lunedì 21 maggio 2018

REGOLO


  

Che simpatici i personaggi d'una volta! Ora di questa gente ce n'è sempre meno. Un vero peccato!

 Al giorno d'oggi, l'uomo mostra solo il suo aspetto triste: preso dalla vanità di ostentare, dalla fame di soldi e di successo, più che dalla voglia di vivere. Colpa della globalizzazione? Mah! È cambiato un po’ tutto quanto ... nei rapporti, nelle abitudini, nei valori, e in tutto quel che ci sta dietro.  Non so proprio come spiegarlo e cosa dire!

 Tra i personaggi singolari che animavano il centro di Verona dagli anni Ottanta in poi, in vetta alle classifiche si trovava un certo Regolo, soprannominato Barone per via di un De prima del cognome che ne nobilitava falsamente l’origine.

 Frequentatore della Bottega Del Vino e dei bar di Piazza Delle Erbe, questo falso barone aveva come nemico dichiarato un altro personaggio famoso: Cavra. Questi due si confezionavano alle spalle certi abiti da far invidia ai nostri migliori firmaioli.
  
 Per alcuni, il nomignolo lo si doveva al fatto che non si lavasse; mentre lui, per giustificarsi, si gloriava d’aver avuto rapporti di lavoro con il famoso regista americano Frank Capra. Che vantasse conoscenze tra grandi registi e attori era pur vero, anche se esagerava sull’amicizia con Luchino Visconti, avendo collaborato con lui giù in Sicilia alle riprese del Gattopardo.

 Entrambi avevano un numeroso seguito di ascoltatori e ammiratori a cui non disdegnavano di scroccar bicchieri. Il pubblico del Cavra annoverava, in gran parte, pseudo artisti e pseudo intellettuali, mentre Barone si accontentava di gente più comune, anche se, bisogna dirlo, oltre a quella dei bar, frequentava anche un’altra compagnia. Quest’ultima  composta da nobili e ricconi sfaccendati che se lo tiravano dietro come un amicone perditempo, oltre che come scaltro giocatore di bridge.

  Feci la loro conoscenza quando ormai erano entrambi in età matura e vivevano di pensione. Ambedue scapoli: Cavra viveva solo, Regolo con la sorella che lavorava in Piazza delle Erbe. Mentre Cavra piangeva miseria per l’abbondanza della sua pensione, Regolo attingeva dalla borsetta della sorella. Dopo aver vissuto di lamentele e stenti, Cavra alla fine dei suoi giorni ricevette una grossa eredità che, purtroppo, da sfigato qual era, non ebbe tempo per godersela. Regolo, invece, si vantava d’aver ricevuto la pensione dopo aver lavorato solo due anni e mezzo. Roba da non credere! E come avesse fatto a ottenerla, è sempre stato un gran mistero. 

 Secondo una voce messa in giro dal Cavra, si diceva che, quando Regolo doveva sostare in qualche albergo, telefonasse prima di arrivare chiedendo di sé, spacciandosi per il notaio Sperpero o per il dottor Manca e quant'altri. Si godeva da morire all'arrivo sentirsi dire: - Oh, finalmente! ben arrivato Barone  De ... c' è stato un sacco di gente che l'hanno cercata.

 Dal viso scarno, tristo, dai capelli rossicci e mossi, Cavra portava foulard al collo e fazzoletti nel taschino di giacche di poco conto o prese in liquidazione, atteggiandosi sovente ad artista e a viveur. Regolo, moro e dal viso tondo e sorridente, con l'espressione di chi se ne sbatte di tutto e di tutti, lo si vedeva spesso anch'egli con foulard e giacche blu, slacciate però, per via della pancia. Inutile dirvi che per convalidare la sua nobiltà i bottoni di tutte le sua giacche erano rigorosamente dorati.

 Mentre Cavra se ne andò per via del solito brutto male, per Regolo fu colpa del fegato che non resse al ritmo dei suoi brindisi.

 Il nostro Barone era famoso presso gli amici, oltre che per le sbronze e le frottole, anche per i suoi strafalcioni. Confondeva il colesterolo con il polistirolo, i collant con i dépliant, e in casa sua regnava sempre la lussuria invece del lusso. E di queste cantonate ne aveva in abbondanza.

  Celebre fu l’intervento d’un nostro amico mentre raccontava le sue avventure amorose. Una di quelle frecciate che rimangono epiche e che si raccontano ancora oggi come fossero barzellette. Non c’è affatto da stupirsi  perché certe stilettate alcuni se le vanno a cercare! E poi.. e poi i galletti vanno sedati quando cantano troppo.

  Quel giorno, alla Bottega Del Vino, attorniato da un notevole gruppo di ascoltatori raccontava che nel tal castello, nella immensa tenuta, nel grandioso palazzo, su letti splendidi e grandi come delle piazze d’armi, s’era fatto una marchesa, una contessa oppure una giovane attricetta. Tra questi ascoltatori, quel furbetto del nostro amico, dopo averne sentite quattro o cinque di queste sue magnifiche avventure, non sopportandolo oltre:

 -Senti, Regolo! Ma ti, non gheto mai ciava’ qualche bela serveta in un canton d’un condominio? (1) 


     (1) Ma tu, non hai mai fornicato con qualche bella servetta in un angolo d’un condominio?


Fonte: srs Enzo Monti del 9 ottobre 2018 


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