lunedì 28 gennaio 2013

AI PIEDI DEL...




Ai piedi dell’invidia per gridare come ingiustamente siamo stati trattati,
in verità, per far sentire tutti gli altri, Dio compreso, ingiusti e cattivi.


Ai piedi del giudizio per dimostrare di avere ragione e avere l’appoggio degli altri, 
in verità, per far sentire gli altri in torto, e togliere loro il consenso. 


Ai piedi dell’ambizione per essere ciò che gli altri non sono,
in verità, per impedire agli altri di essere quello che potrebbero essere.


Ai piedi del passato per ripetersi come sarebbero dovute andare le cose,
ai piedi del futuro per ripetersi come dovrebbero andare le cose,
in verità, per pensare male di Dio, della vita, di se stessi e degli altri, e per non vivere il presente.


Ai piedi della competizione per avere successo e gratificazione,
in verità, per togliere successo e gratificazione agli altri.


Ai piedi della gara per avere l’elogio e il primo posto,
in verità, per togliere elogio e primo posto agli altri.


Ai piedi dell’avidità per avere la soddisfazione di avere tutto,
in verità, per avere la soddisfazione di togliere tutto agli altri.


Ai piedi del possesso per avere spazio dentro gli altri,
in verità, per togliere spazio agli altri e assoggettarli a noi.


Ai piedi della sete di dominio per avere potere,
in verità, per togliere potere agli altri.


Ai piedi delle aspettative altrui per avere legittimazione dagli altri,
in verità, per assicurarsi l’eredità dello spazio altrui.


Ai piedi della ricchezza perché nulla manchi,
in verità, perché manchi ogni cosa agli altri.


Ai piedi del lusso per avere il riconoscimento e lo sguardo degli altri,
in verità, per distogliere il riconoscimento e lo sguardo degli altri dagli altri.


Ai piedi della morale e della legge per ottenere l’omologazione degli altri,
in verità, per togliere loro il premio e la ricompensa. 


Ai piedi della reputazione per ottenere l’approvazione, l’apprezzamento degli altri,
in verità, per togliere agli altri l’approvazione, l’apprezzamento da parte degli altri.


Ai piedi della prepotenza per ottenere tutto senza chiedere, 
in verità, per togliere agli altri la possibilità di dissentire. 


Ai piedi della violenza per sentirsi forti e onnipotenti, 
in verità, per far sentire gli altri deboli e inermi. 


Ai piedi della rabbia per far comprendere la gravità della ferita ricevuta, 
in verità, per far sentire gli altri insensibili, incapaci di capire e comprendere. 


Ai piedi dell’egoismo per fare quello che interessa e che fa comodo, 
in verità, per far fare agli altri quello che ci interessa e ci fa comodo. 


Ai piedi dei legami, degli affetti, delle relazioni familiari per non sentirsi soli,
in verità, per creare dipendenza e sottomissione.


Ai piedi dell’ego per avere tutto e ogni cosa,
in verità, per togliere tutto e ogni cosa agli altri.

È tutto un gettarsi ai piedi di qualcosa e di qualcuno per ottenere qualcosa o qualcuno.

Dopo aver provato che gettarsi ai piedi di qualcosa e di qualcuno non comporta alcun vantaggio reale per la vita, sperimentabile in gioia, felicità, pace, benessere veri, la vita dell’uomo è diventata tutto un gettarsi ai piedi di chiunque e di qualsiasi cosa per togliere agli altri ciò che non riesce a ottenere per sé.
Tutto quello che l’uomo,  gettandosi ai piedi dell’ego, compie per ottenere tutto e ogni cosa, in verità lo fa per togliere tutto e ogni cosa agli altri.



Fonte: tratto da http://www.peopleinpraise.org;  del 24 gennaio 2012


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