Proponiamo in ANTEPRIMA per L’Indipendenza la
traduzione integrale in italiano dell’articolo Liberty
and Safety di Andrew P. Napolitano, ex giudice della Corte
Superiore del New Jersey, commentatore ed opinionista presso Fox News
Channel. Ha scritto sette libri sulla Costituzione americana.
(Traduzione di Luca Fusari)
Quando Edward Snowden ha rivelato che il governo
federale, non rispettando il Quarto Emendamento della Costituzione, in maniera
illegittima ed incostituzionale, ha spiato tutti gli americani usanti
telefoni, messaggi di testo o email per comunicare con altre persone, ha aperto
un vaso di Pandora di accuse e recriminazioni reciproche. Le accuse che ha
mosso sono che gli americani hanno un governo che assale le loro libertà
personali, opera in segreto e viola la Costituzione e i valori su cui essa si
fonda. Le recriminazioni a tali accuse sono che la sicurezza sia un bene più
grande della libertà e che Snowden abbia interferito con la capacità del
governo di tenerci al sicuro esponendo i suoi segreti, e per tal motivo
dovrebbe essere messo a tacere e punito.
Nel corso di questo dibattito avrete sentito l’argomentazione
che tutti debbano sacrificare un po’ della loro libertà al fine di garantire la
nostra sicurezza, che la libertà e la sicurezza sono in equilibrio, e che
quando si scontrano è il governo che deve bilanciare l’una contro l’altra e
decidere quale delle due debba prevalere. Questo è naturalmente un argomento
che il governo ama, in quanto presuppone che il governo abbia il potere morale,
giuridico e costituzionale per agire in maniera diabolica.
Non è così. Dagli imperatori romani ai capi tribù, da
re Giorgio III ai rivoluzionari francesi, dai dittatori del XX° secolo ai
presidenti americani del XXI° secolo, tutti hanno affermato che il loro primo
compito è quello di tenerci al sicuro, e così facendo essi si sono in qualche
modo arrogati il diritto di portar via le nostre libertà, qualsiasi sia la
motivazione presente nei loro discorsi, capricciosamente amano invadere la
privacy ed ambiscono alla nostra proprietà privata e alla nostra ricchezza.
Questo argomento è antitetico al valore principale su cui
l’America è stata fondata. Tale valore è semplice, gli individui (creati ad
immagine e somiglianza di Dio, e quindi in possesso delle libertà che Egli gode
e ha condiviso con noi) sono i fautori del governo. Un sovrano è la fonte dei
suoi poteri. Il governo non è un sovrano. Tutta la libertà che gli individui
possiedono l’hanno ricevuta in dono da Dio, che è l’unico vero sovrano. Tutti i
poteri che il governo possiede lo ha ricevuto da noi, dai nostri depositi
personali di libertà.
Thomas Jefferson ha riconosciuto questo quando ha scritto
nella Dichiarazione d’Indipendenza che i nostri diritti sono inalienabili, che
non possono essere separati da noi, perché ne siamo stati dotati dal nostro
Creatore. James Madison, che ha scritto la Costituzione, ha osservato che nella
storia del mondo, quando la libertà è stata vinta, ciò è accaduto perché chi
era al potere malvolentieri ha consentito alla libertà, quale condizione per
restare al potere o addirittura poter rimanere in vita.
Ma non in America. In America si è verificato il
contrario, la libera gente ha acconsentito volontariamente al governo
di esercitare un limitato potere necessario per proteggere la libertà. Questo è
noto come “il consenso dei governati”. Per Jefferson e Madison, un governo
privo di consenso è illegittimo.
Il principale autore della Dichiarazione d’Indipendenza e
il principale autore della Costituzione erano dunque dello stesso parere:
tutte le persone sono per natura libere, e per conservare tali libertà hanno
dato il loro consenso ad un governo. Quello fu il governo che ci diedero, non
era il potere a permettere la libertà, ma la libertà a permettere il potere, e
lo strumento di tale autorizzazione è stata la Costituzione.
La Costituzione è stata creata da uomini liberi al fine
di definire e limitare il governo in modo che esso possa difendere ma non
minacciare le nostre libertà. Dal momento che solo delle persone libere
possono acconsentire ad un governo, il governo non può esistere legalmente
senza questi consensi. Qui è dove i tiranni moderni e gli apologeti del grande
governo sono riusciti a confondere le persone ben intenzionate. Hanno elevato
la sicurezza (che è un obiettivo di governo) al livello della libertà, la
quale ha creato il governo. Questo argomento comune e pedante rende la creatura
(la sicurezza) pari al suo creatore (la libertà). Questa è una impossibilità
metafisica perché presume che il bene da acquistare sia in qualche modo uguale
alle libere scelte dell’acquirente.
Cosa significa? Significa che quando i politici ci
dicono che la libertà e la sicurezza devono essere bilanciate l’una contro
l’altra, sono filosoficamente, storicamente e costituzionalmente in errore. La
libertà è la condizione basilare, la libertà è l’essenza del nostro stato
naturale, essa non può assolutamente essere uguale a un bene che abbiamo
incaricato al governo di ottenere.
Qual è l’unico rapporto morale tra libertà e
sicurezza? Non può essere d’equilibrio, perché la libertà e la
sicurezza non sono uguali, dato che l’una genera l’altra. Può essere solo una
predisposizione continua verso la preferenza della libertà. Ogni scontro
concepibile tra le libere scelte delle persone e le loro istruzioni sul loro
governo al fine di salvaguardare la libertà devono favorire le libere scelte,
perché la libertà è inalienabile.
Così come non posso autorizzare il governo nel togliere
la tua libertà, non più di quanto possa autorizzare a portar via la mia, in
una società libera una maggioranza non può autorizzare il governo a
sottrarre la libertà ad un individuo. Quindi, se in qualche modo la libertà
e la sicurezza si scontrano, è la libera scelta di ogni persona che risolve lo
scontro, e nessun governo può moralmente farlo in sua vece.
Il governo dovrà sempre fare delle scelte che favoriscano
il suo potere, perché, come Ludwig von Mises ci ha ricordato, il governo è
essenzialmente la negazione della libertà. Se qualcuno crede veramente che
con l’essere azzittiti, monitorati o tassati dal governo, esso ci protegga, e
che quelli siano i mezzi meno restrittivi per farlo, tale persona si
contraddice nel suo discorso sulla privacy e sulla ricchezza. Il resto di noi
manterrà la nostra convinzione e baderà da sé alla propria sicurezza.
Le ragioni per le quali abbiamo accettato un governo
limitato sono la preservazione della libertà di perseguire la felicità, la
libertà di essere diversi e la libertà di essere lasciati soli. Nessuna di
queste libertà può esistere se siamo asserviti al governo in nome della
sicurezza o di qualsiasi altra motivazione.
Fonte: visto su L’Indipendenza del 29 luglio 2013
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