domenica 18 dicembre 2022

LE PAROLE DEI SAVI DELL’ANTICO EGITTO

 


 

La spada entra nel collo di chi la affila.

Fa’ del bene a chi ti fa del bene.

Nessuno conosce la propria sorte, quando fa progetti per il giorno dopo.

Il monumento dell’uomo é la sua perfezione: chi ha cattivo carattere viene dimenticato.

Dio conosce il malvagio. Dio punisce le sue colpe fino all’ultima goccia di sangue.

Il nome di un eroe poggia sulle sue imprese: esso non può perire in questa terra per l’eternità.

Quando fallisce una scure d’oro intarsiata di bronzo, fallisce anche un randello fatto con il legno del bosco.

PROVERBI ANTICHI (III e II mill. a.C.)

 

Non preoccuparti di ciò che non si è ancora avverato, ma neppure rallegrati per ciò che non è ancora accaduto.

LAMENTAZIONI DELL’OASITA ELOQUENTE (Medio Regno)

 

 Il buon carattere è il cielo dell’uomo.

INSEGNAMENTO PER MERIKARÊ (2050 a.C.)


 

Abbi attenzione per la sala dei funzionari; vigila su tutto ciò che vi accade, poiché è su di essa che si basa l’ordine dell’intero paese. Non è dolce, no, amara è la funzione del visir; significa essere bronzo, quale quello che racchiude l’oro della casa del proprio padrone. Significa non inchinarsi ai principi e alle autorità e non procurarsi alcun seguace fra gente di alcun genere.

TESTO SEPOLCRALE DEL TARDO MEDJO REGNO

 

Se sei uomo in posizione di dirigenza, sii paziente quando ascolti le parole di un postulante. Non respingerlo prima che si sia ripulito il corpo da ciò che voleva dirti. Non occorre che tutto ciò per cui ha supplicato accada, ma già essere ascoltati con attenzione rasserena il cuore.

INSEGNAMENTO DI PTAHHOTEP (ca. 2040 a.C.)

 

Se sei giovane e hai preso moglie e hai una casa, pensa a come tua madre ti ha generato e allevato. Possa ella non biasimarti e non levare le mani a Dio, e Dio non prestare ascolto al suo grido.

INSEGNAMENTO DI ANY (ca. 1350 a.C.)

 

Perfezionati al cospetto dei tuoi occhi, e bada che non sia un altro a perfezionarti.

INSEGNAMENTO DI GEDEFHOR (ca. 2650 a.C.)

 

Ma il dissennato, che non dà retta, non può acquisire nulla per sé, poiché ritiene che la sapienza sia ignoranza e che l’utile sia nocivo; fa tutto a rovescio, cosicché viene biasimato ogni giorno; vive di ciò per cui si muore, e i crimini sono il suo pane… Non si bada alle sue azioni, poiché ogni giorno gli occorrono molte disgrazie.

INSEGNAMENTO DI PTAHHOTEP (ca. 2040 a. C.)

 

Rendi eccellente la tua sede dell’Occidente e arreda bene la tua casa nella necropoli.

INSEGNAMENTO DI GEDEFHOR (ca. 2650 a.C.)

 

La dimora di Dio ha orrore dello schiamazzo. Prega con cuore desideroso, le cui parole tutte rimangano nascoste. Egli fa ciò di cui necessiti; egli esaudisce le tue parole e accetta l’offerta.

INSEGNAMENTO DI ANY (ca. 1350 a.C.)

 

Non ridere di un cieco e non schernire un nano. E non offendere uno storpio e non schernire un uomo che è nella mano di Dio, e non essere rabbioso contro di lui quando sbaglia.

INSEGNAMENTO DI AMENEMOPE (ca. 1200 a.C.)

 

I giudici che giudicano gli oppressi, sai, non sono pietosi nel giorno in cui si giudica il miserabile, nell’ora in cui si adempie la sentenza.

Va male, quando l’accusatore dei sapienti è il dio Thot.

Non confidare nella lunghezza degli anni: per i giudici dei morti, il tempo di una vita è come un’ora.

Dopo la morte l’uomo continua a vivere e le sue azioni vengono poste in un mucchio accanto a lui.

Ma è per l’eternità che si resta laggiù nel Regno dei morti, ed è uno stolto chi disprezza i giudici dei morti.

Ma chi giunge da loro senza aver commesso peccato, quegli sarà come un dio, libero come i signori dell’eternità.

INSEGNAMENTO PER MERIKARÊ (2050 a.C.)

 

Il corpo dell’uomo è più spazioso di un granaio, e pieno di risposte d’ogni sorta; scegli quelle buone e parla quando quelle cattive sono serrate dentro di te.

INSEGNAMENTO DI ANY (ca. 1350 a.C.)

 

E’ un orrore al cospetto di Dio il dar prova di parzialità. 

Se arriva da qualche parte del paese un postulante, potresti badare che tutto sia fatto per il meglio, e invece ognuno si fa ragione da sé. 

Un principe vive in pubblico. 

L’acqua e il vento riferiscono tutto ciò che fa; non v’è cosa, di quelle che fa, che non si venga a sapere. 

La difesa migliore, per un principe, è agire secondo ciò che è stabilito. 

Il postulante che ha ottenuto risposta non deve dire: «Non mi è stata resa giustizia!». 

Considera colui che conosci alla stessa stregua di colui che non conosci, e colui che sta vicino al re alla stregua di colui che ne e lontano. 

Un principe che agisca in tal modo dovrebbe rimanere saldamente al proprio posto. 

Non trascurare alcun postulante senza aver dato ascolto alle sue parole… 

Non andare in collera contro alcuno senza fondamento; sii in collera solo a motivo di ciò per cui si deve esserlo. 

Non è prudente incutere troppo timore: gli uomini non dicono allora: «Quello è un uomo giusto». 

Prima di tutti gli uomini è il visir quello che deve praticare la giustizia; per ciò non esitare mai nel praticare la giustizia, e considera che il re ama il timido più dello sfacciato. Possa tu agire secondo quest’istruzione, che ti viene data per il tuo bene, poiché così si diviene fortunati.

TESTO SEPOLCRALE DEL TARDO MEDIO REGNO

 

Si fa tutto quel che dici, se sei esperto delle scritture. Addentrati nelle scritture e collocale nel tuo cuore, così riuscirà eccellente tutto ciò che dirai. Lo scriba, a qualsiasi ufficio lo si preponga, consulta le scritture.

INSEGNAMENTO DI ANY (ca. 1350 a.C.)

 

Se vuoi vivere bene ed esser libero da ogni male, guardati dall’avidità, che è una morbosa, incurabile sofferenza. In sua presenza, la familiarità non è possibile; essa rende amaro l’amico che era dolce, allontana la persona fidata dal signore, rende cattivi il padre e la madre insieme ai fratelli della madre e ripudia la moglie. Essa è un fascio di mali d’ogni genere, un sacco di ogni cosa biasimevole. E prospero l’uomo la cui norma è il diritto e che segue la propria strada; egli accumula un patrimonio, ma l’avido rimane senza sepolcro.

INSEGNAMENTO DI PTAHHOTEP (ca. 2400 a.C.)

 

Onora Dio restando sulla sua strada; non v’è corrente che si lasci nascondere: essa distrugge l’argine dietro il quale è nascosta.

INSEGNAMENTO PER MERIKARÊ (2050 a.C.)

 

Segui dunque ora il mio consiglio e premunisciti contro la benevolenza della sorte facendo così: medita su quale sia per te la cosa più cara, per la cui perdita la tua anima sarebbe più afflitta, e, una volta che tu l’abbia trovata, sbarazzatene in modo che non giunga mai più in mano d’uomini. E così via. Se la cattiva sorte non si ostina a colpirti, allora rimedia a ciò con questo sistema.

INSEGNAMENTO DEL FARAONE AMASI (570-526 a.C.; Erodoto, III 40)

 

La pace del cuore è meglio della collera.

ISCRIZIONE SU UNO SCARABEO (ca. 1000 a.C.)

 

Nella mano del savio stanno in equilibrio la ricompensa e il bastone.

MASSIME DEL PAPIRO INSINGER (ca. 100 d.C.)

 

Non andare superbo della tua conoscenza, e non confidare nel fatto di essere savio. Trai consiglio dall’ignorante come dal sapiente, poiché non v’è confine all’arte, e non v’è artista che possieda la pienezza della propria ispirazione.

INSEGNAMENTO DI PTAHHOTEP (ca. 2040 a.C.)

 

Guardati dalla donna di fuori, che non è conosciuta nella propria città. Non strizzarle l’occhio e non conoscerla carnalmente. Sarebbe un delitto grave, che meriterebbe la morte, anche se ella non lo raccontasse in giro.

INSEGNAMENTO DI ANY (ca. 1350 a.C.)

 

E valentia attaccare; darsi per vinto è viltà. 

Davvero non è virile chi si arresta al proprio confine.

STELE DI CONFINE DI SESOSTRI III (1878-1840 a.C.) da Semnah

 

Non è savio colui che prende la via di un altro.

MASSIME DEL PAPIRO INSINGER (ca. 100 d.C.)

 

Pratica la superiorità con giustizia. 

Onora gli dei così come i genitori. 

Prendi tempo per discutere, ma porta rapidamente a conclusione quel che stai progettando. 

Considera la virtù come più bella di tutti i voti.

ÒSTRAKON DI EPOCA TARDA (ca. 300 a.C.)

 

La forza della verità è che essa dura.

INSEGNAMENTO DI PTAHHOTEP (ca. 2400 a.C.)

 

Sii abile nel parlare, in modo da essere potente, poiché la forza di un uomo è la lingua, e il parlare è più potente di qualsiasi lotta. 

I dotti non aggrediscono chi è eloquente, se egli stesso è dotto, e dov’egli si trova non si verifica alcun danno. 

La verità viene a lui, monda, conformemente a quel che dissero gli antenati.

INSEGNAMENTO PER MERIKARÊ (2050 a.C.)

 

Quel che danno gli dèi viene da sé.

INSEGNAMENTO DI PTAHHOTEP (ca. 2400 a.C.)

 

Al saggio, Dio concede serenità nel travaglio.

MASSIME DEL PAPIRO INSINGER (ca. 100 d. C.)

 

Ogni giudizio giusto fa diminuire la menzogna, fa crescere la vera, rinsalda il bene e annienta il male.

LAMENTAZIONI DELL’OASITA ELOQUENTE (Medio Regno)

 

L’umile prospera, e chi agisce giustamente viene lodato.

INSEGNAMENTO PER KAGHEMNI (2500 a.C.)

 

Futile come la parola di una donna.

GRAFFITO SUL MURO DI UN TEMPIO

 

Il cuore dell’uomo è il suo dio.

ISCRIZIONE SEPOLCRALE

 

Il cuore è un dio che ha per cappella lo stomaco e che si rallegra quando le altre membra sono di buon umore.

SACERDOTE DI AMMONE (ca. 850 a.C.)

 

É bello tutto ciò che ha misura; tutto ciò che eccede la propria misura va in rovina.

MASSIME DEL PAPIRO INSINGER (ca. 100 d.C.)

 

Il giardiniere della malvagità innaffia la propria aiuola con il peccato, per farvi germogliare la menzogna e concimare eternamente la malignità.

LAMENTAZIONI DELL’OASITA ELOQUENTE (Medio Regno)

 

Non mangiar pane quando un altro è in miseria.

INSEGNAMENTO DI ANY (ca. 1350 a.C.)

 

Fa’ grandi i tuoi consiglieri affinché agiscano secondo le tue leggi, poiché chi e ricco nella propria casa non è parziale: è un possidente che non patisce miseria. 

É grande un grande i cui consiglieri siano grandi; è potente un re che abbia una corte.

INSEGNAMENTO PER MERIKARÊ (2050 a.C.)

 

Quando sei a tavola con più persone, non domandare il cibo, anche se ti piace molto; dominarsi è cosa di un momento appena, ma essere golosi arreca pregiudizio.

INSEGNAMENTO PER KAGHEMNI (ca. 2500 a.C.)

 

Vedi, non vi è alcuna professione in cui non si ricevano ordini, a eccezione di quella dello scriba.

INSEGNAMENTO DI KHETY (ca. 1970 a.C.)

 

L’uomo veramente calmo, che si tiene in disparte, è come un albero che cresce in giardino. Esso è verdeggiante e raddoppia il proprio frutto; sta di fronte al proprio padrone; i suoi frutti sono dolci, la sua ombra è gradevole; la fine viene a lui nel giardino.

INSEGNAMENTO DI AMENEMOPE (ca. 1200 a.C.)

 

Il correggere è cosa di un momento. Il male, però, dura a lungo.

LAMENTAZIONI DELL’OASITA ELOQUENTE (Medio Regno)

 

Celebra la festa del tuo dio… egli si adira con chi, invece, manca di farlo.

INSEGNAMENTO DI ANY (ca. 1350 a.C.)

 

 

Dalla Lamentazione dell’arpista cieco sulla caducità:

Alcune generazioni passano e altre rimangono, fin dal tempo degli avi.

Gli dèi che furono una volta riposano nelle proprie piramidi, e così anche i nobili e i glorificati sono sepolti nelle proprie piramidi.

Di coloro che una volta costruirono case, le sedi non esistono più, che cosa ne è stato fatto?

Io ho ascoltato le parole di Imhotep e di Gedefhor, i cui detti si citano dovunque: che ne è delle loro sedi?

Le loro mura sono distrutte, le loro sedi non esistono più, come se non ci fossero mai state.

Nessuno ritorna di là per raccontare come stanno, per raccontare ciò di cui hanno bisogno, per calmare il nostro cuore, fino a che non vi appressate al luogo ove loro sono andati.

Sta’ di buon umore, lascia che il cuore dimentichi che un giorno verrai glorificato.

Segui il tuo cuore, finché sei vivo.

Metti mirra sul tuo capo e vestiti di lino fine, ungiti con le vere meraviglie delle cose divine.

Accresci il tuo bene, non lasciar affannare il tuo cuore, segui il tuo cuore e il tuo diletto, compi le tue cose sulla terra e non opprimere il tuo cuore, fino a che non viene a te il giorno della lamentazione.

Colui che ha il cuore in pace non ode le loro grida, e i lamenti non salvano alcuno dagli inferi.

Festeggia il giorno felice e non stancartene: vedi, a nessuno è concesso di portare con sé i propri averi, vedi, nessuno che sia andato torna indietro!

(ca. 2100 a.C.)

 

 

Dal Dialogo di un disperato con la propria anima:

A chi parlerò oggi? I fratelli sono cattivi, non si possono amare gli amici di oggidì.

A chi parlerò oggi? Gli uomini sono avidi, ognuno prende gli averi del prossimo.

A chi parlerò oggi? La mansuetudine è perita. La protervia domina su tutti.

A chi parlerò oggi? Chi ha un volto tranquillo è un malvagio. Il bene è dovunque negletto.

A chi parlerò oggi? I volti sono invisibili, ciascuno tiene il volto chino al cospetto del fratello.

A chi parlerò oggi? I cuori sono avidi, l’uomo nel quale si confida è senza cuore.

A chi parlerò oggi? Non vi sono giusti, la terra è abbandonata ai malfattori.

A chi parlerò oggi? Sono oppresso dalla miseria e non ho intimi.

A chi parlerò oggi? Il peccato che colpisce la terra non ha fine.

(ca. 2100 a.C.)

 

 

VENERA DIO SUL TUO CAMMINO

Le religioni tendono ad avere una memoria selettiva e a prendere le distanze dai loro antichi precursori. Di conseguenza:

 

“Venera Dio sul tuo cammino.

Qualunque sia la forma in cui si manifesta.

Che sia abbellito con pietre preziose, o rappresentato da una statua di rame.

Una forma ne sostituirà un’altra, come una nuova inondazione segue la precedente”

(Insegnamento per Merekarie)

 

 

 Per gli antichi  Egiziani, le cerimonie professate ai loro Dei, erano onori resi non ad animali effimeri, come i più credono, ma ad eterne idee.

 

 

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