Dobbiamo abbandonare l’idea che chi ci governa lo faccia per il nostro bene.
Monsignor Carlo Maria Viganò
Dobbiamo abbandonare l’idea che chi ci governa lo faccia per il nostro bene.
Monsignor Carlo Maria Viganò
20.01.2017
È andato in un mondo migliore»: così recita l’epigrafe della necrologia di Marino Colombari, 73 anni, morto in seguito a una caduta accidentale nel giardino di casa e ricoverato in terapia intensiva dove però la sua forte fibra ha ceduto dopo pochi giorni. Era conosciuto in Lessinia, e non solo, per le sue decise prese di posizione su ambiente, migranti e ordine pubblico.
Nacque in Lussemburgo, da genitori originari di Badia Calavena: il papà aveva trovato lavoro in miniera. Lui fu sempre operaio, allo stabilimento dolciario «Motta» di San Martino Buon Albergo; con la pensione decise di trasferirsi da Marcellise, dove passò la maggior parte dei suoi anni, a San Rocco di Piegara di Roverè, dove finalmente si trovò a contatto con quell’ambiente naturale che frequentava giornalmente e difendeva a spada tratta.
Questa foto ci dà 3 insegnamenti:
1)-Di fronte a una provocazione, non sempre la battaglia è la cosa più intelligente.
2)-Non bisogna cogliere tutte le opportunità, alcune sono una trappola.
3)-Quando ti impegni a distruggere un altro, puoi distruggere anche te stesso.
(Autore sconosciuto)
Adamo raggiunge i 930 anni, Set i 912; Noè li supera entrambi, toccando la soglia dei 950 anni; addirittura Matusalemme, nonno di Noè morto nell'anno del diluvio universale, vive per 969 anni.
Sono età incredibili; è possibile?
La risposta ancora una volta arriva dall'Egitto.
Soffermandosi a discutere in merito alle improbabili lunghezze dei regni dei sovrani d'Egitto del periodo predinastico, lo storico Manetone ( inizio III secolo A.C. sacerdote del culto di Serapide durante il regno di Tolomeo ) Afferma che:
“L’anno che prendo in considerazione è tuttavia lunare, quello che noi adesso chiamiamo un mese. Per gli antichi Egiziani era invece detto un anno”
La professoressa astrofisica Valentina Zharkova spiega che non è la CO2, ma è il Sole a guidare il cambiamento climatico e, a causa della sua attività in diminuzione, dovremmo essere pronti per un periodo più freddo.
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“La CO2 non è un gas cattivo”, afferma Valentina Zharkova, docente presso la Northumbria University di Newcastle, nel Regno Unito. Al contrario, sottolinea che tutti i centri di giardinaggio la utilizzano nelle loro serre per rendere le piante rigogliose e verdi. “In realtà abbiamo un deficit di CO2 nel nostro pianeta, che è da tre a quattro volte inferiore a quello che le piante vorrebbero”, osserva l’esperta, aggiungendo che nel corso della storia del nostro pianeta la percentuale di CO2 nell’atmosfera è stata a livelli molto più alti di quelli attuali.
Infatti, nel corso degli ultimi 140 milioni di anni, la quantità di CO2 nell’atmosfera è in costante diminuzione e solo ora inizia leggermente a salire. Attualmente è di circa 420 parti per milione (ppm), ovvero lo 0,042%. 140 milioni di anni fa, era stimato a 2.500 ppm (0,25%), circa sei volte superiore. In queste quantità significava anche un mondo più verde e più ricco di biodiversità. Se le emissioni di CO2scendessero al di sotto di 150 ppm (0,015%), significherebbe l’estinzione della vegetazione e di ogni altra forma di vita. All’estinzione ci siamo avvicinati molto durante l’ultimo massimo glaciale, quando il CO2 era a 182 ppm (0,018%).
Mons. Luigi Versiglia.
Il 25 febbraio del 1930 subirono il martirio in Cina i missionari salesiani mons. Luigi Versiglia e don Callisto Caravario. Un fatto prodigioso accadde nella primavera del 1932 al successore di mons. Versiglia nel vicariato di Shiu-chow, mons. Ignazio Canazei, uomo austero, positivo, del tutto alieno dalle suggestioni e dalle allucinazioni. Lo narrò lui stesso a un suo missionario, don Pietro Battezzati. E questi lo mise per iscritto e lo confermò con giuramento dinanzi ai giudici del processo per la beatificazione dei due martiri.
Testimonianza «La prima volta avevo 16 anni e non ho avuto il coraggio di difendere la mamma da mio papà. Per questo mi appello ai ragazzi affinché denuncino subito»
LEGNAGO «Avevo 16 anni quando ho visto per la prima volta mia madre vittima di violenza. Questa esperienza terribile l'ho vissuto sulla mia pelle, per cui quando una vostra insegnante mi ha chiesto se volessi contribuire al progetto della scuola non ho avuto dubbi. Ho donato due panchine pensando alla mia storia, ma soprattutto a voi che avete gli strumenti per cambiare davvero le cose». È un messaggio forte, che arriva dritto al cuore, quello che Fabio Crivellente, presidente della Consulta comunale dell'Economia e del lavoro, ha lanciato agli studenti dell'Iss Silva- Ricci di Legnago, dove l'altra mattina, nell'ingresso dell'istituto, sono state inaugurate due panchine speciali: una rossa, emblema della lotta contro la violenza sulle donne, ed una blu, per dire basta ad ogni forma di esclusione ed emarginazione.
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Cerimonia toccante
Due simboli di grande impatto, che entrando nella quotidianità di tutti gli studenti, come hanno ricordato le docenti referenti del progetto Romana Rossin, insegnante di lettere e vicepreside, e Patrizia Ferraro, di Scienze motorie - potranno fungere da stimolo ad un maggiore impegno personale nel combattere ogni forma di violenza e di discriminazione.
( Immagine da Pinterest )
- Pedro Arturo Hernández Zeta
Forse non tutti sanno che per un breve periodo della sua vita, precisamente dal 21 settembre 1888 al 9 gennaio 1889, il grande filosofo tedesco Friedrich Nietzsche visse nella città di Torino. Un lasso di tempo breve, ma che fu sufficiente a Nietzsche per innamorarsi della città e della sua gente. Scrisse di Torino, in alcune lettere indirizzate a parenti e amici, frasi come: “Su Torino non c’è niente da ridire: è una città magnifica e singolarmente benefica” e ancora “Torino non è un luogo che si abbandona”.
La sua abitazione si trovava in via Carlo Alberto 6, al quarto piano. Qui per 30 lire al mese, l’autore di Così parlò Zarathustra, aveva affittato una camera (che si affacciava sulla piazza, proprio sopra l’ingresso della Galleria Subalpina) da Davide e Candida Fino, gestori del negozio di giornali in Piazza Carlo Alberto. I Fino gli avevano messo a disposizione anche un pianoforte che, secondo le testimonianze, Nietzsche era solito suonare diverse ore al giorno.
La fine del soggiorno di Nietzsche a Torino fu decisamente tragica e fu protagonista di uno degli episodi più commoventi nella storia dei pensatori occidentali, ma decisamente drammatica. “la storia di Nietzsche e del cavallo”, che secondo alcuni segna il momento del suo collasso mentale,
Vi siete mai chiesti cosa significa Abracadabra?
Da bambini avrete certamente sentito questa parola. Non tutti sanno sanno però che deriva dall’aramaico Avrah KaDabra: «io creo quello che dico». Che cosa significa? Che le parole creano la realtà. Non c’è pensiero senza parole. E senza pensieri non esistono pensieri critici. Pensate che cinquant’anni fa un ginnasiale usava in media 1600 parole; oggi non ne usa più di 500. È una cosa grave, si domanderanno alcuni?
Ecco, ricordate le sirene del mito Ulisse? Con il loro canto seducono i marinai e li spingono a gettarsi in mare. Perché ci riescono? Perché le loro parole sono così persuasive che riescono ad ingannare gli uomini.