Verona. Il ponte di Castelvecchio
fatto saltare nel tardo pomeriggio del 25 aprile
1945, la storiografia ufficiale lo pone nella sera del
24 aprile 1945.
Esistono materie che hanno ragione di essere solo se
divulgate per esempio la storia. La storia (e con essa tutte le materie
umanistiche), se non divulgata, è completamente autoreferenziale e inutile. La
sua utilità sta nella sua capacità di spiegare il presente e i suoi problemi
con una profonda visione prospettica.
Capire la storia significa capire i rapporti causa-effetto
che legano il presente al passato. Per cogliere i frutti della storia, quindi,
è necessario che questa sia conosciuta il più approfonditamente possibile dal
maggior numero di persone possibile. Per raggiungere questo obbiettivo è
fondamentale che la storia sia insegnata bene nelle scuole e sia scritta da
storici competenti e non asserviti ad alcuna ideologia politica.
La situazione italiana purtroppo relega gli insegnamenti
della storia a ciò che fa comodo che si sappia per dimostrare l’esistenza dello
stato italiano post giacobino. Oppure la divulgazione extra scolastica viene
affidata ad un'altra categoria di divulgatori (giornalisti) che sono anch’essi
al soldo del governo.
Lapide che ricorda l’inaugurazione effettuata dal
ministro della pubblica istruzione Guido Gonnella del nuovo ponte di
Castelvecchio con la data della
distruzione al 24 aprile 1945
Non mancano di certo in italia i veri ricercatori storici,
ma essi rappresentano un discorso di nicchia per pochi “eletti” e i loro studi
e lavori difficilmente passano alla fase della divulgazione.
La mancanza di una divulgazione seria porta alla formazione
di una categoria di divulgatori “ copia incolla” alla quale appartengo, che non
hanno fatto studi specifici, ma che usano il proprio naso per fare emergere
realtà storiche che altrimenti rimarrebbero ad uso e consumo di pochi.
Il risultato è che la divulgazione storica “extra-accademiche”, porta ad un
inevitabile e feroce scontro fra il mondo accademico, che accusa i divulgatori
di essere superficiali e scorretti scientificamente, e i divulgatori fai da te,
che accusano i grandi professori di essere chiusi come una casta.
Non è un caso se in italia manca la figura di mezzo, un
ibrido fra l’accademico e il divulgatore: qualcuno che sia in grado di scrivere
di storia in modo corretto (come un accademico), ma utilizzando lo stile
accattivante e fluido che tipico dei divulgatori.
Fonte: da
Facebook di Elio Costantini del 8 settembre 2017
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