sabato 16 agosto 2025

IL TUO CERVELLO...QUELLA VOLTA CHE HAI FRENATO APPENA IN TEMPO, SENZA NEMMENO PENSARCI.

 



È successo a tutti: un bambino che attraversa all'improvviso, il piede che schiaccia il freno istintivamente, il cuore che batte forte solo dopo. In quel momento hai pensato di essere stato veloce a reagire, ma la verità è più sorprendente di quanto immagini.

Il neuroscienziato Benjamin Libet ha scoperto qualcosa di straordinario studiando il cervello umano: quando crediamo di decidere qualcosa, in realtà il nostro cervello ha già iniziato ad agire 300-500 millisecondi prima. Nei suoi esperimenti, l'attività cerebrale iniziava circa 800 millisecondi prima del movimento, ma la consapevolezza di voler agire emergeva solo 200 millisecondi prima dell'azione.

Questa preparazione nascosta del cervello ha un nome: "potenziale di prontezza". È il segnale che il nostro sistema nervoso lancia per prepararci all'azione, prima ancora che ne siamo coscienti. Una specie di anticipo evolutivo che ci permette di sopravvivere.

Quando hai frenato per evitare quell'incidente, il tuo cervello aveva già elaborato il pericolo, preparato la reazione e iniziato il movimento prima che tu te ne rendessi conto. La coscienza è arrivata dopo, come un osservatore che commenta una partita già iniziata.

Forse non siamo i padroni delle nostre decisioni quanto crediamo, ma abbiamo qualcosa di ancora più prezioso: un cervello che veglia su di noi anche quando non ce ne accorgiamo.

 

Fonte: da Facebook 

giovedì 14 agosto 2025

CLAUDIO SAURO. LA MIA SOSPENSIONE


 Dott. Claudio Sala 


E' ora che lo dica perché troppi mi chiedono il numero di telefono. Allora dovete sapere che i telefoni li ho staccati per quello che mi è successo nel 2017. Lo ripeto, anche se ormai lo sa tutta l'Italia. Nel 2017 ricevo una convocazione dall'Ordine dei Medici di Verona, vado ed il Dott. Mora, presidente dell'Ordine, mi mostra un articolo che aveva trovato su Google e mi dice "Io per questo articolo posso radiarla". Si trattava di un articolo che parlava della Vit. D come antitumorale, in sostanza le stesse cose che dice Debora Rasio. L'articolo su Google mica ce l'avevo messo io, era mio, ma era un articolo che avevo posto su un sito chiuso di Facebook, ed un naturopata l'aveva estrapolato, dove si parlava delle sostanze naturali e dove intervenivano anche medici e professori. Dissi a Mora: "Guardi che sono cose che ormai la scienza ha convalidato, perfino l'oncologa Debora Rasio ha un filmato su YouTube dove parla delle proprietà antitumorali della Vit. D.

" Non importa, mi disse Mora, lei consiglia dosi non convalidate dall'AIFA, lei consiglia di portare il valore a 250 ng/ml e non il massimo di 100 come previsto e questo è sicuramente pericoloso per la salute, per cui io la radio dall'Ordine. 

domenica 10 agosto 2025

TEOFILO SANSON

 

Torino Teofilo Sanson


Torino - fine anni 40. Il giovanotto in foto è Teofilo Sanson mentre vende i suoi gelati a Porta Palazzo.

Girava per  Torino con il suo carretto, ma soprattutto nei luoghi dove si allenavano le squadre di calcio del Torino e della Juventus.

- Iniziò la sua carriera imprenditoriale nel 1948 con un modesto chiosco di gelati a Torino. Ha successivamente fondato un laboratorio nella nostra città, poi evolutosi dal 1968 nella Gelati Sanson, spostando la sede a Colognola ai Colli, nell'est veronese, fino a diventare un'azienda leader del settore dolciario, tanto da essere considerato il «Re del gelato».

 

sabato 9 agosto 2025

LA LINGUA CIMBRA

 

Giovanni Battista Pighi


Secondo Carlo Cipolla i cimbri erano pastori tirolesi e bavaresi che s'infilarono attraverso la valle del Fersina e l'altopiano di Folgaria verso i VII comuni vicentini (1. Asiago, 2. Enego, 3. Foza, 4. Gallio, 5. Lusiana Conco [unione di Lusiana e Conco], 6. Roana, 7. Rotzo ) e i XIII comuni veronesi (1. Roverè, 2. Velo, 3. Bosco Frizzolana [oggi Bosco Chiesanuova), 4. Valdiporro [oggi frazione di Bosco Chiesanuova], 5. Erbezzo, 6. Alferia [oggi Cerro Veronese], 7.Azzarino e 8. Camposilvano [oggi frazioni del comune di Velo Veronese], 9. Saline [oggi San Mauro di Saline], 10. Tavernole [oggi frazione di San Mauro di Saline], 11. Selva di Progno [con i colonelli di Giazza e Campofontana], 12. San Bartolomeo Todesco [oggi frazione di Selva di Progno], 13. Sprea cum Progno [oggi Badia Calavena]).

venerdì 8 agosto 2025

DERMATITE BOVINA, NESSUNA POLEMICA

 



Ho sentito l'autorevole parere del dottor Alberto Laddomada, la cui competenza è indubbia e non discutibile. Ha detto che il vaccino per la dermatite bovina è supersicuro - lo aveva detto anche per quello della lingua blu, ma anche i migliori talvolta errano - e io mi fido ciecamente di lui, ci mancherebbe altro che il povero Liori non si fidi di un luminare della medicina veterinaria.

Però c'è un proverbietto latino che dice "quod no est in tabulis no est in mundo" che fa il paio con un altro proverbietto sardo: "cartas cantan in correddu".  Che vuol dire? Lo spiego subito. La Regione metta nero su bianco ciò che dice il dottor Laddomada assumendosene la piena responsabilità. Prima di vaccinare firmino un contrattino in base al quale pagheranno in tempi contrattuali certi una cifra contrattualmente certa per gli eventuali danni. Se il vaccino è ipersicuro non rischiano nulla: firmino. E io dopo la firma vaccino le mie vacche.

Perché "quod no est in tabulis no est in mundo". Ossequi al dottor Laddomada (ma non era in pensione? Comunque pensione o non pensione luminare era e luminare resta) ma "cartas cantan in correddu".

Mi permetto di aggiungere che:

1) Il governo italiano impose il vaccino obbligatorio del covid ma poi Astrazeneka ritirò i vaccini perché non sicuri e non pagò nessun danno alle famiglie dei morti da trombosi causa vaccino.

2) l'unione europea nello schema 1 della pac premia gli allevatori che riducono la medicalizzazione del bestiame

3) questo morbo ha una bassa morbilità e una ancor più bassa mortalità: uno scienziato come Laddomada non sa indicare strade alternative al vaccino?


Fonte: da Facebook 

giovedì 7 agosto 2025

IL BUCO DI VISO IL PRIMO TRAFORO ARTIFICIALE DELLE ALPI



Nel 1480, quando l'Europa stava ancora uscendo dal Medioevo, qualcuno prese una decisione che oggi ci sembra pazzesca: bucare letteralmente una montagna pur di non pagare una tassa.

Stiamo parlando del Buco di Viso, il primo traforo artificiale delle Alpi. Pensate: a 2882 metri di altitudine, con tecnologie medievali, un gruppo di uomini scavò 75 metri di tunnel nella roccia viva. Non per scopi militari o di prestigio, ma per una ragione molto più prosaica.

Il sale.

I mercanti del marchese di Saluzzo dovevano trasportare il prezioso sale dalla Provenza, ma i dazi imposti dai Savoia sui valichi tradizionali stavano rovinando i loro affari. La soluzione? Creare una "strada segreta" attraverso la montagna.

Con picconi, martelli e una determinazione incredibile, in appena due anni realizzarono quello che oggi considereremmo un'opera di alta ingegneria. Ma la cosa più pazzesca? Dopo quasi 550 anni, quel tunnel è ancora percorribile.