venerdì 3 giugno 2022

2 GIUGNO, VINSE LA REPUBBLICA: SENZA BROGLI?


 

Il 2 giugno ricorre la più “recente” tra le feste nazionali, la Festa Della Repubblica, che ricorda il referendum del 1946 che vide la vittoria della repubblica sulla monarchia. I risultati ufficiali del referendum istituzionale furono: repubblica voti 12 718 641 (pari a circa il 54,27% delle schede convalidate), monarchia voti 10 718 502 (pari a circa il 45,73% delle schede convalidate). Questo avvenimento è considerato importante nella Storia italiana anche perché fu la prima volta che in Italia votarono anche le donne (va detto che nel pre-unitario Granducato di Toscana il suffragio femminile risaliva ad un secolo prima, addirittura al 1849).

 

Da anni però grava un sospetto su questo referendum riportato ad essere festa nazionale da Carlo Azeglio Ciampi nel 2001 dopo che era stata soppressa dalla legge n. 54 del 5 marzo 1977. Il famoso sospetto sui brogli elettorali. Non è la prima volta che si sospettano brogli elettorali nelle date cruciali della Storia italiana: molta enfasi viene infatti data ai presunti brogli dei plebisciti del 1860 per l’annessione dell’ex Regno delle Due Sicile al neonato Regno d’Italia (noto il cenno che ne fece Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel suo “Gattopardo” e la ripresa del fatto nel film di Luchino Visconti).



 

Ovviamente su internet i principali siti politici si affannano a smentire quella che definiscono una “leggenda”eppure il sospetto rimane. Anche a causa di varie testimonianze

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Gianpiero Beltotto ha riportato la testimonianza di suo padre Tommaso, brigadiere, che vide personalmente i sacchi con le schede truccate negli scantinati del Viminale, controfirmò la relazione del duca Giovanni Riario Sforza, comandante dei corazzieri reali, che descriveva i sacchi con la scheda già crocettata sulla voce Repubblica, e poi continuò la sua vita da carabiniere.

 

Della relazione di Riario Sforza si è venuto a sapere solo nel 2015, durante il processo per le trattative Stato-mafia. La relazione era finita nelle mani del generale Romano Dalla Chiesa, padre di Carlo Alberto, che ne ebbe per le mani forse una copia. Da qui potrebbero partire collegamenti a diversi altri misteri italiani.

 

Il carabiniere Tommaso Beltotto è morto nel 2001. “Quando in televisione on sui giornali qualcuno ipotizzava brogli nel referendum del 1946 sorrideva – racconta il figlio – c’é poco da ipotizzare, i brogli li ho visti”. L’unica cosa non chiarita in questa testimonianza è a cosa servissero effettivamente quelle schede: se a ribaltare il risultato in caso di vantaggio della monarchia o erano già state conteggiate come vere.

 

Cosa c’é di vero? Probabilmente non lo sapremo mai. Ma il precedente dei plebisciti del 1860 ci fa pensare che i brogli sono tutt’altro che inverosimili. Dato che non sappiamo come siano state utilizzate le schede di cui hanno parlato il brigadiere Beltotto e il duca Riario Sforza possiamo persino ipotizzare che siano rimaste inutilizzate perché la Repubblica ha effettivamente vinto. Cosa non inverosimile nonostante l’attaccamento alla monarchia delle popolazioni rurali allora maggioritarie: i Savoia avevano fatto una pessima figura l’8 settembre. Però comunque la volontà c’era.

Ci sono momenti in cui gruppi di potere decidono che la Storia deve prendere una certa piega, ad ogni costo. E’ stato così per i plebisciti risorgimentali, è stato quasi certamente così nella decisione di far prevalere Biden su Trump (la questione dei sacchi del Viminale ricorda molto i voti postali americani) e ci sono molti sospetti anche sulle elezioni italiane del 1948 e le elezioni russe del 1996.

 

Così fosse il Regno d’Italia, iniziato con dei brogli nel 1860, avrebbe terminato la sua vita con altri brogli nel 1946: quando si dice la legge del karma. Il 2 giugno, per una di quelle strane coincidenze della Storia, è pure l’anniversario della scomparsa di Giuseppe Garibaldi, il mazziniano repubblicano che si piegò a unificare l’Italia sotto lo scudo sabaudo (scatenando le ire del suo ex maestro Mazzini, repubblicano intransigente, e anche di Marx), morto a Caprera nel 1882.

Chissà, forse al vecchio Garibaldi, monarchico per forza ma intimamente repubblicano, anticlericale e con una vena di socialismo, questo epilogo non sarebbe dispiaciuto.

 

ANDREA SARTORI

 

 

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Fonte: da Visione TV del 2 giugno  2022

Link: https://visionetv.it/2-giugno-vinse-la-repubblica-senza-brogli/

 

 

 

 

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