Lettera dell’imperatore Settino Severio alla città di Nicopolis
Una lettera imperiale dell'Imperatore Settimio Severo alla città di Nicopolis ad Istrum nell'odierna Bulgariasettentrionale, è stata esposta al pubblico per la prima volta da secoli.
È l'unica lettera intatta di un imperatore romano mai scoperta in Bulgaria.
E' sopravvissuta perché è stata scolpita su una lastra di calcare di 2 tonnellate alta 3 metri.
L'iscrizione fu riscoperta nel 1923 spezzata. I pezzi sono stati conservati al Museo di Storia di Veliko Tarnovo sin dalla loro scoperta, ma sono stati assemblati solo di recente.
Gli epigrafi hanno ora tradotto completamente le 37 righe dell'iscrizione e la stele è stata reinstallata nella sua posizione originaria presso il parco archeologico vicino a VelikoTarnovo.
La lastra è stata incisa con il testo della lettera nel 198 d.C. ed è stata eretta nel foro della città in modo che il pubblico potesse leggerla. Ad un certo punto andò distrutta, probabilmente nel V secolo, quando la città fu distrutta da Attila l'Unno.
I funzionari di Nicopoli avevano buone ragioni per ingraziarsi Settimio Severo. Avevano sostenuto uno degli altri contendenti imperiali. Il successore di Commodo, Pertinax, ispirato dall'esempio di Marco Aurelio, fu un imperatore giudizioso e umano per gli 87 giorni in cui regnò, prima che venisse ucciso dalla guardia pretoriana. Questi vendettero quindi il trono al miglior offerente, tenendo letteralmente un'asta nel palazzo davanti alla testa decapitata di Pertinace su uno spuntone. Il senatore corrotto e dissoluto Didius Julianusvinse.
Settimio Severo era a Carnutum, l'odierna Austria, con la sua legione quando seppe del destino di Pertinace. Le sue truppe lo proclamarono imperatore e Settimio marciò su Roma per rivendicare il trono imperiale. Dido Giuliano fu detronizzato. Così la città per ingraziarsi il nuovo imperatore Settimio gli donò ben 700.000 denari. In cambio del loro generoso dono, l'Imperatore inviò un simpatico "biglietto di ringraziamenti" attraverso la suddetta stele che recita:
"Imperatore Cesare Lucio Settimio Severo Pio Pertinace Augusto, Conquistatore d'Arabia e Adiabene e più grande conquistatore della Partia, Nipote del divinizzato Marco Aurelio Pio, vincitore in Germania e Sarmazia [Marco Aurelio], pronipote dell'Antonino Pio divinizzato, discendente di Adriano divinizzato, Traiano divinizzato.
Il vincitore in Parthia, con potere di tribuno e proconsole, saluta gli arconti, il consiglio comunale e la gente di Nicopolis ad Istrum.
Abbiamo visto la tua straordinaria devozione dichiarata nel nostro decreto. Come persone ben intenzionate e leali che si sforzano di ricevere una valutazione favorevole ai nostri occhi, hai chiaramente dimostrato.
Che tu condivida la nostra gioia dagli eventi recenti; hai anche condotto Celebrazioni di massa alle notizie per i nostri successi: la pace comune che è arrivata per tutte le persone grazie alla vittoria sui barbari che si ostinano costantemente ad attaccare l'impero. E la guida congiunta dello stato da parte di noi due in giusta collaborazione, Insieme al legale Cesare [Geta] appartenente alla nostra famiglia. Ecco perché abbiamo letto il decreto con il dovuto rispetto. La rata monetaria di 700.000 [denari] proviene da persone ben intenzionate. Il nostro amico e legato, l'eccellente Ovinio, ha inviato il decreto."
In realtà Settimio non era il discendente di Traiano o Adriano. Stava solo prendendo in prestito il loro splendore per dare legittimità al suo governo. Nicopoli non pagò invano il suo tributo. La città prosperò sotto Settimio che la visitò personalmente più volte. (http://archaeologyinbulgaria.com)
Fonte: Archaeology in Bulgaria
Fonte: da facebook di Luigi Pellini del 20 novembre 2020
Link: https://www.facebook.com/luigi.pellini1
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