di Warren Farrell.
UNA VISIONE COMPLESSIVA. QUANDO UN SESSO SOLTANTO VINCE, ENTRAMBI I SESSI
PERDONO.
Nell' Ottocento, negli Stati Uniti, se a commettere un
delitto era una donna, chi andava in prigione era il marito. E per la legge
inglese, se una famiglia contraeva dei debiti, era il marito a essere rinchiuso
nella prigione per debitori. Nelle questioni maschio-femmina, l' inconscio
legiferare degli uomini era programmato in modo da proteggere le donne. Quasi
sempre le leggi erano fatte dagli uomini, ma non per gli uomini.
In questo capitolo scopriremo che in un' epoca di pretesa
indipendenza femminile le leggi, una dopo l' altra, finirono per essere fatte
tenendo talmente conto della necessita' di proteggere le donne che, qualora i
diritti costituzionali di un uomo entrino in conflitto con la protezione di una
donna, nella maggior parte dei casi tali diritti non verranno rispettati.
Questo è ciò che accade legalmente. Ma ciò che accade
legalmente quasi sempre riflette ciò che accade a un livello psicologico più
profondo. Come vedremo, se il divorzio lasciava la donna priva del
marito-salvatore, molte donne si cercavano sostituti salvatori; e se il
divorzio lasciava l'uomo senza una fonte di amore, gli uomini gareggiavano per
ottenere l'amore di una donna, trovando modi nuovi per salvare le donne.
La ricerca del salvatore e la competizione per fare il
salvatore si presentavano sotto vari aspetti. Le donne della New Age passavano
dal padre al marito al guru; gli uomini facevano a gara per diventare il loro
guru. Le donne tradizionali passavano dal padre al marito a «Dio Padre»; gli
uomini facevano a gara per essere i loro «padri» (preti, ministri del culto,
sacerdoti, rabbini). Le femministe passavano dal padre al marito a varie
alternative: l'alternativa di provvedere a se stesse o di rivolgersi al massimo
salvatore - il governo come surrogato del marito; gli uomini fecero a gara per
trasformare il governo nel surrogato del marito.
I divorzi fecero nascere sodalizi di uomini (detti
legislature) che proteggevano collettivamente le donne quando altri uomini
(detti mariti) non proteggevano più le donne individualmente. Ciò significò un
appesantimento del carico fiscale, soprattutto su altri uomini, al fine di
trovare denaro soprattutto per le donne. Quando il divorzio priva le donne di
un marito che le protegge, l'inconscio collettivo continua però a volerle
proteggere.
E l'inconscio collettivo femminile tuttora vuole protezione.
Per esempio, un poliziotto di San Diego sta attualmente scontando una pena di
cinquantasei anni di prigione per aver violentato delle donne sulle spiagge
locali; la moglie è in causa con il dipartimento di polizia per ottenere le
entrate che il marito non può più assicurarle... si aspetta che il governo sia
il surrogato del marito. Ha intentato causa al dipartimento anche per averlo
assunto, tanto per cominciare... si aspetta che il governo giudichi il
carattere del marito meglio di quanto non avesse saputo fare lei.
Queste leggi fatte dagli uomini riflettono dei valori
maschili? In parte. I valori maschili consistono in parte nel proteggere le
donne più ancora che se stessi. Queste leggi sono forse fatte nell'interesse
degli uomini? In un certo sento. Gli uomini che vogliono l'amore di una donna
imparano a preoccuparsi degli interessi delle donne più che dei propri.
Il fatto che quasi tutti i legislatori siano uomini prova
forse che gli uomini sono i responsabili e possono scegliere quando tener conto
e quando non tener conto degli interessi femminili? In teoria è così. Ma in
pratica il sistema legale americano non può prescindere dall'elettore. E alle
elezioni presidenziali del 1992 il 54 per cento dei votanti era costituito da
donne, il 46 per cento da uomini. (Le donne rappresentano oltre 7 milioni di
voti in più rispetto agli uomini.)
Nell'insieme, il legislatore è per un elettore quello che
l'autista è per il datore di lavoro - entrambi hanno un incarico, ma entrambi
possono essere licenziati se non vanno dove viene loro detto di andare. Quando
sembra che i legislatori non proteggano le donne, quasi sempre è perché le
donne hanno una diversa idea della protezione. (Per esempio, le donne divisero
equamente i loro voti tra repubblicani e democratici nelle quattro elezioni
presidenziali, prese nel loro complesso, precedenti la nomina di Clinton.)
Vedremo come la propensione della legge alla speciale
protezione delle donne ha cominciato a scricchiolare pericolosamente di fronte
alla garanzia, sancita dalia Costituzione, di pari protezione. Come negli Anni
Ottanta, per esempio, avessimo due definizioni dell'autodifesa: una per gli
uomini e una per le donne; e due definizioni di omicidio di primo grado - a
seconda del sesso. Vedremo come, negli Anni Novanta, dodici possibilità di
difesa erano potenzialmente a disposizione di una donna che aveva ucciso ma non
dell'uomo che aveva ucciso. Come, in molte università, una donna poteva far
espellere un uomo incolpandolo di violenza - anche se aveva deciso lei di bere
e di dire di «sì» mentre beveva.
Nei capitoli seguenti troveremo la spiegazione della
legislazione riguardante molestie sessuali e violenze; e avremo un'idea dei
dilemmi che tutto ciò procurerà nel lavoro, al governo, alla legge e in ultima
analisi alle donne stesse nel ventunesimo secolo; e infine verranno esaminate
le misure che potremmo prendere prima dì ritrovarci alle corde.
Considereremo in che modo l'originaria posizione femminista
contro la discriminazione legale basata sulle differenze biologiche si sia
trasformata in quella che consiste nel favorire l'uso delle differenze
biologiche se estendono i diritti delle donne - per esempio il diritto di
portare avanti una gravidanza anche se il padre non è d'accordo, o di citare
poi in giudizio il padre affinché mantenga il figlio per diciotto anni.
Prenderemo in esame il dilemma davanti al quale si trovano i
datori di lavoro, i quali devono garantire diritti speciali alle donne e nel
contempo devono trattarle con pari rispetto. Per esempio, il supporto
femminista al diritto speciale riservato a una donna incinta di ricevere una
paga d'invalidità ha fatto sì che la gravidanza diventasse sul lavoro l'unica
«invalidità» che, pur essendo considerata tale, non si può certo definire un
incidente sul lavoro, e l'unica che un'impiegata si procura intenzionalmente.
Queste leggi per la «protezione della donna» sono già state
messe in pratica in quella che è forse stata la rivoluzione legale più pacifica
della storia. Nel 1970 non si era mai sentito parlare della dottrina giuridica
femminista. Attualmente, da una recente bibliografia su donne e dottrina
giuridica, risulta che per la maggior parte i libri e gli articoli sono scritti
da studiose di diritto femministe. Nessuno studioso importante ha criticato il
femminismo sulle riviste legali specializzate. Quando gli fu chiesto come mai
ciò non fosse accaduto, il professor Geoffrey Hazard della Yale Law School
spiegò che nell'atmosfera «politicamente corretta» delle università lo studioso
che esprimesse un qualche dissenso sarebbe tacciato di antifemminismo.
Comunque, ancora non abbiamo provato che il sistema
effettivamente protegge le donne. Ovvero, che realmente esistono due leggi - la
legge maschile e la legge femminile.
SESSO CON IL CONTAGOCCE, STILE OPEC
Spesso riteniamo che i paesi che impongono alle donne di
indossare il velo lo facciano per mantenerle sottomesse. Nei paesi musulmani,
il purdah nasconde la bellezza femminile, che può essere mostrata solamente a
pochi eletti, invariabilmente individui pronti a mettere generosamente mano al
portafogli. Ciò impedisce all'uomo medio perfino di guardare la donna media
finché non promette di proteggere e mantenere lei e i suoi figli per tutta la
vita (vedi matrimonio). E fino a quel momento l'uomo è privato della presenza
femminile durante i pasti, i viaggi, le preghiere eccetera. L'amore della
donna, l'affetto, il conforto, persino il suo sorriso sono concessi solo a
patto che lui dimostri la precisa volontà di provvedere, proteggere e rischiare
la vita per lei. Di conseguenza, quasi tutte le donne, e non solamente le più
belle, sono protette da qualcuno.
In Medio Oriente, il sesso e la bellezza femminili
rappresentano per quei popoli ciò che petrolio e gas rappresentano per gli
americani: più scarseggiano, più aumenta il prezzo. Più numerose sono le donne
che «si concedono» gratuitamente, o per poche lire, e più cala il valore della
singola donna... Questo è il motivo per cui la prostituzione, la violazione del
purdah (togliere il velo) e la pornografia sono messi al bando e condannati,
specie tra le donne. Ecco perché i genitori dicono alle figlie: «Non concederti
a buon mercato». Il sesso «a buon mercato» inflaziona il mercato.
Proviamo a immaginare il contrario: se le donne dovessero
promettere di mantenere un uomo per tutta la vita prima che questi si tolga il
velo e mostri loro il suo sorriso, la considereremmo una forma di privilegio
femminile?
Tuttora, quando diciamo che qualcuno offre i suoi favori
sessuali, non parliamo mai dei favori sessuali dell'uomo; pertanto, solamente
le donne si aspettano qualcosa in cambio. Ogni anno gli uomini spendono
miliardi di dollari per svelare il corpo femminile, mentre gli uomini che si
spogliano finiscono in prigione. Una donna mostra le sue beltà; un uomo,
invece, è un esibizionista; a lei diamo denaro, a lui la galera. Il potere
sessuale femminile significava pagamenti per le prestazioni. L'uomo apprese a
guadagnare di più per pagare di più; rimase pertanto di stucco quando si sentì
dire che il bisogno di guadagnare di più era un riflesso del suo più ampio
potere.
SESSO IN ALTALENA,
STILE AMERICANO
Negli Stati Uniti, sul finire degli Anni Sessanta, quando le
femministe credevano che l'indipendenza economica delle donne avrebbe portato
la ricchezza economica alle donne, esse sostennero e difesero la libertà
sessuale. Allorché si scoprì che il divorzio creava obblighi a livello
economico, femministe, fondamentalisti e riviste femminili fecero fronte comune
per dare un taglio alla libertà sessuale. Titolava Cosmopolitan, ben prima del
flagello dell'herpes: «Sesso: fateglielo guadagnare». Un'attenta analisi del
declino della rivoluzione sessuale ci aiuta a capire perché, se non fosse stato
per l'herpes e per l'AIDS, sarebbe intervenuto qualcos'altro.
Il bisogno di sicurezza economica che precede l'apertura
sessuale delle donne è probabilmente inconsciamente rafforzato dalla nostra
tradizione, che impone all'uomo per primo d'invitare una donna a cena fuori. E
più la donna è tradizionale, più saranno numerose le cene e meno lei si sentirà
sessualmente aperta se prima il partner non le paleserà il suo impegno - in
sostanza, l'impegno a mantenerla a vita.
DAVVERO GLI UOMINI HANNO OPPRESSO LE DONNE?
Gli uomini hanno trattato le donne come una proprietà?
Soltanto comprendendo che l'esistenza degli uomini era
subordinata alla proprietà potremo conciliare lo status misto delle donne, al
tempo stesso paragonabili a una proprietà e messe «su un piedistallo». Quando
si dice che gli uomini trattavano le donne come una proprietà, raramente si
dice anche che gli uomini erano tenuti a morire affinché la loro proprietà non
venisse danneggiata - che l'esistenza degli uomini era fondamentalmente
subordinata alla proprietà. Persino nell'America del diciannovesimo secolo la
legge federale stabiliva che se una moglie commetteva un delitto, sarebbe stato
processato per quel crimine il marito, e lui sarebbe andato in prigione se
fosse stata dimostrata la di lei colpevolezza. Analogamente, se la famiglia era
morosa, lui soltanto sarebbe finito nella prigione per debitori.
Nel corso della storia, gli esponenti di entrambi i sessi
sono stati proprietà in modi vari. I giovani maya si legavano con un contratto
ai suoceri; in epoca biblica, Giacobbe si legò allo zio Labano; in America,
Johnny si è legato allo zio Sam... In quasi tutte le società costrette a
difendere il loro territorio, i giovani morivano per questo e, prima che
facessero in tempo a capire qualcosa di più, venivano istruiti in modo da
essere fieri di morire.
In America, decine di migliaia di immigranti si guadagnarono
il permesso di entrare nel paese come indentured servants. Oltre il 90 per
cento di quei servi era costituito da uomini. All'inizio assumevano uno status
molto simile a quello degli schiavi, per un periodo di sette anni. Alcuni erano
scapoli che speravano di guadagnare abbastanza da diventare un buon partito e
finalmente accasarsi. Altri avevano lasciato le mogli in Europa. Pensateci un
momento. Quale più grande dimostrazione d'amore di quella di un uomo che si
rendeva schiavo per una donna, senza poter godere della sua cucina, delle sue
cure o della sua affettuosa compagnia? Solamente gli uomini - il «sesso poco
romantico» -facevano questo... per le donne. Ma...
Molti uomini prolungarono il contratto che li legava oltre
il periodo stabilito, anche per tutta la vita, per poter richiamare le
famiglie. In pratica, questi uomini diventarono degli schiavi.
In Europa, ai tempi dell'Impero Romano e fino al Medioevo,
era normale che gli uomini avessero bisogno di una protezione economica, e così
si vendevano ai signori. Con una speciale cerimonia il vassallo prendeva i
voti: il conte chiedeva se il vassallo desiderava diventare «il suo uomo» e con
un bacio suggellava il patto. Il vassallo era tenuto a fare per il padrone una
cosa che raramente le donne facevano per i mariti: considerare come un onore
morire per proteggerlo.
Se gli uomini non avevano il potere, come mai spesso la
proprietà passava in eredità agli uomini? Perché gli uomini avevano la
responsabilità di provvedere alla proprietà. La proprietà era uno degli
attributi che facevano dell'uomo un buon partito, così come la fertilità era
tra gli attributi della donna. Gli uomini avevano diritti sulla proprietà per
assumersene la responsabilità. La pressione sociale indusse gli uomini a
fornire alla moglie una proprietà pari alla loro; e il tabù del divorzio evitò
alle donne di perdere la proprietà, se a perderla non era il marito.
Le donne erano pertanto pari per proprietà, e più che pari
agli uomini: e, quindi, «su un piedistallo».
POTERE NETTO
«L’U.S. Census Bureau rileva che le donne capifamiglia hanno
un’entrata netta che è il 141 per cento di quella degli uomini capifamiglia.»
(Il valore delle statistiche sul netto è che ci consentono
di valutare che cosa a lui e a lei resta una volta adempiuti i rispettivi
obblighi finanziari. Il netto medio delle donne è di 13.885 dollari, quello
degli uomini di 9883 dollari. Ciò accade perché, sebbene i capifamiglia maschi
abbiano entrate lorde più elevate, hanno anche obblighi economici molto più
pesanti. È più probabile che siano loro a mantenere la moglie, o la ex moglie,
e non le mogli a mantenere loro, e pertanto con le entrate devono provvedere a
sé, alla moglie e ai figli - non solamente al cibo e alla casa, ma anche
all’istruzione, le assicurazioni e le vacanze. Il divorzio spesso significa che
la donna ottiene la casa, che l’uomo paga, e anche la custodia dei figli, che
l’uomo mantiene. L’obbligo per la donna di passare più tempo con i figli fa sì
che guadagni meno, mentre l’uomo guadagna di più ma spende anche di più.)
«In quell’1,6 per cento di persone ricchissime che fanno
parte della popolazione americana (quelle con disponibilità di 500.000 dollari
e oltre), il patrimonio netto delle donne è superiore a quello degli uomini.»
Com’è possibile che tante delle persone più ricche siano
donne, se poi le donne non occupano nessun posto chiave nelle società? In parte
perché scelgono gli uomini che quei posti occupano, e a loro sopravvivono. E in
parte perché possono spendere di più e hanno meno obblighi finanziari…
IL POTERE DI SPENDERE
Uno studio sui grandi centri di vendita (compresi i negozi
di abbigliamento maschile e di articoli sportivi) ha rilevato che lo spazio
riservato agli articoli femminili è in genere sette volte superiore a quello
riservato agli uomini. Entrambi i sessi comprano di più per le donne. La chiave
della ricchezza non è quanto si guadagna, ma piuttosto quanto si spende per sé,
a propria discrezione - o quanto viene speso per noi, su nostro suggerimento.
Nell’insieme, le donne controllano i consumi con ampio
margine e quasi in ogni settore. Con il potere di spendere arrivano altre forme
di potere. Il controllo sulla spesa da parte delle donne dà loro il controllo
sui programmi televisivi, perché la TV dipende dagli sponsor. Quando a ciò si
aggiunge il fatto che le donne guardano di più la TV in tutti i momenti liberi,
è chiaro che gli spettacoli non possono permettersi di mordere la mano che li
nutre. Le donne sono per la televisione quello che i boss sono per i
dipendenti. Il risultato? La metà dei 250 film girati per la televisione nel
1991 mostrava le donne come vittime - sottoposte a «una qualche forma di
maltrattamento fisico o psicologico».
IL «GAP NEGLI ONERI
FINANZIARI»
Al ristorante, gli uomini pagano per le donne all’incirca
dieci volte più spesso di quanto non tocchi alle donne, e più il ristorante è
costoso più di frequente è l’uomo a pagare. Capita spesso che una donna dica:
«In fondo, gli uomini guadagnano di più». Ma quando due donne vanno insieme al
ristorante, nessuna delle due dà per scontato che sarà quella che guadagna di
più a pagare il conto. L’aspettativa che gli uomini spendano di più per le
donne crea il «gap negli oneri finanziari».
Ho avuto una prima avvisaglia di questo gap ripensando al
mio primo appuntamento. Quando ero un teenager, mi piaceva fare il baby-sitter.
(Amavo davvero i bambini, e inoltre era l’unico modo per essere pagato per
svuotare il frigorifero!) Ma poi arrivò l’età dei primi appuntamenti.
Purtroppo, come baby-sitter mi pagavano solamente 50 cent l’ora. Per tagliare
l’erba, invece, si guadagnavano 2 dollari l’ora, ma io detestavo tagliare
l’erba. (Vivevo nel New Jersey, dove le cimici, l’umidità e il sole di
mezzogiorno rendevano quest’operazione decisamente molto meno gradevole della
razzia di un frigorifero.) Ma non appena passai ai primi appuntamenti,
cominciai anche a dedicarmi al taglio dell’erba.
Per i ragazzi, tagliare l’erba è una metafora del fatto che
dobbiamo imparare presto a fare i lavori che ci piacciono meno solo perché
rendono di più. Negli anni del ginnasio, i ragazzi cominciano a reprimere
l’interesse per le lingue straniere, per la letteratura, la storia dell’arte,
la sociologia e l’antropologia perché sanno che un laureato in storia dell’arte
guadagna meno di un ingegnere. In parte a causa della prospettiva di futuri
obblighi finanziari (con buone probabilità dovrà mantenere una donna, mentre
non può aspettarsi di essere mantenuto da una donna), negli Stati Uniti 1′85
per cento degli studenti che frequentano la facoltà di ingegneria è costituito
da maschi; oltre l’80 per cento degli studenti della facoltà di storia
dell’arte sono invece femmine.
La differenza di stipendio tra una insegnante di storia
dell’arte femmina e un ingegnere maschio sembra una forma di discriminazione,
mentre in realtà entrambi i sessi sanno già in anticipo che una laurea in
ingegneria rende di più. In effetti, la donna ingegnere che comincia a lavorare
senza avere alcuna esperienza, guadagna mediamente 571 dollari all’anno in più
della controparte maschile.
In breve, gli impegni finanziari che inducono un uomo a
scegliere una carriera che gli piace di meno ma rende di più sono un segno di
impotenza e non di potere. Ma quando s’impegna in quel lavoro, spesso le donne
danno per scontato che pagherà lui perché «dopo tutto, guadagna di più».
Pertanto, le aspettative di entrambi i sessi rafforzano la sua impotenza.
IL POTERE DELLA VITA
«Negli Stati Uniti, nel 1920, le donne vivevano un anno più
degli uomini. Attualmente le donne vivono sette anni di più. Il gap nella speranza
di vita tra uomini e donne è aumentato del 600 per cento.»
Riconosciamo che il fenomeno dei neri che muoiono sei anni
prima dei bianchi riflette l’impotenza dei neri nella società americana. Ma il
fatto che gli uomini muoiano sette anni prima delle donne raramente viene
considerato un riflesso dell’impotenza degli uomini nella società americana.
E biologico quel gap di sette anni? Se così fosse, non
sarebbe stato di un anno soltanto nel 1920.
Se fossero gli uomini a vivere sette anni di più, le femministe
ci avrebbero aiutato a capire che la speranza di vita è il metro migliore per
misurare il potere. E avrebbero perfettamente ragione. Potere è capacità di
controllare la propria vita. La morte tende a ridurre il controllo. La speranza
di vita è la linea di demarcazione - il rapporto tra gli stress e le
gratificazioni.
Se potere significa avere il controllo della propria vita,
allora, forse, per valutare l’impatto dei ruoli sessuali e del razzismo sul
potere sulle nostre vite non esiste metro migliore che la speranza di vita.
Ecco il quadro della situazione:
SPERANZA DI VITA ALLA
NASCITA COME INDICE PER STABILIRE CHI HA IL POTERE
Donne (bianche) 79
Donne (nere) 74
Maschi (bianchi) 72
Maschi (neri) 65
La donna bianca vive quasi quattordici anni più del maschio
nero. Provate a immaginare quali sarebbero le reazioni se una quarantanovenne
dovesse presumibilmente morire prima di un sessantaduenne.
SUICIDIO COME
IMPOTENZA
Così come la speranza di vita è uno dei migliori indici del
potere, il suicidio è uno dei migliori indici dell’impotenza.
«Fino ai 9 anni, la percentuale di suicidi tra bambini e
bambine è identico;
• dai 10 ai 14 anni la percentuale per i ragazzi è il doppio
rispetto alle ragazze;
• dai 15 ai 19 anni è quattro volte superiore; e
• dai 20 ai 24 anni è sei volte più alto.»
«Sottoposti alle pressioni del ruolo maschile, nei ragazzi i
suicidi aumentano del 25.000 per cento.»
«Il tasso di suicidi tra gli ultraottantacinquenni è 1350
volte superiore rispetto a quello rilevato tra le donne dello stesso gruppo
d’età.»
IL FATTORE INDUSTRIALIZZAZIONE
«Più una società diventa industrializzata, più la speranza
di vita dei due sessi aumenta. Ma l’industrializzazione accresce la speranza di
vita delle donne in misura quasi doppia rispetto a quella degli uomini.»
Nelle società preindustriali (per esempio, l’Italia e
l’Irlanda nel diciannovesimo secolo), era normale uno scarto di un anno o due
soltanto tra la durata dell’esistenza delle donne e quella degli uomini.
Allorché Robert Kennedy Jr. prese in esame i suoi precedenti famigliari, scoprì
che le contadine irlandesi all’inizio del secolo avevano una speranza di vita
alla nascita inferiore a quella degli uomini. Le donne che vivevano in campagna
morivano più di frequente degli uomini di tubercolosi, difterite, polmonite,
morbillo, malattie di cuore, ustioni, scottature. Quando le donne si
trasferirono in città, come accadde in Inghilterra all’inizio dell’Ottocento,
il tasso di mortalità decrebbe di oltre un terzo. Che cos’era accaduto?
Quando donne e uomini hanno all’incirca la stessa speranza
di vita, pare che ciò sia dovuto al fatto che le donne muoiono non soltanto di
parto (meno spesso di quanto si pensi), ma in misura quasi uguale di malattie
contagiose, parassitiche; per scarsa igiene e mancanza d’acqua; per le cure
inadeguate, per le malattie provocate dalla denutrizione. Nelle società
industrializzate, i decessi prematuri sono prevalentemente causati da malattie
scatenate dallo stress che indebolisce il sistema immunitario. Da quando lo
stress è diventato il fattore principale, gli uomini hanno cominciato a morire
molto prima delle donne.
IL DOPPIO STANDARD
DELL’INDUSTRIALIZZAZIONE
L’industrializzazione strappò gli uomini alla campagna e
alla famiglia e li catapultò in fabbrica, allontanandoli dalla fonte degli
affetti. L’industrializzazione consentì alle donne di restare legate alla
famiglia e, come già osservato, con un sempre minor numero di figli e più
comodità, un maggior controllo sulle nascite, meno probabilità di morire di
parto e di quasi tutte le altre malattie. Combinandosi, questi fattori fecero
sì che le donne vivessero un’esistenza di circa il 50 per cento più lunga nel
1990, rispetto al 1920. Quello che abbiamo voluto chiamare potere maschile,
quindi, ha in realtà prodotto il potere femminile. Ha letteralmente dato la
vita alle donne. Fu un club quasi esclusivamente femminile che prese il primo
treno che portava dalla Rivoluzione Industriale alla Rivoluzione
dell’Appagamento.
Il nuovo ruolo degli uomini - che operano lontano da casa - è
di per sé sufficiente a indurre entrambi i sessi a far uso della droga, a
ricorrere al suicidio e a provocare incidenti. Il risultato è riecheggiato
dalla canzone Only the Good Die Young (ovvero, muore giovane chi è buono).
Quali sono le due cose che quanti morirono giovani avevano in comune?
Pensate a Jim Morrison, Jim Croce, Jimi Hendrix, John
Belushi, Janis Joplin, Buddy Holly, Charlie Parker, Patsy Cline, Elvis, Martin
Luther King e i Kennedy. Erano tutti buoni esecutori, e tutti passarono la
maggior parte della loro esistenza lontano da casa - distaccati dal loro
centro, dalla loro fonte d’amore. In un modo o nell’altro, questo li ha uccisi.
L’industrializzazione fece del lavoro lontano da casa un
ruolo maschile. Il fatto che membri di entrambi i sessi che lavorarono lontano
da casa furono vulnerabili, ci spiega l’impatto del ruolo sulla biologia.
Forse che oggi le donne non lavorano lontano da casa? Certo,
ma con la nascita del primo figlio i due terzi delle donne che lavorano non
riprendono il lavoro per almeno un anno. D’improvviso al marito tocca mantenere
tre persone invece che una sola. Inoltre, le donne, con quarantatré probabilità
in più rispetto agli uomini, abbandonano il posto di lavoro per sei o più mesi
per ragioni di famiglia. Ecco le scelte che consentono a una donna di adattare
il suo ruolo alla sua personalità, mentre il mandato dell’uomo - lavorare a
tempo pieno - non gli offre quella flessibilità necessaria a dare spazio alla
sua personalità. Nelle sue aspettative deve darsi da fare e indossare un certo
abito, non necessariamente tagliato su misura per lui.
Come mai il gap tra donne e uomini si è leggermente ridotto
(da otto a sette anni) tra il 1975 e il 1990? In parte perché le abitudini
igieniche degli uomini stanno diventando più costruttive, quelle delle donne
più distruttive. Così le donne muoiono più spesso a causa di quella che i
cinesi chiamano «la malattia dell’opulenza» - il cancro al seno. Ma le donne
lavorano anche più di frequente lontano da casa e soffrono delle malattie connesse
allo stress.
D’altro canto, come mai il gap non è diminuito ancora di
più? Perché il marito della donna che lavora a tempo pieno lavora tuttora 9 ore
la settimana di più fuori casa e negli spostamenti perde 2 ore di più la
settimana. Il carico di lavoro offre comunque alla donna un miglior equilibrio
tra lavoro e casa. Se il marito è sufficientemente «arrivato», lei può trovare
un certo equilibrio non soltanto per la sua personalità ma anche per la fase
esistenziale in cui si trova. Le maggiori possibilità di scelta, il maggior
equilibrio e la più stretta connessione con la famiglia la tengono in vita
sette anni di più.
Pertanto, l’industrializzazione ha ampliato la gamma delle
opzioni femminili e isolato di più gli uomini. Con la sua attività da prestigiatore,
lei è sempre in stretto contatto con tutto; con la sua attività sempre più
intensa, lui perde il contatto con l’amore. Entrambi stanno meglio di prima, ma
per lei la connessione crea vita, per lui la separazione crea morte.
«Fare strage» alla Borsa divenne quindi la versione
aggiornata del killer-protettore: lui continua a mietere vittime, lei a essere
protetta. Ovvero, per essere più precisi, lui protegge meglio entrambi, ma
protegge la donna meglio di quanto non protegga se stesso.
LE PROFESSIONI MORTALI: LA PIÙ GRANDE
«CELLA DI VETRO» DEGLI UOMINI
«Nel 94 per cento degli incidenti mortali sul lavoro sono
coinvolti gli uomini.»
«Negli Stati Uniti il tasso di mortalità maschile sul lavoro
è dalle tre alle quattro volte superiore a quello del Giappone. Se negli USA il
tasso fosse quello giapponese, salveremmo ogni anno la vita di circa 6000
uomini e 400 donne.»
«Negli Stati Uniti c’è un solo ispettore che controlla la
sicurezza delle condizioni di lavoro per ogni sei addetti al controllo della
pesca e della caccia.»
«Negli Stati Uniti la sicurezza sul lavoro non è ancora uno
dei corsi richiesti per conseguire un master in economia.»
«Nel corso di ogni ora lavorativa, un operaio edile perde la
vita negli Stati Uniti.»
«Più un mestiere è pericoloso più è massiccia la presenza di
uomini. Alcuni esempi:
Occupazioni
pericolose:
Pompieri 99% maschi
Taglialegna 98% maschi
Camionisti 98% maschi
Operai edili 98% maschi
Minatori 97% maschi
Occupazioni sicure:
Segretari 99% femmine
Receptionist 97% femmine
Uno dei motivi per cui i mestieri svolti dagli uomini sono
meglio pagati, è che sono anche più pericolosi. Il supplemento di paga potrebbe
essere definito «indennità per la professione mortale». E, nell’ambito di una
data professione mortale, quanto più un incarico è pericoloso tanto più
probabilmente sarà affidato a un uomo.
Entrambi i sessi contribuiscono a creare quelle invisibili
barriere che poi tutti e due sperimentano. Esattamente come il «soffitto di
vetro» descrive l’invisibile barriera che tiene le donne lontane dai mestieri
meglio pagati, così la «cella dì vetro» descrive l’invisibile barriera che
costringe gli uomini ai mestieri più pericolosi.
Il popolo delle celle di vetro sta attorno a noi. Ma poiché
sono i nostri uomini di seconda scelta, li rendiamo invisibili. (Quante volte
abbiamo sentito dire a una donna: «Ho conosciuto un dottore…» ma mai: «Ho
conosciuto uno spazzino…»)
SONO PIÙ GLI UOMINI A UCCIDERE LE DONNE, O
PIÙ LE DONNE A UCCIDERE GLI UOMINI? I SEI PARAOCCHI
II dipartimento della Giustizia ci informa che gli uomini
uccidono il doppio delle donne, rispetto al numero di uomini ucciso dalle
donne. Ma diamo un'occhiata un po' più da vicino. Sicuramente è più probabile
che degli uomini uccidano un certo numero di donne. Quasi sempre questi omicidi
seguono un modello, e a un certo punto l'uomo viene catturato. Pertanto le
statistiche del dipartimento della Giustizia riflettono questa realtà. Altri
delitti commessi dagli uomini costituiscono una chiara prova: l'uomo
involontariamente spara alla moglie o a un'amica, e poi si punta la rivoltella
alla testa. La prova è sul pavimento.
Peraltro, sei paraocchi ci impediscono di vedere i metodi di
omicidio femminili. Innanzitutto, è più facile che una donna avveleni un uomo,
invece di sparargli, e l'avvelenamento viene spesso registrato come infarto o
incidente. Così Bianche Taylor More (il caso Arsenico e vecchi merletti) per un
quarto di secolo poté continuare a uccidere prima di essere scoperta. E dei
delitti all'Excedrin di Stella Nickell furono ritenuti responsabili dei
vandali.
Anche l'omicidio su commissione è meno identificabile perché
e premeditato, e spesso affidato a un professionista. Quando viene scoperto, il
dipartimento della Giustizia lo registra come «delitto con molteplici colpevoli»
- non viene mai registrato come uccisione di un uomo da parte di una donna. Ciò
crea un secondo paraocchi.
Gli uomini che uccidono le donne di solito appartengono a
classi socioeconomiche inferiori, mentre le donne che uccidono il marito o
l'amante sono in genere di livello sociale più elevato. Ecco dunque il terzo paraocchi: il fattore denaro. Per esempio,
Jean Harris (che uccise l'autore di La dieta Scarsdale) era
stata preside di una scuola privata; Elizabeth Broderick era stata
un'insegnante/elementare e, sposandosi, era entrata a far parte dell'alta
società; Pamela Smart faceva la maestra nel New Hampshire. Con il denaro si
possono assumere i migliori avvocati e si ottengono più assoluzioni e
diminuisce così il numero di donne assassine che rientrano nelle statistiche
del dipartimento della Giustizia.
Probabilmente i paraocchi più importanti sono il «fattore Cavalleria» e il «fattore Donna Innocente» che, tanto per cominciare, evitano a molte donne di
essere seriamente sospettate. Per giunta, la difesa basata sulle attenuanti
talvolta porta al ritiro delle accuse. Per esempio, quando una donna assolda un
minore o un uomo, amante o professionista che sia.
Quando si combinano i Sei Paraocchi - l'avvelenamento
mascherato, gli omicidi su commissione camuffati da incidenti e registrati come
omicidi con molteplici colpevoli, il fattore denaro, il «fattore Cavalleria»,
il «fattore Donna Innocente» e la difesa basata sulle attenuanti - possiamo
facilmente renderci conto che, consciamente e inconsciamente, siamo stati
ciechi rifiutando di vedere delle donne che uccidono degli uomini.
Dai Sei Paraocchi deriva una distorsione delle statistiche.
Ma una distorsione della percezione deriva dalla tendenza dei media a dare
risalto alla notizia quando sono gli uomini a uccidere le donne (l'assassino
dell'università di Montreal, gli strangolatori di Hillside e di Boston).
In breve, è impossibile sapere in quale misura i sessi si
ammazzano tra loro. L'unica cosa che sappiamo per certo è che entrambi i sessi
uccidono più uomini che donne.
VERSO UNA SOLUZIONE
NESSUNO S'IMPEGNA A
PROPRIO SVANTAGGIO
Le leggi che rendono un sesso più potente dell'altro si
ritorcono come un boomerang contro entrambi i sessi - nessuno s'impegna a
proprio svantaggio. E quando un sesso non s'impegna, entrambi i sessi perdono
l'amore. Come sta accadendo in Australia, per esempio, dove nella definizione
di violenza domestica ora è incluso anche l'uomo che alza la voce con la moglie
- «la norma del decibel domestico». Ma se è la donna ad alzare la voce con il
marito, ciò rientra nelle comprensibili difese contro il predominio maschile.
Questo doppio metro di valutazione fa sì che in Australia gli uomini abbiano
una gran paura del matrimonio.
E le femministe australiane stanno cercando di ottenere che
le leggi del matrimonio siano applicabili anche ai conviventi. Leggi simili
finiscono per separare i sessi.
Come ridurre violenza
e delitti in futuro?
Se una donna uccide il marito perché si sente indifesa e
impotente, forse anche l'uomo che picchia la moglie si sente impotente. Per
entrambi i sessi, la violenza nasce non dal potere ma dall'impotenza. La
violenza è una temporanea esibizione di potere che emerge di solito da
sentimenti di impotenza e di sconfitta.
La soluzione contro la violenza non consiste perciò nel
creare divisioni artificiali tra la violenza fisica e la violenza emotiva, ma
nell'educare i due sessi ad ascoltare in modi nuovi - modi che per lo più i
nostri genitori non si sono mai potuti permettere il lusso di apprendere. Così
i due sessi potranno scegliere partner abbastanza sicuri da ascoltare prima di
attaccare, e abbastanza sicuri da andarsene se gli attacchi - verbali o fisici
- si ripetono.
Nulla garantisce la sicurezza dell'esistenza, ma la
soluzione consiste nell'evitare le zone pericolose di una città, invece che
scegliere quelle pericolose e uccidere le persone che ci fanno temere per la
nostra vita.
La soluzione arriva esigendo la comunicazione nelle scuole,
nel non trovare giustificazioni all'omicidio nel matrimonio.
In breve, le soluzioni alla violenza cominciano con la
riflessione e non con l'uccisione, con i due sessi che sanno come proteggersi,
e non con un sesso soltanto che può permettersi di usare il governo come
protettore.
DIFESA PER OMICIDI IN APPALTO... DIFENDERSI
ASSALTANDO QUALCUNO.
L'OMICIDIO IN APPALTO È UN METODO
PRETTAMENTE FEMMINILE?
Quando per la prima volta consultai i miei archivi per
preparare questa sezione sull'omicidio in appalto, rimasi colpito da alcuni
modelli affascinanti. Innanzitutto, tutte queste donne assoldavano ragazzi o
uomini. In secondo luogo, il loro bersaglio era di solito il marito, l'ex
marito o il padre - uomini che un tempo avevano amato. Terzo, di solito l'uomo
da colpire aveva una polizza assicurativa notevolmente più elevata del suo
reddito negli ultimi cinque anni. Quarto, le donne spesso non venivano mai seriamente
sospettate finché qualche coincidenza non smascherava il loro complotto.
Quinto, per uccidere di solito la donna sceglieva uno di questi tre metodi:
1) convinceva il fidanzato a uccidere (in stile Svengali al
contrario);
2) assoldava ragazzi sfavoriti dalla sorte per cifre
modeste;
3) assumeva un killer professionista, usando così, per
ucciderlo, il denaro guadagnato dal marito.
«Dixie Dyson rimboccò le coperte al marito prima della sua
ultima notte di sonno. Aveva predisposto tutto: un vecchio amico e un amante
avrebbero fatto finta di 'introdursi in casa scassinando la porta', di
'stuprarla', uccidere il marito e 'fuggire'. Lei avrebbe riscosso il denaro
dell'assicurazione.
«All'ultimo momento il vecchio amico si ritirò, ma l'amante
e Dixie riuscirono a uccidere il marito con ventisette pugnalate. Furono presi.
Dixie riuscì a negoziare una riduzione della sua pena denunciando l'amante e
l'amico. L'amico che si era rifiutato fu condannato a venticinque anni di
carcere per complotto. »
«Deborah Ann Werner aveva diritto a un terzo delle proprietà
paterne. Chiese alla figlia di trovare qualche ragazzo disposto a uccidere il
padre piantandogli un coltello nel collo.»
«Diana Bogdanoff fece in modo di trovarsi con il marito in
una zona appartata di una spiaggia nudista.
«Diana aveva assoldato due giovanotti che lo avrebbero
ucciso mentre lei stava a guardare. Gli spararono alla testa e lei denunciò i
killer, ma senza presentare giustificazioni per l'omicidio - non era stato
rubato nulla e lei non aveva subito molestie sessuali.
«Diana diventò sospetta soltanto quando un anonimo si mise
in contatto con la speciale linea telefonica che in tutto il territorio
nazionale raccoglie denunce per fatti criminosi. Per puro caso quell'individuo
aveva sentito parlare, alla radio, dell'omicidio e si era rammentato di un
amico che gli aveva raccontato di essere stato contattato e di essersi
rifiutato di uccidere un uomo... su una spiaggia isolata per nudisti, mentre
una donna di nome Diana sarebbe stata a guardare. Senza questa segnalazione,
Diana non sarebbe mai stata sospettata.»
«Roberta Pearce, insegnante, offrì 50.000 dollari a testa a
due suoi studenti quindicenni - e anche sesso e una macchina - se avessero
fatto una cosa sola: ucciso il marito. Roberta avrebbe ottenuto la casa per la
cui proprietà lei e il marito stavano litigando, e 200.000 dollari di
assicurazione.»
«Mary Kay Cassidy e il suo giovanissimo amante uccisero il
marito di Mary Kay. Sebbene l'uomo avesse confidato ad amici il timore che la
moglie tentasse di ucciderlo, sulla donna non furono fatte particolari
indagini. Lei e il giovanissimo amante 'piansero' la morte del marito e per
mesi continuarono la relazione, ottenendo tutta la comprensione e la simpatia
degli abitanti di Monongahela, in Pennsylvania.
«Casualmente i parenti del marito, pulendo la casa,
scoprirono un registratore collegato al telefono: sul nastro era incisa una
conversazione tra Mary Kay e l'amante mentre stavano complottando per uccidere
l'uomo. Evidentemente lui aveva cominciato a tenere sotto controllo il telefono
soltanto alcune ore prima di essere ucciso, e non aveva neppure potuto
ascoltare la conversazione. Soltanto quando fu messa a confronto con il nastro
Mary Kay confessò.»
«Pamela Smart, un'insegnante del New Hampshire, convinse il
giovanissimo amante a uccidere il marito. I due cercarono di coinvolgere
nell'omicidio anche una ragazza. Quando quest'ultima consegnò alla polizia il
nastro con la conversazione avuta con Pamela Smart, che stava preparando
l'omicidio, la donna assunse un killer per ucciderla. Pamela non accusò mai il
marito di violenze. II suo movente? Il marito era un agente delle
assicurazioni. Eppure nessuno dei 500 articoli comparsi sui giornali citò come
possibile movente il denaro dell' assicurazione.
«La reazione? Fu appoggiata da un club internazionale di fan
chiamato Friends of Pamela Smart. Quando organizzarono una veglia davanti alla
prigione in cui era rinchiusa, i funzionari le consentirono di rivolgersi a una
folla di oltre 400 persone con un telefono collegato ad altoparlanti stereo.»
Personalmente non conosco nessun esempio di club di fan a
favore di un uomo che ha ucciso una donna - soprattutto una donna che mai aveva
commesso una violenza contro di lui.
Forse l'aspetto più spaventoso negli omicidi su commissione
eseguiti da non professionisti è il ricorso, da parte di molte di queste donne,
a ragazzi assai giovani - di solito poveri e sfortunati. Queste donne, oltre a
commettere un omicidio, sono anche responsabili dello stupro psicologico di un ragazzo.
Qualsiasi uomo adulto, se avesse assoldato una quindicenne per uccidere la
moglie, sarebbe nella cella della morte, in attesa di esecuzione. Soprattutto
se con quella ragazza avesse anche fatto del sesso.
Quando invece vengono assoldati dei killer di professione,
le risorse economiche necessarie per pagare un professionista implicano
un'appartenenza alla classe media. Le donne che assumono dei professionisti
sono spesso donne della classe media che uccidono i mariti con il denaro
guadagnato da questi ultimi. Per esempio, Constantina Branco ritirò dal conto
in banca del marito la somma necessaria per assoldare un uomo che lo uccidesse.
La donna povera che cosa ha in comune con la donna della
classe media? Tendenzialmente nessuna delle due uccide il marito il cui
stipendio la protegge, a meno che l'ammontare dell'assicurazione non superi
complessivamente lo stipendio degli ultimi anni. In sostanza, queste donne non
uccidono la loro fonte di reddito, ma uccidono per crearsi un reddito.
L'omicidio su commissione offre uno spunto per analizzare a
fondo la differenza tra lo stile femminile e lo stile maschile adottato per
uccidere persone un tempo amate. L'uomo uccide di sua mano. La donna assume un
altro uomo. In genere, quando un uomo ammazza una donna, lo fa in un accesso di
collera. Egli «perde il controllo.» L'omicidio su commissione è premeditato.
Quando un uomo ha premeditato un delitto, spesso uccide la moglie, i figli e
poi se stesso. La donna di rado si uccide.
Capita qualche volta che degli uomini assoldino dei killer
per uccidere delle donne? Capita, ma poi subentra qualche ostacolo. Il killer
non se la sente di uccidere una donna e denuncia alla polizia l'uomo che l'ha
assoldato per farlo! (Anche il killer pagato ha un istinto protettivo quando si
tratta di una donna.) Pertanto, non è che gli uomini rifiutino del tutto di
usare il metodo dell'omicidio su commissione, ma quando vi ricorrono quasi
invariabilmente si ritorce contro di loro.
SE ESISTESSERO DIFESE
PER SOLI UOMINI, COME SAREBBERO?
Non esiste una difesa prettamente maschile per giustificare
l'omicidio di una donna. Né deve esserci. Ma se ci fosse, l'equivalente
maschile della «difesa al progesterone» delle donne sarebbe la «difesa al
testosterone», l'equivalente della «difesa della donna innocente» sarebbe la
«difesa dell'uomo razionale» - la concezione parimenti sessista che un uomo non
commetterebbe un delitto se non avesse un motivo razionale per farlo; ci
sarebbero difese per i padri, sindromi dell'uomo maltrattato, e speciali difese
per gli oneri del ruolo maschile... per esempio, la «difesa delia guardia del
corpo».
LA DIFESA DELLA
GUARDIA DEL CORPO
Vi rammentate di quando il figlio di Marlon Brando,
Christian, s'infuriò tanto con il ragazzo della sorellastra Cheyenne
-schiaffeggiata e maltrattata - da prendere la rivoltella? Nel corpo a corpo
che seguì, gli sparò e lo uccise. Disse che il colpo era partito
accidentalmente.
Brando avrebbe potuto appellarsi alla «difesa della guardia
del corpo»? Per quale motivo? Se una donna uccide un uomo che le ha fatto
violenza e poi resta in libertà, perché mai un altro uomo non potrebbe uccidere
un uomo che fa violenza a una donna e restare a sua volta in libertà?
Ecco come alle singole donne è dato più potere di uccidere
che a tutto il governo degli Stati Uniti
Nel loro complesso, le dodici difese per sole donne
permettono quasi a ogni donna di «eseguire una condanna a morte».
Paradossalmente, consideriamo ora persino liberal favorire la donna che decreta
la pena di morte e opporci al governo che ricorre alla pena capitale. Il
governo non può assolutamente prima uccidere una persona e poi dichiararla
colpevole di violenze: soltanto una donna può permetterselo... ai danni di un
uomo. Ma forse è ancor più sorprendente il fatto che il rifiuto del giusto
processo è detto «liberal» se è una donna che lo nega a un uomo, «totalitario»
se qualcuno rifiuta il debito processo a una donna.
Fonte: Il mito del
potere maschile di Warren Farrell
Edizioni Frassinelli, Lire 32.000
Fonte: srs i Warren Farrell. Tratto da Apocalisse Laica
del 38 maggio 2011