Verona 11 ottobre 2016, Il giornale L’Arena di Verona compie 150 anni
Il 12 ottobre 1866 a Verona esce il primo numero del quotidiano L’Arena, «il più antico d’Italia»; quando le notizie arrivavano in redazione sulle ali dei piccioni e i direttori si sfidavano a duello; la collaborazione di Emilio Salgari, il manifesto del Futurismo; l’Arena fascista, Bisaglia e gli anni del boom; giornali, radio, televisioni del gruppo Athesis; Bertani, Galtarossa, Fedrigoni, Armellini, Grigolini, Ferro, Rana, Pedrollo, Veronesi; chi comanda oggi e il tempo della crisi.
Quando esce il primo numero del giornale L’Arena è il 12 ottobre 1866, una data importante per Verona perché segna, al termine della Terza guerra di Indipendenza, l’annessione del Veneto al Regno d’Italia. Gli austriaci stanno per abbandonare la città e il giorno 16 dello stesso mese i bersaglieri arrivano da Viale Venezia e passano porta Vescovo acclamati dalla folla. Editori di quel quartino, che a Verona e provincia costa 7 lire e 12 all’estero, sono Gaetano Franchini e Carlo Vicentini, direttore è Alessandro Pandian, condirettore Giusto Ponticaccia, mentre nella sede di via Monte 303, oggi via Sant’Egidio, lavorano due giornalisti.
In redazione le notizie da pubblicare arrivano per posta e tramite i colombi viaggiatori mentre il telegrafo viene utilizzato con parsimonia perché costa molto. A capo della tipografia, dove le pagine vengono realizzate ponendo a mano i caratteri nei telai di composizione e dove si stampano a torchio alcune centinaia di copie al giorno, è Antonio Todeschini, che per 52 anni rivestirà il ruolo di proto, oltre che di puntuale commentatore sul suo taccuino di tutto ciò che riguarda il giornale. Nel 1870 muore l’editore Vicentini e al posto di Pandian assume l’incarico di direttore Dario Papa, fautore della seconda edizione delle 17 (la prima esce alle 9). Nel 1879 arriva da Parigi una nuova macchina tipografica a vapore, la Marinoni, che consente la stampa di migliaia di copie.
Nel 1874 la testata passa di mano e viene acquistata da Giovanni Antonio Aymo che tra il 1884 e il 1901 ricopre anche il ruolo di direttore e che nel 1891, l’anno del venticinquesimo de l’Arena, trasferisce la tipografia sotto casa: da via Sant’Egidio a Stradone San Fermo. Nel 1902 arrivano da Berlino le prime quattro linotype elettriche che consentono una composizione più rapida e tre anni dopo sulla scrivania del direttore compare il telefono. Nel 1929 nasce la Società Editrice Arena, ancora attiva con il Centro stampa di Caselle di Sommacampagna e nel 1945 si costituisce la Società editrice Athesis.
Nel volume L’Arena e Verona, 140 anni di storia, l’ex presidente del gruppo, l’avvocato Luigi Righetti, ricorda che il giornale «è il quotidiano più antico d’Italia». Il titolo di primo quotidiano d’Italia spetta però al milanese Il Secolo, che l’editore Edoardo Sonzegno iniziò a pubblicare il 5 maggio 1866, qualche mese prima de L’Arena. Ma Righetti non raccontava bugie, perché Il Secolo chiuse il 31 marzo 1927 e quindi L’Arena rimane effettivamente il giornale più antico d’Italia.
Un primato – il Corriere della Sera uscirà solo 10 anni dopo, nel 1876 – che si spiega anche con il clima culturale della Verona di fine Ottocento, molto diverso dall’attuale, dove sono presenti vari giornali. Oltre a L’Arena vengono stampati La Nuova Arena (dove Emilio Salgari pubblica a puntate La tigre della Malesia), L’Adige, Verona Fedele e il settimanale Verona del Popolo. In città si trova la redazione veronese de il Gazzettino, sono pubblicate diverse riviste letterarie, come La Ronda, e alcuni fogli umoristici, come il Can da la Scala dove collabora Renato Simoni.
“A Verona negli anni Ottanta dell’Ottocento” ricordano Claudio Gallo e Giuseppe Bonomi nel libro Emilio Salgari, la macchina dei sogni “la lotta tra i vari schieramenti politici e l’intensificazione della guerra commerciale tra i diversi quotidiani cittadini, a essi legati, portarono a conflitti che sfociarono in vertenze e denunce, seguite dalle relative cause giudiziarie, o risolti con frequenti duelli”. Come quello del 1904 tra il direttore de L’Arena Antonio Mantovani e il direttore de L’Adige Luigi Bellini Carnesale, che finisce con la morte del primo. O un altro a colpi di sciabola, che nel 1883 a Chievo vede protagonisti Salgari, che nel frattempo è passato a L’Arena dove lavorerà come redattore fino al 1893, e il cronista del’Adige Giuseppe Biasioli, che aveva messo in dubbio le competenze marinare dello scrittore definendolo “mozzo” in un suo articolo. Biasioli viene ferito e Salgari se la cava con una multa e sei giorni di prigione a Peschiera.
Altro primato de L’Arena è la pubblicazione in anteprima del Manifesto del futurismo italiano di Filippo Tommaso Marinetti, il 9 febbraio 1909, prima della data ufficiale di presentazione che corrisponde alla comparsa del documento sulla prima pagina di Le Figaro, il 20 febbraio 1909. Un primato che però non spetta solo a L’Arena, visto che il testo esce più o meno in contemporanea su altri giornali a Napoli, Mantova, Trieste e Roma.
Durante il Ventennio L’Arena fu marcatamente fascista, tanto che dal 1 maggio 1945 al 30 giugno 1946 il giornale, che nei primi anni Trenta si era trasferito con la tipografia in Volto Cittadella, con l’arrivo degli Alleati per un anno cambia nome e diventa Verona Libera, organo del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN).
Il 2 ottobre 1966 si festeggia il centenario e con esso il trasferimento nella nuova sede di San Martino Buon Albergo; rimane in Piazzetta Municipio solo la redazione di cronaca cittadina. Nel nuovo stabilimento è in funzione una moderna MAN a 4 gruppi capace di stampare 70 mila copie l’ora. Con il passaggio alla fotocomposizione, nel 1984 avviene il pensionamento delle linotype, mentre pochi anni dopo compaiono i primi videoterminali. La redazione negli anni Novanta si trasferisce in vicolo Stella e poi nell’attuale sede di Corso Porta Nuova. La tipografia nel 2006 si sposta da San Martino Buon Albergo al centro stampa di Caselle di Sommacampagna dotato di rotative Regioman e Colorman, con cui il 17 aprile 1988 viene stampato il primo giornale a colori. Del 1999 è il primo sito internet, mentre dal 2002 si trova online il pdf del giornale.
Per quanto riguarda la proprietà, nel 1958 Athesis acquista il Giornale di Vicenza e nel 1990 Brescia Oggi, secondo quotidiano della città lombarda. Nel 1992 rileva le filiali di Verona, Vicenza e Brescia della Società pubblicitaria Manzoni, gruppo la Repubblica, eliminando un pericoloso concorrente e creando PubliAdige, la propria concessionaria di pubblicità locale. Athesis diventa anche proprietaria di AGA (Agenzia Giornali Associati) che da Roma fornisce notizie dalla capitale ai giornali locali. Nel marzo 2002 Nuova editoriale SRL, altra società del gruppo fondata nel 1992 per operare nel campo del new media, pubblica il giornale free press In Città. Del 1984 è l’acquisto di TeleArena, nel 1999 arriva Tele Mantova, Radio Verona viene acquisita nel 2000, Brescia PuntoTV nel 2003. Della Divisione libri entra infine a far parte la casa editrice Neri Pozza.
Storico è il passaggio della proprietà dalle famiglie Bertani (vini), Fedrigoni (cartiere) e Galtarossa (fonderie) – che nel primo dopoguerra avevano dato la loro impronta a L’Arena – ai nuovi proprietari negli anni Settanta, gli industriali della Sipa Pollo Arena Arrigo Armellini e Antonio Grigolini, insieme a Luigi Ferro, altro imprenditore veronese. I nuovi padroni fanno riferimento all’area dorotea della Democrazia Cristiana dove leader è Antonio Bisaglia che a Verona sta cercando di realizzare un giornale triveneto a sostegno del suo disegno politico. Tutti questi nuovi soggetti sono in stretti rapporti con la persona che diventerà presidente di Athesis, l’avvocato Luigi Righetti. Con la morte di Bisaglia, nel 1984 in circostanze misteriose, inizia una nuova era mentre Grigolini lascia il Gruppo verso la fine di quel decennio.
Gli anni Novanta sono quelli della crescita e del confronto vincente con Carlo Caracciolo, editore del Gruppo editoriale l’Espresso, che nel 1998 tenta di acquistare le quote di Athesis poste in vendita da Ferro per un valore di 80 miliardi di lire. L’operazione non riesce grazie alla mediazione di Righetti e a Giorgio Zanotto, allora presidente della Banca Popolare di Verona, che insieme a Banca Antonveneta emette una fideiussione con la quale gli industriali di Verona e Vicenza liquidano Ferro e diventano proprietari de L’Arena insieme ad Armellini.
Oggi il gruppo conosce una crisi senza precedenti, i dati ADS pubblicati da Prima Comunicazione registrano a luglio 2016 un totale vendite giornaliere di 28.151 copie, contro le 42.830 della media giornaliera riferita al 2006. Anche gli abbonamenti digitali non decollano e sono fermi a 1300. Molti giornalisti sono stati prepensionati, nel 2015 viene chiusa la redazione cultura e la fusione di alcune redazioni del gruppo non impedisce nel 2013 il ricorso alla cassa integrazione. Nel maggio 2013, per effetto della crisi del settore e della conseguente razionalizzazione dei costi di distribuzione, la Società Editrice Arena perde la commessa di stampa di tutte le copie de il Sole24Ore destinate al Nord Est. Nel marzo 2013 chiude In Città, e nell’ottobre 2015 l’emittente Brescia PuntoTV viene venduta al gruppo TeleColor. Nel novembre 2015 l’agenzia AGA viene ceduta a LaPresse.
Quanto vale oggi l’Arena? si starà chiedendo per la seconda volta il Gruppo editoriale l’Espresso e la risposta potrebbe essere più o meno la metà rispetto a 10 anni fa.
Ma chi comanda al numero 67 di Corso Porta Nuova? Un insieme di finanziarie, come Sifi spa (42,76%), Promofin srl (16,16%), Fiduciaria Vicentina srl (9,08%), Finvi srl (6,68%) e vari soggetti dove troviamo, tra gli altri, i nomi di Cattolica Assicurazioni, Veronesi holding, Index spa, Calzaturificio Frau.
Gli uomini al comando, quelli che dovrebbero risollevare le sorti del giornale, hanno però un nome e cognome. Presidente di Athesis è Gianluca Rana; vicepresidenti del Consiglio di Amministrazione sono Marco Armellini (di questi giorni le indiscrezioni circa la possibile vendita delle sue quote) e Luciano Vescovi; Consiglieri Gianluigi Armellini, Luigi Carlon, Alberto Luca, Giulio Pedrollo, Emilio Robbi, Giordano Veronesi, Alessandro Zelger e Giuseppe Zigliotto.
I direttori de L’Arena dal 1866 al 2016
Dopo Pandian e Ponticaccia (1866-1873) e dopo Dario Papa (1874-1880) menzionati nell’articolo, assumono la direzione de L’Arena di Verona Ruggero Giannelli (1880-1882),Cesare Gueltrini (1882-1883), Dario Papa(1883), Giovanni Antonio Aymo (1884-1901),Antonio Mantovani (1901-1905), Adolfo Fossi (1905-1916), Rodolfo Rampoldi (1916-1918),Giuseppe Pollorini (1922-1924), Michele Campana (1924-1926), Ettore Tambara (1926 ad interim), Sandro Baganzini (1926-1928), Giuseppe Toffano (1929-1930), Antonio Galata(1930-1936), Umberto Melani (1936-1943), Giuseppe Silvestri (luglio-settembre 1943), Aldo EttoreKessler (1 giorno), Carlo Manzini (settembre-ottobre 1943), Giuseppe Castelletti(ottobre 1943 – giugno 1944), Giuseppe Bertoni (1944), Giacomo Etna (1944 – 25 aprile 1945), Verona Libera, direzione collegiale del CLN con Renzo Zorzi e Gianfranco De Bosio (1 maggio 1945 – 30 giugno 1946) Giacomo Lampronti (come responsabile); Antonio Galata (1 luglio 1946-1958), Gilberto Formenti (1958-1967), Giovanni Fontana (1967 – 1969), Gilberto Formenti (1969-1982), Giuseppe Brugnoli (1982-1993), Albino Longhi (1993-1995), Mino Allione (1995-2001), Adriano Paganella (ad interim 2001-2003), Maurizio Cattaneo (2003-in carica).
Bibliografia: L’Arena e Verona 140 anni di storia (Athesis, autori vari); Emilio Salgari, la macchina dei sogni (Claudio Gallo, Giuseppe Bonomi).
Fonte: da Articolo 21 del 11 ottobre 2016
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