sabato 7 marzo 2015

LA MASSONERIA IN VATICANO E L'ATTENDIBILITA' DELLA LISTA DI MINO PECORELLI... CHE LA GENTE SAPPIA IN CHE MANI È STATA LA CHIESA DURANTE E DOPO IL CONCILIO VATICANO II





Da questi brevi cenni si scorge chiaro abbastanza, che sia e che voglia la setta Massonica. I suoi dogmi ripugnano tanto e con tanta evidenza alla ragione, che nulla può esservi di più perverso. Voler distruggere la religione e la Chiesa fondata da Dio stesso, e da Lui assicurata di vita immortale, voler dopo ben diciotto secoli risuscitare i costumi e le istituzioni del paganesimo, è insigne follia e sfrontatissima empietà. Ne meno orrenda e intollerabile cosa egli è ripudiare i benefizi largiti per Sua bontà da Gesù Cristo non pure agl'individui, ma alle famiglie e agli Stati; benefizi, per giudizio e testimonianza anche di nemici, segnalatissimi. In questo pazzo e feroce proposito pare quasi potersi riconoscere quell'odio implacabile, quella rabbia di vendetta, che contro Gesù Cristo arde nel cuore di Satana.

Similmente l'altra impresa, in cui tanto si travagliano i Massoni, di atterrare i precipui fondamenti della morale, e di farsi complici e cooperatori di chi, a guisa di bruto, vorrebbe lecito ciò che piace, altro non è che sospingere il genere umano alla più abbietta e ignominiosa degradazione.


IL LIBRO CHE HA FERMATO LA BEATIFICAZIONE DI PAOLO VI - "PAOLO VI BEATO?" 

DI DON LUIGI VILLA.


 ...Il 28 novembre 1977, un dispaccio dell’A.T.I. (= Agenzia Telegrafica Giudea) rendeva noto che «La Conferenza dei Vescovi cattolici e la “Lega contro la  diffamazione” del B’nai B’rith (ADL) annunciano la formazione di un gruppo di lavoro comune, destinato ad esaminare i problemi relativi alla fede degli Ebrei e dei Cattolici»(32).
– E il 7 maggio 1978, l’A.T.I. annunciava che il 10 maggio seguente, Paolo VI avrebbe ricevuto i rappresentanti dei B’nai B’rith, latori di un “documento” di 16 pagine, concernenti “l’Olocausto”(33).

La Massoneria, quindi, era entrata non solo nella Chiesa-base, ma anche ai vertici del Vaticano, sia con ecclesiastici che laici! L’accerchiamento è giunto, ormai, “molto vicino al trono del Papa”(34)!

Comunque, non è una novità! Tale penetrazione era già stata attuata da almeno due secoli! Giovanni Paolo II, per esempio, ha attribuito la soppressione pontificia della “Compagnia di Gesù” all’opera della Massoneria (35). Questo significa che i “nemici” della Chiesa han sempre trovato le porte di accesso al Vaticano più che socchiuse (36). E questo è ammesso anche ai più alti livelli (37).

P. Raimondo Spiazzi, su questo, scrive:

«Sui Conclavi del futuro, Siri diceva che bisognava pregare per ottenere la grazia che coloro che vi avrebbero partecipato fossero veramente liberi da qualsiasi condizionamento ed influsso di parte, non solo di ordine etnico e politico, ma anche sociale. E che non vi arrivi in alcun modo la mano di qualche sètta, concludeva. Si riferiva alla Massoneria, della quale diceva di aver conoscenza, per confidenze dirette, ricevute da affiliati, e di sapere con quali trame essa cercava di attanagliare uomini ed organi del Vaticano, (non esitava a fare alcuni nomi!), col pericolo che arrivasse anche al Conclave. Forse, anche per questo, proponeva l’abolizione del segreto: che tutto avvenisse alla luce del sole»!

Anche Papa Albino Luciani era consapevole del pericolo massonico (38). Lo stesso Papa era molto polemico contro lo IOR, al tempo in cui “Il Corriere” era nelle mani dello IOR, e la P2 sceglieva i direttori (39). Naturalmente, però, lo IOR non avrebbe potuto agire senza l’avallo della Segreteria di Stato! Purtroppo, anche la pubblica e ripetuta ammissione del Gran Maestro Salvini, circa l’attuale appartenenza alla Massoneria divari “Alti Ecclesiasti”, è caduta nel vuoto!
In un’altra “lettera” a Giordano Gamberini, (allora Gran Maestro della Massoneria Italiana!), Don Rosario Esposito dice che: «una serie di decisioni di Paolo VI sono una indiscriminata apertura verso la Massoneria» (40).
E l’avvocato Mario Bacchiega, di Rovigo, docente di storia delle religioni in una facoltà romana, (e che conduce una rubrica per un’emittente televisiva regionale, spiegando ideali e riti dei “Figli della luce”!), richiesto di «quali attendibili testimonianze esistono sull’appartenenza di ecclesiastici alla massoneria», ha risposto:
«Ho visto molti  religiosi in Loggia, e mai del basso clero: si trattava sempre di persone rivestite di responsabilità» (41)!
 Parlando del Vaticano II, affermò che, per ben due volte nel dicembre 1962 e nel novembre 1963 - il vescovo della diocesi messicana di Quernavaca, mons. Sergio Mendez Arceo, intervenne chiedendo che venisse tolta la “scomunica” ai massoni, perché «ormai, c’erano molti ecclesiastici affiliati» (42)!
E il già Gran Maestro del “Grande Oriente d’Italia”, Giuliano Di Bernardo, sul “Corriere della Sera” del 23 marzo 1991, aveva detto:
«Reagiremo agli attacchi del Papa; tra noi ci sono alti Prelati!».


A questo punto non c’è più da meravigliarsi della veridicità di quella “lista Pecorelli”!



Mino Pecorelli


Persino “Panorama” del 10 agosto 1976, portando la sua lista - dove si finge di definirla inattendibile! - non esita, però, ad affermare:
«Se l’elenco fosse autentico, la Chiesa sarebbe in mano ai massoni. Paolo VI ne sarebbe addirittura circondato. Anzi, sarebbero stati loro a fargli da grandi elettori e poi a pilotarlo nelle più importanti decisioni prese durante questi 13 anni di pontificato. E, prima ancora, sarebbero stati loro a spingere il Concilio Vaticano II sulla strada delle riforme».
Tutto vero - si dirà - qualora si consideri che detta “lista” riporta i nomi di ben due Cardinali (Villot e Casaroli) che sono stati nientemeno che Segretari di Stato della Santa Sede; e riporta anche quello di un altro cardinale (Poletti) che da Paolo VI fu fatto Vicario di Roma, e cioè, Suo rappresentante nel governo della Diocesi!
E che dire, allora, quando quell’elenco porta come affiliati alla Massoneria anche altri Prelati autorevolissimi, come il card. Baggio e il card. Suenens e altri ancora?..
Vediamone, qui, almeno i principali, i più vicini e potenti collaboratori di Paolo VI.



1° - Mons. Pasquale Macchi



 Pasquale Macchi, mentre sorregge Paolo VI all'uscita dall'udienza generale del 29 giugno 1978


Fu Suo Segretario personale. Gli fu vicino dal 1954 al 1978. Ebbene, anche il suo nome è incluso nella “lista Pecorelli”, tra i “presunti massoni”, con i “dati” ben precisi: Iscrizione:23/41958; :5463/2; Monogramma: MAPA.



2° - Il Cardinale Jean Villot




Della Sua appartenenza alla Massoneria ne parlerò, più dettagliatamente, anche nel capitolo VII di questo stesso libro. Egli fu per lunghi anni Segretario di Stato di Paolo VI, e poi, fino alla morte, (avvenuta il 9/3/1979) lo fu di Papa Giovanni Paolo I e di Giovanni Paolo II. Il Suo nome fu pubblicato anche sul mensile “Lectures Françaises”, tra altri ecclesiastici iscritti alla massoneria. Il Cardinale scrisse una lettera al direttore della Rivista, affermando di non aver mai avuto, “in alcun momento della Sua vita, il minimo rapporto con la framassoneria”. Ma è la solita negazione che devono fare tutti gli affiliati ad essa, specie se nei gradi superiori! Comunque, come sempre, le bugie hanno le gambe corte!
Anche per Lui, quindi, perché venne tradito subito dopo morto, ritrovando tra le sue cose anche un libro intitolato: “Vita e prospettiva della Framassoneria Tradizionale”, di Jean Tourniac, “Grande Oratore” della “Gran Loggia Nazionale di Francia”. Sul frontespizio del libro, vi sono due dediche, manoscritte, dedicate proprio a Lui: una, dello stesso Autore; l’altra, del Gran Maestro della medesima Loggia!
Anche questa è un’altra “prova” di quanto mi avevano asserito il Generale G. Leconte, dei “Servizi Segreti” francesi, e l’ufficiale Masmay (vedi cap. VII); e cioé che del massone cardinale Villot, anche “i suoi Genitori erano entrambi massoni della Loggia Rosa-Croce”! Del resto, le Sue posizioni teologiche ed i Suoi ideali furono sempre nella sfera dei vari cardinali e vescovi che figurano nella lista dell’“Osservatorio Politico” di Pecorelli, dove riporta, anche di Lui, i “dati” precisi: Iscrizione: 6/8/1966; Matricola: 041/3; Monogramma: JEANNI.


3° Il Cardinale Agostino Casaroli 


Papa Giovanni Paolo II con Agostino Casaroli


È anch’Egli nella lista di Mino Pecorelli, con questi “dati”: Iscrizione: 28/9/1957; Matricola: 41/076; Monogramma: CASA.
Il paolino Padre Rosario Esposito, nel suo libro: “Le Grandi Concordanze tra Chiesa e Massoneria”(43) riferisce che Casaroli, il 20 ottobre 1985, nell’occasione delle celebrazioni del 40°anniversario dell’ONU, tenne, nella chiesa di S. Patrizio, a New York, “un’omelia di vasto respiro”, i cui contenuti “attestano che le concordanze tra Chiesa e Massoneria possono essere considerate di fatto aquisite”(44).
Che il Cardinale Casaroli sia “massone”, lo prova anche il Suo elogio sperticato al gesuita, eretico e massone Teilhard de Chardin, in una sua “lettera” inqualificabile, inviata, a nome del Papa, a mons. Poupard, rettore dell’“Istitut Catholique” di Parigi, in occasione della celebrazione del centenario della nascita di Pierre Teilhard de Chardin.
Lo stesso Gran Maestro del Grande Oriente, Jacques Mitterand, in un suo intervento all’Assemblea Generale della Loggia, tenuta a Parigi dal 3 al 7 settembre 1967, aveva rivendicato alla Massoneria il merito delle pubblicazioni di Teilhard de Chardin, e aveva detto apertamente che «un bel giorno, è sorto dalle loro file uno scienziato autentico: Pierre Teilhard de Chardin» sottolineando che «le idee del gesuita Teilhard combaciano con quelle della Massoneria»!
Ora, una tale “Lettera” la poteva scrivere solo un “massone”, dando corpo ad un apostata eretico, - mediocre scienziato, mediocre filosofo e mediocre teologo! - che, a un amico domenicano (ma che aveva già buttato alle ortiche anch’egli la sua sottana!) aveva manifestato i suoi progetti di “rinnovamento” della Chiesa in chiave neo-modernista!
Un’altra “prova” dell’appartenenza alla Massoneria di Casaroli è stata data anche dall’avv. Ermenegildo Benedetti, già “Grande Oratore” del “Grande Oriente d’Italia” (quindi, il “numero due”, dopo il Gran Mestro - allora  Lino Salvini - della Massoneria Italiana!).
Infatti sul settimanale “OGGI” del 17 giugno 1981, parlando dei “Fratelli”, aveva dichiarato:
«Si diceva di Mons. Bettazzi, di Mons. Casaroli (…). Sia ben chiaro: non erano chiacchere di corridoio; erano “informazioni riservate” che ci scambiavamo noi dei vertici della Massoneria Italiana». (Da notare quel “non si parla, qui, di “chiacchere”, ma di autentiche “informazioni riservate”!).
Infine, a conferma del fatto che il Card. Casaroli sia “massone”, posso dire che lo ha ammesso anche il Papa attuale, Giovanni Paolo II. Infatti, il giorno 15 ottobre 1984, è venuto da me un arcivescovo (col suo segretario), stretto collaboratore del Papa. Tra l’altro, mi disse di aver fatto leggere al Pontefice il mio articolo: “Il nuovo Concordato” (su “Chiesa viva” n° 145), il cui primo firmatario era appunto il Cardinale Casaroli. Ebbene, l’Arcivescovo mi disse di aver fatto notare al Papa che, nel mio articolo, si evidenziava che il cardinale Casaroli era iscritto sulle liste massoniche.
Il Papa, allora, battendo il pugno tre volte sulla tavola, esclamò: «Lo so!.. lo so!.. lo so!..».


4° - Il Cardinale Ugo Poletti




Fu Vicario di Roma, e, quindi, il rappresentante di Paolo VI nel Governo della Diocesi di Roma. Compare anch’Egli sulla “lista” dei “presunti massoni” di Mino Pecorelli, con i “dati” ben precisi: Iscrizione: 17/2/1969; Matricola: 43/179; Monogramma: UPO.


5° - Il Cardinale Sebastiano Baggio




È anch’Egli iscritto nelle liste massoniche (45), con i “dati” precisi: Iscrizione: 14/8/1957; Matricola: 85/2640; Monogramma: SEBA. Fu Prefetto dell “Congregazione per i Vescovi” e, quindi, preposto alla nomina dei nuovi Vescovi, nonostante l’accusa pendente sul suo capo di appartenere alla sètta massonica, per cui poteva anche inondare le diocesi di tutto il mondo di iscritti alle Logge o di filomassoni!


6° - Il Cardinale Joseph Suenens




Pure Lui è nella “lista Pecorelli”, con “dati” precisi: Iscrizione: 15/6/1967; Matricola: 21/64; Monogramma: IESU.
Si noti, anche, che fu un autorevolissimo esponente della “Pax Christi”, un’organizzazione in cui l’impegno politico-sociale sommerge del tutto quello religioso. Lo può dimostrare anche il suo manifesto sul disarmo del maggio 1982, dove Dio, Gesù, la Vergine e i Santi non sono neppure nominati, mentre tutto il discorso è incentrato sulla prospettiva di quel “Governo Mondiale”, o “Repubblica Universale”, a cui la Massoneria aspira fin dal suo inizio, come si vede nelle “Costituzioni di Anderson” del 1723, testo fondamentale di tutta la sètta massonica.
Già il 24 settembre 1970, Suenens aveva tenuto una conferenza, in una riunione massonica, organizzata dall’Alta Massoneria Ebraica dei B’nai B’rith, in cui aveva riavvicinato la Chiesa a quella sètta massonica che la Chiesa pre-conciliare aveva sempre anatemizzato (46)!
Si sa che fu anche uno dei grandi elettori di Paolo VI(47), il quale, poi, Lo nominò, immediatamente, “Moderatore” del Concilio (!!).
Ma il card. Suenens, per la nomina di Paolo VI - preceduta, propiziata e decisa! - partecipò anch’Egli ad una specie di “pre-conclave”, tenutosi nella villa di Grottaferrata di Umberto Ortolani, il famoso membro della Loggia P2 di Licio Gelli!(48).
L’on. Andreotti, nel suo libro: “A ogni morte di Papa”, parlando di quella riunione, riferisce che uno degli intervenuti gli disse, “tra il serio e il faceto, che c’era già la maggioranza canonica” (49)!


7° - Il Monsignore Annibale Bugnini




Paolo VI affidò a lui l’esecuzione della “rivoluzione liturgica”; a lui, che Papa Giovanni XXIII aveva allontanato dall’Ateneo Pontificio in cui insegnava!
Ma Paolo VI lo richiamò, nominandolo primo Segretario del “Concilium ad exequendam Constitutionem de Sacra Liturgia”, e, poi, Segretario della “Congregazione per il Culto Divino”.
Ma quando un Cardinale presentò a Paolo VI le “prove” dell’appartenenza di Mons. Bugnini alla Massoneria (50), Paolo VI fu obbligato ad allontanarlo da Roma (e perché non deporlo?) inviandolo come “pro-nunzio” a Teheran (Iran).
Per comprendere chi era questo Monsignore massone, rivoluzionario della Liturgia, si legga quanto “Avvenire” - “Informazione religiosa” (del 24 febbraio 1973, p. 5) riportava:
«(…) Due cerimonie, (Messa per gli alunni delle scuole cattoliche, e Messa dei giovani)… destinate anche a restare un esempio di sperimentazione liturgica, attentamente studiata e correttamente realizzata: prima, con danze sacre e un’anafora preparata per l’occasione; poi, con accompagnamento di una vera e propria orchestra “pop”. Dopo aver assistito alle due liturgie, Mons. Annibale Bugnini, segretario della Congregazione per il culto divino, ha detto che si è trattato del punto culminante della celebrazione; un ottimo esempio di soluzione per l’ultimo dei problemi che dovrà risolvere il movimento liturgico: il ricupero alla liturgia di un tradizionale segno del sacro, qual è la danza, e l’impiego di nuovi strumenti e canti, adatti alla mentalità dei giovani di oggi»!
Era ed è un “piano massonico”, destinato a divenire una triste e desolante realtà!..


8° - Il Vescovo Paolo Marcinkus





Fu Presidente dell’“Istituto Opere di Religione” (= lo “IOR”). È anch’Egli elencato tra i “presunti massoni”, della “lista Pecorelli”, con i “dati”: Iscrizione: 21/8/1967; Matricola: 43/649; Monogramma: MARPA. Fu implicato in oscure vicende finanziarie, in strettissima collaborazione con la Framassoneria (51).

***

Ovviamente, per ragione di spazio, i nomi dei Prelati iscritti alla massoneria che ho qui riportati, non sono esaustivi. Non sono solo quelli citati, i nomi che figurano nei ranghi di comando di Paolo VI, ma anche parecchi altri.
Qui ci basta sottolinearne altri due di maggior rilievo: il card. Köenig e il card. Liénart.


9° - Il Cardinale Franz Köenig





Questo “cardinale massone” fu arcivescovo di Vienna, dov’era Primate. Ebbene, Egli si ebbe due “processi civili”, in entrambi dei quali venne riconosciuta la Sua appartenenza alla Massoneria. (Non subì alcuna condanna solo perché la “Massoneria”, in Austria, è legalmente riconosciuta!).
Fu uno scrittore tedesco,E. K., che “ha potuto provare”, in tribunale, l’appartenenza del card. Köenig alla Massoneria. Se fosse stata, la sua, un’accusa falsa, il tribunale lo avrebbe condannato a un anno di prigione per “falsa testimonianza”; invece, non si ebbe neppure una multa (52)!
Il giornale cattolico “DRM”, a firma del direttore Benedikt Günther, parlò di quel “processo” che il Cardinale aveva intentato contro quell’insegnate e scrittore tedesco, E. K., il quale, però, “poté provare l’appartenenza alla Loggia massonica del cardinale Köenig”. Ma il direttore scrisse anche che già il 18 aprile 1967, un altro scrittore tedesco aveva informato il Cardinale di uno scandalo nella chiesa parrocchiale di Vienna-Hetzendorf, in cui v’erano tre stendardi blasfemi, dipinti per ordine di un massone d’alto grado, ma che il Cardinale, per oltre dieci anni, non diede mai alcuna risposta a quella lettera! Comunque, quel Direttore di “DRM”, nella sua “lettera raccomandata”, ribadisce che, in quel “processo” al Cardinale “è stata data la prova della Vostra appartenenza alla Loggia Massonica”!.. mentre contro quello scrittore non fu emessa alcuna condanna!.. E termina la sua lettera invitando il cardinale Köenig, per la salvezza della sua anima, “ad uscire subito dalla Loggia Massonica”!
Un’altra contro-prova che era “massone”, può essere anche il “fatto” del card. Köenig quando mandò un Suo “saluto” al Convegno di Assisi, il 22 agosto 1988.
L’inventore di quel “Concilio della pace” fu il rappresentante del “New Age”, Heizsafrer, il quale mira all’avvento di una “religione mondiale”, che è proprio il piano massonico (53).
Ebbene, il “massone” cardinale Köenig inviò un suo “saluto” al detto Convegno!
Da notare che la “vera Pace” del card. Köenig è nella “Nuova Spes”, che prevede un “Nuovo Ordine Internazionale”. Una “pace”, cioè, che corrisponde alla nuova immagine massonica dell’“uomo nuovo”!(54)
Persino lo storico ufficiale della Massoneria Italiana, prof. Aldo Mola, indica Köenig come appartenente alla Massoneria - sulla base di informazioni di un “altissimo e ottimamente informato dignitario giustinianeo” - come membro di una Loggia coperta romana (55).
Un’altra gravissima prova, a suo carico, può essere anche questa: che Lui, assieme al Gran Maestro Delegato della massoneria austriaca, Dott. Kurt Baresch,  fu il promotore della Commissione che approvò la “Dichiarazione” di Lichtenau del 5 luglio 1970, scritta da Rolf Appel, membro del Senato delle Grandi Logge Riunite della Massoneria tedesca. Fu elaborata e sottoscritta da una Commissione mista massonico-cattolica. Inizia con una invocazione al “Grande Architetto dell’Universo”, ossia al dio (!!) della Massoneria, e conclude auspicando la revoca di tutte le innumerevoli condanne emesse dalla Chiesa Cattolica contro quella sètta, specie dei canoni del Codice di Diritto Canonico del 1917, che comminano ai massoni la “scomunica”!
Infine, non si dimentichi che, in Concilio, fu il card. Köenig che raccomandò ai Padri conciliari di “prendere, finalmente, in considerazione le idee (!!) (di stampo massonico!) di Teilhard de Chardin sull’evoluzionismo”!


10° - Il cardinale Achille Liénart





Figura come “massone” in varie liste, come in “Introibo” del luglio 1976 e sul settimanale italiano “Il Borghese”.
Fu “iniziato” alla Massoneria a Cambrai nel 1912, e nel 1924 fu elevato addirittura al 30° grado del rito scozzese antico e accettato.
Il framassone Monsieur B., (guarito, poi, a Lourdes il 19 luglio 1932, e la guarigione fu riconosciuta anche dal “Bureau des Constatations” il 18 luglio 1933!) ha narrato che, ai tempi in cui egli frequentava le Logge, vi incontrava il card. Liénart!
Da sapersi che fu il card. Liénart che il 14 ottobre 1962, durante la Prima Seduta dei lavori del Vaticano II, diede inizio alla ribellione contro gli “schemi” di studio e lavoro che avevano preparati le varie Commissioni della Curia Romana, respingendo anche i nomi che la Curia aveva proposti per la composizione delle varie Commissioni (56).
Il card. Liénart, poi, fu anche uno dei Capi di quel gruppo, organizzato, di Padri conciliari del Nord Europa, d’indole liberale, che presero il timone del Concilio, pilotandolo verso quei lidi, nuovi e inattesi, che stanno ancora distruggendo la Chiesa!
È ben comprensibile, allora, che quel cardinale massone, sul letto di morte, abbia esclamato: «Umanamente parlando, la Chiesa è perduta!» (57).

***
A questo punto, forse qualcuno si domanderà se l’autenticità di quelle “liste massoniche” sia stata verificata o no, perché sarebbe sconvolgente che la Massoneria, da sempre condannata ed esecrata dalla Chiesa di prima del Vaticano II, abbia, oggi, dopo Paolo VI, acquistato un potere così smisurato - anche se ancora occulto e incontrollabile! - sull’intera Chiesa cattolica! Perciò, prima di chiudere il nostro tema sull’apertura di Paolo VI alla Massoneria, sarà opportuno che diciamo una parola sugli elementi che possediamo a comprova dell’autenticità di quelle “liste” che furono oggetto anche di discussioni.

Inanzitutto, sarà opportuno soffermarci sulla questione del “segreto” di quella sètta libero-muratoria, perché la Massoneria è sempre stata ed è tuttora una “Società segreta”, le cui opere sono fatte all’insaputa di tutti, e i cui membri rimangono circondati dal più rigoroso mistero.
Questo è stato dimostrato, recentemente, anche dalla nota vicenda della P2, nella quale si trovavano persone dalle più diverse e anche contradditorie etichette, sia politiche che ideologiche.
È, quindi, una vera dabbenaggine affermare che la P2 era una Loggia “deviata”, quando lo stesso storico ufficiale della Massoneria Italiana, il prof. Aldo Mola, in una “intervista” a “Il Sabato” del 26 settembre 1992, ha affermato che la P2 «non fu una loggia deviata, ma si dovette sacrificarla perché non si scoprisse che la vera Massoneria era coperta»!

Chiarito questo, passiamo a parlare dell’attendibilità della “lista” principale, apparsa su “OP” (= Osservatore Politico) del 12 settembre 1978, susseguente, quindi, a quella uscita su “Panorama” del 10 agosto 1976.

Perciò, facciamo notare :

1° - che alcuni Cardinali chiesero chiarezza sulle liste, e che Paolo VI fu costretto a farlo, affidando l’incarico a Mons. Benelli, il quale, a sua volta, incaricò il Generale dell’Arma dei Carabinieri, generale Enrico Mino (58). Questi, sulle basi degli aggiornamenti fatti, espresse il suo convincimento che l’elenco fosse vero (59).
Anche il card. Siri si servì del generale Mino, verso la metà del 1977, per accertamenti su “Panorama”. Purtroppo, il generale trovò la morte, il 31 ottobre di quell’anno, in Calabria, sul monte Rovello, in circostanze più che sospette(60), portando nella tomba ogni risultato della sua inchiesta. Ma restano, tuttavia, delle misteriose telefonate, in cui Licio Gelli, (Venerabile della Loggia P2) parlava della “successione” al generale Mino, prima ancora che il Generale subisse quel tragico incidente!

2° - la “lista Pecorelli” trovò credito anche in Vaticano dove un giovane impiegato - nipote di un Religioso (p. P. E.) (molto noto!) - aveva consegnato una serie di scottanti “documenti” a Mons. Benelli, allora Sostituto della Segreteria di Stato, il quale lo fece giurare «che non stava mentendo su un argomento così grave!» (61). Delle fotocopie di quei “documenti” ne era in possesso anche il cardinale Staffa (62). Io ebbi “assicurazione” di questo “fatto” da un Cardinale di Curia (63), il quale, poi, mi diede anche alcune fotocopie di quegli stessi “documenti”!

3° - i “Numeri di tessera”, riportati sulla “lista Pecorelli”, conferiscono
un tono più che di credibilità, perché Pecorelli era membro della P2 (e perciò ben addentro alle “segrete cose”!), ma anche perché, con quella lista, Egli aveva invitato l’appena eletto Papa Luciani a un rigoroso controllo, ritenendo di offrire un valido contributo alla chiarezza nella stessa Chiesa Cattolica. Comunque, quella “lista” avrebbe dovuto scatenare o una pioggia di smentite o una epurazione nelle file ecclesiali. Invece, di “smentite” neppure una! di “epurazione”, poi, non ne ebbe neppure il tempo il neo-eletto Pontefice, forse anche “perché” Papa Luciani, “che aveva manifestato l’intenzione di metter mano alla questione dello IOR e di far chiarezza in merito alla lista dei presunti Prelati iscritti alla Massoneria”, morì anche Lui in circostanze e modi ancora ignoti!(64)
Per di più, anche Mino Pecorelli, l’Autore di quella “lista”, fu anch’egli freddato a colpi di pistola, pochi mesi dopo, e cioé il 20 marzo 1979; e così, con lui, furono sepolti anche tutti gli altri “segreti” che Egli possedeva di quella sètta massonica!

Ora, ci si può domandare: perché tutti gli “elencati” in quella “lista massonica” non si sono mai uniti tra loro per smentire quella denuncia pubblica, che portava tanto di “dati” (Iscrizione, Matricola, Monogramma), chiedendo ai tribunali un’indagine chiarificatrice, almeno sull’analisi grafologica delle sigle in calce ai documenti?
Come non riconoscere, allora, che quella mancanza di smentite e quel prolungato silenzio sono più che eloquenti a rivestire un valore indiziario di grandissimo rilievo?
L’unico ad essere defenestrato fu - come dicemmo - mons. Bugnini, l’Autore principale di quella rivoluzionaria riforma liturgica che ha sconvolto, in forma luterana, il rito bimillenario della Santa Messa, ma fu solo dopo la presentazione a Paolo VI delle “prove” della Sua appartenenza alla sètta massonica, che fu allontanato da Roma e inviato come “pro-nunzio” in Iran!
Comunque, un’altra grave conferma della “lista Pecorelli” apparve anche sul settimanale “OGGI” del 17 giugno 1981, già citato, sotto il titolo: “Salvini mi confidò nomi di insospettabili”. È un’intervista dell’avv. Ermenegildo Benedetti, di Massa Carrara, già “Grande Oratore” del “Grande Oriente d’Italia”, e quindi il numero 2 della Massoneria Italiana! Ebbene, in quell’intervista, Egli disse:
«Si diceva di mons. Bettazzi, di mons. Casaroli, del cardinale Poletti, di padre Caprile, scrittore di “Civiltà cattolica”, e del vescovo Marcinkus, l’uomo delle finanze vaticane, il cosidetto “banchiere di Dio”. Di questa gente si è cominciato a parlare dal 1970 in poi. Sia chiaro: non erano chiacchere di corridoio; erano “informazioni” riservate che ci scambiavamo noi dei vertici della massoneria italiana!».

E qui, si noti:
1° che i nomi da lui proferiti sono tutti riscontrabili nella “lista Pecorelli”;
2° che non si trattava di “voci”, ma bensì di “informazioni riservate”, correnti tra i vertici della Massoneria Italiana.

Ebbene, nessun Prelato in causa è mai intervenuto a querelare l’alto dignitario massonico, nonostante l’ampia diffusione, su scala nazionale, di quel settimanale!

***

Il tema di questa nostra indagine può fermarsi anche qui, alla “talpa” Pecorelli, che seppe infiltrarsi negli archivi del “Grande Oriente” e sottrarne quei documenti riservati! Delineati, così, i limiti del nostro lavoro, possiamo comprendere anche l’interrogativo che, certamente, sorgerà in molte intelligenze:
«Se tale era la situazione del 1976-78, chi era, allora, Paolo VI da consegnare la Chiesa in mano a una così poco stimabile staff di Cardinali e Vescovi, radicalmente diversi da quelli che li precedettero? ».
 Interrogativo sconvolgente, che mi richiama, subito, uno scritto del Principe Scotersco, cugino germano del Principe Borghese, presidente del Conclave che elesse Montini a Supremo Pontefice; uno “scritto” che contiene le seguenti informazioni sul Conclave del 21 giugno 1963:
«Durante il Conclave, un Cardinale uscì dalla Cappella Sistina, incontrò i rappresentanti dei B’nai B’- rith, annunciò loro l’elezione del cardinale Siri. Essi risposero dicendo che le persecuzioni contro la Chiesa sarebbero riprese immediatamente. Ritornando al Conclave, egli fece eleggere Montini»!

Leggendo questo libro si puo' capire il perchè sia servito a fermare una Beatificazione scandalosa e ci fa intendere molto chiaramente in che mani si trova la Chiesa da oltre quaranta anni...

Il cristianesimo, la Chiesa di Gesù Cristo, Corpo mistico suo, è eminentemente glorificazione di Dio. Satana che è contro la gloria di Dio, fin dal suo nascere gli ha mosso guerra spietata. Questa guerra l’ha continuata nei secoli, e dopo la grande sconfitta avuta con il trionfo della Chiesa e del regno di Dio in terra, la riprenderà con grande ira, sapendo di aver poco tempo.
Per questo la gran voce del Cielo gridò, dopo la sconfitta che san Michele e i suoi angeli inflissero a satana e ai suoi satelliti: Guai alla terra e al mare, perché il diavolo discende a voi con grande ira (Ap 12,12). Nel suo terribile furore egli cumulerà in un’unica lotta tutti gli sforzi fatti nei secoli, e di conseguenza i caratteri dell’ultima lotta rispondono a quelli dei combattimenti ingaggiati dal dragone durante tutta la vita della Chiesa. 

Satana si è servito sempre dei re per irrompere contro la Chiesa, e dei falsi progressi della scienza e della civiltà per distruggerne la vita e paralizzarne l’azione. La sua lotta è stata subdola e continua, e a poco a poco ha tentato laicizzare le nazioni cristiane, e dissolvere la vita morale dei popoli con gli spettacoli inverecondi e le mode indecenti, vere immagini della bestia, animate dal suo spirito, e aventi sul labbro le sue parole.

Chi segue storicamente la vita della Chiesa fin dal suo nascere vi trova in ogni epoca i caratteri della lotta diabolica, e per questo molti hanno identificato l’anticristo con gli imperatori romani, con Giuliano l’apostata, con Lutero, Calvino, Napoleone, e nei nostri tempi con Stalin, Hitler e persino con Mussolini. L’identificazione non è esatta, perché l’anticristo, in quanto persona determinata, sorgerà nell’ultimo periodo della vita della Chiesa e avrà breve durata; ma, come in ogni epoca della vita della Chiesa c’è stato da parte di satana l’anticristianesimo, così c’è stato anche qualche corifeo più esiziale che lo ha promosso, e che in certo modo può riguardarsi come l’anticristo.

Abbiamo così sempre sulla scena del mondo le due bestie, quella del mare, l’imperialismo anticristiano, quella della terra, l’errore e la seduzione, e un personaggio che si rende eminentemente sovvertitore dei popoli, insidiatore della fede e del costume cristiano, e provocatore dell’apostasia dei popoli, e delle anime da Dio.

Nessuno potrà negare, per esempio, la funzione di anticristo dei persecutori della Chiesa, dei re di Persia, di Maometto e dell’imperialismo turco, di Lutero e del protestantesimo, di Robespierre e della rivoluzione francese, di Carlo Marx e del comunismo, di Hitler e del nazismo, di Loisy e del modernismo, del razionalismo, del criticismo e dello scientificismo.
Tutti questi esiziali movimenti di popoli e di pensiero hanno avuto i loro regni e le loro potenze coronate, come hanno avuto i loro falsi profeti, disseminatori di errori. Hanno suscitato l’ammirazione, perché hanno avuto un tristo fascino sui popoli; il timore perché sono sembrati irresistibili e fatali, ed hanno avuto manifestazioni di violenze, di bestemmie e di persecuzioni che hanno gettato il lutto e la desolazione nella Chiesa.

L’anticristianesimo e i suoi corifei, tanto nel campo politico, che culturale è stato un assalto che si è andato sempre più stringendo e serrando contro la Chiesa, fino a raggiungere l’apostasia moderna, che è spaventevole, e della quale tanto poco ci accorgiamo, precisamente perché siamo in un ambiente saturo di violenze e di errori che hanno avvelenato le nazioni e le stesse anime legate alla Chiesa.

Il male ha preso tale sopravvento nel mondo, l’errore e l’ignoranza religiosa dominano talmente gli spiriti, le violenze e le persecuzioni contro la Chiesa sono così sfacciate, che non si vede come si potrà uscire da questo baratro. Eppure il Signore trionferà anche su questa terra in questi momenti, e noi aspettiamo con incrollabile fede la manifestazione del regno di Dio per i due testimoni che attendiamo, e per i quali la bestia sarà piagata a morte.

Dopo un periodo di prosperità spirituale che avrà profonde influenze anche sulla vita materiale e sulla civiltà, il male riprenderà il suo ascendente, gli imperi e i regni ritorneranno all’apostasia, gli errori soffocati dalla luce della verità riprenderanno il loro dominio, le arti della seduzione delle anime raggiungeranno eccessi mai visti, ed ecco su tutta questa marea d’iniquità levarsi l’uomo della perdizione e del peccato, l’anticristo propriamente detto, il servo di satana, che per quarantadue mesi trionferà, tormenterà la Chiesa, vincerà i santi, e poi sarà sconfitto per sempre.

Verrà il Giudizio universale; risorgeranno i morti, compariranno tutte le genti innanzi a Gesù Cristo giudice, la giustizia sarà piena, la gloria di Dio sarà manifesta, la Chiesa sarà trionfante, trasfigurata, splendente in tutta la sua soprannaturale bellezza, e inizierà il regno eterno di Dio. Satana avrà perso per sempre la sua battaglia, il male sarà definitivamente sconfitto, e la terra, purificata dalle ultime tremende piaghe, sarà rinnovata perché in una nuova vita serva ancora alla gloria di Dio.

Servo di Dio Don Dolindo Ruotolo



Fonte: visto su NON POSUMUS  del  15 luglio 2011



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