mercoledì 18 maggio 2011

STORIA DELLO SCHIAVISMO: ROMANUS PONTIFEX - BOLLA DI PAPA NICCOLÒ V DEL 8 GENNAIO 1454.



Grazie all’appoggio dato dal sovrano portoghese Alfonso ad una crociata contro i Turchi che avevano occupato Costantinopoli (1453), il papa riconosce al re le conquiste fatte in terra africana, in Marocco (Ceuta, 1415) e lungo le coste del Golfo di Guinea. Inoltre il papa garantisce: il possesso dei mari adiacenti alle terre conquistate, il diritto esclusivo di commercio, pesca e navigazione, l’esenzione delle restrizioni imposte dalla Legge canonica sul commercio con gli Infedeli e infine (e soprattutto) il diritto di organizzare tutta l'amministrazione ecclesiastica cristiana nei nuovi territori. Quest'ultima concessione è importante perché da l'inizio al Patronato regio spagnolo, ossia al controllo statale sulla Chiesa cattolica nelle terre di missioni.
Nella bolla infine Niccolò V riconosce al sovrano portoghese anche la schiavitù dei neri d’Africa, sottomessi ai colonizzatori portoghesi o in seguito all’occupazione o in virtù di acquisti commerciali.

Due i passi in cui il Papa affronta la questione degli schiavi:

« Per molti anni fu condotta la guerra contro i popoli di questi luoghi in nome del re Alfonso e dell'Infante e durante la lotta numerose isole vicine furono sottomesse èd occupate pacificamente; esse sono ancora in loro possesso, con il mare vicino. Da allora anche molti abitanti della Guinea ed altri negri furono catturati con la violenza, mentre altri erano ottenuti con lo scambio di articoli non proibiti, o con altri contratti legali d'acquisto, e furono mandati nel regno suddetto. Di questi un gran numero era stato convertito alla Fede Cattolica e si può sperare, con l'aiuto della misericordia Divina, che se viene continuato fra loro un progresso di tal genere, pure quei popoli verranno convertiti alla Fede, o almeno verranno acquistate a Dio le anime di molti di loro. »
(Niccolò V, Romanus Pontifex)

« Perciò noi, […], poiché abbiamo concesso precedentemente con altre lettere nostre tra le altre cose, piena e completa facoltà al re Alfonso di invadere, ricercare, catturare, conquistare e soggiogare tutti i Saraceni e qualsiasi pagano e gli altri nemici di Cristo, ovunque essi vivano, insieme ai loro regni, ducati, principati, signorie, possedimenti e qualsiasi bene, mobile ed immobile, che sia di loro proprietà, e di gettarli in schiavitù perpetua e di occupare, appropriarsi e volgere ad uso e profitto proprio e dei loro successori tali regni, ducati, contee, principati, signorie, possedimenti e beni, in conseguenza della garanzia data dalla suddetta concessione il re Alfonso o il detto Infante a suo nome hanno legalmente e legittimamente occupato le isole, terre, porti ed acque e le hanno possedute e le posseggono, ed esse appartengono e sono proprietà “de iure” del medesimo re Alfonso e dei suoi successori; […] possano compiere e compiano questa pia e nobilissima opera, degna di essere ricordata in ogni tempo, che noi, essendo da essa favoriti la salvezza delle anime, il diffondersi della Fede e la sconfitta dei suoi nemici, consideriamo un compito, che concerne Dio stesso, la sua Fede, e la Chiesa Universale – con tanta maggior perfezione, in quanto, rimosso ogni ostacolo, diverranno consapevoli di esser fortificati dai più grandi favori e privilegi concessi da noi e dalla Sede Apostolica. »
(Niccolò V, Romanus Pontifex)

Fonte: Wikipedia



UNA STORIA DELLO SCHIAVISMO DI HUGH THOMAS

“The History of the Atlantic Slave Trade 1440–1870”

  
La società civile considera la tratta degli schiavi, con la deportazione di undici o tredici milioni di persone,  come un ramo vergognoso delle attività economiche del nostro passato. Ma il commercio degli schiavi è stato elemento importante di gran parte della storia d’ Europa, delle Americhe e dell’ Africa per molti secoli,  anche se H. Thomas  rifiuta quelle teorie secondo le quali i profitti del commercio degli schiavi finanziarono la rivoluzione industriale europea: una tesi che costituisce il principale argomento di quei movimenti che rivendicano per l’Africa il risarcimento da parte dei paesi arricchitisi con lo schiavismo.
Gli sforzi realizzati dagli europei per colonizzare le Americhe si fondano sui milioni di schiavi neri, tradotti dall’Africa verso l’America, perché svolgessero i lavori più pesanti ed umili.
Il Portogallo fondò le sue prime colonie proprio allo scopo di commerciare in schiavi ( 1 ); nel nuovo mondo le sue colonie, come quelle create nell’America latina, dipendevano dalla manodopera nera. Le navi, i traffici, le risorse economiche portoghesi derivavano dal commercio degli schiavi africani. Questo commercio durò fino al tardo diciannovesimo secolo, quando gli ultimi schiavi furono deportati su moderne navi a vapore dall’ Angola, per esempio, alla colonia spagnola di Cuba. 
La storia del commercio degli schiavi si lega alla storia commerciale, marittima ed economica che dalla metà del XV proseguì fino alla fine del XIX secolo. Diverse industrie europee prosperarono grazie proprio al commercio degli schiavi, come quelle in Normandia che erano tutte sostenute dalla tratta schiavista. La tratta degli schiavi subì i colpi delle battaglie per i diritti civili, ma le idee abolizioniste si affermarono assai lentamente e anche dopo l’abolizione della schiavitù lo schiavismo continuò a sopravvivere illegalmente fino a tempi recenti.

( 1 )
Lo schiavismo è un fenomeno antichissimo, in qualche modo incoraggiato persino della Chiesa, come si legge nella bolla Dum diversas di papa Niccolò V, del 1452 , dove il Papa riconosce al re portoghese Alfonso V  le nuove conquiste territoriali; lo autorizza ad attaccare, conquistare e sottomettere i Saraceni, i pagani e altri nemici della fede; ad espropriare i loro beni e le loro terre; a ridurre gli indigeni in schiavitù  e trasferire tutti i loro beni al re del Portogallo e ai suoi successori.

 « Noi, rafforzati dall’amore divino, spinti dalla carità cristiana, e costretti dagli obblighi nel nostro ufficio pastorale, desideriamo, come si conviene, incoraggiare ciò che è pertinente all’integrità e alla crescita della Fede, per la quale Cristo, nostro Dio, ha versato il suo sangue, e sostenere in questa santissima impresa il vigore delle anime di coloro che sono fedeli a noi e alla vostra Maestà Reale. Quindi, in forza dell’autorità apostolica, col contenuto di questa lettera, noi vi concediamo la piena e libera facoltà di catturare e soggiogare Saraceni e pagani, come pure altri non credenti e nemici di Cristo, chiunque essi siano e dovunque abitino; di prendere ogni tipo di beni, mobili o immobili, che si trovino in possesso di questi stessi Saraceni, pagani, non credenti e nemici di Cristo; di invadere e conquistare regni, ducati, contee, principati; come pure altri domini, terre, luoghi, villaggi, campi, possedimenti e beni di questo genere a qualunque re o principe essi appartengano e di ridurre in schiavitù i loro abitanti; di appropriarvi per sempre, per voi e i vostri successori, i re del Portogallo, dei regni, ducati, contee, principati; come pure altri domini, terre, luoghi, villaggi, campi, possedimenti e beni di questo genere, destinandoli a vostro uso e vantaggio, e a quelli dei vostri successori… » 

Fonte: Rossilli.it



L’AUTORITÀ DOTTRINALE E LA SCHIAVITÙ

362 d.C.

Il Concilio locale di Gangra in Asia Minore scomunica chiunque incoraggi uno schiavo a mancare di rispetto al proprio pd.C.rone o a rifiutarsi di servirlo. (Divenne parte del Diritto Canonico dal XIII secolo).

354-430 d.C.

S. Agostino insegna che l’istituzione della schiavitù viene da Dio ed è a beneficio degli schiavi e dei padroni. (Citato in seguito da molti papi, a conferma della "Tradizione").

650 d.C.

Papa Martino I condanna chi predica la libertà agli schiavi o li incoraggia a fuggire.

1089 d.C.

Il Sinodo di Melfi, sotto Papa Urbano II, impone la schiavitù alle mogli dei sacerdoti . (Divenne parte del Diritto Canonico dal XIII secolo).

1179 d.C.

Il Terzo Concilio Laterano impone la schiavitù a chi aiuta i Saraceni.

1226 d.C.

La legittimità della schiavitù è incorporata nel Corpus Iuris Canonici, promulgato da Papa Gregorio IX e rimasto legge ufficiale della Chiesa fino al 1913. I giuristi canonici elaborano quattro giusti titoli alla detenzione di schiavi: in caso di prigionieri di guerra, di persone condannate alla schiavitù per crimini commessi; di persone che si vendono in schiavitù , compresi padri che vendano i propri figli; in caso di figli di madri schiave

1224-1274 d.C.

S. Tommaso d’Aquino difende la schiavitù in quanto istituita da Dio in punizione dei peccati e giustificata come parte del “diritto delle nazioni” e della legge naturale. I figli di una schiava sono giustamente schiavi, anche se non hanno personalmente commesso alcuna colpa! (Citato da molti Papi successivi).

1435 d.C.

Papa Eugenio IV condanna l’indiscriminata riduzione in schiavitù degli indigeni delle Isole Canarie, ma non condanna la schiavitù in quanto tale

1454 d.C.

Con la bolla Romanus Pontifex, Papa Nicola V autorizza il re di Portogallo a ridurre in schiavitù tutti i Saraceni e i pagani che il suo esercito riuscirà a catturare.

1493 d.C.

Papa Alessandro VI autorizza il Re di Spagna a ridurre in schiavitù i non-cristiani delle Americhe che sono in guerra contro le potenze cristiane.

1537 d.C.

Papa Paolo III condanna l’indiscriminata riduzione in schiavitù degli Indiani del Sud America.

1548 d.C.

Lo stesso Papa Paolo III conferma il diritto del clero e dei laici a possedere schiavi.

1639 d.C.

Papa Urbano VIII denuncia l’indiscriminata riduzione in schiavitù degli Indiani in Sud America, senza rinnegare i quattro “giusti titoli” al possesso di schiavi.

1741 d.C.

Papa Benedetto XIV condanna l’indiscriminata riduzione in schiavitù degli indigeni in Brasile, ma non denuncia né la schiavitù in quanto tale né l’importazione di schiavi dall’Africa.

1839 d.C.

Papa Gregorio XVI condanna la tratta internazionale degli schiavi neri, ma non mette in discussione la schiavitù in sé, né il commercio interno degli schiavi.

1866 d.C.

Il Santo Uffizio, in un’istruzione firmata da Papa Pio IX, dichiara: La schiavitù in sé, considerata in quanto tale nella sua natura essenziale, non è affatto contraria alla legge naturale e divina, e possono esserci diversi giusti titoli di schiavitù , ai quali fanno riferimento riconosciuti teologi e commentatori dei sacri canoni […]. Non è contrario alla legge naturale e divina che uno schiavo sia venduto, comprato, preso o ceduto in scambio".

           
LA SVOLTA

1888 d.C.

Papa Leone III condanna la schiavitù in termini più generali, e sostiene il movimento antischiavista.

1918 d.C.

Il nuovo Codice di Diritto Canonico promulgato da Papa Benedetto XV condanna “la vendita in schiavitù di chiunque”. (Ma non c’è alcuna condanna del “possesso” di schiavi).

1965 d.C.

Il Concilio Vaticano Secondo difende i diritti umani fondamentali e denuncia tutte le violazioni dell’integrità umana, inclusa la schiavitù (Gaudium et Spes, nn. 27,29,67).

Fonte: womenpriests.org/it/

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