di MATTEO CORSINI
Rileggendo un po’ di notizie, apprendo che Pietro Bartolo, medico lampedusano che si è guadagnato sul campo l’elezione nelle fila del PD all’europarlamento, si è cosparso il capo di cenere per aver commesso un sacrilegio: votare positivamente a una risoluzione del parlamento europeo nella quale pare che comunismo e nazismo siano equiparati.
Ecco il mea culpa di Bartolo: “Ho deciso di cambiare il mio voto da positivo a contrario alla risoluzione sulla memoria europea. Inutile girarci attorno: ho sbagliato, non avrei dovuto votare favorevolmente. Mi scuso con i miei elettori e ringrazio i tanti che mi hanno scritto in questi giorni. Il confronto serve anche a questo: a riconoscere quando si è commesso un errore e fare un passo indietro”.
Suppongo che i colleghi di partito, prima ancora che gli elettori, abbiano fatto notare a Bartolo che aveva sbagliato. In fin dei conti è pur sempre stato eletto in un partito che deriva in (larga) parte dal PCI, e una buona fetta di chi ancora vota PD e ha un passato comunista non credo che sia disposto ad ammettere che il comunismo sia stato una sciagura tanto quanto il nazismo.
A dire il vero, se ci si soffermasse solo sulla contabilità dei morti causati dai regimi comunisti, questi sono di gran lunga superiori alle vittime del nazismo e del fascismo. Se questo fosse il termine di paragone, sarebbe in effetti sbagliato equiparare quei due totalitarismi, e di certo non troverebbe alcuna giustificazione qualsivoglia forma di indulgenza verso il comunismo.
E’ indubbiamente vero che in Italia c’è stato per due decenni un regime fascista i cui effetti violenti e liberticidi sono stati subiti concretamente dagli italiani dell’epoca, mentre (fortunatamente) non ce n’è mai stato uno comunista. Ma ho sempre trovato bizzarre le affermazioni dei comunisti nostrani tese a sostenere che il comunismo italiano sarebbe stato diverso (migliore) da quello sovietico, cinese, cubano o cambogiano, tanto per fare qualche esempio.
Per il resto, Bartolo potrebbe avere un “confronto”, oltre che con i suoi elettori e compagni (pare che ogni tanto ancora si chiamino così tra di loro i piddini), con i colleghi parlamentari europei provenienti dai Paesi che fino a una trentina di anni fa il comunismo ce l’avevano in casa. Non mi stupirei se costoro fossero meno indulgenti verso baffone e i suoi emuli.
Fonte: srs di MATTEO CORSINI, da miglio verde del 1 novembre 2019
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