Manganellate ai Pescatori in sciopero
(30 gennaio 2012)
Molti applaudono al governo Monti se non altro perché titilla quella che è una loro vecchia passione: la fine della politica. Dopo 15 anni in cui “politica” ha significato solo raccomandati, mafiosi, intrallazzi ed escort, si tratta di un punto di vista comprensibile. La parola stessa è diventata sinonimo di pratiche talmente disgustose da non volerne più sentire parlare.
Però, un governo deve governare. E governare significa occuparsi di un Paese, e non solo dei suoi debiti, della finanza, di accontentare supinamente gli alleati e obbedire alla volontà dei diktat internazionali. Non mi sembra che questo governo stia facendo molto più del precedente, per quanto riguarda il Paese. Dirò di più: mi sembrano una confraternita di asceti dediti solo all’attuazione di un programma già scritto da qualcun altro, che attraversano il momento storico italiano conservando saldi i propri paraocchi.
Non so se avete notato: solo nell’ultimo mese si è verificato uno dei più grandi naufragi della Storia, e una rivolta nazionale senza precedenti (per fortuna il terremoto non ha fatto danni). Qualcuno ha visto un ministro in prima fila nella gestione di queste emergenze? Accadono nel Paese che dovrebbero governare, sapete. Era ridicolo Berlusconi a girare per l’Aquila promettendo dentiere, ma mi pervade angoscia nel constatare come questi robot se ne freghino bellamente di ciò che accade. Non li riguarda, loro si occupano solo di spread. Siamo completamente soli.
E a mio avviso, non hanno neppure alcun merito. Credete davvero che siano dei geni capaci di mettere in opera una riforma delle pensioni in una settimana, un decreto liberalizzazioni in un mese, e una riforma del lavoro in un altro mese? No, non sono gente seria “che fa i fatti”: questa roba era già pronta da un pezzo. Già pronta nero su bianco, serviva solo una faccia di marmo in grado di farsela votare, magari con qualche precedente trattativa a porte chiuse con lobby e parti sociali come nella migliore tradizione dei burocrati europei.
Auguriamoci che non succeda nient’altro, perché dovremo confidare solo sull’organizzazione dei Vigili del Fuoco, delle Capitanerie, della Protezione Civile, di tutto quello che già esiste e che si spera sia ancora ben gestito. Chi governa non sa neppure che esistiamo.
O forse sì: ora che ci penso qualcosa hanno fatto. Mentre la rivolta mette a ferro e fuoco l’Italia intera, sono andati ad arrestare i NoTAV che per una volta se ne stavano buoni. Una presenza di spirito davvero unica.
Che la Democrazie è “rigor mortis” lo dice anche il Generale Pappalardo
GENERALE PAPPALARDO: “SIAMO IN DITTATURA, LA DEMOCRAZIA IN ITALIA È FINITA”
(29 gennaio 2012)
“Amici,siamo in Dittatura,la Democrazia in Italia e’ finita!” a dichiararlo, tramite il suo profilo Facebook, il Generale dei Carabinieri Antonio Pappalardo, che prosegue: “Roma - E’ arrivato il divieto di manifestazione per il corteo di “Dignità sociale”, che aveva annunciato per lunedì la sua marcia sulla Capitale. Alle sei del mattino una colonna di trattori e autotreni sarebbe dovuta partire da Borgo San Donato, quartiere dell’agro di Latina a pochi chilometri dalla città di Sabaudia. “Il nostro obiettivo è il Circo Massimo”, ha spiegato il generale Antonio Pappalardo durante il comizio di presentazione della manifestazione. Il suo alleato, Danilo Calvani ha annunciato una conferenza stampa oggi alle 16 per protestare contro il divieto nei confronti della manifestazione dei ‘Forconi laziali’.”
Hanno negato l’autorizzazione al corteo dei Forconi organizzato dal Movimento “Dignità Sociale”, fondato dal Generale Pappalardo: il governo delle banche – che in questi giorni ha autorizzato l’utilizzo delle bombe nella “missione di pace” (di pace un CAZZO!) in Afganistan, sta assumendo sempre più contorni ANTI DEMOCRATICI e AUTORITARI
Antonio Pappalardo
Fonte: NOCENSURA. com, del 30 gennaio 2012
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