lunedì 27 febbraio 2012

SAN GIOVANNI LUPATOTO. IL PAESE FESTEGGIA DON LEONE PORRA, PARROCO EMERITO DEL BUON PASTORE, HA DATO VITA A MILLE INIZIATIVE PER AIUTARE GLI ALTRI

Don Leone davanti alla foto della chiesa del Buon Pastore (FOTO AMATO)

Sacerdote da sessant´anni, ha chiesto di non comprare regali ma di fare offerte ad Annalisa, bimba affetta da una rara malattia

Don Leone  Porra festeggerà tra qualche settimana i suoi 60 anni da sacerdote (è stato ordinato nel marzo 1952) e ha da poco girato la boa dei 50 anni di presenza pastorale a San Giovanni Lupatoto. 

L´anniversario del cinquantesimo, per esplicita volontà del sacerdote, è passato un po´ in sordina.  Per i 60 anni dall´ordinazione don Leone ha già espresso un´indicazione: nessun regalo.   Chi vuole donare qualcosa può fare la sua offerta ad Annalisa, la bimba lupatotina di 3 anni affetta dalla nascita da lissencefalia, una malattia rara (al momento non curabile) che aggredisce il cervello e la corteccia cerebrale. A rendere nota questa volontà è stato dal pulpito don Gianpaolo Marcucci, attuale parroco del Buon Pastore.

Don Leone non è nuovo a questi atti di generosità. L´ottantacinquenne sacerdote, di origini vicentine, è arrivato in paese nel maggio 1961.  A mandarlo a San Giovanni fu il vescovo Giuseppe Carraro che vedendo la voglia di fare del giovane sacerdote, decise di metterlo alla prova in una realtà in turbolenta crescita com´era il paese nei primi anni Sessanta. 


A riceverlo, in quel maggio 1961, fu il parroco dell´allora unica parrocchia del capoluogo, monsignor Aldo Gobbi, un prete di carattere, poi diventato vescovo di Imola. A Don Leone, che gli aveva fatto capire di essere disponibile anche ad assumersi responsabilità fuori dalla parrocchia, monsignor Gobbi propose nel 1967 di fare il parroco della costituenda parrocchia del Buon Pastore, destinata a presidiare la zona di espansione residenziale e industriale del paese. Don Leone cominciò a mettere in atto iniziative per certi aspetti dirompenti. Per pagare la nuova chiesa avviò la raccolta della carta nella quale coinvolse per alcuni anni oltre cento giovani della parrocchia. 

Dopo qualche anno fondò anche un´associazione di volontari per l´assistenza agli ammalati.
Poi scoprì la passione per la bicicletta che lo portò in escursione ciclistica fin sul Pordoi.  
Nel 1980 una grave malattia alla vista, causata da una botta in testa presa in seguito alla caduta di una balla di carta, lo costrinse a lasciare la guida della parrocchia. Don leone rischiò di perdere la vista e fu costretto a peregrinare per vari ospedali, assistito da decine di persone, quelle alle quali aveva insegnato ad assistere gli altri.


Ma chi pensava che si mettesse in pensione sbaglia di grosso. Iniziò ad assistere i carcerati e poi cominciò a collaborare con una tivù locale, proponendo ai telespettatori un quiz settimanale sul Vangelo.


Un´idea talmente curiosa da farlo arrivare sugli schermi nazionali fino al Maurizio Costanzo Show. L´esperienza successiva fu con i tossicodipendenti, per i quali creò a Bovolone una casa di accoglienza.
Poi scoprì che facendo il radioamatore poteva contattare tanta povera gente (passione ultimamente evoluta in Internet) e da qui partirono anche molte iniziative di aiuto per persone bisognose. L´ultima invenzione del parroco emerito del Buon Pastore è stata quella di diventare cappellano del centro sportivo comunale.
L´obbligo impostogli dai medici di abbandonare la bicicletta, lo ha fatto avvicinare alla piscina e alla palestra di viale Olimpia.


«Il legame con il paese?», dice Don Leone. «Dopo Cristo e la Madonna nel mio cuore c´è San Giovanni Lupatoto. Questo paese mi ha dato tutto». 

La comunità lupatotina, legatissima a questo prete che non è solo un organizzatore ma anche un grande predicatore, gli vuole molto bene. Di questo si è accorta anche il Comune che qualche anno fa gli ha conferito la qualifica di cittadino onorario e le chiavi della città. Anche perché quelle del cuore dei lupatotini, don Leone le aveva già.

LA CHIESA DEL BUON PASTORE 
FU PAGATA 
CON LA CARTA

La chiesa del Buon Pastore sorse su un prato lungo via Enrico Toti fra il 1966 e il 1967. L´edificio sacro nasceva bello e grande ma bisognava pagarlo.
Don Leone ebbe l´idea di finanziare la spesa con la raccolta delle carta. Così una domenica al mese per due anni la raccolta delle carta a cura dei ragazzi dell´Osa (Organizzazione sempre amici, fondata da don Leone e costituita da un centinaio di adolescenti) che passavano per il paese su camion e furgoni fu destinata alla chiesa. La carta da macero veniva conferita alla cartiera Saifecs che la pagava alla parrocchia. Questa iniziativa fruttò in pochi anni quasi 100 milioni di lire, pari al 95% della spesa per costruire la nuova chiesa e il parco giochi.
Don leone con la sua tuta da operaio era al fianco dei ragazzi che lavoravano. Poi acquistò un´Ape e continuò, aiutato da qualche volontario, a raccogliere carta e cartoni, sempre con il sorriso sulle labbra e svolgendo anche la sua opera pastorale. Oggi il sacerdote quando passa davanti alla chiesa dove tuttora celebra la messa le dice «Ciao, putina» che in vicentino sta per «Ciao bambina». R.G.

Fonte:  srs  di Renzo Gastaldo, da L’Arena di Verona, di  sabato 25 febbraio 2012, PROVINCIA, pagina 35. (FOTO AMATO)


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