giovedì 15 dicembre 2011

SI CHIAMANO PROFESSORI, BATTEZZANO IL DECRETO SALVA ITALIA, MA ALLA FINE MI SEMBRANO SOLO DEI BECCHINI


I professori, i più  autorevoli esponenti accademici, che conoscono tutte le regole dell’economia, sono stati chiamati a salvare l’Italia.  
Ma che siano in grado di farlo, non scommetterei nemmeno una vecchia lira.

Non basta, la conoscenza mnemonica, l'intelligenza,  occorre un qualche cosa  che loro spesso non hanno: l'intuito, l’immaginazione economica,  il così detto “naso economico”.  Per essere più chiaro, tutti possono conoscere ed insegnare le regole degli scacchi,  ma   solo chi ha “immaginazione ” può vincere.
Se avessero questo “naso  economico” sarebbero portati a fare  gli imprenditore in “proprio”,  nel libero mercato,  invece sono lì ad insegnare.
Loro non smentiscono mai  la cultura aziendale, pratica e di successo racchiusa nel motto (forse dovuto a Lao-tzu?!) che dice: "Chi sa fa, chi non sa insegna,  e chi non sa insegnare,  insegna ai formatori".

Tanto per dare un piccolo esempio di cosa è il “naso economico”  vorrei  ricordare che nel mio veronese  le migliori aziende sono state fondate da personaggi al limite dell’ alfabetizzazione, che parlavano  solamente dialetto  veneto   e che la migliore mente  economica,  ma soprattutto di etica morale calata nell’economia che mai abbia conosciuto,  e che ha aiutato a fondare centinaia di aziende, alcune di esse oggi a livello mondiale, non era riuscito a finire  le elementari.

Quei   professori  posti a salvare i POPOLI  ITALIANI,  perché  quella è la vera Italia, proprio non li vedo.  Al massimo possono salvare qualche ente o aiutare qualche “potentato  economico”, nel perdere poi la loro “partita scacchi”,  sperando  che nel tempo avuto a loro  disposizione,  non siano riusciti a   “cassare”   anche la Nazione.

Ai posteri la sentenza!

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