Da dove può nascere a 72 anni dalla fine del fascismo una
legge che vieta la propaganda fascista e la compravendita di oggettistica in
materia? Da forme patologiche di odio, di psicosi e di fobia. E da ignoranza,
malafede e stupidità.
Non riesco a trovare migliori spiegazioni per
capire il movente di approvare subito, a tambur battente, appena si sono
riaperte le camere, una legge così grottesca, così anacronistica, in piena
tempesta di violenze sessuali e stupri, di emergenza dei flussi migratori e di
allarme terrorismo islamista.
Nel centenario della nascita del comunismo, il più
grande orrore totalitario del Novecento, per quantità di vittime, durata ed
estensione, in Italia si apre una ridicola campagna antifascista per reprimere
il mercatino nostalgico del web e le sue propaggini di vintage & folclore.
E si approva, in un paese che già prevede due leggi
speciali ad hoc che puniscono quel reato d’opinione, vale a dire la legge
Scelba e la legge Mancino, un’ennesima legge acchiappafantasmi,
fasciofoba e canagliesca.
Viviamo sotto un regime di buffoni che
ridicolizzano le cose serie – come il fascismo, lo stesso antifascismo, la
storia e la guerra civile – e prendono sul serio le cose ridicole o innocue,
come il suk di busti del duce, le canzoni fasciste, i saluti romani, le
caricature del fascio.
Potremmo limitarci a ridere di questa legge surreale.
E a confidare che non riusciranno ad applicarla senza essere spernacchiati
dalla gente; e comunque la sua nefandezza sarà temperata dalla notoria
inefficienza della nostra giustizia.
Però poi ci resta una forma di rabbia e di amarezza perché
vediamo stuprata ancora una volta la verità, la storia, il rispetto umano.
Stupro di gruppo.
Chi renderà onore a quanti hanno combattuto,
dato la vita, per la patria nel nome dell’Italia fascista, senza commettere
alcun crimine, rientra nel reato di propaganda fascista?
Chi ricorderà il più grande poeta del novecento,
finito in una gabbia come una scimmia e poi in un manicomio criminale perché
fascista, Ezra Pound, sarà passibile di condanna?
Chi ricorderà il più grande filosofo italiano del
Novecento, ucciso perché fascista, Giovanni Gentile, sarà anche lui sotto
tiro a norma di legge?
Chi difenderà la memoria dei fratelli Govoni,
del grecista Pericle Ducati, del poeta cieco Carlo Borsani, dei fascisti veri e
presunti che versarono “il sangue dei vinti”, dalle zone carsiche al triangolo
rosso, potrà farlo senza incorrere in quella legge liberticida?
Chi sosterrà che se vogliamo eliminare in Italia
le opere del fascismo dovremmo raderla al suolo, e trasformare Roma in
Cartagine, sarà condannato in virtù della legge?
E chi ricorderà che il fascismo ebbe grande e
duraturo consenso di popolo, ammirazione nel mondo e da parte dei più grandi
statisti dell’epoca, sostegno da parte delle menti più acute del suo tempo,
verrà processato?
Potrei continuare all’infinito. Riconoscendomi
appieno in tutte queste affermazioni, mi condannerete per effetto di quella
legge infame? Sono pronto a ripeterle ad una ad una una volta che passerà al
Senato e diventerà legge.
L’effetto che produce una legge come questa è di alimentare
nei ragazzi il fascino del proibito, nell’opinione pubblica la convinzione
di vivere sotto un regime liberticida, che ha paura delle opinioni e non si
cura delle vere necessità e priorità del popolo, e in chi conosce la storia, ha
passione di verità, il desiderio di riaffermare con forza caparbia l’altra metà
negata della storia.
Il vostro problema è che prendete la parte per il tutto,
siete perdutamente settari, faziosi, partigiani. Mentre c’è un solo modo di
vedere bene le cose, diceva Ruskin, vederle per intero.
Per finire vi offro tre curiosità.
Sapete che durante il regime fascista morirono
più antifascisti italiani in Unione sovietica, che nell’Italia fascista?
Centinaia di italiani, comunisti, antifascisti e a volte anche ebrei, che erano
fuggiti dall’Italia fascista, furono uccisi nella Russia comunista con l’avallo
del segretario del suo partito, il sullodato Togliatti. In Italia,
persino sotto il Duce, avrebbero avuto una sorte migliore…
Sapete poi che il presidente dell’infame
Tribunale della razza, nonché firmatario del «Manifesto della razza», Gaetano
Azzariti, diventò il più stretto collaboratore del leader del Pci, Palmiro
Togliatti al ministero di Grazia e Giustizia, dopo essere stato Guardasigilli
con Badoglio? Avete mai avuto nulla da ridire, sul fatto che poi, grazie a
questi precedenti, lo stesso Azzariti sia diventato il primo presidente della
Corte costituzionale fino alla sua morte nel 1961?
Infine. Sapevate che il primo concordato tra lo
Stato italiano e gli ebrei fu fatto nel 1930 dal regime fascista? Una
commissione composta da tre rappresentanti degli ebrei e tre giuristi varò un
concordato in cui, scrive De Felice, «il governo fascista accettò
pressoché in toto il punto di vista ebraico».
Il presidente del consorzio ebraico, Angelo Sereni, telegrafò
a Mussolini«la vivissima riconoscenza degli ebrei italiani» e sulla rivista
ebraica Israel Angelo Sacerdoti definì la nuova legge «la migliore di quelle
emanate in altri Stati».
Se ricordate le infami leggi razziali, ricordatevi
pure di questo: e chiedetevi cos’è successo nel frattempo, a chi e a cosa
attribuire il cambio di passo…
Ma voi non sapete, e se sapete fingete di non sapere. Mi
vergogno di voi non solo al cospetto di tutti costoro che ho citato, ma anche
nei confronti di chi il fascismo lo affrontò a viso aperto, pagando di persona.
Sfruttate come iene, corvi e sciacalli la
memoria di costoro e martoriate i corpi senza vita di coloro che furono onesti,
puliti, a volte anche grandi, però dalla parte “sbagliata”.
Vilipendio di cadavere, oltraggio alla memoria,
omissioni plurime e aggravate, questi sono i vostri reati di cui nessuno avrà
il coraggio di accusarvi e nessuno di voi avrà il pudore di vergognarsi.
Chi l’avrebbe mai detto che dopo tre quarti di secolo dalla
sua sepoltura, nell’era della fibra, noi dovessimo star lì ancora a discutere
di fascismo e di antifascismo viventi…
PS A Roma al centro anziani, militanti
antifascisti aggrediscono quelli di Casa Pound. Viva la libertà, la democrazia e la legge
Fiano.
MV, Il Tempo 14 settembre 2017
Fonte: da
Marcello Veneziani; Il Tempo 14
settembre 2017
Link: http://www.marcelloveneziani.com/articoli/un-regime-buffoni/
IL FASCISMO È L’OSSESSIONE DI CHI
NON SA VIVERE SENZA NEMICI E RANCORE
Intervista a Marcello Veneziani di Davide Brullo,
pubblicata sul Giornale del 12 luglio 2017
La proposta di legge di Fiano e del suo partito di
mandare al carcere chi vende gadget ‘fascisti’ o divulga in rete immagini del
Duce, mi pare una lotta di retroguardia, che nasconde una insana nostalgia
verso le ideologie. Nelle pagine di Storia, infatti, non ci sono innocenti e
non si possono eleggere ‘giusti’ per legge. Lei come la pensa?
C’è innanzitutto qualcosa di sproporzionato, di mostruoso,
nel demonizzare per 72 anni (e non è finita) un’esperienza che è durata poco
più di venti.
C’è poi una ricerca ossessiva di rassicurazioni identitarie
per rianimare la sinistra dispersa: l’antifascismo funziona in questo senso da
sala rianimazione, restituisce un Nemico Assoluto a un’area che non sa vivere
senza un rancore verso qualcuno (Berlusconi, la destra, il populismo) e appena
ne declina uno, bisogna rimettere in piedi l’Eterno Fascismo (Ur-fascismo
diceva Eco).
E non si distingue più tra il neofascismo politico di una
volta e il folclore, il vintage, la civetteria di esibire cimeli fascisti che
non hanno alcuna ricaduta politica, ma solo sentimentale e commerciale.
Cominciai a seguire la politica i primi anni settanta.
Da allora ciclicamente ma ininterrottamente, sento parlare
di un imminente pericolo fascista che serpeggia nella società. Una leggenda
metropolitana che serve per rianimare la mobilitazione antifascista.
Perché fa così paura il Ventennio? Perché non studiamo a
dovere – al posto di agire con il manganello della legge – cosa è stato il
Fascismo? A proposito, cosa è stato?
Il fascismo non si può ridurre solo a qualcosa di criminale.
Non lo farei neanche per il comunismo che per estensione, durata, vicinanza
temporale, numero di vittime (in tempo di pace, si badi bene) ha prodotto
crimini inarrivabili. C’è poi da chiedersi perché ancora tanta gente ha un
giudizio positivo del fascismo.
Non si può ricordare del fascismo la violenza, la guerra, la
persecuzione razziale (che riguarda il nazismo e solo di riflesso, in modo
infame e caricaturale l’ultima fase del fascismo) dimenticando le opere
realizzate, la tutela sociale, l’integrazione nazionale,i passi da gigante
compiuti dall’Italia nel segno della modernizzazione, la forte passione ideale
e civile, il consenso…
Durante il fascismo gli italiani ebbero in assoluto il
maggior attaccamento allo stato e maggior fiducia nelle istituzioni, e potrei
continuare. Il fascismo fu una rivoluzione conservatrice che modernizzò il
paese nel nome di valori e primati tradizionali, cercando di accordare
l’avvenire del socialismo con l’eredità della nazione.
Perché, poi, simili posizioni non si esprimono nei
riguardi del ‘Che’ o di Stalin o dell’apologia del comunismo – o
dell’islamismo, a questo punto?
Il paradosso è che questa ennesima ondata contro il fascismo
sorge nell’anno in cui ricorrono i cent’anni dalla Rivoluzione bolscevica.
Sul piano storico, è il comunismo il tema di quest’anno, la
sua parabola, i suoi orrori, la stretta linea di continuità tra Lenin e Stalin,
il fallimento di ogni comunismo in ogni paese e in ogni tempo, i residui
tossici che sono rimasti, il passaggio dal Pc al Pc, nel senso del politically
correct, il comunismo dei nostri anni.
Invece il comunismo è totalmente rimosso, confinato in una
dimenticata antichità, salvo qualche reperto mitico, come il Che o da noi come
Gramsci e Berlinguer.
Gli unici miti spendibili perché sono due comunisti che (per
fortuna) non andarono al potere. Come diceva Gomez Davila, gli unici comunisti
da rispettare sono quelli che non sono andati al potere.
Le ‘manganellate’ contro la presunta ‘apologia di
fascismo’ ricordano simili ‘punizioni’ inflitte a personaggi ritenuti scomodi.
Mi riferisco a Ezra Pound, da troppi amministratori scambiato per un tesserato
di Casa Pound o a Curzio Malaparte, osteggiato dai più. Viviamo ancora in tempi
in cui la cultura è strumentalizzata per puri fini di parte, di partito,
elettorali?
La cultura strumentalizzata rientrava ancora in una fase
“eroica” in cui si riteneva che annettersi un autore o condannarne un altro
avesse un’incidenza effettiva, e un significato.
Oggi la cultura è considerata una zavorra molesta e
obsoleta, irrilevante. E nei confronti degli intellettuali non riconducibili
alla dominazione corrente non si pratica più la denuncia e la demonizzazione
ma, peggio, il silenzio, la finzione d’inesistenza, la non considerazione come
autori e scrittori.
Non potendo più eliminare fisicamente il dissidente o il
nemico, come accadeva ai tempi di Florenskj e di Gentile, lo si elimina
moralmente, si certifica con il silenzio la sua morte civile…
L’ultima della Presidente Boldrini è grottesca. A una
televisione locale ha dichiarato, ieri sera, che: ‘passare davanti ai monumenti
del fascismo genera disagio a certi partigiani, che si sentono offesi. Non
accade altrettanto in Germania dove i simboli del nazismo non ci sono più’. Non
ci resta che distruggere i monumenti, l’arte, la letteratura ‘fascista’?
Se dovessimo realizzare il proposito della Boldrini dovremmo
dichiarare inagibili quasi tutte le città italiane. Ovunque c’è l’impronta del fascismo
e persino nelle zone rase al suolo dal sisma hanno resistito solo gli edifici
fascisti. Se non c’è riuscito un terremoto ad abbatterli, figuriamoci se ci
riesce un coccodè, sia pure isterico.
Davide Brullo
Link: http://www.marcelloveneziani.com/articoli/fascismo-lossessione-non-sa-vivere-senza-nemici-rancore/
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