai stato a Bergamo e passa praticamente più di 11 mesi all'anno nel Paesino in provincia di Alessandria dove è residente. Ai carabinieri ha confessato di aver scritto la lettera anonima all'Eco di Bergamo.
"Non ci sono dubbi, è lui - dichiara il sostituto procuratore Letizia Ruggeri -. Vorrei ribadire a tutti che certe situazioni non sono indolore. Fanno perdere del tempo, si tratta di delitti contro l'attività giudiziaria. E non si pensi di farla franca. La lettera anonima poteva sembrare credibile e per questo ci ha fatto perdere del tempo. Sono convinta che certe situazioni nascono dalle troppe fughe di notizie su questa indagine". Non c'è più, quindi, un'indagine legata alla lettera anonima.
Fonte: da TGCOM del 18 agosto 2011
Nessun commento:
Posta un commento