Qualcuno si ricorda di aver visto foto od immagini dell' affresco di San Cristoforo, oramai praticamente scomparso presente sulla facciata cieca come da ricostruzione allegata ?
Inquadramento storico artistico
Il complesso edilizio denominato Palazzo Bertoldi-Voghera prima del 1600 era costituito da un insieme di edifici che una volta ristrutturati ed unificati , anche formalmente , assunsero una conformazione a palazzo più consona al nuovo proprietario che voleva ostentare il suo livello sociale ed economico raggiunto .
Il tutto infatti accadde agli inizi del XVII secolo quando un certo Pasqualino Zignoni, priore della corporazione dei formaggiai veronesi, volle celebrare questa professione e la sua posizione facendo dipingere sulla sua nuova casa al ponte della Pietra un ciclo di affreschi dove fossero rappresentate le diverse fasi della lavorazione di latticini e salumi (la corporazione si occupava anche di questi, potendo così lavorare sia nei periodi «di magro» sia «di grasso»).
Il tutto infatti accadde agli inizi del XVII secolo quando un certo Pasqualino Zignoni, priore della corporazione dei formaggiai veronesi, volle celebrare questa professione e la sua posizione facendo dipingere sulla sua nuova casa al ponte della Pietra un ciclo di affreschi dove fossero rappresentate le diverse fasi della lavorazione di latticini e salumi (la corporazione si occupava anche di questi, potendo così lavorare sia nei periodi «di magro» sia «di grasso»).
Il pittore incaricato, probabilmente Paolo Ligozzi e la sua bottega, raffigurò così degli aggraziati putti impegnati nelle operazioni che venivano abitualmente condotte in stalle, casare, macelli e botteghe della città e del territorio: dalla mungitura alla lavorazione del latte con la zangola fino al trasporto di grandi forme di formaggio, dalla macellazione dei maiali alla confezione degli insaccati. L’ operazione di Pasqualino Zignoni ci dice anche del ruolo economico che tali alimenti avevano per la città: la produzione e il commercio di formaggi e salumi era infatti strettamente legata alle necessità di approvvigionamento urbano. Il fregio con affreschi , restaurato negli anni 80, che sono stati attribuiti a Paolo Ligozzi e/o alla sua bottega , sono tra i pochi ( come palazzo Allegri Guiotto in via pigna a pochi metri di distanza e di datazione analoga ) che non siano a soggetto religioso o mitologico .
Tracce pittoriche del San Cristoforo
Partendo da sinistra , il primo riquadro è scomparso , nel secondo dei putti stanno mungendo le mucche , nel terzo il putto sta raccogliendo la panna da alcune brente , nel quarto i due putti tengono in mano la zangola per fare il burro. Più avanti troviamo al cune parti degradate e non leggibili poi i putti che scaricano un cavallo , un carro con dei maiali ammazzati sopra (questo riferito a lavoro lardarolo) ed in altri i i putti sta portando i salami alla stagionatura e si vede che essi vengono appesi alla piccaglia. Poi seguono altre raffigurazioni che insistono sulla porzione di palazzo di altra proprietà e non inclusa nel nostro progetto.
La parte affrescata continuava parzialmente sotto il fregio e particolarmente sulla facciata sud est , quasi completamente cieca , era presente un’enorme raffigurazione di san Cristoforo dipinta dal pittore tedesco “Gio Breider di Monaco“ come attribuisce il Dal Pozzo … “Di Gio Breider di Monaco : Un S.Cristoforo di smisurata grandezza nel cantonale della casa dirimpetto alla Beccaria del Ponte Pietra” e poi il Dalla Rosa riportando ... “ Sul cantonale di una casa vicino a ponte pietra e rimpetto a quella Beccaria S.Cristoforo di smisurata grandezza , e veramente gigantesco col bambino sulle spalle . Chi è di arte sà quanto è difficile servare le debite proporzioni , ed un buon contorno delle figure , quando eccedono la consueta naturale grandezza . perciò queste pitture meritano lode ed encomj.” . Anche il Da Persico su tale affresco riporta : “ Da un fianco ha tutto un S.Cristoforo del bavaro Giovanni Breider. “
Di questo pregevole dipinto rimangono solo tracce della testa del santo , del terminale a frasche del suo bastone ed il globo retto dal Bambin Gesù , che si intravedono in parte dipinte ed in parte solo il tratto graffito di contorno .
Di questo pregevole dipinto rimangono solo tracce della testa del santo , del terminale a frasche del suo bastone ed il globo retto dal Bambin Gesù , che si intravedono in parte dipinte ed in parte solo il tratto graffito di contorno .
Per quanto riguarda il progetto architettonico si riporta che lo Zignoni avesse affidato al Curtoni il progetto del palazzo . Se risultasse fondato anche questo dato, a supporto dell’importanza del progetto globale , c’è da ricordare che Domenico Curtoni, nato a Verona nel 1564 , ultimo discendente della famiglia di Michele Sanmicheli e forse nipote di questi può, a buon diritto, considerarsi la personalità più interessante, anche se ancora poco chiarita , degli anni di transizione, nell'ambiente architettonico veronese, dalla fine del '500 al primo decennio del ‘600 .
1 Bartolomeo dal Pozzo : Vite dè pittori degli scultori et architetti veronesi . Verona 1718
2 Saverio dalla Rosa : Catastico delle pitture e scolture esistenti nelle chiese e luoghi pubblici situati in Verona . Verona 1803
3 G.B. Da Persico : Verona e la sua provincia. Verona 1820
2 Saverio dalla Rosa : Catastico delle pitture e scolture esistenti nelle chiese e luoghi pubblici situati in Verona . Verona 1803
3 G.B. Da Persico : Verona e la sua provincia. Verona 1820
Fonte: da srs di.
Ferdinando Forlati Facebook La me bela Verona del 6 aprile 2020
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