A poco più di due anni dall'uscita della prima edizione,
desideriamo ringraziare nuovamente il direttore Blondet per averci dato
quest’opera fondamentale. Grazie ad un impegno indefesso che prosegue ormai da
decenni, nessuno meglio di Blondet avrebbe potuto incarnare l’icona
dell’investigatore par excellence di cui, tanto ironicamente, si è
prestato a vestire i panni per la grafica di copertina. Di seguito la
presentazione di Blondet, scritta al lancio del libro.
EFFEDIEFFE edizioni
Ho ritenuto necessario ripubblicare in questa nuova veste,
titolata Tutti i complotti, la serie completa dei miei libri dal titolo Complotti
(I, II e III), più il saggio Il Collasso, che ne è il seguito, più
l’appendice Divagazioni, di 84 pagine, che aggiorna le tematiche
all’inizio del 2002, perché le vecchie edizioni sono ormai esaurite, ma
continuano ad essere richieste. Il che è consolante per l’autore, dato che i
saggi, pur concepiti e pubblicati qualche anno fa, evidentemente vengono
ritenuti ancora attuali da un numero crescente di lettori; ma non è questo che
conta. Conta il fatto che questi saggi e inchieste restano – anzi
diventano sempre più – necessari per chi vuol capire a fondo la
catastrofe terminale del sistema chiamato Occidente, in cui siamo tutti
coinvolti, e vittime.
In questi anni la società in Italia, Europa ed USA, è stata
ridotta ad un livello intellettuale e culturale così basso, è stata così
disinformata dal sistema mediatico totale che il capitalismo finanziario ha
instaurato, da aver dato compimento all’uomo nuovo progettato dai poteri
occulti del mondialismo: ossia l’uomo-comunicazionale, perennemente connesso
a una dozzina di aggeggi telecom, e proprio per questo appiattito sul presente
immediato, quello istantaneo, superficiale (e falso) dei telegiornali e della
TV in generale.
Oggi, quest’uomo piatto (piatto come un’ameba) sente
confusamente che le promesse instillategli dal Sistema – benessere
crescente per tutti, la stabilità offerta dall’euro, la pace
universale garantita dall’interdipendenza dei mercati e dalla libera
circolazione di merci, uomini e capitali – sono state
tradite. Ma reagisce con una rabbia cieca, rivolta agli attori ultimi (quelli
sulla scena nel presente immediato), che spesso, benché colpevoli
d’omissione, non sono i colpevoli originarii, quelli che hanno progettato ed
operato per chiuderci nel sistema. Il ribellismo che ne nasce – Tea
Party, manifestazioni in Europa, – corpuscolare, fatto di folle
separate e manipolate, è esso stesso un contributo alla destrutturazione del
sistema, che continua a proclamare di essere in marcia per realizzare la
propria essenza, ed avanza verso una sostanza informe, il senza-forma.
L’opinione pubblica amebizzata, agitata da moti corpuscolari che si elidono,
non sa manifestamente come sostituire il sistema che ormai rifiuta. E la
ribellione non si traduce in rivoluzione.
Ciò avviene perché l’umanità ridotta al presente non sa come
siamo arrivati a questo punto. Faccio un esempio: l’antropologa Ida Magli ha pubblicato (novembre 2010)
un saggio dal titolo La dittatura europea, in cui smaschera la
costruzione dell’UE come un impero dei banchieri. Libro coraggioso, che
denuncia – e non è poco – la promozione dall’alto
dell’omosessualità come agente di omologazione desiderato dalle oligarchie, la
giudaizzazione della Chiesa e la sua pochezza intellettuale e spirituale di
fronte all’Europa dei banchieri, che sta procedendo - ne più ne meno -
all’estinzione dell’uomo in quanto tale, fino al segreto indicibile
delle Banche Centrali in mano ai banchieri privati. Ebbene, in questo saggio
meritevole, non è mai citato il padre di tutto questo: Jean Monnet. Il privato cittadino a cui il consorzio di banche USA
che si accaparrò i fondi del Piano Marshall (soldi dei contribuenti americani,
mica dei banchieri), capeggiato dai Lazard, affidò il compito di distribuirlo,
con la condizione che i Paesi beneficiati nell’Europa disfatta rinunciassero a
porzioni della loro sovranità.
Ida Magli non lo conosce. Non conosce la resistenza eroica
che il generale De Gaulle oppose a questo progetto di quelli che chiamò senza-patria
(apatrides) e sinarchisti. Non è colpa nè malafede, è vuoto
d’informazione. E la domanda che la Magli ripete in tutto il suo libro: com’è stato possibile? Come mai politici,
governi, giornalisti, hanno taciuto? Con quali meccanismi è stato mantenuto il
segreto su una simile cospirazione a nostro danno?, resta senza risposte.
Ora, chi leggerà il libro che avete fra le mani, Tutti i
Complotti, troverà invece la storia di questo presente immediato. Quando
li ho scritti non esisteva ancora l’euro, che ha per primo portato
all’arretramento del tenore di vita di tanti di noi. La globalizzazione non era
ancora compiuta. Ciampi non aveva ancora internazionalizzato il debito pubblico
italiano senza alcuna ragione razionale (visto che i risparmiatori italiani lo
compravano integralmente): eppure, chi leggerà i capitoli Conosciamo i nuovi
padroni, Genealogia di Napolitano (l’attuale presidente della
semi-repubblica), Oligarchie, capirà chi, quali ambienti e forze,
preparavano il nostro presente. Il progetto mondialista non era stato ancora
intersecato dal progetto dei cosiddetti neocon israelo-americani, che hanno
portato l’ultimo impero egemone alle guerre senza fine per Israele, a cui anche
noi partecipiamo, dopo il falso attentato dell’11 settembre. Ma chi legga il
capitolo British Israelites, la dottrina occulta, vedrà le radici
e il germe di questa letale emersione della religione (o delle
pseudo-religioni, scimmie della spiritualità) come motrici irrazionali,
messianiche e folli del politico. Cosa del tutto imprevedibile anni fa,
nell’epoca della presunta secolarizzazione totale, e del trionfo del laicismo
sulle menti.
Adesso albeggia la vaga coscienza che il nostro oggi, con le
sue devastazioni, genocidi e guerre, abbia una valenza escatologica, se
vogliamo apocalittica, e per un cristiano, preluda al trionfo dell’Anticristo,
che l’antica sapienza dei Padri previde non già come un dominatore laico, bensì
come un capo della falsa religione ultima, la Scimmia di Dio, l’Impostore
(Dajjal) per i musulmani.
A leggere questi mie saggi, si capirà meglio la progressione
di questa impostura. Secondo René Girard, uno dei compiti del sacro nelle
società tradizionali era una auto-esteriorizzazione con cui la violenza umana
si auto-limitava, in sacrifici rituali, pratiche liturgiche, sistemi di regole
(dettate da Dio, l’Esteriore per eccellenza; il trascendente). Oggi, un
pensatore francese, J. P. Dupuy, scrive che l’economia è la continuazione (o
sostituzione) del sacro in un’epoca di secolarizzazione. Scimmia dall’antico
Dio che abbiamo ucciso, essa è il nuovo Esterno che ci dà le sue regole oggettive
(la mano invisibile del mercato), i dogmi (pensiero unico), i riti (la Borsa
mondiale aperta 24 ore su 24) a cui sacrifichiamo corpi e menti umane.
Comunque, un Ordine.
Non a caso già Hegel diceva che «l’economia è l’essenza
del mondo moderno». In base a questa ipotesi, la destrutturazione terminale
del capitalismo, operata dai finanzieri, usurai e speculatori, va intesa come
l’esito ultimo della desacralizzazione del mondo, della laicità compiuta
e ancora più avanzata. I sacerdoti – i banchieri – hanno violato
le loro proprie regole; si sono liberati delle regole estreme che regolavano il
capitalismo e ne contenevano la violenza inerente. Oggi, questa liberazione
comporta insieme lo scatenamento terminale della violenza di un capitalismo
finanziario che s’è tolto ogni maschera (diventa guerrafondaio, poliziesco,
tassatore quanto più si disgrega), e insieme – contemporaneamente –
la sua destrutturazione finale: fomentatrice di una violenza dal basso,
anarchica, senza limiti, di cui la forma più avanzata sono le stragi
della criminalità di Ciudad Juarez in Messico, ma che si vede fin troppo bene
in Israele, ma anche in Calabria, in Campania e Sicilia. S’intende, nel mezzo,
fiorisce la criminalità politica, corruzione ed inefficienza allo stato puro.
Il mondo intero è messo in forse dalla morte di Dio, e ora
la morte dell’ultimo falso dio lo consegna alla delinquenza pura, tenutaria
della pura forza, ossia della capacità di uccidere.
Dunque questo libro è necessario – lo dico con
modestia, perché il merito va agli angeli dell’ispirazione – perché è la
storia del nostro presente escatologico. Questi miei saggi sono stati a lungo
marginalizzati, censurati con la censura del silenzio, bollati come complottismo.
Ma se la nostra storia recente è stata un complotto, non è colpa di chi scrive.
Un giorno, se gli uomini europei saranno di nuovo degni
della libertà (se se la saranno ripresa), gli storici del futuro troveranno qui
le circostanze e le fonti per una storiografia della nostra deviazione
collettiva verso l’accettazione dei potere oligarchico più totalitario che
abbiamo mai subìto e sofferto, verso il mondo orwelliano pienamente realizzato
dalla finanza speculativa, che ci ha ridotti a questo rango di loro schiavi e
pecore, e per giunta sub-umani e contenti di esserlo.
Maurizio Blondet
Fonte: visto su EFFEDIEFFE.com del 25 aprile 2013
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