mercoledì 9 aprile 2025

I MISTERI DELLA POLIO



 

Grande conquista della ricerca scientifica,  solo che dopo 70 anni non  sono ancora riusciti a  risolvere  i famosi  MISTERI DELLA POLIO

 

Uno dei misteri della poliomielite è il fatto che i cosiddetti  “outbreak”  fossero iniziati solo alla fine del XIX secolo, e fossero interamente circoscritti ai paesi industrializzati.

 

Ancora più misterioso è il fatto che la stragrande maggioranza avvenissero in estate e all'inizio dell'autunno, proprio quando la maggior parte delle altre malattie infettive era in netto calo.

 

Di più, la maggior parte delle vittime non aveva contatti identificati con altri individui infetti e non si spiegava perché il virus attaccasse il sistema nervoso solo molto raramente (meno dell'1% dei casi). Si è anche dimostrato impossibile infettare gli animali da laboratorio con il virus della poliomielite.

 

Nei rari casi in cui gli outbreak si verificarono in paesi in via di sviluppo, la malattia era quasi sempre limitata agli occidentali e solo raramente colpiva i residenti locali. I soldati americani di stanza nelle Filippine contraevano la polio, ma non i filippini, e lo stesso valse per le truppe di stanza in Cina e Giappone. 


 

Come detto prima, ancora più stranamente, sebbene la malattia stessa sia stata presumibilmente sconfitta e quasi debellata dalla scienza medica, tutti questi misteri rimangono ancora oggi senza risposta nonostante oltre un secolo di ricerche, e alcuni di essi sono diventati ancora più sconcertanti.

 

 IL MITO DELLA POLIOMIELITE

 

L'epica storia della vittoria della scienza sulla poliomielite - più di qualsiasi altro resoconto della lotta contro le malattie, persino della storia fiabesca di Edward Jenner e del suo vaccino contro il vaiolo - è il mito fondamentale alla base della storia moderna delle vaccinazioni.

 

Per questo è difeso con le unghie e con i denti, perché una volta che ci si renda conto come quello della poliomielite sconfitta dai vaccini sia appunto un mito, tutto il successivo castello di carte delle vaccinazioni non rimarrebbe in piedi.

 

Argomento che merita approfondimento.

 

VACCINI E PLACEBO

 

Un utente della chat, Giovanni, ha fatto un'affermazione intelligente a commento del post sugli Amish: "Non credo che gli adiuvanti a base di sali di mercurio o di alluminio facciano bene al cervello."

 

Il punto è proprio quello, mercurio, alluminio ed altre tossine sono perfettamente in gradi di uccidere, causare tumori, autismo e tutte le altre condizioni riportate fra gli effetti collaterali non solo dei vaccini tradizionali ma anche quelli a tecnologia mRNA.

 

Per questo le ricerche scientifiche sono tutte delle truffe. Quello che molti non sanno, inclusi tanti dottori, è che il placebo usato in queste ricerche per verificare la tossicità di un vaccino non è una soluzione salina, come verrabbe da credere, ma semplicemente il vaccino senza la sostanza attiva, ma con tutti gli adiuvanti ed i nanolipidi del vaccino attivo.

 

 POLIO: UN'IPOTESI

 

Qualcosa di molto drammatico deve essere accaduto alla fine del XIX secolo per produrre il notevole aumento dell'incidenza della poliomielite, e va fatto notare che in questo stesso periodo si diffuse l'introduzione di nuovi coloranti e pesticidi, spesso a base di arsenico, piombo e altre sostanze chimiche potenzialmente tossiche, nei vari paesi occidentali.

 

Ad esempio gli agricoltori del nord-est degli Stati Uniti iniziarono ad applicare l'arsenato di piombo ai loro alberi di mele nel 1892, e proprio l'anno successivo si verificò un picco dei casi di polio nell'area di Boston, che aumentarono più di quattro volte rispetto all'anno precedente.

 

Inoltre, questi casi raggiunsero il massimo nella stagione della raccolta delle mele e la maggior parte delle vittime proveniva dalle aree rurali circostanti Boston piuttosto che dalla città stessa. 

 

Anche oggi, gli esperti sottolineano che era molto difficile distinguere la paralisi da poliomielite dai danni ai nervi causati dall'avvelenamento da piombo o altre tossine, e le diagnosi errate erano comuni. Oggi la polio viene diagnosticata soprattutto con il test PCR (sempre quello...) ma allora veniva diagnosticata semplicemente tramite i sintomi, comuni a moltissimi altri tipi di paralisi da tossine.

 

Dal libro "Turtles all the way down", pubblicato anonimamente tre anni fa in Israele e le cui teorie, supportate da quasi duecento pagine di riferimenti scientifici, non sono mai state contestate:

 

"La supposizione che la poliomielite sia una malattia infettiva e contagiosa - cioè causata da un organismo vivente (tipicamente un batterio o un virus) e trasmessa da persona a persona - non è stata messa in discussione nei circoli scientifici per molti decenni."

 

"La versione istituzionale della storia della polio ha gettato uno spesso strato di cemento intorno ad essa e qualsiasi scienziato abbastanza audace da metterla in discussione rischia di essere ignorato o deriso. La malattia, come "tutti sanno", è causata dal poliovirus, un virus altamente contagioso che entra nel corpo attraverso la bocca e viene espulso nelle feci."

 

"Ma la polio è davvero una malattia infettiva e contagiosa? Un'analisi della sua storia iniziale suggerisce che la risposta a questa domanda non è così semplice o inequivocabile come la storia ufficiale della polio vorrebbe farci credere."

 

MISTERIOSE (MA NON TANTO) PARALISI

 

A Manchester, in Inghilterra, nel 1900 scoppiò una misteriosa epidemia che paralizzò migliaia di persone e ne uccise diverse diecine.

 

Alla fine fu scoperto che la causa fosse stata l'alta concentrazione di arsenico nell'acido solforico usato per lavorare lo zucchero nelle birrerie locali. 

 

In seguito si scoprì che un problema simile, a livelli più bassi, aveva in precedenza prodotto decine di misteriosi casi di paralisi ogni anno nell'Inghilterra nord-occidentale durante la fine del XIX secolo. 

 

Nel 1930, ben 50.000 americani rimasero paralizzati nelle regioni meridionali e centrali dopo aver bevuto un farmaco contaminato da una sostanza chimica tossica. Inizialmente non fu facile stabilirne le cause perché  occorrevano una decina di giorni tra il momento dell'uso del farmaco e la prima comparsa dei sintomi.

 

POLIO E DDT

 

La paralisi da poliomielite era diventata una malattia notevolmente diffusa in America alla fine degli anni '30, ma la sua incidenza crebbe ancora più rapidamente dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, quando iniziò ad affliggere anche Paesi come la Germania, il Giappone e i Paesi Bassi, dove prima era sconosciuta. 

 

Le prime epidemie in Francia, Belgio e Unione Sovietica sono state registrate solo negli anni Cinquanta. Gli storici della medicina tutt'oggi non hanno una spiegazione per questo strano andamento, che vedeva incredibilmente crescere la diffusione della poliomielite proprio mentre molte altre malattie infettive stavano velocemente scomparendo.

 

Gli autori del libro "Turtles all the way down" (pubblicato in Israele 3 anni fa da autori anonimi) fanno notare che proprio in quel periodo si stava verificando una rivoluzione dei pesticidi, con il DDT che era diventato l'insetticida di riferimento a livello mondiale.

 

Il DDT era un prodotto economico, potente e di lunga durata che attaccava il sistema nervoso dei comuni parassiti agricoli. 

 

Sebbene fosse ufficialmente stato giudicato completamente sicuro, i primi rapporti mostravano alcuni esempi di apparente tossicità per gli esseri umani, includendo persino la paralisi come sintomo. 

 

Secondo alcuni critici medici dell'epoca, il sorprendente aumento delle infezioni da poliomielite sia in America che in altri Paesi sembrava coincidentalmente corrispondere all'aumento dell'uso del DDT in quelle aree, ma il Dipartimento dell'Agricoltura e altre agenzie federali negarono fermamente ogni possibile collegamento.

 

L'EPIDEMIA DI PARALISI A MINAMATA

 

A metà degli anni Cinquanta, nella zona intorno a Minamata, in Giappone, cominciò una strana epidemia di paralisi e danni cerebrali ed al sistema nervono.

 

Gli abitanti del villaggio riferirono di avere intorpidimenti agli arti che potevano diventare una vera e propria paralisi. Alcuni avevano difficoltà a sentire o a vedere. Altri svilupparono tremori alle braccia e alle gambe, difficoltà a camminare e persino danni cerebrali.

 

Il tutto mentre nel mondo occidentale si sviluppavano enormi focolai di poliomielite, dai sintomi molto simili.

 

Occorsero diversi anni prima che dei ricercatori dell'Università di Kumamoto, nel 1959, scoprirono che l'origine della malattia non era dovuta ad un virus, come si era inizialmente pensato, ma agli alti livelli di avvelenamento da mercurio causati da un grande impianto petrolchimico a Minamata, gestito dalla Chisso Corporation.

 

La Chisso negò le accuse e continuò la produzione senza alcun cambiamento allo smaltimento del mercurio, ed in seguito si stimò che negli anni avesse scaricato ben 82 tonnellate di composti di mercurio nella baia di Minamata.

 

Mentre lo scarico di mercurio continuava, le donne avvelenate partorivano bambini avvelenati. Questi bambini nascevano con gravi deformità, tra cui arti nodosi, ritardo mentale, sordità e cecità.

 

Dopo anni di proteste, l'azienda cercò di corrompere le persone colpite dall'avvelenamento da mercurio utilizzando documenti legali che dichiaravano che avrebbe risarcito le persone per le loro malattie, ma che non avrebbe accettato alcuna responsabilità presente o futura, allo stesso tempo continuando ad avvelenare le acque almeno fino al 1968.

 

La causa legale si concluse nel 2010, dopo migliaia di morti e mezzo secolo di sofferenze, quando la Chisso fu condannata a pagare cifre irrisorie per il risarcimento.

 

 Poliomielite in Giappone? No, avvelenamento da mercurio.

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Fonte Minimata Disease Municipal Museum.

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