Dal testo di Francesco Zanotto
"Compiuto l'intero corso, si volle che
prendesse la laurea, al che ripugnava ella per modestia, ma dovette obbedire
all' espressa volontà del padre. Ciò il 25 giugno 1678, avendo ella trentadue
anni d'età. La insolitezza della cerimonia chiamò in Padova un numero
straordinario di spettatori, a tale che non credendosi bastare il solito luogo,
fu scelta in quella vece la cattedrale, nella quale si collò la tribuna a lato
l'altare della Madonna ... e quindi espose, come volea l'uso del tempo, il
testo del filosofo, ed ebbe quindi per unanime consentimento la corona
d'alloro, la quale unitamente all'anello ed alla mozzetta dottorale le fu data
da Carlo Rinaldini suo promotore.".
ANNO 1678
Giuseppe Gatteri
Cosa ci racconta il disegno di Gatteri.
Venezia verso la
fine del Seicento, nonostante i conflitti sempre latenti, riscopre il gusto
della pace e della
cultura: emerge fra i tanti un particolare talento, quello della nobildonna
Elena Cornaro ...
LA SCHEDA STORICA - 130
Forte in tutta Europa fu l'eco della caduta di Candia.
Venezia aveva perso l'ultimo dei suoi più importanti e antichi possedimenti
nell'Egeo.
Dopo 22 anni d'impegno militare la Serenissima ora aveva più
che mai bisogno di pace. Una pace indispensabile per poter riordinare
innanzitutto le disastrate finanze dello Stato con le casse praticamente quasi
vuote.
Le condizioni per farlo non erano certamente delle più
favorevoli. Venezia aveva perso i monopoli dei commerci e quindi dei mercati in
Oriente e i prezzi delle sue merci, notevolmente lievitati a causa delle
incessanti spese belliche per Candia, non erano più già da tempo concorrenziali.
Tuttavia l'abilità del governo veneziano ed in particolare
l'oculata ed astuta politica economico-finanziaria del vecchio doge Domenico
Contarini, riuscirono dopo 15 anni a riportare nuovo denaro fresco e contante
nelle esangui casse statali.
In un ritrovato clima di pace e di proficue attività
commerciali, la repubblica di Venezia aveva finalmente ripreso la sua vita
normale un pò in tutti i campi. La pace produceva nuova ricchezza, ma anche
nuovi talenti nel campo della cultura.
Il personaggio che maggiormente si distinse in quell'ultimo
ventennio del secolo XVII, non fu tuttavia nè un pittore, nè un letterato, nè
un musicista. Il suo nome infatti era
quello di una donna: Elena Cornaro Piscopia.
Elena era nata il 5 giugno del 1646 da Giovanni Battista e
Giovanna Cornaro ed apparteneva quindi ad una delle più antiche e prestigiose
famiglie della nobiltà veneziana, in particolare a quel ramo della famiglia Cornaro
che aveva fatto enormi fortune economiche nel corso dei secoli con i commerci
in Oriente. Qui ed in particolare a Cipro, la famiglia aveva posseduto un
feudo, quello di Piscopia, dal quale prese poi il nome di questo ramo dei Cornaro
al quale apparteneva la stessa Elena.
Una figura eccezionale ...
La figura di questa
donna resta a tuttoggi veramente eccezionale tanto più se si pensa che visse in
un secolo, il Seicento, nel quale le
donne non erano considerate granchè. Ebbene,
Elena trovò invece il modo per affermarsi e per stupire a dir poco i suoi
contemporanei.
Dopo aver manifestato sin da piccola spiccate doti
intellettive, Elena venne precocemente avviata agli studi grazie anche
all'intervento di Battista Fabbris che persuase in tal senso i genitori della
bambina. Era per Elena solo l'inizio di una straordinaria ascesa culturale.
Giovanissima infatti parlava già il latino, il greco e
l'ebraico mentre delle lingue correnti parlava perfettamente il francese, lo
spagnolo, con qualche rudimento anche di arabo. Oltre che nella parola, Elena
si dilettava anche nel canto distinguendosi come cantante e studiosa di musica
mentre successivamente si accostò anche agli studi filosofici.
E proprio da questi ultimi le giunse il massimo
riconoscimento che mai si sarebbe aspettata, diventando infatti la prima donna
a conseguire una laurea in filosofia.
Il 25 giugno del 1678 ebbe luogo l'insolita cerimonia presso
l'Università di Padova. Tanti erano però gli spettatori accorsi per assistere
all'evento, che l'Assemblea giudicante dovette spostarsi in Cattedrale. Qui,
dopo che Elena espose correttamente alcuni passi dalle opere di Aristotele,
venne incoronata con l'alloro ricevendo l'anello e l'attestazione dottorale.
Dopo la filosofia la nobildonna veneziana si cimentò anche
con l'esame di teologia, materia delicata che Elena aveva però profondamente
studiato sotto la vigile direzione di don Ippolito Marchetti, prete
dell'Oratorio e per cinque anni ospite in casa Cornaro.
Tuttavia per Elena sorsero proprio in quell'occasione i
primi problemi dovuti alla sua natura ... femminile.
Stava bene infatti che una donna potesse intendersene di
filosofia, musica e poesia oltre che di lingue antiche e moderne, ma gli studi
teologici erano ben altra cosa e soprattutto da sempre appannaggio degli
uomini. Fra gli stessi membri della commissione ci fu allora chi si richiamò
all'autorità di S. Paolo che scrisse:''Mulieres non docent", ma
fortunatamente c'era anche chi riconosceva che i tempi erano forse cambiati e
che Elena si meritava comunque il dottorato anche in teologia.
A risolvere la spinosa questione, comunque, ci pensò la
stessa Elena, rinunciando al titolo dottrinale. Avrebbe in fondo trovato molte
altre occasioni per distinguersi e in molte altre materie, dall'astronomia,
alle scienze alla poesia.
Presa fissa dimora in un palazzo nel quartiere del Santo,
Elena ebbe anche modo di qualificarsi per la sua straordinaria oratoria ed
elegante eloquenza tanto in latino quanto in volgare, pubblicamente o
privatamente.
Iscritta a numerose Accademie, Elena tuttavia condusse
sempre una vita assai rigorosa e per niente mondana. Aveva fatto voto di
castità e ben presto espresse il desiderio di ritirarsi nel convento delle
Dimesse a Padova o a Vicenza, intenzione che venne rimandata solo dopo la morte
dei genitori.
Ma il rigore della vita che conduceva unitamente agli sforzi
dovuti ai mai interrotti studi, però, minarono precocemente la sua già fragile
persona. E così, dopo un periodo di
dolorosa malattia, Elena Cornaro Piscopia si spegneva nella sua casa padovana
il 26 luglio del 1684.
Le esequie, contrariamente alla sua volontà, furono delle
più splendide. Alla ghirlanda di gigli, simbolo di castità, venne aggiunta
anche la corona dottorale di alloro mentre sulla bara vennero posti numerosi
libri delle discipline nelle quali Elena si era distinta.
A ricordo della prima donna laureatasi in filosofia e
straordinaria studiosa di altre numerose discipline, l'Università le rese
omaggio con una statua che la ritraeva seduta e posta ai piedi della scala
d'ingresso.
Venezia aveva perduto uno dei suoi massimi e particolari
talenti, ma Elena aveva aperto una strada che fino ad allora era rimasta chiusa
per le donne.
Fonte: srs di
Giuseppe Gatteri, Antonio Viviani, Francesco Zanotto, Giuseppe Grimaldo, Laura
Poloni, Giorgio Marenghi; da STORIA VENETA,
volume 5, SCRIPTA EDIZIONI
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