La vaccinazione migliore, come sempre, è usare il
cervello!
Clostridium tetani è
l’agente eziologico del tetano e ha una diffusione ubiquitaria nel terreno,
negli escrementi dei cavalli e di altri animali. Diversi tipi di Clostridium
tetani possono essere distinti in base a specifici antigeni
flagellari. Tutti i tipi hanno in comune un antigene somatico [O], che può
essere mascherato, e tutti producono lo stesso tipo antigenico di neurotossina,
la tetanospasmina.
Clostridium tetani non
è un microrganismo invasivo. L’infezione rimane strettamente localizzata nella
sede di un tessuto devitalizzato [ferita, ustione, lesione traumatica, cordone
ombelicale, sutura chirurgica] nel quale sono state introdotte le spore. La
massa di tessuto infetto è piccola e la malattia consiste quasi sempre in una
tossiemia. La germinazione delle spore e lo sviluppo di forme vegetative che
producono la tossina sono favoriti dalla presenza di:
- tessuto
necrotico
- sali
di calcio
- associazione
con infezioni da piogeni
tutti fattori che contribuiscono allo stabilirsi di un basso
potenziale di ossido-riduzione.
I tessuti suscettibili di albergare la tossina
tetanica sono dunque necessariamente dei tessuti non ossigenati [anaerobiosi], dei tessuti
danneggiati, non vascolarizzati, vale a dire dei tessuti ischemici [privi di sangue] o necrotici [tessuti morti]. Quando i batteri
secernono la loro tossina tetanica, i tessuti sono obbligatoriamente fin
dall’inizio in una situazione rigorosamente anaerobica, in
quanto i batteri del tetano derivano dalle spore tetaniche che si
attivano a seguito dei fattori che contribuiscono allo stabilirsi di un basso potenziale
di ossido-riduzione.
Definizione di anaerobiosi: tutte le condizioni di
vita degli organismi viventi in un ambiente senza ossigeno.
Definizione di rigorosamente anaerobica: corpo che
non utilizza ossigeno molecolare [O2] e muore in presenza di questo elemento.
Una lesione rigorosamente anaerobica [anche
molto piccola in superficie] accidentalmente seminata con le spore del tetano
permetterà la nascita e lo sviluppo dei batteri del tetano che produrranno a
livello locale la tossina tetanica responsabile delle contrazioni muscolari e
del tetano.
FERITA RIGOROSAMENTE ANAEROBICA
Supponendo che il soggetto in questione sia vaccinato,
sappiamo che gli anticorpi vaccinali migrano in tutti i tessuti del corpo
attraverso il flusso sanguigno. Essi sono trasportati dal sangue verso i vari
organi. In un tessuto per definizione rigorosamente anaerobico [necrotico
o esangue] non è più presente la vascolarizzazione, pertanto il contributo
degli anticorpi vaccinali è praticamente impossibile.
Una ferita rigorosamente anaerobica non è
vascolarizzata altrimenti sarebbe ossigenata, in quanto la funzione
principale dei globuli rossi è quella di trasportare ossigeno, e
quindi la vascolarizzazione trasformerebbe la ferita in aerobica.
In questo tipo di ferita rigorosamente anerobica,
l’anticorpo vaccinale non può essere rinnovato né di conseguenza migrare,
quindi la tossina non può essere neutralizzata localmente.
L’obiezione che spesso viene fatta è che in una
ferita rigorosamente anaerobica [senza spargimento di sangue
o necrotica] non succede nulla perché i tessuti sono morti, e quindi la tossina
deve avere il tempo di agire, di migrare, e di aderire al vicino tessuto
aerobico della ferita. La tossina incontra quindi il sangue e può essere
neutralizzata dagli anticorpi vaccinali.
Questa obiezione non può essere valida. E vi spieghiamo il
perché.
FIBRE NERVOSE, CIRCOLAZIONE SANGUIGNA E LINFATICA
Una ferita anaerobica è composta da vari tessuti
[muscolare, fibroso, mucoso, osseo, nervoso]. In una ferita aerobica, diversi
tessuti sono perfusi dalla circolazione sanguigna e linfatica, tranne il
tessuto nervoso che ha una sua autonomia ed è poco vascolarizzato. Il tessuto
nervoso all’interno di una ferita anaerobica, una ferita morta, dunque,
non è tessuto morto, ed è per questo motivo che può portare la
tossina dalla ferita al sistema nervoso centrale. Solo la resezione delle varie
reti nervose presenti a livello locale causa la morte del tessuto.
Attraverso un meccanismo denominato endocitosi,
la tossina può penetrare nel tessuto nervoso mettendosi totalmente al
sicuro dagli anticorpi vaccinali. Questo è il caso quando un virus
entra nel sistema nervoso [uno su tutti il virus della poliomielite].
Questo è il caso delle neurotossine [tetano, botulino, etc.]. Gli anticorpi
sono grandi molecole proteiche che non passano la barriera encefalica. Quindi
nessun anticorpo potrà mai legarsi ad una tossina o un virus che è
penetrato nel sistema nervoso. Questo concetto non potrà mai essere contestato
da alcun scienziato, o ragionier-servente che sia, in quanto è sacrosanta
verità scientifica!
Il livello della ferita anaerobica non può essere
raggiunto dagli anticorpi vaccinali in quanto manca il veicolo di
trasporto: il sangue.
In effetti, gli anticorpi vaccinali possono essere presenti
nel tessuto di una ferita “aerobica”, in cui l’ossigeno viene fatto circolare
dalla presenza dei globuli rossi.
Poiché il sangue manca come veicolo di
trasporto nella ferita anaerobica, il solito promotore vaccinale potrebbe
obbiettare che può esserci comunque la circolazione linfatica. La
circolazione linfatica è comunque alimentata dal flusso sanguigno. Basta
ricordare il modello della circolazione sanguigna e linfatica.
Il sangue scorre dal cuore attraverso le arterie e
arteriole e capillari arteriosi per portare nutrimento i tessuti e poi
tornare al cuore attraverso due percorsi diversi:
- la
circolazione venosa [vene e capillari venosi]
- la
circolazione linfatica
Il sistema linfatico prende origine alla periferia con
i capillari linfatici, piccoli condotti di 30-60 micron, che
iniziano probabilmente a fondo cieco negli spazi intercellulari di tutti i
tessuti, escluso il sistema nervoso centrale. Questi capillari sono privi di
valvole e convergono nei vasi linfatici di calibro
maggiore, forniti invece di valvole a nido di rondine che impediscono il
reflusso della linfa. I vasi linfatici trasportano la linfa ai linfonodi dai
quali emergono altri vasi linfatici che si raccolgono in due grossi tronchi,
il condotto toracico ed il dotto linfatico destro che
sboccano nelle grosse vene della base del collo; ciascun vaso linfatico
raccoglie la linfa di un determinato settore, ma vi sono sempre numerose
anastomosi fra i capillari ed i vasi linfatici dei diversi settori.
Il condotto toracico prende origine da
una sacca, la cisterna del chilo di Pecquet, posta davanti alla III
vertebra lombare, che rappresenta la confluenza di quasi tutti i vasi linfatici
sottodiaframmatici; il condotto attraversa il diaframma nell’orificio aortico e
passa nel mediastino posteriore risalendo sul lato destro della colonna
vertebrale; a livello della IV vertebra dorsale piega a sinistra e risale fino
all’apertura superiore del torace dove forma un arco che termina di solito alla
confluenza delle vene giugulare e succlavia sinistra.
Il dotto linfatico destro è un canale
lungo poco più di un centimetro, posto alla base del collo tra la vena
giugulare interna e la vena succlavia dove si forma da tre grossi vasi
linfatici; si dirige in basso e medialmente per terminare alla confluenza delle
vene giugulare e succlavia destra.
Il dotto linfatico destro raccoglie la
linfa proveniente dalla metà destra del capo e del collo, dell’arto superiore
destro e dalla metà destra del torace. Il condotto toracico raccoglie
invece la linfa proveniente da tutte le altri parti del corpo.
La linfa è il liquido interstiziale
presente nel circolo linfatico; poiché la parete dei capillari
linfatici è caratterizzata da una elevata permeabilità, nella linfa
sono presenti tutte le proteine plasmatiche ed anche globuli rossi, linfociti e
chilomicroni, nonché particelle di vario tipo e dimensione ed altro materiale
cellulare [batteri]; la sua composizione varia a seconda dei distretti di
provenienza, il suo plasma coagula spontaneamente ed il contenuto in linfociti
è minimo nei capillari [500 per mmc.] e massimo nei grossi vasi emergenti dai
linfonodi [400.0000 per mmc.]
La progressione della linfa è determinata dalla
contrazione ritmica delle strutture muscolari delle pareti dei capillari e dei
vasi linfatici, dalla presenza delle valvole che ne impediscono il reflusso e
dall’aspirazione esercitata dalla pressione intratoracica negativa durante
l’inspirazione.
Il sistema linfatico è quindi una via accessoria dei
deflusso del liquido interstiziale, attraverso cui vengono rimosse le proteine
ed il materiale corpuscolato che non sono drenati dai capillari venosi.
Ricordiamo che la circolazione sanguigna e linfatica
possono avvenire solo in una direzione. Quindi non può accadere che dai tessuti
la linfa ritorna ai capillari linfatici, e senza pressione sanguigna non
c’è traffico nei tessuti linfatici in condizioni anaerobiche. Né può pertanto
aumentare la tossina del tetano nei linfonodi e la stimolazione dei linfociti.
La produzione di anticorpi antitossina non può entrare in essere né alcun
rinnovo degli stessi.
Avendo analizzato tutti questi fatti scientifici
indiscutibili possiamo affermare con certezza che nella ferita anaerobica
la tossina secreta a livello locale è completamente al sicuro dagli anticorpi
vaccinali. Pertanto, il vaccino è sostanzialmente inutile e assume le
caratteristiche di un volgarissimo placebo!
ESEMPIO #1
Se consideriamo che la tossina viene catturata dalle fibre
nervose presenti nella ferita anaerobica attraverso il fenomeno di endocitosi,
in questo caso, gli anticorpi vaccinali non potranno mai agire, non saranno in
grado di essere presenti in una ferita anaerobica perché come abbiamo
dimostrato vi è mancanza di flusso di sangue e quindi è impossibile neutralizzare
la tossina. La vaccinazione è un placebo.
ESEMPIO #2
Se consideriamo che una porzione della tossina è
catturata dalle fibre nervose presenti nella ferita anaerobica attraverso il
fenomeno di endocitosi, mentre gli altri tessuti adiacenti sono in
una situazione aerobica, in questo caso, dobbiamo dimostrare che la porzione
locale di endocitosi è sufficiente per far scattare il
tetano. Si deve anche dimostrare come alcune delle tossine può vincere il
flusso sanguigno in una ferita anaerobica. Infine, si dovrebbe dimostrare che
la parte entrata nel flusso sanguigno viene neutralizzata dagli anticorpi.
Supponendo che l’altra parte della tossina è fluita nel
tessuto aerobico, la vaccinazione, comunque, non può essere considerata
pienamente efficace. Si mente deliberatamente quando si legge e si
dichiara che la vaccinazione è pienamente efficace.
Nel caso di tetano, c’è poca tossina secreta. La parte di
tossina secreta a livello locale e assorbita tramite endocitosi dai
nervi presenti è sufficiente per innescare il tetano? L’esempio precedente
è in grado di rispondere a questa domanda.
Esempio #3
La tossina non ha agito a livello della ferita
anaerobica. La tossina è entrata direttamente nel tessuto aerobico dove gli
anticorpi possono neutralizzarla. Solo in questo caso la vaccinazione potrebbe
essere giustificata. Ma nessuna esperienza fino ad oggi lo dimostra.
Questo è un presupposto, una semplice credenza di fede.
Al contrario, molti esperimenti fatti da diversi scienziati
dimostrano che la tossina non è presente nel sangue quando si sviluppa il
tetano.
Attraverso l’iniezione sperimentale della tossina nei
tessuti aerobici è stato provocato il tetano, e si è concluso che era lo
stesso della malattia.
Molti esperimenti realizzati da diversi autori mostrano
chiaramente che in caso di tetano, non vi è tossina nel sangue. La
tossina viene secreta e endocitata dalle sinapsi delle fibre nervose della
ferita.
Molti autori hanno iniettato negli animali non immunizzati
[non vaccinati] sangue proveniente da pazienti ammalati di tetano. Nessuno di
questi autori ha trasmesso con successo il tetano, a tal punto che tutti hanno
convenuto che il sangue non contiene la tossina tetanica.
Se la tossina era presente nel sangue doveva
rappresentare la miccia per scatenare il tetano nel ricevente. Ricordiamo
infatti che l’iniezione di una tossina o il contenuto di una ferita
tetanica provocano il tetano. Tuttavia, questi esperimenti hanno dimostrato
come non ci sia passaggio di tossina in zona aerobica durante la malattia.
MANIFESTAZIONI CLINICHE E TRISMA DELLA MANDIBOLA
I fautori della vaccinazione ci dicono che
solitamente il periodo di incubazione della malattia
varia da 4 a 5 giorni fino ad alcune settimane. La malattia è caratterizzata da
contrazioni toniche della muscolatura volontaria. Gli spasmi muscolari
colpiscono dapprima l’area della lesione e dell’infezione e poi la muscolatura
della mandibola [trisma] che entra in uno stato di contrattura tale da rendere
impossibile l’apertura della bocca. Progressivamente vengono interessati altri
muscoli volontari che entrano in uno spasmo tonico. Il malato è completamente
cosciente ed il dolore può essere molto intenso. La morte in genere sopravviene
in seguito ad interferenze con la meccanica respiratoria. Il tasso di mortalità
del tetano generalizzato è molto alto.
In sostanza non ci raccontano come è dimostrato che il
passaggio della tossina, qualunque sia la posizione della ferita,
comporta il trisma della mandibola. Per loro, è attraverso la via sanguigna
che la tossina giunge ai nervi motori più brevi.
Tuttavia, possiamo spiegare il fenomeno del trisma, sintomo
dichiarato del tetano, in un modo completamente diverso senza passare
obbligatoriamente per la teoria della medicina ufficiale.
A differenza della
tossina botulinica che, per esempio, agisce direttamente sulle fibre
nervose colinergiche [azione locale], la tossina tetanica deve risalire
prima che il sistema nervoso centrale possa agire [trasporto assonico
retrogrado].
La tossina liberata
dalle cellule vegetative può raggiungere il sistema nervoso centrale e si fissa
rapidamente ai recettori del midollo spinale e del peduncolo cerebrale ed
agisce con le seguenti modalità: all’inizio, la tetanospasmina si lega ai
recettori sulle membrane presinaptiche dei neuroni motori. In seguito essa
migra, utilizzando il sistema di trasporto assonico retrogrado, ai corpi
cellulari di questi neuroni, nel midollo spinale e nel tronco cerebrale. La
tossina diffonde nelle terminazioni delle cellule inibitorie, interessando sia
gli interneuroni glicinergici sia i neuroni secernenti acido aminobutirrico del
tronco cerebrale. La tossina degrada la sinaptobrevina, una proteina necessaria
per scaricare le vescicole neurotrasmettitore sulla membrana presinaptica.
Viene così bloccata la liberazione degli inibitori glicina e acido
gamma-aminobutirrico e, pertanto, non vi è inibizione dei motoneuroni.
Sopravviene iperreflessia, spasmo muscolare e paralisi spastica.
L’azione della tossina del tetano comincia quindi solo quando
entra a far parte del sistema nervoso centrale. E’ quindi logico che i nervi
motori più brevi sono colpiti per primi. Questo spiega perché il tetano inizia
con il trisma della mandibola.
Ad esempio, il ruolo della glicina sulla retina può spiegare
l’ordine cronologico dei sintomi di tetano [azione sul nervo trigemino, nervo
cranico che fornisce i muscoli del viso e della mascella], e
ben conosciamo l’importanza della luce nello scatenare crisi spastiche.
L’esperienza vissuta
con alcuni professori universitari è illuminante. Iniettarono in
dodici conigli la tossina estratta da una ferita anaerobica che ha
attivato il tetano. Quattro conigli sono stati iniettati direttamente nel nervo
sciatico, sei sono stati iniettati per via intramuscolare e due per via
intracranica. Tutti hanno sviluppato il tetano e morirono. Tuttavia, tutti
avevano manifestato il loro primo sintomo col trisma. Non c’è bisogno
quindi di iniettare una tossina nel sangue per spiegare il trisma.
Tutto questo spiega
perché il tetano non è una malattia immunizzante. La tossina non è mai
presente nei tessuti aerobici durante la malattia e pertanto non può causare la
formazione di anticorpi. La tossina non è mai a contatto con il sistema
immunitario del paziente. Quindi, la vaccinazione non può fornire alcuna
protezione poiché gli anticorpi del vaccino non possono neutralizzare la
tossina nella ferita anaerobica o nel sistema nervoso.
PERCHÉ IN GENERALE IL TETANO COLPISCE GLI ANZIANI E
NON I BAMBINI?
Gli anziani, già in cattive condizioni di salute, hanno
tessuti molto meno idratati rispetto ai bambini e quindi hanno più
probabilità di sviluppare una ferita necrotica in un incidente, una
puntura, un infortunio. I giovani hanno una migliore ossigenazione dei tessuti.
PERCHÉ IN GENERALE IL TETANO COLPISCE PIÙ DONNE CHE
UOMINI?
Le autorità sanitarie ripetono spesso il solito ritornello
in merito al quale gli uomini sono più protetti perché la maggior parte di essi
ha ricevuto le vaccinazioni durante il servizio militare, anche se le cifre
possono dimostrare che tra i 50 e i 60 anni sono proprio gli uomini ad essere
più colpiti.
La spiegazione è semplice: in questo periodo gli uomini sono
in piena attività fisica quindi hanno un rischio più elevato [nei lavori di
muratore, elettricista, tubista, meccanico, falegname, e tutti quelli che per
passione coltivano la terra]. Il rischio di tetano potrebbe essere più
frequente e nemmeno il vaccino ricevuto durante il servizio militare li
protegge.
Se il numero di donne colpite da tetano è più elevato tra i
70 ei 80 anni è semplicemente dovuto al fatto che ci sono più donne che uomini
in questa fascia di età, a dispetto di quanto viene sostenuto dalle autorità
sanitarie che fanno affidamento su statistiche manipolate.
Quindi la differenza non implica che le donne sono più
deboli rispetto agli uomini perché meno vaccinate.
PERCHÉ COSÌ TANTI CASI DI TETANO NEONATALE NEI PAESI IN
VIA DI SVILUPPO?
Il tetano neonatale è il classico esempio di ciò che abbiamo
appena spiegato. Quando il cordone ombelicale viene tagliato con strumenti
chirurgici contaminati e sono quindi veicolate feci, terra o altri
materiali che possono contenere spore tetaniche, vengono a crearsi le
condizioni ideali per la tossina tetanica che viene secreta in un tessuto
necrotico non vascolarizzato [rigorosamente anaerobico] per definizione,
perché il moncone ombelicale è un tessuto morto destinato a staccarsi dal
corpo per mummificazione.
Poiché sono presenti terminazioni nervose anche nel moncone
ombelicale, la tossina entra facilmente nel sistema nervoso. L’unica
soluzione è l’asepsi e non certo comprare i fustini del DASH per
regalare vaccini che ingrassano semplicemente i conti in banca delle multinazionali.
PREVENZIONE E TRATTAMENTO
Come abbiamo visto e come viene descritto anche da un
qualunque libro di microbiologia, i risultati conseguiti con la terapia del
tetano non sono affatto soddisfacenti e, pertanto, è proprio la prevenzione che
assume la massima importanza.
La profilassi attiva con anatossina e l’uso profilattico di
antitossina sono sostanzialmente inutili, mentre è di rilevante importanza
un adeguato trattamento delle ferite contaminate e la somministrazione di
penicillina.
I pazienti che presentano i sintomi del tetano devono essere
trattati con miorilassanti, sedativi, e ventilazione assistita. Talvolta questi
pazienti vengono trattati con alte dosi di antitossina [3.000 – 10.000 unità di
immunoglobulina antitetanica] per via endovenosa nel tentativo di neutralizzare
la tossina che non si è ancora legata al tessuto nervoso. Tuttavia, l’efficacia
terapeutica dell’antitossina è molto dubbia a tal punto che è discussa anche in
caso di tetano neonatale.
La pulizia chirurgica della ferita è di importanza
fondamentale poiché porta all’allontanamento del tessuto necrotico che
è indispensabile per la proliferazione dell’agente patogeno. Esistono versioni
contrastanti sull’efficacia dell’ossigenazione iperbarica.
La penicillina inibisce fortemente la crescita di Clostridium
tetani e blocca l’ulteriore produzione di tossina tetanica. Gli
antibiotici inoltre possono tenere sotto controllo l’associata infezione da
piogeni.
Infine, dopo tutto ciò che avete letto, considerate sempre
che nei neonati l’anatossina tetanica è associata nel vaccino esavalente
illegale e nei successivi richiami per i bambini è spesso associata
all’anatossina difterica e al vaccino contro la pertosse.
Non è quindi possibile attuare misure di controllo a causa
della diffusione elevata del microrganismo nel suolo e della lunga
sopravvivenza delle spore.
La vaccinazione migliore, come sempre, è usare il
cervello!
Pubblicati su 27 dicembre 2013 da Movimento Contro Autismo
in Bambini ipervaccinati, Denuncia sanitaria, Tetano
Fonte: Movimento
contro l’autismo del 27 dicembre 2017
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