mercoledì 3 dicembre 2008

JOHN SWINTON: I GIORNALISTI DISTRUGGONO LA VERITÀ




La manipolazione planetaria dell’opinione pubblica, emerge con cruda chiarezza dalle attualissime parole che molti anni or sono (siamo nel 1880 e ancora non c’era la televisione!) John Swinton, mitico redattore-capo del giornale per antonomasia, il “New York Times”, pronunciò nel discorso di congedo dai colleghi tenuto al banchetto in suo onore, presso l’American Press Association, alla vigilia del suo collocamento a riposo.


“Che follia fare un brindisi alla stampa indipendente! 
In America, in questo periodo della storia del mondo,
ciascuno, qui presente questa sera, sa che la stampa indipendente non esiste. 

Lo sapete voi e lo so io: non c’è nessuno fra voi che oserebbe pubblicare le sue vere opinioni, e, se lo facesse, lo sapete in anticipo che non verrebbero mai stampate. 

Sono pagato 250 dollari alla settimana per tenere le mie vere opinioni al di fuori del giornale per il quale lavoro.
Altri fra di noi ricevono la stessa somma per un lavoro simile. 
Se io autorizzassi la pubblicazione di un’opinione sincera in un numero qualunque del mio giornale, perderei il mio impiego in meno di 24 ore, come Otello. 

Quest’uomo sufficientemente pazzo per pubblicare un’opinione sincera si ritroverebbe tosto su una strada alla ricerca di un nuovo impiego.

La funzione di un giornalista è di distruggere la Verità, di mentire radicalmente, di pervertire, di avvilire, di strisciare ai piedi di Mammona e di vendersi egli stesso, di vendere il suo paese e la sua gente per il proprio pane quotidiano o, ma la cosa non cambia: per il suo stipendio.

Voi questo lo sapete e io pure: che follia allora fare un brindisi alla stampa indipendente!  
Noi siamo gli utensili e i vassalli di uomini ricchi che comandano dietro le quinte.

Noi siamo i loro burattini; essi tirano i loro fili e noi balliamo.

Il nostro tempo, i nostri talenti, le nostre possibilità e le nostre vite sono di proprietà di questi uomini.

Noi siamo delle prostitute intellettuali


John Swinton 1880




Quando leggete un giornale o guardate un tg tenete a mente queste parole.  



 JohnSwinton in un discorso nel 1880


Swinton John


John Swinton è la dimostrazione di come il giornalismo fosse pilotato già dagli albori! Fu il redattore capo del NY Times
Quello che segue è il discorso che John Swinton, l’allora redattore-capo del New York Times, pronunciò in occasione di un banchetto con i suoi colleghi presso l’American Press Association:


“In America, in questo periodo della storia del mondo, una stampa indipendente non esiste.
Lo sapete voi e lo so pure io.

Non c’è nessuno di voi che oserebbe scrivere le proprie vere opinioni, e già sapete anticipatamente che se lo facesse esse non verrebbero mai pubblicate. 
Io sono pagato un tanto alla settimana per tenere le mie opinioni oneste fuori dal giornale col quale ho rapporti. 
Altri di voi sono pagati in modo simile per cose simili, e chi di voi fosse così pazzo da scrivere opinioni oneste, si ritroverebbe subito per strada a cercarsi un altro lavoro.
Se io permettessi alle mie vere opinioni di apparire su un numero del mio giornale, prima di ventiquattr’ore la mia occupazione sarebbe liquidata.

Il lavoro del giornalista è quello di distruggere la verità, di mentire spudoratamente, di corrompere, di diffamare, di scodinzolare ai piedi della ricchezza, e di vendere il proprio paese e la sua gente per il suo pane quotidiano.
Lo sapete voi e lo so pure io.
E allora, che pazzia è mai questa di brindare a una stampa indipendente?

Noi siamo gli arnesi e i vassalli di uomini ricchi che stanno dietro le quinte.
 Noi siamo dei burattini, loro tirano i fili e noi balliamo.
 I nostri talenti, le nostre possibilità, le nostre vite, sono tutto proprietà di altri.
 Noi siamo delle prostitute intellettuali.

[Fonte: Richard O. Boyer e Herbert M. Morais, Labor's Untold Story, United Electrical, Radio & Machine Workers of America, NY, 1955/1979]





John Swinton pronunciò queste parole nel 1880 e la speranza che nell’ultimo secolo la situazione possa essere migliorata può derivare solo dall’affinamento delle tecniche di propaganda che, attraverso i giornali e l’ancora più potente televisione, fanno credere al popolo che esista libertà di stampa, di espressione e di informazione.


Vi preghiamo di ricordare questo discorso ogni volta che accendete il televisore ed ogni volta che sfogliate un quotidiano e vi preghiamo anche di farlo leggere a quante più persone possibili perché solo la consapevolezza ci può aiutare a migliorare la situazione.





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