Mariano Rajoy
di GIANLUCA MARCHI
Il 1-O è ormai storia, e non solo cronaca, quello che
è avvenuto in Catalogna è sotto gli occhi di tutto il mondo. E per l’opinione
pubblica di tutto il mondo non può che esserci un vincitore, cioè il popolo
catalano con tutta la sua dignità, il suo coraggio e la sua determinazione, e
di conseguenza un perdente, vale a dire il governo nazionale del franchista Mariano
Rajoy e del Partido Popular, che con la loro repressione hanno riportato la
Spagna e la Catalogna indietro di cinquant’anni.
Non c’è molto altro da commentare sui fatti che
abbiamo potuto seguire abbondantemente attraverso i social media. Mesi fa, in
altre circostanze, avevo definito quella catalana come la madre di tutte le
battaglie indipendentiste. Beh, non ci voleva poi un grande acume per capire
che il passaggio del referendum sarebbe stato assai più pesante, politicamente
parlando, anche per le conseguenze sulla derelitta Ue, di qualsiasi altro
appuntamento già messo alle spalle, compresa la Brexit. Bontà loro i cosiddetti
grandi media italici lo hanno scoperto solo in questi ultimi giorni, dopo aver
ignorato per mesi, se non per anni, il clima che stava montando in Catalogna.
Ma, vabbè, questo è solo un piccolo dettaglio, quasi insignificante…
Detto questo devo ammettere che per tutta la giornata
mi sono chiesto come Rajoy potesse essere così scemo, politicamente parlando.
Come cioè potesse insistere in un atteggiamento tanto ottuso contro le istanze
del popolo catalano, ed usare il pugno di ferro di franchista memoria,
regalando su un piatto d’argento la vittoria morale e politica agli odiati
catalani. Avrebbe potuto far svolgere tranquillamente il referendum,
riservandosi sempre di consideralo illegale, e aiutando la campagna elettorale
contro l’indipendenza, molto probabilmente avrebbe portato a casa una vittoria
del no, che avrebbe messo a tacere gli indipendentisti per almeno una
generazione.
Perché Rajoy si è incaponito in un atteggiamento che
quasi tutti gli osservatori hanno considerato un errore? La domanda me la sono
ripetuta più volte, fino al tardo pomeriggio quando ho ascoltato le riflessioni
di un editorialista intervenuto alla televisione pubblica catalana, che mi ha
rafforzato in un sospetto che già da qualche tempo mi era sorto.
Mariano Rajoy, ordinando alla Guardia Civil di
intervenire nel modo che ieri tutto il mondo ha potuto vedere, non ha commesso
un errore, ma ha perseguito una sua idea ben precisa. Che è folle a questo
punto, ma resta la sua idea. Lui se ne frega in tutto e per tutto dei catalani,
a cominciare dal Partito Popular catalano, che poi vale un misero 8 per cento
del voto territoriale. Lui è e vuole continuare a essere il nemico giurato
della Catalogna e in questo è convinto di ottenere un dividendo politico
crescente in tutto il resto della Spagna, dove i catalani, bisogna ammetterlo,
non godono di grande simpatia.
Il suo ragionamento è molto semplice: tengo la
Catalogna sotto il tacco, e il resto della Spagna, applaudendomi per questo, mi
assicura la maggioranza necessaria a continuare a essere il presidente del
governo. Se invece salto io, salta tutto per aria e la Spagna non può
permetterselo.
Lo schema è lineare, quasi elementare, estremamente
cinico e anche un po’ folle, ma fin qui tutto sommato ha
funzionato. Adesso, però, dopo lo spettacolo di ieri, la
speranza è che qualcosa nel meccanismo si sia inceppato. Quella eccessiva
violenza contro la pacifica gente catalana potrebbe aver aperto una crepa nella
società spagnola che finora ha sostenuto Rajoy. Le manifestazione a favore del
popolo catalano indette ieri sera in diverse città spagnole, a cominciare
da Madrid, potrebbero essere i primi segnali di un distacco da Rajoy. E
una riflessione sul loro appoggio al governo (appoggio necessario ad
approvare il bilancio) in qualche modo dovranno cominciare a farlo anche i
nazionalisti baschi del Pnv, chiedendosi se possono continuare a tenere in vita
un esecutivo che reprime le istanze di libertà di un’altra comunità
territoriale.
Di certo per i catalani, anche per quelli non favorevoli
all’indipendenza, il domani non potrà più essere uguale allo ieri.
Fonte: srs di Gianluca
Marchi, da Miglioverde del 1 ottobre 2017
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