La Lega regala all'Italia il primo sindaco di colore nella storia della Repubblica.
VIGGIU' (Varese) - Una telefonata dietro l'altra, senza soluzione di continuità.
I giornalisti di quasi tutte le testate nazionali hanno cominciato l’assedio lunedì sera, non appena è emerso il "clamoroso" risultato delle comunali di Viggiù: vince la Lega che con la quarantottenne italo-americana Sandy Cane e regala all'Italia il primo sindaco di colore nella storia della Repubblica.
Ecco un'altra di quelle cose, come ad esempio la penetrazione tra gli operai o nei fortini rossi, che mandano completamente in tilt i commentatori politici, sempre e regolarmente spiazzati, nelle loro certezze indimostrabili, dalla creatura politica di Umberto Bossi.
E Così parte subito la caccia alla Obama leghista nel tentativo di capirci qualcosa di più o, magari, anzi meglio, di scoprire dove sta il trucco. Che non c'è.
Anche noi riusciamo a parlare con il sindaco Cane solo dopo tre ore di telefono telefono occupato. Facile immaginare a quale domanda stia rispondendo, ininterrottamente da ormai dodici ore.
«Tutti continuavano a chiedermi: ma perchè proprio nella Lega, come mai?
La risposta è semplice: perchè rappresenta i miei principi e i valori in cui credo.
E poi: ma la Lega ...è razzista!. E lei che cosa ha risposto: «Che io sono la prova vivente che non è vero. Ma del resto, io sono venuta a Viggiù nel '71, quando avevo appena dieci anni, e le posso assicurare che qui non mi sono mai sentita diversa. L'unica volta che mi è stato detto "negra di m.” è stato in discoteca, da un ubriaco».
Nata a Springfield, nel Massachusetts, nel 1961, Saridy Cane è figlia di una ragazza di Viggiù e di un soldato americano di colore. Negli Stati Uniti trascorre la prima parte dell'infanzia, poi torna nella terra d'origine con la mamma. Qui studia, cresce e matura la passione politica, cominciata guardando sui muri i manifesti del Carroccio.
Un amore a prima vista, ma ragionato e capace di superare gli stereotipi con cui in genere viene dipinta dai grandi media la Lega.
Da qui tanto stupore nel vederla predicare con assoluta nonchalance, come è successo in campagna elettorale, i meriti del ministro Maroni nella lotta all’immigrazione clandestina. «Francamente non ho avuto proprio nessun imbarazzo- confessa -. E del resto io già da anni facevo notare che un paese democratico come l’America, quando i cubani cercavano di arrivare in massa via mare, non ha esitato addirittura a sparare sui barconi. Certo io non penso che, si debba arrivare a questo punto. Ma l’immigrazione clandestina è un problema e va fermata. Anche perché quando arrivano qui i clandestini non hanno alcun futuro: o si fanno futuro: o si fanno sfruttare come bestie da gente senza scrupoli oppure devono deIinquere. La soluzione migliore per tutti, quindi, è aiutarli a casa loro».
Assalita dai giornali, entrata nella storia delle istituzioni repubblicane come primo sindaco italiano di colore, studiata come un Ufo in un laboratorio militare, Sandy Cane sembra avere ora una sola preoccupazione: dimostrarsi all’altezza del compito istituzionale. Si, insomma, essere un bravo sindaco.
«Adesso sono stanca, anzi stanchissima, ma molto contenta. Abbiamo vinto per pochi voti ma abbiamo vinto e questo significa che il paese ha creduto in me e nel nostro gruppo. Sento tanto que
sta responsabilità. Sono stata eletta e adesso penso solo a lavorare bene».
Fonte: srs di A.Mom da La Padania di mercoledì 10 giugmo 2009-06-10
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