mercoledì 5 maggio 2021

NAPOLEONE? UN MACELLAIO, UN PREDATORE, UN RAPINATORE, UN REGICIDA, FALSO E INGANNATORE, UN GIACOBINO

 

 

5 MAGGIO, NELL'ANNIVERSARIODELLA SUA MORTE RICORDIAMO BREVEMENTE CHI FU NAPOLEONE PER VENEZIA, PER IL VENETO E PER I VENETI

 


 

Ciò che non vi hanno fatto vedere e non vi hanno detto.

Se il buon Gerard Depardieu si offende nell'apprendere che Bossi ha detto che Napoleone fu un dittatore, allo stesso ribadisco che non solo fu un dittatore, ma anche un rapinatore della peggiore specie, vile - in quanto "ammazzò" una Repubblica già vecchia e quasi morta. Che Napoleone sia stato un dittatore è fuori dubbio; che abbia cambiato la storia d'Europa: anche; ma che sia stato un macellaio, un predatore, un rapinatore, falso e ingannatore? anche! Taluni agiografi moderni esaltano le sue (scarse) virtù e i suoi meriti, in parte veri, come quello di aver dato impulso alla scienza ed alla ricerca e l'aver reintrodotto il Diritto Romano con i suoi nuovi codici civili (peraltro scopiazzati dalle Leggi della Repubblica di Venezia), ma la sostanza rimane.

 

Fu un generale oltremodo fortunato, specie nelle battaglie campali contro l'Austria la Prussia e la Russia (non va dimenticata una sua celebre frase: "non voglio generali esperti e capaci, voglio generali fortunati!!"), in quanto si trovò davanti eserciti guidati da condottieri vecchi di età e di cognizione della guerra moderna da lui ideata con grandi manovre a tenaglia. Per il resto, come uomo, non aveva assolutamente alcun ritegno morale e alla parola data dava un peso relativo..



 

Fu, infatti, fedifrago, iconoclasta, giacobino, liberticida, massone nel senso più deleterio della parola (infatti la campagna d'Egitto fu condotta per arrivare ai segreti massonici della scuola egiziana: altro che campagna scientifica...). Nelle fiction della RAI, fortunatamente per loro, della campagna d'Italia se ne parla poco, ma soprattutto della campagna del Veneto non se parla che minimamente, forse perché riconoscono che - come detto e scritto da quasi tutti gli Storici - quella fu una pagina molto triste e buia della sua vita... Egli entrò nella storia del Veneto e dei restanti territori della Serenissima come un tornado, depredando i beni ed umiliando i sentimenti più profondi di un popolo. Soffocò in bagni di sangue le rivolte che inevitabilmente scoppiavano, quali, ad esempio, le Pasque Veronesi, e come quella di mettere a morte chiunque gridasse "VIVA SAN MARCO". Basti solo pensare che, forse per paura di una grandezza passata, fece scalpellare tutti i leoni di San Marco da ogni parte dei territori a lui assoggettati, quale una "damnato memoriae".

Ma veniamo alla vera e documentata storia delle sue nefandezze contro la ormai decadente e decrepita Repubblica Veneta.

 

Nel nord Italia, in aprile del 1797, le truppe Francesi sconfiggono gli Austriaci e si avvicinano ai territori di Venezia ed iniziano un sistematico saccheggio con la scusa puerile di venire a portare la libertà, la fraternità e l'uguaglianza e- secondo loro - abbattere un governo dispotico e autoritario! Nello stesso tempo la flotta francese scorrazza per l'Adriatico con la scusa di cercare le navi austriache, finchè il giorno 9 aprile la nave "Liberatore d'Italia" al comando del capitano Laugier, cerca di forzare il blocco all'ingresso del porto di Venezia San Nicolò. Il comandante del porto, Domenico Pizzamano, dapprima gli segnala di virare di bordo quindi, ottenuta risposta negativa, gli sparò contro una salve e ordinò alla nave "galeotta" dei Bocchesi comandata dal capitano Viscovich di arrembarla (i Bocchesi erano i fedelissimi soldati originari dalle Bocche di Cattaro).

 

Questo suscitò le ire di Napoleone che nel frattempo stava trattando con gli Ambasciatori Veneti la loro neutralità disarmata e la loro assoluta volontà di non immischiarsi nelle guerre d'Europa. Questi incontri avvennero a Graz, sulla strada per Vienna.

 

Alle sue assurde richieste, in cui chiedeva 1) l'arresto del comandante Pizzamano, 2) la carcerazione immediata degli Inquisitori di Stato, 3) la destituzione del Consiglio dei X, 4) la immediata liberazione di tutti i prigionieri per qualsiasi motivo ridotto in carcere, 5) un risarcimento di danni enorme e assurdo, gli Ambasciatori si opponevano al che egli pronunciò la celebre frase: "io non voglio più Inquisizione, non voglio Senato, sarò come un Attila per lo Stato Veneto". (Dimenticando volutamente che nello Stato Veneto NON esisteva l'Inquisizione come negli altri Stati). Non per questo atterriti, gli Ambasciatori presero a respingere pacatamente tutte le accusa, al che egli si irritava sempre di più. Ed egli dichiarò la guerra alla Repubblica di Venezia.

 

Va fatto notare che a questa guerra dichiarata e scritta a chiare lettere, non fu mai seguita la pace! E che se nell'ipotesi della ricostituzione di uno Stato Veneto, lo stesso si troverebbe automaticamente in guerra con la Francia!!!

 

Abbiamo detto che Napoleone era in marcia verso Vienna. Infatti il 12 aprile egli aveva battuto, ad Austerlitz, gli eserciti russo ed Austriaco e quest'ultimo stava trattando la pace. Il giorno 17, a Leoben, ebbero inizio i preliminari di detta pace ed il 18 venne ratificata. Ma nelle clausole segrete vi era anche la vendita dello Stato Veneto all'Austria!!! Infatti se nell'art. 7 del detto trattato l'Austria cedeva il Belgio ed i Paesi bassi alla Francia, quest'ultima - per l'abuso perpetrato da Napoleone, il quale non aveva alcun potere per stilare detti accordi - cedeva i territori del Veneto, dell'Istria, Dalmazia e tutti i possedimenti Veneziani oltre mare all'Austria, lasciando a Venezia il solo territorio appena al di fuori della Laguna!

 

Detti atti, ancor oggi visibili all'Archivio di Stato, portano le firme del Marchese del Gallo, di Napoleone Buonaparte e del Conte Di Meerveld general-maggiore. NAPOLEONE AVEVA VENDUTO LO STATO VENETO ANCORA PRIMA DI CONQUISTARLO!! Non gli rimaneva che di entrare in Venezia la quale, stando a detto trattato, doveva rimanere libera. Ma di questo egli non si fece alcun scrupolo! Nel frattempo alcuni suoi emissari fomentavano parte della popolazione a ribellarsi e a darsi dei nuovi ordinamenti sullo stile rivoluzionario francese, nel mentre le sue truppe arrivavano fino ai limiti della Laguna di Venezia.

 

Il Maggior Consiglio, composto da pavidi personaggi che della passata nobiltà avevano solo il titolo (!) e seppure in numero non legale, il 12 maggio dichiaravano decaduta la Repubblica. I Veneziani si ribellarono a questa infamia e si diedero al saccheggio delle case di quei tristi figuri che li avevano traditi: solo i cannoni di Bernardino Renier li fermarono sul Ponte di Rialto con 4 salve ben mirate! Fu nominata una "Municipalità provvisoria", in attesa di tempi migliori: che puntualmente arrivarono con i Francesi il giorno 14. Iniziava così il primo triste periodo di spoliazioni e rapine per Venezia. Iniziò il Serrurier, continuò il Balland, ed infine - solo per ora - il Baranguey: tutti inviati da Napoleone per un primo assaggio. Iniziarono con l'asportare 500 manoscritti dalla Biblioteca Marcana e il famoso cammeo del Giove Egioco, 30 quadri dei più pregiati e parecchi navigli. (non va dimenticato che la flotta Veneziana era ancora integra ed era composta da ben 184 fra navi e vascelli di linea e tutti ben armati e muniti, oltre a quei navigli posti negli scali dell'Arsenale e a tutto il parco di munizioni e alle attrezzature e fornimenti dello stesso Arsenale).

 

Dopo pachi giorni ebbe seguito il sistematico spoglio delle cose più pregevoli, il tesoro di San Marco venne distrutto, le pietre preziose tolte dai supporti d'oro e tutto l'oro colato e fuso in lingotti: solo per detto tesoro impiegarono ben 14 giorni e 14 notti per fonderlo! Distrussero il Bucintoro solo per raccogliere l'oro delle statue, dalla sola Scuola dei Mercanti - alla Madonna dell'Orto - hanno venduto i più rari oggetti d'arte e distrutto il resto, i soldati bruciarono le panche con le spalliere dai magnifici intagli, disperdevano quadri, distruggevano l'altare con le colonne dorate.

 

Infine, dopo la definitiva pace fra la Francia e l'Austria con il trattato di Campo Formio - nei pressi di Udine - del 17 ottobre, con la quale anche Venezia passava all'Austria unitamente ai suoi territori, ebbe inizio il resto della spoliazione. I Francesi volevano lasciare agli Austriaci un cadavere!!! E rapinarono quanto più poterono, il resto lo distrussero. Iniziarono con il portar via i quattro cavalli dalla Chiesa di San Marco ed il leone Marciano posto sopra la colonna.

 

Tutta la flotta Veneziana venne inviata a Tolone, assieme a tutti i navigli adoperabili o in costruzione; svuotarono completamente tutto l'Arsenale: nell'Arsenale - già cantato da Dante nel Canto XXIV dell'Inferno - la soldataglia gozzovigliava e appiccava il fuoco a tutto quello che non potevano portar via, distruggevano gli scafi negli scali. Offrivano in vendita al pubblico mercato due milioni e mezzo di "biscotto", quaranta quattro mila moggia di sale.

 

L'Haller imprigionò nuovamente gli Inquisitori e impose loro di versare lire 131.250 pena la deportazione a Ferrara: furono pagete lire 60.797 in diamanti e 70.453 in denaro. Inoltre furono asportati innumerevoli quadri da Uffici Pubblici e case private, libri, incunaboli, manoscritti rari, gioielli, sculture, opere d'arte di incalcolabile valore.

 

Dalle chiese vennero perfino rubate le 4 borchie di bronzo che erano poste ai lati delle lastre tombali! Parte delle Chiese, delle Scuole, dei Monasteri svuotati, rapinati e distrutti, - vedi Alvise Zorzi che le pone all'inizio del suo ponderoso e significativo lavoro "Venezia scomparsa"-.

 

Il 18 gennaio1798 entravano in Venezia gli Austriaci, trovarono una città spossata, svuotata, rapinata, con il popolo ridotto nella miseria più nera e alla fame.

 

Quello che rimaneva della Serenissima Repubblica di Venezia, non erano che poche pietre. Ma nonostante queste spoliazioni, a Venezia rimasero ancora molte opere d'arte: al punto che i Francesi, con la loro seconda venuta, addobbarono una intera sala del Luovre e gli Austriaci, oltre che arredare quasi interamente la Pinacotaca di Brera di Milano, se ne portarono ancora in Austria!!!

 

ECCO, BREVEMENTE, CHI FU NAPOLEONE PER VENEZIA, PER IL VENETO E PER I VENETI.

E se il buon Gerard Depardieu si offende nell'apprendere che Bossi ha detto che Napoleone fu un dittatore, allo stesso ribadisco che non solo fu un dittatore, ma anche un rapinatore della peggiore specie, vile - in quanto "ammazzò" una Repubblica già vecchia e quasi morta -, massone, giacobino, regicida, iconoclasta, ecc. ecc.

 

 

Fonte: srs di  Gigio Zanon 

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