domenica 10 aprile 2011

Verona - Piazza Corrubbio; Rabbia e macerie: l’agonia di San Zeno

Gli scavi archeologici a Piazza Corrubbio


Gli abitanti  sono esasperati e i commercianti fanno i conti con un pesante calo di affari a causa del dell'enorme cantiere aperto da quasi un anno è mezzo.  Rassegnati al parcheggio i sanzenati chiedono che almeno i lavori  concludano in fretta, ma il comitato non ha ancora deposto  le armi

Lo spettacolo è desolante. Quello che un tempo era una sorta di piccolo paese a pochi passi dalla Bra, si è trasformato in quartiere devastato. San Zeno, o meglio piazza Corrubbio, non c'è più. Il suo posto è occupato da un anno e mezzo da un immenso cratere dove dovrebbe sorgere il tanto contestato parcheggio. I lavori sono fermi da tempo e gli abitanti sono al limite della sopportazione, mentre i commercianti vedono giorno dopo giorno venir meno i loro affari. Qualcuno se n'è già andato, lasciando il posto ad acquirenti cinesi. L'assessore Corsi promette che i lavori riprenderanno in breve tempo e rivela una trattativa per ridurre l'area dell'opera. «Basta che facciano in  fretta», sbottano i sanzenati

E’ quartiere che vive in gran parte ammassato a - ridosso del cantiere, quello di San Zeno, con automobili e persone stretti tra l'unica strada ancora carrabile a est, lungo via Tommaso Da Vico, e gli angusti camminamenti che assicurano i collegamenti pedonali con la vicina piazza Pozza. Al centro l'immenso cratere del cantiere, con cavi, tubature, assi e impalcature ammucchiate e un lieve fetore di fogna nell'aria che segnala i lavori sui sotto servizi.

Da un anno e mezzo piazza Corrubbio è così: un paesaggio desolato che sembra uscito da un bombardamento aereo e che ha ormai trasformato il cuore di quello che una volta era il gioiellino di Verona in un quartiere devastato.

Da mesi, l'unico progresso visibile del parcheggio interrato da 300 posti che dovrebbe venire costruito sotto la piazza è costituito dalle paratie di legno e cemento che la ditta appaltante, la Rettondini di Legnago, di recente ha cominciato ad installare sull' angolo nord-ovest della piazza, come base della muratura della futura struttura.

Finora, infatti, il cantiere è stato scavato con lo scalpellino degli archeologi che dalle buche profonde massimo due metri hanno già estratto circa 150 scheletri con relative tombe, di età presumibilmente compresa tra il V e il XII  secolo, nonché alcuni basamenti di costruzioni antiche.  Nulla che la Soprintendenza abbia però giudicato non asportabile o significativo al punto da chiedere al Comune il blocco dei lavori. E le speranze della gran parte di residenti e commercianti, contrari al nuovo parcheggio, che proprio sui ritrovamenti archeologici facevano affidamento per bloccarlo, stanno scemando. In particolare i commercianti sono con l'acqua alla gola e il morale sotto ai tacchi, presi dai pagamenti che continuano ad arrivare imperterriti e gli affari che invece vanno a rilento: «Ora si vive di solo quartiere perché il giro della clientela di passaggio e il flusso dei turisti sono ovviamente svaniti - spiega Fabio Sembenini della farmacia -. Troppo poco per mantenere le attività, ma bisogna resistere. Giunti a questo punto, non c'è ombra di dubbio che il parcheggio verrà realizzato, l'importante è che facciano presto e ci rimettano nelle condizioni di ritornare a lavorare. L'opzione no-parking è ormai sfumata».

Sono già cinque, in effetti, le attività che hanno chiuso o che si sono trasferite e per quelle che rimangono le spese dell'affitto e delle imposte restano inalterate, anche se il Comune di recente ha accordato uno sgravio sulla tassa dei rifiuti. Due bar sono stati venduti a imprenditori cinesi che finora delle condizioni della piazza si sono interessati poco.

Ma resistere non è cosa semplice: «Oggi è entrato un solo cliente - conferma il fiorista all'angolo con via Da Vico - non c'è più passaggio e comunque non si sa dove parcheggiare». Rincara la dose il barista vicino, Gianfranco Giambattista: «Registro dei corrispettivi alla mano, da quando hanno aperto il cantiere c'è una riduzione del 30- 40% degli incassi. Non è possibile tenere uno scavo del genere aperto per 3-4 anni. Fatelo e muovetevi!».

Sui residenti la presa della costrizione economica è appena un po' allentata ma le loro case stanno scemando di valore. Matteo Bonetti, dell' agenzia immobiliare "Res Nova", racconta di ribassi del 20% sulle vendite: «Sull'ultimo appartamento venduto, uno di quelli che dà proprio sul cantiere, l'acquirente è riuscito a spuntare una riduzione di 60mila euro circa a partire dai 490mila inizialmente richiesti».

Al di là della rabbia sorda che buona parte del quartiere continua a covare per quello che è stato percepito come uno sfregio alla loro esistenza, comincia infatti a lavorare il tarlo di un dubbio angoscioso: la piazza ritornerà vitale come prima? Riprenderanno gli affari?

«Ci sono molti fattori in gioco - continua Bonetti - ma di sicuro questa piazza non sarà più come prima. Se prima era come una piazza di paese, dopo l'intervento sarà più moderna e un po' meno tranquilla a causa del traffico indotto dal parcheggio. Molto poi dipenderà da quello che farà la gente.

Alcuni hanno già venduto casa o trasferito l'attività. I miei soci ad esempio sono ottimisti e ritengono che la nuova piazza sarà un gioiellino ma è difficile prevedere cosa accadrà in concreto». «Si spera che ritorni come prima - gli fa eco Marco Ferrari della gelateria "Artik", sempre a ridosso del cantiere - ma per il momento sappiamo soltanto che i nostri incassi sono ridotti di oltre un terzo e che i guadagni sono azzerati. Qui ad esempio lavoravano due-tre persone mentre adesso ne basta una soltanto. Secondo il piano originario, i lavori sarebbero dovuti finire nell'ottobre 2012 ma da un anno e mezzo lavorano soltanto gli archeologi».

Un'ulteriore incognita, intanto è rappresentata dalla striscia arancione tracciata a cavallo del marciapiede di via Da Vico, a segnalare una definitiva espansione del cantiere che andrebbe ad occupare l'intera piazza, precludendo anche l'ultimo passaggio carrabile. «Tra poco ci chiuderanno dentro ai nostri stessi negozi» si lamentano i commercianti. Ma dalle botteghe si sussurra di un  possibile accordo tra il Comune e la ditta appaltatrice la quale potrebbe rinunciare a scavare in questa parte.

Un piccolo dettaglio, questo, per i residenti e i dipendenti degli uffici che si incontrano lungo le passerelle: «Come vuole che vada, ecco come siamo ridotti! E non è affatto detto che tutto ritorni come prima, anzi, con quel via-vai di auto dentro e fuori dal parcheggio che ci sarà ... » dice la signora Silvia che porta a spasso il cane. «Ma c'era bisogno di tutto questo?» si chiede un anziano seduto sotto l'ombra di un albero in piazza Pozza, all'inizio del cantiere. «La gente è stanca, ma questa continua ad essere una grande vergogna perché San Zeno era anche un forte centro di aggregazione» dice Valeria Rigotti, di professione insegnante, che è anche attivista del comitato contro il parcheggio. «Difficilmente tornerà come prima visto che gli alberi sradicati non potranno venire ripristinati con sotto il   vuoto del parcheggio. Hanno distrutto un quartiere»,

Il comitato, però, non si dà ancora per vinto: «Non è certo il momento delle mobilitazioni ma la maggioranza dei residenti è ancora molto arrabbiata» appunta il portavoce Mao Valpiana che per la fine di aprile annuncia la presentazione di uno studio sull'inquinamento dei parcheggi. «Lo scavo vero e proprio non è ancora iniziato e l'ultima parola non è ancora stata detta».

Infine, la Circoscrizione sta già lavorando al contenimento dei danni. Di recente il Consiglio ha approvato una proposta di riordino della viabilità presentata dalle opposizioni: «C'è  voglia di riprendere la vita normale, in particolare dai commercianti - dice Snsanna Fasoli, consigliere Pd -. Certo è che finora non si è pensato per nulla alta gente. In questo quartiere si sentono cittadini di serie B».


Trattative per ridurre l’area del parking

Lo conferma l'assessore Corsi che cerca un accordo con la ditta appaltatrice

Presi per stanchezza, i commercianti di piazza Corrubbio dicono di attendere con ansia che la Sovrintendenza ai beni archeologici dia il via libera definitivo all'inizio dei lavori del parcheggio. A quanto risulta a questo giornale, tuttavia, l'ente ha dato il suo benestare già da tempo, tanto è vero che le lavorazioni per innalzare le paratie sono già cominciate sul lato nord della piazza.
Tra i nodi irrisolti che tengono ancora fermi i lavori ci sarebbe invece un impiccio burocratico riguardante il rimborso delle spese di recupero dei reperti archeologici, con reciproci rimpalli di responsabilità tra la ditta e l'amministrazione comunale per chi tocca pagare il conto.
Il  parcheggio infatti viene realizzato in project financing (cioè il privato anticipa i soldi di costruzione e si rifà poi con la gestione dei posti auto) e i rapporti tra le parti vengono regolati da una convenzione.

Al momento in cui andiamo in stampa l' assessore comunale al Traffico Enrico Corsi afferma di aver finalmente risolto il nodo e che tocca al Comune farsi carico di queste spese che comunque «sono nell' ordine delle decine di migliaia di euro». A quanto pare il guaio è che Palazzo Barbieri non le aveva previste e ora deve recuperare denaro stornando le cifre da altre poste di bilancio.

Ma legato a questo risvolto, tutto sommato marginale viste le contenute dimensioni dell'opera, c'è anche un'altra questione, molto più significativa: hanno ragione le voci che parlano di una trattativa in corso tra Comune e ditta appaltatrice per ridurre da 300 a 200 posti la capienza del parcheggio, rinunciando così a scavare anche sotto via Da Vico.
La proposta sarebbe stata avanzata proprio dal Comune per non aggravare ulteriormente i costi (non preventivati) di recupero degli altri reperti che sicuramente affiorerebbero allargando ancora il cantiere. L'iniziativa è stata naturalmente bene accolta dalla popolazione ma è difficile pensare che con un terzo di posti in meno il project possa mantenere l'equilibrio economico-finanziario rimanendo profittevole anche per l'impresa. In questo caso Corsi si limita a confermare l'esistenza di una trattativa di questo genere ma tiene la bocca cucita sui suoi contenuti e sull'andamento.

Ad ogni modo secondo l'assessore i lavori dovrebbero venire sbloccati «in tempi brevissimi». Sarebbe la svolta, nel bene e nel male, di una vicenda che dura da circa un anno e mezzo.

Figlio del piano della sosta risalente ancora alla Giunta Sironi, il parcheggio di Piazza Corrubbio è stato dichiarato di "pubblica utilità" sotto la Giunta Zanotto (2002-2007) e infine assegnato alla ditta appaltatrice dall'attuale Giunta Tosi.  

Il  cantiere così come lo vediamo oggi è il risultato del progressivo allargamento delle zone dei sondaggi e carotaggi archeologici, iniziati nella seconda metà del 2009 e che hanno raggiunto l'estensione attuale nei primi mesi del 2010.

A settembre 2010 l'inizio dei lavori di spostamento dei sottoservizi mentre a giorni, stando agli annunci, dovrebbero effettivamente iniziare i lavori di costruzione del nuovo parcheggio, con un ano e mezzo di ritardo sul ruolino di marcia. E che dureranno altri due anni.  (M.MAR)

Fonte: srs di Michele Marcolongo; da Verona Fedele del 10 aprile 2011 pag. 4

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