martedì 31 gennaio 2012

SE I PRECARI SAPESSERO LA VERITÀ SULLE LORO PENSIONI RISCHIEREMMO UNA RIVOLTA


Era l’ottobre del 2010 quando il Presidente INPS Antonio Mastrapasqua, dichiarò che "se i precari sapessero la verità sulle loro pensioni rischieremmo una rivolta"...

Invece purtroppo non è così. I precari ora sanno bene che avranno una pensione DA FAME, ma nessuno se ne lamenta, quasi come se questa realtà non li riguardasse, un fatto percepito "distante" come il fumatore che sa benissimo che le sigarette fanno malissimo e che provocano il cancro, ma continuano a fumare...

Fino  a quando non ci "BATTIAMO LA TESTA", le cose non si capiscono... ma quando la sbatteremo sulle pensioni, saremo troppo anziani per "farci sentire"... come i nostri anziani che oggi sono costretti a sopravvivere con la pensione minima. E i politici si approfittano di questo problema CULTURALE, quando devono approvare una legge scomoda, ne posticipano l'entrata in vigore di pochi anni e il gioco è fatto; come se dopo tre, quattro o cinque anni che sia, la cosa non ci riguardasse comunque! Se riguarda gli altri, ce ne freghiamo, anzi qualcuno quasi ci gode...

I PRECARI SARANNO SENZA PENSIONE

Di Eleonora  Bianchini

La notizia è arrivata e conferma la peggiore delle ipotesi. Rimarrà sotto traccia per ovvi motivi, anche se in Rete possiamo farla circolare. Se siete precari sappiate che non riceverete la pensione. I contributi che state versa non servono soltanto a pagare chi la pensione ce l'ha garantita. Perché l'Inps debba nascondere questa verità è evidente: per evitare la rivolta. Ad affermarlo non sono degli analisti rivoluzionari e di sinistra ma lo stesso presidente dell'istituto di previdenza, Antonio Mastropasqua che, come scrive Agoravox, ha finalmente risposto a chi gli chiedeva perché l'INPS non fornisce ai precari la simulazione della loro pensione futura come fa con gli altri lavoratori: "Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale".

Intrage scrive che l'annuncio è stato dato nel corso di un convegno: la notizia principale sarebbe dovuta essere quella che l'Inps invierà, la prossima settimana, circa 4 milioni di lettere ai parasubordinati, dopo quelle spedite a luglio ai lavoratori dipendenti, per spiegare come consultare on line la posizione previdenziale personale. Per verificare, cioè, i contributi che risultano versati.

La seconda notizia è che non sarà possibile, per il lavoratore parasubordinato, simulare sullo stesso sito quella che dovrebbe essere la sua pensione, come invece possono già fare i lavoratori dipendenti. Il motivo di questa differenza pare sia stato spiegato da Mastrapasqua proprio con quella battuta. Per dire, in altre parole, che se i vari collaboratori, consulenti, lavoratori a progetto, co.co.co., iscritti alla gestione separata Inps, cioè i parasubordinati, venissero a conoscenza della verità, potrebbero arrabbiarsi sul serio. E la verità è che col sistema contributivo, i trattamenti maturati da collaboratori e consulenti spesso non arrivano alla pensione minima.

I precari, i lavoratori parasubordinati come si chiamano per l'INPS gli "imprenditori di loro stessi" creati dalle politiche neoliberiste, non avranno la pensione. Pagano contributi inutilmente o meglio: li pagano perché l'INPS possa pagare la pensione a chi la maturerà. Per i parasubordinati la pensione non arriverà alla minima, nemmeno se il parasubordinato riuscirà, nella sua carriera lavorativa, a non perdere neppure un anno di contribuzione.
L'unico sistema che l'INPS ha trovato per affrontare l'amara verità, è stato quello di nascondere ai lavoratori che nel loro futuro la pensione non ci sarà, sperando che se ne accorgano il più tardi possibile e che facciano meno casino possibile.
Quindi paghiamo i nostri contributi che non rivedremo sotto forma di pensione. Se reagiamo adesso, forse, abbiamo ancora la speranza di una pensione minima.

FONTE: da srs di Eleonora Bianchini; lunedì 11 ottobre 2010;
 liberamente tratto da  Blogosfere e NOCENSURA



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