Don Marco Belleri, un prete della diocesi di Siena, ha
scritto a Mons. Pietro Parolin, Segretario di Stato, questa interessante
riflessione, riguardante le vaccinazioni della Lorenzin.
La ministra della Salute, Beatrice Lorenzin
Caro fratello,
sono un prete della diocesi di Siena. Le scrivo in merito al
decreto-legge n° 73 del 7 giugno 2017 sulle nuove norme per le vaccinazioni.
Scrivo a lei in quanto Segretario di Stato, un ruolo che
credo la porti a occuparsi sia delle questioni più concrete nella gestione di
uno Stato, sia delle relazioni con gli altri Stati.
Conosco il suo impegno contro l’ingiustizia; e qui ci
troviamo di fronte auna chiara ingiustizia. Ho sentito della scomunica a
mafiosi e corrotti; e qui ci troviamo di fronte a una realtà di corruzione
economico-ideologica che rispetto alle mafie ha la pretesa di essere onesta,
rispettosa della legge.
Le scrivo dopo la visita del Papa ai luoghi di d. Mazzolari
e d. Milani; le sue parole sempre forti e profonde richiamano un dramma perenne
nella Chiesa: arrivare sempre non solo sette, ma cinquant’anni dopo, parlando
poi, senza vergogna, di saggia e necessaria sedimentazione.
Cosa c’entra tutto questo con le vaccinazioni? Semplice: ci
troviamo di fronte a una profonda quanto plateale corruzione di Stato, venduto
alle multinazionali del farmaco, e vorrei capire quali sono i pensieri e le
intenzioni delle istituzioni ecclesiastiche.
Le mando un breve scritto che ho preparato, come spunto per
una riflessione. Lei può ritenere questa questione di secondaria importanza, ma
la lotta contro le ingiustizie, il riferimento a una terza guerra mondiale a
pezzi, comprendono anche queste scelte che minacciano la salute dell’umanità,
in particolare dell’umanità che verrà, dei giovani e dei bambini, rendendola
dipendente da vaccini e farmaci.
Su questi argomenti i cattolici fanno spesso discorsi generici.
D’altronde ho potuto più volte appurare come gli organismi scientifici
vaticani, e cattolici in genere, stiano bene attenti a non apparire retrogradi,
con blande precisazioni ‘bioetiche’ che non toccano la sostanza.
Ringraziamo il Signore per la Laudato si’ che almeno apre
prospettive importanti.
Condanniamo con chiarezza la capacità distruttiva per
l’umanità della teoria del gender, ma preoccupiamoci anche di chi indebolisce
la natura umana in altri campi.
Uno dei tanti scritti di cattolici a favore delle
vaccinazioni di massa parlava di difesa di frate corpo; ma chi lo dice che lo
stiamo davvero difendendo e non intaccando le difese immunitarie, rendendole
dipendenti dai farmaci. Tutti vaccinati per essere poi sempre obbligati a
farlo, in un corpo umano che diventa l’ombra di quello creato da Dio.
Forse non siamo lontani da quella umanità di cui parlava
Bernanos, che sta entrando in un laboratorio meravigliosamente attrezzato
provvisto di tutte le risorse della tecnica, da cui può uscire mutilata per
sempre.
Possibile che la Chiesa su questo non abbia niente di
profetico da dire!? Almeno potrebbe schierarsi a favore del primo medico
radiato dall’Ordine per i suoi dubbi sulle vaccinazioni di massa. Questo medico
ricorda, come dice la Chiesa, che l’uomo è corpo, anima (psiche) e spirito, che
la guarigione si raggiunge solo su tutt’e tre i livelli e insiste molto
sull’aspetto spirituale, sulla pace che deriva dalla fede in Gesù, Dio della
pace, e dall’aiuto dei sacramenti.
Spero in una sua serena riflessione sull’argomento, per il
bene della Chiesa e dell’umanità.
Un fraterno saluto
d. Marco Belleri, 17 luglio 2017
VACCINAZIONI, SCIENZA, E CORRETTA INFORMAZIONE
Il decreto: pesanti dubbi e interrogativi
Il decreto-legge n 73 del 7 giugno 2017 è di una gravità
enorme, sia per i contenuti sia per il modo con cui viene proposto, preceduto
da una sorta di campagna assillante, iniziata dall’autunno 2015, sul pericolo
di epidemie a causa della diminuzione della copertura vaccinale, che metterebbe
a rischio tutta la popolazione. Tutto questo è in gran parte falso e costruito
per chiari interessi e se si va a fondo ogni persona onesta lo può capire.
Singoli casi estremi montati ad arte, occultamento di tante evidenze,
screditamento arrogante e per nulla scientifico di tante obiezioni ben fondate,
messa alla gogna da parte dei medici di tante persone che hanno un pensiero
diverso e non per questo sono superficiali e disinformate, creazione di un
clima di paura adatto a far credere ogni cosa, privazione della libertà di
scelta dei genitori riguardo alla salute dei propri bambini e nuove norme
punitive verso medici e pediatri che hanno dubbi sulle modalità di
somministrazione dei vaccini.
Quello che scriverò non si pone il giustissimo e urgente
problema pratico di tanti genitori che devono capire cosa fare di fronte a una
possibile legge vincolante. Vuole solo provare a porre il problema a livello di
una visione, di una ideologia che in vari campi cammina sempre più verso
l’umiliazione della nostra umanità.
Ho letto la lettera
aperta al presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, sottoscritta da
centinaia di medici, pediatri, specialisti, una lettera equilibrata e
rispettosa che testimonia vero amore per le persone e grande conoscenza del
problema. Tra l’altro le richieste minime, ignorate completamente, erano di
poter avere vaccinazioni singole, un controllo reale sui vaccini senza
conflitti di interessi, un’anamnesi più seria e approfondita che facesse
valutare caso per caso e, cosa essenziale, una informazione onesta perché i
genitori possano decidere con cognizione di causa. Il fatto che uno degli
autori (e non sembra sarà il solo) sia stato radiato dall’ordine dei medici mi
ha fatto veramente chiedere a che livello di manipolazione sia quel sistema
medico italiano di cui la gente dovrebbe fidarsi.
Ma alla gente viene detto che deve fidarsi del sistema
medico ufficiale e non dei ciarlatani. Ciò che appare in modo più immediato è
che si vuole che la gente non pensi, non confronti le opinioni, non cerchi di
capire meglio eventuali vantaggi ed eventuali problemi e rischi. Si cerca di
far passare l’idea che chi è contro le vaccinazioni di massa obbligatorie è plagiato
da ‘santoni’ su Internet che non sanno nulla delle cose; chiaro insulto a tutti
quei cittadini italiani che vengono considerati poveri dementi plagiabili dal
primoimbecille che passa, solo perché scelgono di non essere manipolabili a
piacimento dagli interessi di chi comanda, ben consapevoli che ai genitori
interessa la salute dei propri figli infinitamente più che ai politici.
In realtà, tra chi ha dubbi sul sistema vaccinale ci sono
migliaia di medici, pediatri e specialisti. Tanti altri parlano sottovoce, per
paura di essere radiati; tanti medici e pediatri di base non fanno mistero di
somministrare controvoglia i vaccini esavalenti (ed è ovvio perché questa
simultaneità in natura non si verificherà mai e l’organismo non è
fisiologicamente idoneo a gestire una simile evenienza; tanto più in bambini
così piccoli in cui i rischi di reazioni avverse sono maggiori). Inoltre,
riguardo ai dati, ai fatti presentati, va precisato che non sono invenzioni di
complottisti antivaccini, ma provengono da esperienze dirette documentabili, da
riviste mediche internazionali riconosciute, da fonti mediche ufficiali come il
Red Book dell’American Academy of Pediatrics, regolarmente aggiornato (testo di
riferimento indiscusso della medicina ufficiale) e tante altre, o da
organizzazioni senza scopo di lucro come la Nordic Cochrane Foundation, formata
da 37.000 ricercatori di 130 paesi, che tra l’altro si occupa di verificare la
qualità nella metodologia degli studi. Si capisce bene allora che tutto si
risolve non nella scientificità dei dati, spesso più che discutibile nelle
fonti ufficiali, ma in chi ha più potere nei mezzi di informazione (ad esempio
il comportamento della RAI sull’argomento è vergognoso), approfittando del
fatto che tante brave persone non hanno tempo per cercare altre fonti che
smascherino i vari inganni, dopo il lavoro e l’impegno per la famiglia.
Come fa uno Stato a fingersi interessato, senza vergogna,
alla salute dei cittadini quando aumenta in continuazione, per fare cassa, le
concessioni del gioco d’azzardo, vera piaga sociale, e guadagna su due tra le
principali cause di malattie e di morte, l’alcol e il tabacco? D’altronde lo
stesso dato sulla diminuzione dei vaccinati è falso; Il rapporto dell’Aifa
(Agenzia italiana del farmaco) del marzo 2015 parla di una copertura del 95%
per tutte le vaccinazioni obbligatorie (riportato sul sito del ministero della
Salute!); perché allora la gente dovrebbe fidarsi? Pensiamo a un caso in cui
l’ignoranza medica ufficiale ha provocato danni enormi: virus e batteri si
adattano in modo rapido e imprevedibile e così il largo uso di antibiotici
senza reali motivi ha causato (in particolare in Italia) il sorgere di ceppi
batterici talmente resistenti da mettere in pericolo l’intero sistema
sanitario. Così nelle vaccinazioni: si continua ad andare alla cieca, senza
sapere quali saranno le conseguenze a lungo termine sulla popolazione.
Nel decreto, a parte l’assurdità di bombardare con 12 (ora
10) vaccini i bambini (ripetuti poi coi richiami nel breve periodo per cui diventano
ancora più pericolosi) si parla dell’esclusione dei non vaccinati dalle scuole.
L’accesso è proibito per le scuole dell’infanzia, mentre sembra consentito,
previo pagamento di una multa, alla scuola dell’obbligo.
A parte l’ovvia considerazione che, come sempre, le leggi
permettono a chi ha i soldi di fare come vuole mentre mettono in difficoltà
quelli che hanno il minimo per mantenere la famiglia, non può che nascere una
domanda: se la presenza di un non vaccinato è un rischio per gli altri (cosa
che già di per sé fa mettere in dubbio il valore delle vaccinazioni), quando ha
pagato non è più un rischio? I soldi sostituiscono il vaccino? A questo si
aggiunga un particolare: sono tenuti alle vaccinazioni i bambini i italiani e
gli stranieri non accompagnati, ma non gli altri stranieri, che spesso nelle
classi non sono pochi; che si fa con loro? Tra l’altro si sa poco della reale
copertura vaccinale dei maestri e dei professori, sapendo ben poco della reale
durata dell’effetto del vaccino ; inoltre per varie malattie per cui c’è
l’obbligo del vaccino, tra cui la pertosse, anche secondo le fonti ufficiali
non esiste immunità di gregge, mentre per altre le percentuali riconosciute di
immunità sono variabili.
Quali sono i veri interessi è bene espresso da una frase
spesso citata. Quarant’anni fa Henry Gadsen, direttore della compagnia
farmaceutica Merck, fece una dichiarazione sconcertante alla rivista Fortune:
“Il nostro sogno è quello di produrre farmaci per le persone sane. Questo ci
permetterebbe di vendere a chiunque”. Quel sogno si è avverato ed è il motore
dell’industria più redditizia al mondo. Le compagnie farmaceutiche, utilizzando
la loro enorme influenza sulla scienza medica, stanno commercializzando la
paura con l’intento di ‘ridefinire’ le malattie, abbassare la soglia per la
prescrizione delle cure e addirittura inventare nuove patologie. L’allucinante
storia del vaccino contro il Papilloma Virus è un esempio illuminante, e lo
vedremo.
Tutto il nostro sistema sta portando alla sistematica distruzione
dell’autonomia personale, rendendoci esseri bisognosi, dipendenti in tutto:
cibo, vestito, lavoro, trasporti, medicina, educazione, servizi di ogni genere.
Questa dipendenza, con le vaccinazioni di massa, diventa ancora più profonda,
perché, insieme ad altri fattori, rende il nostro corpo sempre più debole e
incapace di affrontare le malattie senza il sostegno delle case farmaceutiche.
E’ in atto un vero golpe che tende a rendere le persone sempre più dipendenti
dai farmaci, squilibrando e indebolendo il sistema immunitario, invece di
sviluppare le difese immunitarie aspecifiche (il cui difetto principale è che
non danno introiti alle case farmaceutiche e non aumentano il PIL).
Nessuno nega a priori l’utilità del farmaco-vaccino come
strumento di prevenzione di specifiche patologie in categorie di persone a
rischio o in situazioni particolari (pensiamo ad esempio alla vaccinazione singola
per la rosolia in caso di gravidanza); il problema è la pretesa innocuità della
pratica delle vaccinazioni di massa obbligatorie, in modi e con criteri assurdi
che non tengono in alcun conto le reali situazioni e umiliano i cittadini, in
particolare i genitori, esautorati con la forza dal loro primario compito di
aver cura dei propri figli, imponendo l’opinione tutta ideologica e interessata
che le vaccinazioni di massa siano l’unico modo per combattere le malattie. Ma
soprattutto si sta ‘giocando’ col sistema immunitario umano senza sapere quello
che si sta facendo, esattamente come per l’equilibrio del pianeta, (lo stesso
RedBook ammette che non ci sono garanzie scientifiche sull’innocuità a lungo
termine delle vaccinazioni di massa), mettendo a rischio la capacità degli
uomini di affrontare le malattie senza l’interessato intervento delle case
farmaceutiche. Nessuno, a livello strettamente scientifico, sa cosa realmente
succede al sistema immunitario immaturo di un bambino di pochi mesi, bombardato
da simili sollecitazioni e per di più di malattie rarissime o quasi inesistenti
da noi. Chi fa o propone questo è un delinquente, non i genitori che cercano di
difendere la salute e il bene dei propri figli di fronte a un sistema medico
che vuole svendere la salute dell’umanità alle multinazionali del farmaco.
Vaccinazioni sopravvalutate
Dati inoppugnabili mostrano come la mortalità dovuta a varie
malattie infettive era drasticamente calata nei paesi ricchi ben prima
dell’introduzione delle vaccinazioni, a causa del miglioramento delle
condizioni di vita, con la riduzione del sovraffollamento dei ghetti delle
grandi città, con una alimentazione sufficiente e condizioni igieniche e
sociali migliori. D’altronde peste, lebbra, malaria, colera, tubercolosi, nel
XX secolo sono praticamente scomparse indipendentemente dalle vaccinazioni.
Mostrare i grafici della diminuzione di alcune malattie partendo
dall’introduzione del vaccino è totalmente fuorviante e falsa la realtà. Questo
è uno degli aspetti che ci fa capire come in realtà, a livello scientifico, non
si conosce la reale efficacia delle vaccinazioni né la eventuale durata del
loro effetto (d’altronde le stesse ditte produttrici di vaccini ammettono che
la presenza di un titolo anticorpale specifico derivato dal vaccino non
garantisce la capacità di difesa del vaccinato in caso di contagio futuro per
via naturale!).
Tutto questo è riferito all’Italia e in genere ai Paesi
sviluppati, non a Paesi in cui si muore di fame. E’chiaro che in molti Paesi
poveri la debolezza fisica dovuta alle difficili condizioni sociali non
permette di resistere di fronte a tante malattie infettive, così come avveniva
anche in Europa. Non è questo l’ambito per entrare nella drammatica storia
delle vaccinazioni in Africa, con gli esperimenti, le violenze, i benefici
sperati, gli insuccessi, le contraddizioni, le gravi conseguenze taciute (cosa
ancora molto più facile che in Europa).
Viene spesso citato il morbillo, che indubbiamente continua
a essere un problema nei Paesi oppressi da una infinità di altri fattori di
malattia e di morte legati proprio alla situazione di povertà e debolezza
estrema. Fare però il paragone con l’Italia è degno di persone che non hanno
rispetto di niente e di nessuno se non dei loro interessi.
Non tanti anni fa (più o meno fino all’introduzione del
vaccino) i medici di famiglia suggerivano di portare i bambini di pochi anni
dove c’erano altri malati di morbillo o varicella e non mi pare ci fosse
un’ecatombe di encefaliti (i bambini più piccoli erano protetti dagli anticorpi
del latte delle madri che avevano preso il vero morbillo).
Va inoltre ricordato che per il morbillo non esiste immunità
di gregge; basta vedere il caso
dell’epidemia in Mongolia con popolazione ipervaccinata. Il morbillo è
certo peggiore se preso da adulti, cosa dovuta soprattutto alle vaccinazioni
che ne ostacolano il corso, ma nei nostri Paesi è facilmente curabile, come
altre malattie.
E questo ci riporta al problema centrale: i rari casi di
malattie infettive che si possono manifestare nei nostri Paesi europei sono in
genere facilmente curabili con trattamenti medici adeguati, senza bisogno di
vaccinare tutta la popolazione con costi enormi (e interessi non mascherabili)
insieme a rischi di cui si riesce solo a percepire la portata. Per ogni persona
che ragiona è ovvia l’assurdità di imporre profilassi obbligatorie su soggetti
sani per anni e anni in realtà sociali come le nostre in cui non esistono
focolai epidemici (a parte il considerare 3000 casi di morbillo su 60 milioni
di persone come un’epidemia); profilassi costosissime che, oltre a non essere
state mai verificate a posteriori circa i loro benefici effetti, hanno
compromesso in modo più o meno grave la salute di bambini e ragazzi, alla
nascita perfettamente sani. Certo, possono anche capitare situazioni più gravi
(come capitano i vari incidenti d’auto o di altro genere), ma va notato come
queste siano immediatamente messe in evidenza, mentre venga tenuto
accuratamente nascosto quante volte la morte o gravi malattie sono procurate da
medicinali e cure sbagliate dentro e fuori gli ospedali, quanti farmaci vengono
ritirati in silenzio dopo aver provocato danni che vengono avvolti nel
silenzio.
Enorme sottostima dei danni da vaccino
Si continuano a dire tante menzogne sul fatto che oggi gli
effetti collaterali sono rarissimi, appoggiandosi non su dati scientifici ma
sul fatto che al sistema medico sembra dovuta una sorta di fede cieca che non è
dovuta neanche a Dio. Sono regolarmente sottovalutate le reazioni avverse e
sopravvalutati i rischi della malattia (spesso subdolamente presentati partendo
da situazioni sociali completamente diverse). Non vengono assolutamente
presentati con gli stessi criteri i rischi di contrarre le malattie e quelli
delle vaccinazioni.
Nell’autunno 2015 il
presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi diceva che negli
ultimi anni c’erano stati solo 5 casi di reazioni allergiche e nessun morto
(fonte: Ansa). Ma il rapporto dell’Aifa precedentemente citato parlava, per il
solo 2013, di 8 decessi e 433 reazioni gravi a causa dei vaccini. E questi sono
solo i dati ufficiali, perché in realtà la maggior parte delle reazioni avverse
ai vaccini non viene segnalata alla farmaco sorveglianza, come si vede dai
tanti casi gravi per cui le famiglie intentano causa allo Stato.
I dati sulle conseguenze negative del vaccino sono
enormemente sottostimati; molto spesso i medici non li segnalano, tanto più
che, partendo dal 2003, non sono più previste in Italia sanzioni per i medici
che non effettuano la segnalazione di eventi avversi dopo la somministrazione
dei vaccini. Non conosco i dati statistici per l’Italia, ma per la FDA
americana molto più del 90% dei medici non dichiara le complicazioni, e tenuto
conto che la stessa FDA segnala di ricevere mediamente più di 15000 rapporti di
complicazioni vaccinali all’anno, con più di 300 decessi, si può intuire la
proporzione del problema (per conferma della gravità della questione va
ricordato che le Compagnie di Assicurazione americane rifiutano di coprire le
reazioni avverse da vaccino; e non c’è dubbio che queste Compagnie facciano i
migliori studi statistici sulle responsabilità, anche se non certo per motivi
di salute e di giustizia!).
Un altro fondamentale motivo per cui i dati sui danni da
vaccino non sono attendibili, è perché in genere sta ai genitori dimostrare il
legame tra vaccinazione e danni subiti dal bambino. L’incontro con le storie
simili di tante persone con i loro drammi, il loro rifiuto e spesso umiliazione
da parte del mondo medico, il loro ritirarsi nel silenzio, sono una forte
spinta a non tacere. Molti genitori avrebbero una grande o piccola storia da
raccontare legata alle vaccinazioni, ma un conto è raccontarla ad altri
genitori, un altro è dirlo a un medico, soprattutto se si vuole indagare e
approfondire quelle conseguenze non descritte o minimizzate dalla letteratura
medica.
Dunque ai genitori spetta un compito arduo. Prima di tutto
si trovano a dover fronteggiare i problemi sopraggiunti. Una volta compreso il
loro probabile o certo legame con la vaccinazione, devono affrontare il compito
più difficile: dimostrarlo al medico. Per farlo devono informarsi,
approfondire, dedicare molto tempo a questo; ma poiché devono anche lavorare e
affrontare tutti i problemi quotidiani, alla fine non tutti ne hanno il tempo,
le capacità e il coraggio. Se ci riescono si trovano ad affrontare un apparato
che si sente onnipotente, per cui devono essere anche in grado di sostenere
quello che hanno verificato per esperienza diretta, di fronte a tutta una serie
di obiezioni, accuse di incompetenza, negazione del legame con la vaccinazione.
A questo punto, a parte pochi coraggiosi che vanno avanti non solo per sé ma
anche per un senso di giustizia e di verità per tutti, la maggioranza si sente
impotente e rinuncia. E così i casi di conseguenze delle vaccinazioni risultano
statisticamente molto bassi. Tanto più perché a tre mesi è molto più difficile
verificare i danni, soprattutto a livello neurologico, cognitivo, che non
quando il bambino parla e cammina (forse è essere troppo realisti, pensare che
anche questo possa avere qualche legame con la spinta ad anticipare i tempi?).
Dunque i dati ufficiali, anche le rare volte che vengono
onestamente fatti conoscere, sono solo la punta di un iceberg in gran parte
sommerso. E allora è molto più scientifico delle ideologie che negano
l’evidenza, pensare che se i vaccini in così tanti casi provocano danni
irreparabili o addirittura la morte, è sensato ritenere che ci sia una
gradualità nel danno e che i vaccini danneggino anche coloro che non presentano
patologie immediatamente constatabili; le morti e i danni gravi non sono,
appunto, che la punta dell’iceberg.
E’ un dato di fatto che negli ultimi decenni sono in
continuo e preoccupante aumento molte malattie pediatriche, ma anche non
pediatriche, di cui i meccanismi immunologici sono la causa principale. Come si
può essere così arrogantemente certi che il continuo aumento delle
vaccinazioni, con la somministrazione di molti antigeni simultaneamente, non
sia tra i fattori principali di queste patologie, alterando il sistema
immunitario? Tanto più che, oltre a essere saltate le barriere fisiologiche del
bambino entrando direttamente in circolo, i vaccini sono immessi alla medesima,
precocissima età senza tener conto dell’anamnesi familiare e personale e dello
stato differente di salute dei piccoli e dell’ambiente in cui vivono. Il
confronto tra bambini vaccinati e non vaccinati mostra che questi ultimi sono
generalmente più sani e meno soggetti alle malattie infettive.
Vaccini e autismo
Viene ripetuto con arroganza che non c’è alcun collegamento
tra i vaccini e l’autismo; come mai allora tutti gli studi più seri (dal Red
Book a Cochrane) dicono che non ci sono dati sufficienti né per sostenere né
per negare questo nesso?
Ovunque il carico vaccinale è aumentato di molto nei neonati
da due mesi in su, l’incidenza delle malattie neurologiche, in primis
l’autismo, continuano a crescere.
I dati ufficiali in America sono impressionanti; l’incidenza
dell’autismo è superiore a quella di qualsiasi malattia infettiva, cioè circa 1
su 70, mentre nel 1975 era 1 su 5000 (su questo numero può pesare il fatto che
allora alcune forme non erano ritenute autismo, ma pensare che questa sia la
motivazione principale della differenza è ridicolo). Negli Stati Uniti c’è la
possibilità di un confronto incontestabile: tra la popolazione Amish, che non è
solita praticare alcun vaccino, la malattia ha un’incidenza di 1 su 10000.
Vari studi che indagano sul possibile legame tra vaccini e
autismo puntano il dito in modo particolare sui vaccini coniugati, le
vaccinazioni plurime. Il primo che ipotizzò un possibile legame tra autismo e
vaccino trivalente è stato Andrew Wakefield con un articolo su «Lancet» del
1998; è stato naturalmente subito condannato, emarginato, trattato come un
delinquente, anche se in realtà aveva scritto che sarebbe stato opportuno
indagare ulteriormente per verificare l’ipotesi. Nonostante sin da allora un
immunologo universitario giapponese avesse confermato le sue ipotesi, per dar
contro a Wakefield sono stati prodotti lavori falsi (il caso Thorsen è
scandaloso) e sono stati falsati studi per negare la correlazione tra autismo e
vaccino trivalente. In tempi recenti i lavori londinesi di Wakefield sono stati
riabilitati.
Tra l’altro tutto il caso della mancata proiezione del documentario
Vaxxed in Senato non farà che aumentare il sospetto che il vaccino MPR possa
provocare l’autismo e che ciò venga tenuto nascosto. Sarebbe bastato, se non si
condivideva, controbattere (con dati, studi, ricerche) quelle che venivano
considerate teorie ciarlatane. Ma quando ci si crede superiori per principio
non si fa altro che alzare la voce e fare sprezzanti gesti di autorità,
incuranti di cercare la verità. La scienza che rifiuta di confrontarsi con
ricerche che siano indipendenti dai grossi interessi che la condizionano,
dovrebbe proclamare pubblicamente il proprio asservimento, invece di
stracciarsi le vesti di fronte a chi sfugge a un certo tipo di controllo
totalizzante e illiberale.
Per sottolineare altri tipi di atteggiamenti antidemocratici,
ricordo che nel 2014 il tribunale di Milano ha emesso una sentenza che
riconosceva il nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino
esavalente e lo sviluppo di encefalopatia post-vaccinica in forma di autismo.
Ebbene, il ministero della salute si è scagliato violentemente contro la
sentenza e più società di pediatria hanno chiesto la testa del medico
consulente tecnico d’ufficio ‘colpevole’ di avere studiato, guardato gli atti e
ragionato sui fatti con mente libera da pregiudizi. Si tratta chiaramente di un
sistema dittatoriale che, lungi dal considerare gli interessi dei cittadini, in
particolare dei più fragili come i bambini, si dà da fare per escogitare le
minacce più efficaci per farli diventare bacino di utenza di vari farmaci,
cercando di piegare all’obbedienza la classe medica, premiando l’esercito di
chi si piega e privando dell’abilitazione all’esercizio i medici che ragionano
con la propria testa, quelli che hanno studiato lo stato immunologico,
metabolico, tossicologico dei bambini e ragazzi ammalatisi dopo i vaccini, e
non hanno paura che i loro pazienti curiosino su Internet.
Papilloma Virus e vaccino HPV
La storia di questo vaccino è indicativa e riassuntiva.
Parole altisonanti sul vaccino anti HPV, età dell’oro in cui un tipo di cancro
sparirà dalla faccia della terra, pubblicità a tappeto nelle scuole, pensiero
di allargarlo anche ai maschi… e anche ai neonati. Ma qual è il problema alla
base di questo colossale affare?
Per il tumore al collo dell’utero, secondo dati dell’OMS, in
Italia muoiono in media 90 donne in un anno. Percentuale piccolissima rispetto
alle morti per tumore; non si tratta di un flagello tale da giustificare una
simile vaccinazione a tappeto. Inoltre il vaccino protegge solo da due dei 13
ceppi del virus potenzialmente cancerogeni. Infine il cancro al collo
dell’utero si sviluppa in un tempo lungo. Un controllo annuale col pap-test
riesce a individuare le cellule malate sul nascere e la guarigione è
praticamente totale. A questo si aggiunga che questa vaccinazione aumenterà la
circolazione degli altri ceppi e di nuovi sottotipi del virus che potrebbero
colpire vaccinati e non; il fenomeno è ben noto ai veri esperti (non c’è niente
di più devastante che giocare coi virus, che in pochissimo tempo possono mutarsi
acquisendo ‘informazioni’ dalle situazioni circostanti).
Di fronte all’inutilità e dannosità del vaccino ci sono
state tante prese di posizione. In vari Paesi il vaccino è stato ritirato per
precauzione perché mancano totalmente i dati sul reale rapporto
rischi/benefici. In Italia, Francia e Spagna centinaia di medici hanno firmato
una petizione per sospenderlo. È noto il caso dei medici danesi che hanno
denunciato centinaia di effetti collaterali in ragazze perfettamente sane prima
della vaccinazione. La loro denuncia è stata trattata in modo sprezzante
dall’Ema che, sappiamo bene, è quasi totalmente in mano alle case
farmaceutiche. In Giappone il ministero della Salute ha deciso di ritirare la
sua raccomandazione al vaccino in seguito a centinaia di segnalazioni in merito
ai danni; ma le vittime del vaccino, di cui quattro paralizzate sulla sedia a
rotelle, chiedono di fermare il programma vaccinale.
Di fronte a tutto questo, di fronte a un vaccino che ha
bruciato le tappe nello sviluppo del prodotto, che è stato commercializzato
molto prima che ci fossero dati sufficienti sull’efficacia e sui rischi, c’è
solo una motivazione: il vaccino più costoso della storia muove un giro
d’affari attorno ai 25 miliardi di euro.
Quale Comunità scientifica?
Una delle accuse rivolte a chi ha fondati dubbi su tante
pratiche vaccinali è di non essere scientifico, ma in tutto il mondo della
pratica vaccinale c’è ben poco di scientificamente dimostrabile, a partire
dall’assenza di danni e dalla reale efficacia delle vaccinazioni. Basterebbe un
solo dato per far calare un’ombra su tutto quello che viene detto riguardo a
provata sicurezza ed efficacia, attente verifiche e altro: gran parte degli
studi e dei riferimenti citati dal sistema sanitario (qualche anno fa il «British
Medical Journal» parlava del 90%!) derivano dal lavoro di ricercatori
finanziati dalle case farmaceutiche, produttrici dei vaccini, che hanno
inevitabilmente più simpatia per quelle situazioni, reali o costruite ad arte,
e per quelle politiche che permettono alle loro attività commerciale di
prosperare. È una situazione gravissima in cui è stata delegata tutta la
ricerca all’industria e non vengono realmente controllati i conflitti di
interesse. Viene richiesto un atteggiamento scientifico senza pregiudizi, ma
l’Ema, l’agenzia europea per il farmaco, non è un’agenzia indipendente, essendo
finanziata per l’83% dall’industria farmaceutica. Attraverso l’Ema l’industria
regola l’autorizzazione dei suoi stessi prodotti. Tra l’altro è da notare che i
documenti di Ema sono privati, nessuno può accedervi. L’Ema approva i farmaci,
detta le regole scientifiche, decide i prezzi, tutto in modo inaccessibile a
qualsiasi verifica. Più chiaro di così!
Ci sono poi tantissimi casi in cui riconosciuti esperti nei
vari campi della ricerca, che si sono interrogati su alcuni aspetti di quelle
che sono diventate presunte verità inconfutabili, siano diventati
immediatamente incompetenti e radiati.
Tra i tanti casi mi sembra particolarmente importante quello
della batteriologa Bernice Eddy, che lavorava all’Istituto Nazionale della
Sanità degli USA. Per ottenere i vaccini si utilizzano anche virus oncogeni e
cellule artificialmente rese cancerogene (in modo da renderle ‘immortali’ e
poterle riprodurre senza limiti). Il dr. W. John Martin, già direttore della
sezione di Oncologia Virale del Dipartimento di Biologia dell’FDA parlò del
rischio che questi finiscano per inquinare i vaccini. Ad un Congresso
statunitense del ’72, Bernice Eddy disse: “Se continuate a permettere la
produzione di questi vaccini contaminati, vi garantisco che entro i prossimi
vent’anni avrete un’epidemia di cancro quale il mondo non ha mai vista”.
Naturalmente fu subito destituita dal suo incarico!
In tutto questo parlare di falsa scientificità risalta
invece l’immensa approssimazione in un’azione potenzialmente devastante per la
salute dell’intera umanità. Ad esempio:
– non sono note le proprietà dei vaccini di portarsi dietro
virus sconosciuti, così come non sono note le reazioni e le mutazioni di virus
presenti negli organi animali al contatto con un organismo diverso (bisogna
ricordare che I vaccini vengono fabbricati utilizzando animali e organi animali
– reni di scimmia per la poliomielite, topi per la pertosse, e poi conigli,
cani, pecore, uova e embrioni di gallina, ecc. – o tecnologie genetiche. Si può
escludere che virus noti o non noti possano contaminare i vaccini durante la
fase di coltura su cellule?); questi virus causano l’insorgere di patologie in
altre specie animali, spesso dopo lunghi anni e quasi sempre a danno del
cervello (senza parlare del virus Hiv, su cui ci sono coincidenze
impressionanti ma non dati certi del suo legame col vaccino antipolio Sabin,
bisogna ricordare un suo ‘fratello’, il virus SV40, trasmesso al vaccino
antipolio dalle scimmie, che nell’uomo causa il cancro e che è stato diffuso su
scala planetaria negli anni ’55-’63);
– la reazione del sistema immunitario all’inoculazione del
vaccino non è conosciuta. L’interazione dello stato alterato del sistema
immunitario con altre variabili è sconosciuta;
– le vaccinazioni adattano il sistema immunitario. Cosa
esattamente succeda va al di là delle attuali possibilità di conoscenza
dell’analisi scientifica, ma certo non sembra casuale la correlazione tra
attivazione del sistema immunitario e l’aumento delle malattie autoimmuni
(sclerosi, leucemia, tumori, ecc.);
– le conseguenze a lungo termine delle vaccinazioni sono
sconosciute perché il loro legame con le vaccinazioni è difficile da provare
statisticamente e perché le lesioni meno appariscenti e le loro conseguenze non
vengono considerate.
– inserire artificialmente nel circolo biologico umano dei
virus o dei batteri di un certo tipo facilita la crescita e proliferazione di
altri simili che improvvisamente da benefici o innocui diventano nocivi. Un
esempio tipico è il bordetella parapertussis un tempo innocuo per l’essere
umano e ora dannoso dopo che da vaccino ha ‘inflazionato’ l’ambiente di
diffusione e presenza, in cui questi tipi di batteri replicano.
Tenuto conto che le vaccinazioni sono estese al maggior
numero di persone possibili, si può immaginare il danno catastrofico che
possono provocare e che quasi certamente già hanno provocato e provocano.
Si ammalano sia vaccinati che non vaccinati
Uno degli aspetti pochissimo notato dai dati ufficiali
perché fa mettere in dubbio vari punti dell’impianto vaccinale e fa interrogare
sulla reale efficacia dei vaccini è che se la malattia arriva si ammalano sia
vaccinati che non vaccinati. La circolare del Ministero della Sanità del 27/8/’94,
parlando della recrudescenza della difterite negli Stati dell’ex-URSS, ne trova
la causa in una bassa copertura immunitaria dei bambini di due anni e si
propone l’obiettivo di un’alta copertura in Italia: almeno il 95%. Ma si
dimentica di far notare dall’80 all’85% di coloro che si sono ammalati di
difterite nell’ex-URSS erano stati precedentemente vaccinati. In seguito a
questa e altre considerazioni scientifiche, la Russia ha soppresso tutti gli
obblighi vaccinali, compreso l’antitubercolare, considerata come una bomba a
orologeria; ha dato dunque ai genitori il diritto di accettare o rifiutare le
vaccinazioni per i loro bambini e ha eliminato ogni rifiuto di ammissione alle
scuole per i bambini non vaccinati. Oltretutto, secondo i dati dell’Organizzazione
mondiale della Sanità, negli USA i tassi di copertura per la difterite dal 1980
al 1985 sono stati in media del 69-73% (quindi ben al di sotto di una
soddisfacente copertura e anche al di sotto della copertura media dell’ex-URSS)
eppure non c’è stata l’ombra di epidemie (una media di tre casi all’anno). Nel
1989 il CDC di Atlanta (considerata l’istituzione ufficiale più prestigiosa nel
campo delle vaccinazioni) riportava: “Tra i bambini in età scolastica le
epidemie di morbillo si sono manifestate in scuole con un livello di
vaccinazioni maggiore del 98%”. Il 90% dei 1300 casi di pertosse registrati
negli USA nel 1986 erano stati adeguatamente vaccinati. Il 72% dei casi di
pertosse, durante l’epidemia del 1993 a Chicago, aveva regolarmente completato
la vaccinazione antipertossica”.
Viene accuratamente notato dalle fonti ufficiali che nel ’92
ci sono stati in Olanda 68 casi di poliomielite in soggetti non vaccinati
appartenenti a una comunità religiosa. Ma non si dice che nel 1988 ci sono
stati 15 casi in Israele e 43 nell’Oman, tutti vaccinati. Ad accomunare i casi
di Olanda e Israele erano le condizioni: comunità religiose con stretti
contatti sociali e condizioni igieniche scarse. Sulla poliomielite ci sono
tanti altri dati contrastanti, in cui la copertura sembra contare ben poco. Con
le stesse basse coperture la polio è endemica in Pakistan mentre ci sono pochi
casi in Congo. In Sud America le coperture vaccinali mai hanno raggiunto il
95%, ma è immune da polio. I dati ufficiali sulla poliomielite negli USA negli
anni ’80-’90 mostrano che ci sono stati in media 9 casi di poliomielite
all’anno (su una popolazione di 250 milioni di abitanti non si può parlare di
epidemia; e in realtà erano dovuti proprio alla vaccinazione) con una copertura
vaccinale media del 63%, che scendeva al 56% nei bambini da 1 a 4 anni, i più
colpiti dalla polio.
Ricordiamo tutti il recente caso delle meningiti prese sia
da non vaccinati che da vaccinati (dati certi dicono che i casi sono stati
maggiori tra i vaccinati che tra i non vaccinati) e per questo messo
rapidamente a tacere, con la patetica affermazione che i vaccinati l’hanno
presa in forma più lieve (non si sa bene basandosi su quale criterio di
scientificità tirato fuori dal cappello).
Necessità dell’ “effetto gregge”
L’efficacia del vaccino e la spinta a una vaccinazione di
massa è spesso messa in relazione al cosiddetto ‘effetto gregge’. Esso
consisterebbe nel fatto che superando una certa soglia percentuale di
popolazione vaccinata, il 90-95% , si supererebbe il rischio di epidemia e
sarebbero protetti anche i non vaccinati. Il cavallo di Troia che si cerca di
usare è insistere sul fatto che chi non si vaccina mette a rischio la salute di
chi non può vaccinarsi perché immunodepresso; pensiero nobile, se fosse sincero,
ma la realtà è più complessa. L’immunodepresso infatti è sensibile a moltissimi
patogeni ed è impensabile che si possa vaccinare tutta la popolazione contro
tutti i patogeni a cui l’immunodepresso potrebbe essere sensibile. È molto più
utile cercare nuove modalità di protezione del soggetto più debole.
La teoria dell’effetto gregge, insieme alle paure dei
genitori a scuola se ci sono bambini non vaccinati, è un ragionamento che fa
inevitabilmente mettere in dubbio l’efficacia delle vaccinazioni e soprattutto
parte più da un assunto aprioristico che da una reale constatazione dei fatti.
Infatti la soglia del 95% di copertura vaccinale è largamente disattesa per
vari fattori: esiste una percentuale di vaccinati che ‘non risponde’ alla
vaccinazione; ci sono persone che non sono vaccinate per controindicazioni
mediche; esiste una evasione vaccinale pratica attraverso varie vie; infine, e
ancora più importante, l’immunità permanente si acquisisce solo naturalmente,
passando per la malattia, mentre quella eventualmente prodotta dai vaccini dura
pochi anni (di molti neppure i produttori dicono quanti!), per cui in realtà
buona parte della popolazione adulta non è di fatto coperta da immunità. Come
si può allora affermare che solo grazie al mantenimento di un adeguato livello
di immunità, ottenuto attraverso le vaccinazioni, sono rare o assenti certe
malattie?
Gli unici anticorpi efficaci e protettivi sono quelli che si
formano attraverso la mucosa orale quando i patogeni invadono l’organismo nella
malattia naturale. La risposta anticorpale artificiale in alcuni casi funziona
in altri no o cade nel breve periodo; in ogni caso non impedisce la
circolazione del virus, specie se si tratta di vaccini prodotti con virus vivi
attenuati (nel caso della varicella ciò è addirittura riportato nel foglietto
illustrativo del vaccino, ma vale anche per altri).
Campagne di eradicazione delle malattie infettive dal
mondo
L’enfasi posta su queste ‘battaglie’ è molto forte e
apparentemente giustificata. Come già detto, però, va molto relativizzata
l’importanza delle vaccinazioni nella diminuzione delle malattie infettive; e
soprattutto va notata la visione ristretta e riduttiva con cui viene affrontato
il problema, visione che rispecchia quella ‘monocoltura della mente’, caratteristica
del mondo tecno-scientifico, in cui tutto ciò che non è adatto agli scopi
immediati dell’uomo o non può essere facilmente tenuto sotto controllo, viene
eliminato.
Non ci si rende conto che le grandi battaglie centralizzate
portano sempre ritorni di morte, perché la vita non è un’equazione lineare e le
soluzioni centralizzate dimenticano o schiacciano un’infinità di legami particolari
che sono parti indispensabili della vita stessa. Così, ad esempio, in
agricoltura di fronte agli insetti ‘dannosi’ si pensa solo ad eliminarli con
massicce dosi di insetticidi, non si pensa che ci sono sempre stati e che la
natura ha sempre vissuto in equilibrio con essi e che, se ci sono, hanno
senz’altro uno scopo; bisogna quindi solo tenerli sotto controllo.
La parte apparentemente ‘cattiva’ della natura, oltre ad
altri effetti equilibratori, stimola la parte ‘buona’ a diventare più forte.
Così, ad esempio, un conto è curarsi, un conto è l’uso massiccio di antibiotici
che sta generando lo sviluppo di germi sempre più resistenti che si controllano
con sempre più difficoltà. Un conto è la pulizia, un conto è la disinfezione
esasperata, la distruzione ossessiva dei ‘microbi’, che, insieme ad un uso
assurdo degli antibiotici, sta indebolendo in modo drammatico le capacità di
difesa dell’organismo umano.
Allora è chiaro il punto fondamentale: le capacità di difesa
del nostro organismo non vanno continuamente indebolite, ma mantenute e
potenziate, aiutandolo così ad affrontare tutte le patologie infettive; il
nostro organismo infatti ha in sé delle capacità di autodifesa enormemente
superiori a quello che si vuole far credere. Purtroppo questa diffusa tendenza
a medicalizzare la società, inquadrando tutto in una visione meccanicistica,
accanendosi contro questa o quella patologia invece di potenziare l’immunità
naturale aspecifica che permetterebbe al corpo di affrontare tutte le patologie
in generale, sta minando più in profondità di quanto si pensi la salute delle
persone, rendendola sempre più dipendente dai farmaci. In particolare riguardo
alle vaccinazioni non è molto razionale (ma è molto remunerativo per le case
farmaceutiche) ridurre numericamente alcune malattie e contemporaneamente
squilibrare e indebolire il sistema immunitario; cosa tanto più grave alla luce
della realtà attuale che vede comparire sempre nuove infezioni e nuovi agenti
virali contro i quali contano essenzialmente proprio le nostre difese
immunitarie aspecifiche.
Questi meccanismi possono essere difesi con una vita sana,
col lavoro fisico, un’alimentazione naturale, un legame profondo con la terra e
con gli altri, con cibo, aria e acqua non inquinati. Viene allora da chiedersi
qual è il senso di questo tentativo prometeico e propagandistico di
eradicazione mondiale quando migliaia di prodotti chimici vecchi e nuovi
vengono introdotti continuamente nell’ambiente con l’industria, i trasporti,
l’agricoltura, l’industria alimentare.
Ma più ancora c’è da chiedersi come possa essere
disinteressato lo sforzo di eradicazione nei Paesi poveri, quando quegli stessi
Paesi che si impegnano per esso mantengono in vita, per esempio, la più
diabolica forma di usura legalizzata mai inventata (il Debito dei Paesi
poveri), che sconvolge la vita di tanti popoli; oppure non vogliono riconoscere
(come è successo a Durban) che la schiavitù, con cui hanno umiliato e sfruttato
i popoli di tutto il mondo per secoli, è un crimine contro l’umanità.
Utilità delle malattie infettive pediatriche
A dispetto di quello che affermano varie fonti ufficiali,
cioè che le malattie virali come il morbillo indeboliscono il sistema
immunitario, mentre i vaccini lo rafforzano, mettendo l’organismo nelle
condizioni di combattere le infezioni, le malattie infettive pediatriche hanno
un ruolo importante per il rafforzamento del sistema immunitario (come sanno
tutti i medici seri!). Le patologie infettive infantili stimolano il sistema immunitario
fortificandolo e rendendolo meno suscettibile ad ammalarsi nei decenni
successivi. Molti ricercatori hanno mostrato il legame tra mancanza delle
comuni malattie infettive nel bambino (soprattutto parotite, morbillo, rosolia)
e aumento di alcune patologie immunitarie (allergiche e autoimmunitarie) e di
alcune patologie degenerative sia nel bambino che nell’adulto.
Interessante è stato uno studio condotto in Africa su due
gruppi di bambini di 9 anni. I bambini che avevano contratto il morbillo o
l’influenza erano più protetti degli altri dai parassiti e anche dalla malaria.
Sulla prestigiosa rivista The Lancet è apparso nel 1985 un
articolo che mostrava come l’assenza del morbillo infantile comporta una
probabilità molto maggiore nell’adulto di avere un tumore, danni cartilaginei,
eczemi e danni immunitari.
La natura ha, per così dire, allenato per milioni di anni il
sistema immunitario dell’uomo alla presenza di tutta una serie di agenti
patogeni naturali. L’umanità è vissuta milioni di anni senza vaccini, senza
farmaci e antibiotici industriali; le infezioni contratte per via naturale
rappresentavano la vaccinazione naturale (Ogni ricerca storica onesta non farà
fatica a verificare che l’uomo bianco, ovunque è arrivato nella sua espansione,
non ha trovato fame e disperazione, non ha dovuto salvare chicchessia dalla
fame e dalla malattia, patrimonio piuttosto, in lunghi periodi, delle città
dell’Europa). Ora invece vengono soppresse le infezioni infantili naturali
creando un tale squilibrio e indebolimento immunitario che non farà più da
riparo a patologie anche gravi nelle fasi di vita successive.
Conclusione
Per comprendere la questione nella sua complessità
bisognerebbe affrontare anche le singole patologie con le loro storie e non
basterebbe un libro. Ogni cosa detta avrebbe bisogno di mille precisazioni per
tener conto delle probabili obiezioni. Ma non è lo scopo di queste poche
parole, che sono solo un minimo di informazione, assolutamente incompleta e
frammentaria, un semplice aiuto per valutare in modo meno interessato, meno a
senso unico e più completo la questione delle vaccinazioni.
Ognuno di noi è piccolo, ma la verità è la verità. Chi la
cerca con onestà sarà sempre piccolo di fronte ai poteri sempre più colossali e
trasversali che governano il mondo, ma il senso della sua vita è cercare ciò
che è vero e onesto, indipendentemente da ascolti e giudizi, senza alcun
interesse se non quel bene che non ha nulla a che fare con PIL, multinazionali,
ideologie di destra o di sinistra distruttrici della dignità umana.
d. Marco Belleri, 19/07/2017
DON MARCO BELLERI
Don Marco Belleri, nato a Brescia, laureato in ingegneria,
obiettore di coscienza in servizio civile nella sua città, ha avuto una
vocazione adulta al sacerdozio, raccolta nell'ex ordinario militare d'Italia
mons. Gaetano Bonicelli, divenuto nel frattempo vescovo di Siena.
Durante il periodo di seminario don Marco coltivava fra l'altro un orto biologico accanto alla scuola, preso in giro dai suoi compagni che comunque preferivano la sua insalata. Nominato parroco di Seggiano, Vivo d'Orcia e Pescina sull'Amiata, ha costituito una cooperativa agricola in cui lavora manualmente nel rispetto dell'ora et labora. Responsabile dell'ufficio missionario della diocesi di Siena, ha vissuto alcuni periodi in America Latina.
Fonte: facebook
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