lunedì 12 febbraio 2018

UN FRANCOBOLLO

  



 “ Il cliente ha sempre ragione”. 

 Ma come? dovrebbe aver ragione anche se non l’ha? E purtroppo gliela si deve dare per il semplice motivo che, se non gliela dai, perdi la vendita. 

 Ma che vada a quel paese lui e la sua ragione!

 Un detto che mi ha creato seri problemi fin da giovane. Se ben ricordo, ne presi tante da mio padre il giorno che volevo malmenare un vecchio che mi aveva fatto impazzire per una sola busta da lettera del prezzo di una lira. Avevo quattordici anni. I miei avevano la tabaccheria sull’angolo di Via Volturno. Era d’estate, di primo pomeriggio, e faceva un gran caldo. Ero atteso all’oratorio per la partita; ma l’uomo non si decideva a scegliere il tipo di busta. Spazientito lo minacciai, e mio padre me le suonò.

 Diventando vecchio son diventato perfino più tollerante anche con quelli che si atteggiano a competenti senza esserlo.

 Da qualche parte ho scritto che un buon commerciante deve intuire, nel più breve tempo possibile, oltre al gusto del cliente, il peso del suo portafogli. Ma, signori miei, che fatica al giorno d’oggi! La gente, oltre a non voler spendere, non vuol più accettare consigli, non solo, è talmente educata che, quando entra o esce dal negozio, non ti saluta nemmeno. Se poi t’avvicini mentre guarda la merce esposta e chiedi se vuole un aiuto, si spaventa e ti risponde che è entrata solo per guardare.

 Una volta, la gente si fidava maggiormente del commerciante che non è il filisteo che si crede. Se dà un consiglio non lo dà solo con gli occhi del guadagno. E credete a me: non viola affatto la millantata privacy. Ma veniamo all’episodio del francobollo che ha anticipato, in un certo qual modo, i comportamenti del pubblico dei nostri giorni.

 Alla morte improvvisa di mio padre, mio fratello andò a gestire l’ottica di papà sull’angolo di Via Bertesi a Cremona, e io sospesi di frequentare l’Università di Pavia e andai a dar una mano a mia madre nel negozio di tabaccheria in Corso Mazzini: quello che si trova tra l’arrotino sull’angolo e la cartoleria. 

 Sul lavoro, con mia madre ero in perfetta sintonia: bastava uno sguardo per intenderci sul prezzo e cosa offrire. C’era poi un tacito accordo: lei si dedicava ai clienti della sua età e io ai giovani.

 Un bel mattino verso le dieci, dopo che mia madre aveva servito dei sigari a un vecchietto e alla di lui  moglie una presa di tabacco da fiuto, entrò una signora. Io ero impegnato sul tavolo di fondo, alle prese con un accendino, quando sentii  la donna chiedere un francobollo per l’estero.

 - Scusi! Ma dove va?- chiese gentilmente mia madre.

 - Non faccia tanto la curiosa, mi dia un bollo che vada bene per l’estero.

 Alzai lo sguardo, e la vidi per la prima volta. Al di sotto dei cinquant’anni, con un viso grassottello aveva i fianchi da sembrare una damigiana.

 - Mi scusi! Se invece in Francia, dovesse spedirla per esempio in Argentina o in Australia, la tariffa è ben diversa, - rispose mia madre.

 - Mi dia un francobollo che vada bene per tutto il mondo.

 - Ma signora, come le ho già detto… -  

 - Mamma, - intromettendomi- la signora non vuol far sapere dove spedirà la lettera. Dalle un francobollo come se la spedisse il più lontano possibile... per esempio in Australia o in Argentina. Potrebbe ritornare un’altra volta e ti potrebbe sfuggire il nome del paese.

 - Ecco! Suo figlio ha capito benissimo. Non vorrei far sapere dove sta il mio amore.

 Guardai di nuovo con occhi compassionevoli la donna, trattenendomi dal sorridere, e rinunciando a immaginare quale fosse il suo amore. Mia madre comprendendo al volo la situazione, facendo finta di consultare un prezzario delle poste, dopo avermi fulminato con un’occhiata, sbottò: 

 - Trecentottanta.

 Sapevo che la massima tariffa era di centonovanta e che mamma l’aveva raddoppiata. Trattenni il sorriso, sopraffatto dal rancore per la malafede di quella bruttona. Fulminato dalla voglia di dar una mano a mia madre.

 - Mamma, se fossi in te ci metterei anche un altro francobollo da cento lire, per maggior sicurezza … Non si sa mai!... Metti caso che l’amore della signora non riceva la lettera? E poi, non vorrei mai che le Poste Italiane ci rimettessero.

 - Ecco! Mi dia anche quello, - aggiunse la donna.

 - Quant’è?

 - Quattrocentottanta lire! - e aggiunse - Visto che è stata così chiara mi permetto di attaccarglieli, - passando con gioia i cinque francobolli sulla lingua. 

Le Poste Italiane brindarono; ma la donna aveva ancora dubbi:

 - Ma è sicura che vadano bene per tutta la Terra?

 Mia madre fulminea:  

 - Come no? ... Con i bolli che ci ho messo, arriverà anche sulla Luna!


Fonte: srs di Enzo Monti del  8 agosto 2013




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