sabato 30 settembre 2017

LA DIVULGAZIONE STORICA E LO STORICO FAI DA TE.

Verona. Il   ponte di  Castelvecchio fatto saltare nel tardo pomeriggio  del 25 aprile 1945,  la storiografia ufficiale  lo pone nella sera del  24 aprile 1945.



Esistono materie che hanno ragione di essere solo se divulgate per esempio la storia. La storia (e con essa tutte le materie umanistiche), se non divulgata, è completamente autoreferenziale e inutile. La sua utilità sta nella sua capacità di spiegare il presente e i suoi problemi con una profonda visione prospettica.

Capire la storia significa capire i rapporti causa-effetto che legano il presente al passato. Per cogliere i frutti della storia, quindi, è necessario che questa sia conosciuta il più approfonditamente possibile dal maggior numero di persone possibile. Per raggiungere questo obbiettivo è fondamentale che la storia sia insegnata bene nelle scuole e sia scritta da storici competenti e non asserviti ad alcuna ideologia politica.

La situazione italiana purtroppo relega gli insegnamenti della storia a ciò che fa comodo che si sappia per dimostrare l’esistenza dello stato italiano post giacobino. Oppure la divulgazione extra scolastica viene affidata ad un'altra categoria di divulgatori (giornalisti) che sono anch’essi al soldo del governo. 



Lapide che ricorda l’inaugurazione effettuata  dal ministro della pubblica  istruzione Guido Gonnella del nuovo ponte di Castelvecchio  con la data della distruzione al 24 aprile 1945


Non mancano di certo in italia i veri ricercatori storici, ma essi rappresentano un discorso di nicchia per pochi “eletti” e i loro studi e lavori difficilmente passano alla fase della divulgazione.
La mancanza di una divulgazione seria porta alla formazione di una categoria di divulgatori “ copia incolla” alla quale appartengo, che non hanno fatto studi specifici, ma che usano il proprio naso per fare emergere realtà storiche che altrimenti rimarrebbero ad uso e consumo di pochi.
Il risultato è che la divulgazione storica “extra-accademiche”, porta ad un inevitabile e feroce scontro fra il mondo accademico, che accusa i divulgatori di essere superficiali e scorretti scientificamente, e i divulgatori fai da te, che accusano i grandi professori di essere chiusi come una casta.
Non è un caso se in italia manca la figura di mezzo, un ibrido fra l’accademico e il divulgatore: qualcuno che sia in grado di scrivere di storia in modo corretto (come un accademico), ma utilizzando lo stile accattivante e fluido che tipico dei divulgatori.


Fonte: da Facebook di Elio Costantini del 8 settembre 2017



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