Assunzione di Cristo. Chiesa di Santa Maria in Organo,
Verona
RATZINGER E L'ASCENSIONE: "IL CIELO NON E' UNO SPAZIO,
MA UNA PERSONA: IL DIO-UOMO. QUINDI L'ASCENSIONE NON SIGNIFICA LA TEMPORANEA
ASSENZA DI DIO FRA NOI, MA LA FORMA NUOVA DELLA SUA PRESENZA, DOVUNQUE, PER
CIASCUNO".
"Che significato ha [...] l'ascensione al cielo di Cristo? Significa credere che in Cristo l'uomo [...] è entrato, in modo inaudito e nuovo, nell'intimità di Dio. Significa che l'uomo trova per sempre spazio in Dio."
Il cielo non è un luogo sopra le stelle [...]:
è il trovar posto dell'uomo in Dio e questo ha il suo fondamento nella
compenetrazione di umanità e divinità nell'uomo Gesù crocifisso ed elevato.
Cristo, l'uomo che è in Dio, è al tempo stesso il perpetuo essere aperto di Dio
per l'uomo.
Egli stesso è, quindi, ciò che noi chiamiamo
'cielo', poiché il cielo non è uno spazio, ma una persona, la persona di colui
nel quale Dio e uomo sono per sempre inseparabilmente uniti.
E noi ci avviciniamo al cielo, anzi, entriamo
nel cielo, nella misura in cui ci avviciniamo a Gesù ed entriamo in lui.
Pertanto, l''ascensione al cielo' può divenire
un processo che si verifica nella nostra vita di tutti i giorni.
[...] Per essi
[i discepoli], quindi, l'ascensione non possedeva quel significato errato che
noi abitualmente le assegnamo: la temporanea assenza di Cristo dal mondo.
Significava piuttosto la nuova, definitiva e insopprimibile forma della sua
presenza, in virtù della sua partecipazione alla potenza regale di Dio.
In tal senso, la teologia giovannea poté praticamente
presentare come tra loro intrecciati la resurrezione ed il ritorno di Cristo
[...]: nella resurrezione di Gesù, grazie alla quale egli è ora per sempre in
mezzo ai suoi, è già iniziato il suo ritorno"
.
Joseph Ratzinger,
(in "Dogma e predicazione").
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