L’ultimo rinvenimento negli scavi nella grotta è ora allo studio degli esperti delle università di Torino e Ferrara. È un rarissimo frammento di premolare con una marcata usura dello smalto che fornisce nuove ipotesi per le ricerche
Gli scavi alla Grotta di Fumane hanno portato alla scoperta di un dente appartenuto a uno degli ultimi uomini di Neanderthal vissuto tra i 40 e i 50mila anni fa.
Si tratta di un rarissimo frammento di dente umano, un premolare, trovato nei cosiddetti livelli Uluzziani, nello strato A3, che presenta una marcata usura dello smalto e dei solchi verticali. Questo dimostra che i neanderthaliani usavano molto la bocca e i denti per rompere e strappare, oltre che per mangiare. Il dente è ora allo studio del professor Giacomo Giacobini dell’Università di Torino e di Marco Peresani dell’Università di Ferrara, che ha proprio in questi giorni aperto la campagna di scavi per l’anno 2010.
«Questo dente è molto importante, in quanto le testimonianze fossili degli ultimi neanderthaliani sono rarissime», spiega Peresani, «in Grecia ad esempio manca qualsiasi resto umano, mentre in Italia meridionale specialmente in Campania sono stati rinvenuti sinora solo cinque denti. L’attribuzione dell’Uluzziano all’Homo di Neanderthal può essere discussa e Fumane apporta un nuovo tassello». È importante trovare resti umani perché permettono l’estrazione del dna fossile.
L’Uluzziano è un termine designato per la cultura delle ultime popolazioni neanderthaliane che hanno abitato diverse grotte dell’Italia centro-meridionale e del Peloponneso e che erano avviate verso un processo di «modernizzazione» con una maggiore varietà di strumenti litici e produzione di utensili in osso. La campagna di scavi, che durerà un paio di mesi, continuerà il lavoro iniziato l’anno scorso nella parte a sinistra dell’antro, in un livello di 50mila anni fa, che presenta resti di focolare, carboni, sostanze organiche e di macellazione. Si effettueranno sondaggi del terreno per evidenziarne le caratteristiche e le temperature di allora.
Finanzieranno gli scavi quest’anno la Comunità Montana, il Parco della Lessinia, la Regione Veneto, il Comune di Fumane, la Fondazione Cariverona, l’impresa di costruzioni Gardina di Rovigo, le cantine Nicolis di San Pietro in Cariano, il ministero dei Beni Archeologici e l’Università di Ferrara. «Presumibilmente i lavori in questo settore della Grotta andranno avanti per cinque anni», continua Peresani, «poi si abbatterà il muro in fondo al riparo e si avranno senz’altro delle sorprese, perché la zona in galleria è piena di ossa».
«L’amministrazione ha intenzione di creare una Fondazione, aperta anche a i privati, per la valorizzazione della Grotta», ha detto il sindaco Domenico Bianchi presente all’apertura degli scavi, «in modo che ci siano delle risorse da investire. L’intenzione è quella di realizzare una struttura fissa nelle vicinanze, un laboratorio didattico e un museo dove portare il materiale trovato con una mostra fotografica, così da poter accogliere scolaresche e turisti con un flusso costante tutto l’anno».
Il presidente della Comunità Montana, Claudio Melotti, ha sottolineato: «È necessario approntare un progetto di almeno cinque anni che garantisca finanziamenti e continuità sul lungo periodo». Negli ultimi mesi la Grotta di Fumane è stata oggetto di conferenze in Francia e Spagna dove sia Peresani, che Alberto Broglio dell’Università di Ferrara hanno portato la loro voce su Fumane, molto conosciuta all’estero per l’importanza dei ritrovamenti.
Fonte: srs di Giancarla Gallo, da L’Arena di Verona di Sabato 17 Luglio 2010 PROVINCIA, pagina 31
Link: http://www.larena.it/
Nessun commento:
Posta un commento