domenica 8 dicembre 2013

ITALIA: IL SUO NOME È NATO A CORFINIUM


CORFINIUM RIBATTEZZATA “ITALIA” È LA CAPITALE CHE PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA INDICAVA IL NOME DELLA PATRIA COMUNE A TUTTE LE GENTI DELLA PENISOLA CHE SI ERANO CONTRAPPOSTE A ROMA



MONETA "ITALIA"

La prima moneta coniata mostra una testa femminile coronata di alloro con la scritta ITALIA.




Il denario con la testa dell’Italia da una parte e due cavalieri all’attacco (forse i Dioscuri) con la scritta osca VITELIU (terra dei Vitelli)  dall’altra  (si legge da destra a sinistra)- (Museo Nazionale Romano)



Prima ancora della fondazione di Roma, le terre sul versante orientale degli Appennini erano abitate da popoli di ceppo indo-europeo che oggi chiamiamo collettivamente "Piceni", divisi in molte diverse tribù. Quando Roma cominciò ad espandersi nel V secolo a.C. a poco a poco tali tribù vennero sottomesse e divennero alleate dei Romani.

Le vittorie e le conquiste romane, ottenute anche grazie alla partecipazioni dei popoli italici, avrebbero dovuto favorire l'avvicinamento e la fusione di queste popolazioni con i cittadini di Roma. In realtà godevano delle ricchezze acquisite solo coloro in possesso della cittadinanza romana, a discapito degli esclusi da questo diritto che rimanevano in una situazione di grave disagio politico ed economico.


LA GUERRA SOCIALE: “BELLUM SOCIALE".




Il toro sannitico che sottomette la lupa romana. Denario di circa 4 grammi che nell’esergo riporta in ligua osca “g. paapi” (Museo Nazionale Romano)





Lo scontento generale diffusosi tra le popolazioni italiche ed il mancato consenso del senato di Roma alla loro richiesta di cittadinanza romana, provocò una vera e propria insurrezione: Piceni, Vestini, Peligni, Marsi, Marrucini, Frentani, Sanniti e, più a Sud, Lucani e Apuli, si ribellarono contro Roma. Ebbe inizio così quella guerra che fu detta "bellum sociale".
I popoli che in passato avevano combattuto insieme il terribile Annibale ed il famigerato Perseo, re dei Macedoni, diventarono acerrimi nemici.

Nel 90 a.C., i ribelli istituirono un primo nucleo di Stato italiano eleggendo come capitale Corfinium, ribattezzata Italia, che per la prima volta nella storia indicava il nome della patria comune a tutte le genti della penisola che si erano contrapposte a Roma. Fu eletto un senato di 500 membri, 2 consoli, il marso Quinto Poppedio Silone ed il sannita Caio Papio Mutilo, e 12 pretori.


ITALIA È LA CAPITALE



Corfinio, il cui nome deriva dal culto dei geni Italici Cerfi, fu scelta non solo per la sua ubicazione centrale (si trovava al termine del valico montano tra il Fucino e la conca Peligna, sulle rive dell'Aterno) rispetto alle popolazioni insorte, ma anche per la posizione strategica che occupava sulla via Valeria, prosecuzione della Tiburtina, percorso che collegava Roma all'Adriatico.

La neo-capitale incominciò a battere moneta per contrastare il monopolio della moneta romana e per sancire l'importanza politica che comportava la nascita di questo nuovo Stato. La prima moneta coniata mostra una testa femminile coronata di alloro con la scritta ITALIA; un'altra moneta recante la scritta VITELIU, testimonia la più antica tradizione sull'origine del nome Italia (terra dei Vitelli).



Dunque, proprio nelle monete sannitiche della Lega Italica sannitica, ritrovate nel territorio che va da Agnone a Pietrabbondante,  appare il termine ITALIA (o VITELIU che è la stessa parola in lingua osca) e il toro che sottomette la lupa romana.



ITALIA DONDE TU VIENI?




Il problema dell’origine del nome ITALIA è stato più volte affrontato nel tempo e si sono date soluzioni differenti tra loro.

Ellanico racconta che Ercole, quando attraversò la nostra penisola per riportare in Grecia la mandria che aveva rapito a Gerione, perse un bovino. Avendo saputo che gli abitanti del posto chiamavano l’animale con il termine di viteliu, egli vagò urlando affannosamente il nome viteliu, sicchè  tutta la regione si chiamò “Italia”. Il territorio, secondo la tradizione recepita dai soci italici, era quello dell’antico Sannio.  Così sostennero anche Timeo e Varrone, che riconoscevano nel nome di italòi gli abitatori di quel territorio dove si allevavano i vitelli.

A contraddire questa ipotesi vi è il racconto di Ellanico di Mitilene che, invece, sostiene che Ercole abbia condotto in Sicilia la mandria di vitelli (“vituli”) sottratta a Gerione e che proprio in Sicilia Ercole sarebbe andato alla ricerca del vitello scomparso sicché quell’isola avrebbe preso il nome di “Vitulia”.

In Calabria invece si consolidò la leggenda narrata da Antioco secondo cui Italo, re degli Enotri (gli abitanti delle attuali Basilicata e Calabria), avrebbe conquistato la Calabria meridionale dando il proprio nome a quella parte dello stivale. Secondo Strabone le popolazioni enotriche-italiche furono scacciate successivamente dalla Calabria ad opera dei coloni greci. Questa circostanza farebbe pensare che l’appellativo di “itali” sarebbe precedente all’arrivo dei greci e che, quindi, avrebbe una origine enotrica.



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