venerdì 5 aprile 2024

ISCRIZIONE DI SERSE I

 

Iscrizione di Serse I (486–465 aC), a Van; Anatolia - Asia Minore (Turchia) 


 

Serse nacque nel 519 a.C. circa ed era figlio di un altro grande re persiano: Dario I. Entrambi facevano parte della dinastia degli Achemenidi.

 

Serse governò il popolo dei persiani a partire dal 485 a.C., quando venne a mancare il padre, e iniziò ad assumere la figura del despota brutale che mirava alla conquista della Grecia. 

Nel 481 a.C. il nuovo re persiano iniziò a preparare un nuovo attacco in grande stile contro gli avversari greci: con un enorme esercito (forse di centomila uomini) avrebbe dovuto attraversare l’Ellesponto su un colossale ponte di barche, raggiungere la Macedonia e da qui attraversare la Tessaglia per puntare direttamente su Atene. Una flotta di oltre mille navi avrebbe accompagnato l’avanzata militare muovendosi lungo la costa. 

 

Serse, come già prima aveva fatto il padre Dario, inviò i suoi ambasciatori a proporre la sottomissione al “Gran Re”: accettarono diverse poleis, fra cui gli stati-ethnos settentrionali (i tessali, i locresi e i beoti) e Tebe, che, anche in precedenza con Dario, spaventata da quanto era accaduto a Mileto, aveva accettato la sottomissione. 


 

Nella primavera del 480 a.C. l’esercito persiano, al comando del re Serse e di Mardonio, suo cognato, varcò l’Ellesponto e puntò verso l’Attica attraversando la Tracia, la Macedonia e la Tessaglia. I circa cinquemila greci che attendevano i persiani alle Termopili, dove vi era la prima linea di difesa mentre la flotta guidata da Temistocle si trovava a capo Artemisio e gli spartani all’istmo di Corinto, si ritirarono all’arrivo del nemico: rimasero soltanto trecento opliti spartani guidati da Leonida, che si opposero strenuamente al nemico “in obbedienza alle leggi della loro città”, come recitava l’epigrafe commemorativa di quella battaglia, perduta ma divenuta simbolo di eroismo. Serse invase l’Attica, incendiò e saccheggiò Atene.

 

A questo punto non gli restava altro che giungere nel Peloponneso, ma in mezzo c’era la linea difensiva degli spartani all’istmo di Corinto: questi decisero di affrontare il nemico nel canale che separava l’Attica dall’isola di Salamina, dove lo spazio ristretto avrebbe annullato il vantaggio numerico dei persiani. L’idea si rivelò vincente, perché le navi persiane furono attaccate, speronate e incendiate dalle triremi greche, il tutto sotto gli occhi del “Gran Re” Serse, che assisteva al conflitto su una specie di trono sulle coste dell’Attica.

 

Successivamente vi furono solo altre sconfitte: fallì un secondo tentativo di assediare Atene, poi i persiani subirono una sconfitta a Platea, in Beozia, dai greci guidati da Pausania, e infine a Micale, in Asia Minore, vicino Mileto. Nove anni più tardi fu definitivamente sconfitto presso il fiume Eurimedonte dai greci comandati da Cimone. 

Dopo aver rinunciato al dominio sul mondo greco, rientra in patria e muore in una delle tante congiure di palazzo che avevano indebolito il suo regno.

 

 

Fonte:   facebook, da Amici della scienza 

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