Da tutti i teatri di guerra che hanno visto impegnati in
particolare i soldati americani emergono foto scandalose, con violazioni dei
diritti umani e cattiverie ignobili di ogni tipo. Ricordiamo il carcere degli
orrori di Abu Ghraib, le foto dei militari statunitensi che urinano sui
cadaveri in Iraq, fino alle torture e alle sevizie anche sessuali perpetrate su
prigionieri un po’ ovunque. Di seguito vi proponiamo una foto piuttosto
eloquente: se avete lo stomaco forte, guardatene
altre qui, qui
e qui.
I protagonisti delle torture, delle sevizie, dei brutali
omicidi sono stati sempre protetti dalle amministrazioni USA: che non
hanno punito nemmeno la soldatessa Lynndie England, divenuta celebre in
tutto il mondo per le crudeltà riservate ai prigionieri di Abu Ghraib: li conduceva
al guinzaglio, li legava tra di loro nudi, li torturava con elettrodi ai
testicoli e quant’altro. Si dilettava a passare le giornate tra una tortura e
l’altra, con la complicità del suo compagno e dei commilitoni.
Anziché prevedere pene esemplari per gli autori di questi
orrendi crimini, le pene esemplari saranno riservate a chi osa immortalare
questi momenti: per evitare fughe di immagini la NATO ha stabilito di bandire
severamente le macchine fotografiche e gli altri dispositivi in grado di fare foto
dai teatri di guerra. I commenti li lasciamo a voi…
Redazione Signoraggio.it
Fonte: visto su Sigmoraggio.it
Link: http://www.signoraggio.it/scandalosa-nato-non-vieta-le-torture-ma-la-possibilita-di-fotografarle/
AFGHANISTAN. LA NATO
LANCIA IL DIVIETO DI SCATTARE FOTO NEI TEATRI DI GUERRA
Roma, 28 mag 2012 - La Nato presente in Afghanistan nel
settore sud-ovest ha preso recentemente la decisione, discutibile, di vietare
in modo categorico a tutti i soldati di scattare foto "personali"
durante le azioni militari. La decisione è stata presa dopo che in passato
alcuni scandali erano stati scatenati proprio dalla diffusione di alcune foto
di torture e sevizie pubblicate da militari americani una volta tornati a casa.
Farà discutere la decisione presa dalla Nato del settore
sud-ovest in Afghanistan di rendere operativo un totale divieto per i
soldati di scattare fotografie nel corso di missioni militari. La decisione,
non casualmente, è stata presa dopo che una serie impressionante di scandali
riguardanti le forze armate americane erano stati causati proprio dalla
pubblicazione di alcune foto compromettenti, non ultima quella di alcuni
marines immortalati mentre sogghignavano vicino ai corpi senza vita di un
gruppo di taliban. Anche per questo motivo il comando Isaf della provincia
afghana di Hellmand ha deciso di autorizzare, da questo momento in poi,
solamente più le foto ufficiali.
Il divieto dovrebbe riguardare da subito almeno 36.000
soldati, inclusi ben 15.800 marines. Per questo motivo un vasto numero di
fotografie amatoriali e di video dei soldati verranno censurati in modo da
cercare di evitare altri imbarazzanti incidenti come quello causato dalle foto
che ritraevano alcuni marines urinare sui cadaveri inerti dei nemici. Il
comandante dell'Isaf, Charles Gurganus, ha fatto sapere di essere
perfettamente d'accordo con la misura decisa dal comando Nato in quanto la fuga
di foto che ritraggono atrocità o vittime di guerra potrebbe minare
dall'interno lo sforzo belico. Mentre infatti nel XX secolo, come ad esempio in
occasione della guerra al Vietnam, erano pochi coloro che sono riusciti a
documentare le vergognose atrocità belliche, nel caso dell'Afghanistan grazie
all'avvento delle nuove tecnologie, negli anni scorsi è stato facile rendere
pubbliche le barbarie della guerra mediante video e fotografie, spesso scattate
proprio dagli stessi soldati.
Il generale Gurganus ha cominciato quindi a spiegare ai suoi
uomini che le foto potranno essere fatte solo più all'interno delle basi
militari americane, e mai, per nessun motivo, nel corso di operazioni di
guerra. L'ordine del Comando generale dell'Isaf è quindi molto chiaro
nel stabilire che cosa possa essere filmato e cosa no. Ad esempio sarà
strettamente proibito fare una qualsiasi foto agli aerei della Nato nella base
aerea di Bagram. Non sempre però i soldati americani hanno fatto fotografie e
filmati a scopo di denuncia; spesso al contrario hanno deciso di realizzare
filmati delle proprie "imprese" belliche da mettere sul web,un
costume davvero di cattivo gusto dal quale ha preso le distanze anche il
Colonnello David Bradney, il quale ha apertamente condannato l'usanza
tipicamente americana dei soldati di usare illegalmente caschetti con
all'interno telecamere nascoste per immortalare in prima persona, come se fosse
un videogame, le azioni di guerra.
Sostanzialmente quindi i comandi americani avrebbero ben più
di un motivo per essere spaventati da una fuga di materiale video. Alcuni
spezzoni di video che immortalano marines in azione infatti, potrebbero essere
utilizzati dai
talebani come propaganda contro le forze alleate. I
talebani inoltre sarebbero i primi a cercare di mettere le mani su questo
materiale in quanto da esso riuscirebbero a imparare le tattiche belliche
utilizzati dalle forze armate americane. Insomma, al posto che autorizzare
inchieste serie sulle atrocità commesse in Afghanistan, la
Nato preferisce ricorrere al vecchio trucco della censura
preventiva: nessuna foto, nessun problema. Del resto se non fossero state
scattate quelle orribili foto nel carcere di Abu Grahib, a Baghdad, in molti
ancora penserebbero alla "leggenda" della missione di pace.
Fonte: http://www.articolotre.com
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Fonte: Visto su Forze Armate.org
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