Comitato per la celebrazione delle PASQUE VERONESI
(17-25 aprile 1797)
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COMUNICATO STAMPA
Dopo la strumentale incursione a Porta Nuova di un gruppo di amministratori di AN (con giornalisti e fotografi al seguito) per pretendere il tricolore alla Messa per i caduti contro Napoleone
Per la prima volta, il 18 giugno di quest’anno, anniversario delle fucilazioni dei patrioti veronesi caduti contro Napoleone, non è stato possibile celebrare la Santa Messa latina antica per i Martiri delle Pasque Veronesi a Porta Nuova, per la pretesa di un gruppo di amministratori di AN d’issare il tricolore anche durante la funzione religiosa di suffragio.
Le Pasque Veronesi furono l’insurrezione della città di Verona e del contado contro Napoleone e i rivoluzionari francesi (17-25 aprile 1797). I tradizionalisti cattolici sono stati costretti a rinunziare al Sacro Rito per l’imposizione a officiare la Santa Messa, non con le tradizionali bandiere per cui combatterono i patrioti veronesi e per le quali bagnarono quel suolo del loro sangue, bandiere che sono quelle della Serenissima, della città di Verona e del Sacro Romano Impero (i soldati austriaci che militarono assieme agl’insorti contro i francesi), bensì con il vessillo tricoloruto che rappresenta i collaborazionisti di Bonaparte, i giacobini e, poi, il Risorgimento liberal-massonico che perseguitò la Chiesa, dissacrò tradizioni millenarie d’Italia e ridusse le nostre cento capitali a provinciali “schiave” della Roma centralista, burocratica e neogiacobina. Sostituendo l’autentica Patria rappresentata da millenari Stati tradizionali e cattolici con un’altra artificiale, inventata da carbonari, massoni e dai loro eredi modernisti e social-comunisti, cui non riesce tuttora di legittimarsi.
Il fatto che sotto il tricolore siano morte persone in buona fede (sono infinitamente meno e tutti settari, invece, quelli morti per esso) non cambia la considerazione che se ne deve avere: va forse onorata o ammirata la bandiera sovietica, che rappresenta il comunismo assassino e sotto la quale combatterono i russi? Oppure quella con la stella a cinque punte delle Brigate Rosse? Non crediamo proprio: si può morire, purtroppo, anche per una causa sbagliata.
Ribaditi ancora una volta questi princìpi, suffragati dai fatti, altra cosa sono invece le invenzioni strumentalmente propalate in questi giorni.
Spiritosa invenzione n. 1 (costruire un reato anche dove non c’è). Vilipendere una bandiera significa oltraggiarla (ad esempio bruciarla, farla a pezzi ecc.) non ripiegarla ordinatamente per il tempo di una manifestazione storica o religiosa e poi ricollocarla al proprio posto. Esattamente come fa un qualsiasi soldato all’ammainabandiera serale. Ammainando la bandiera forse che la vilipende? Tutti gli anni, dal lontano 1997, agenti Digos, carabinieri, guardie municipali presenti (quest’ultimi con tanto di gonfalone cittadino), assessori, consiglieri, parlamentari intervenuti a Porta Nuova avrebbero dunque tollerato o sarebbero stati complici di un reato? Andiamo! Chi ha sbagliato, per eccesso di zelo, sono stati quegli agenti che, incitati dai rappresentanti di AN, hanno preteso a tutti costi quello che non potevano: ovvero d’imporlo agli organizzatori in una manifestazione autorizzata, anzi durante un sacro rito, sempre uguale in tanti anni, disturbandola, snaturandola e, di fatto, impedendo che si svolgesse come gli organizzatori avrebbero voluto. Da costoro aspettiamo scuse oppure (e con impazienza, almeno per quanto riguarda il sottoscritto, unico responsabile in tal caso) questa denunzia per un vilipendio … che non c’è, non solo per i fatti del 18 giugno 2009, ma per tutti i 18 giugno dal 1997 (presente in prima fila l’allora consigliere comunale Flavio Tosi, l’attuale Sindaco di Verona) fino a ieri l’altro.
Spiritosa invenzione n. 2 (l’alzabandiera non sarebbe stato autorizzato dal Comune). Quando si consente una manifestazione, si consentono anche le cose minori, lasciate alla libera determinazione degli organizzatori, giacché tutto ciò che non è vietato è lecito. Solo un’incredibile ottusità burocratica può far esigere un’autorizzazione per ogni cosa, anche per respirare. Da quando in qua è vietato, durante manifestazioni storico-religiose e per la durata di queste, innalzare i relativi vessilli (salvo ricollocarli)? Ma anche ci fosse bisogno di tali specifiche autorizzazioni, quante volte questo Comitato negli anni passati ha fatto richiesta ed elevato quella marciana e le altre bandiere storiche su pennoni istituzionali come quelli di Porta Nuova, delle altre Porte cittadine, di Palazzo Emilei (Galleria d’Arte Moderna), perfino della Loggia di Fra’ Giocondo? Abbiamo perso il conto. Dunque perfettamente normale che si ripetesse anche ieri l’altro quanto sempre fatto, anche sotto le tre precedenti amministrazioni, inclusa quella Zanotto (di sinistra) che oggi protesta contro di sé. Incredibilmente.
Spiritosa invenzione n. 3 (il Comune denuncerà gli organizzatori per vilipendio alla bandiera). Il Comune di Verona, che rilascia il patrocinio, l’utilizzo di Porta Nuova, vi fa mettere le sedie e delle luci aggiuntive rispetto a quele degli organizzatori, manda il gonfalone con i vigili in alta uniforme, partecipa da sempre con rappresentanti istituzionali al sacro rito del 18 giugno (alzabandiera marciano incluso) denuncerà gli organizzatori per un vilipendio (che non c’è)? Ci risulta che il Sindaco abbia privatamente smentito una simile enormità … spetta tuttavia ai giornalisti verificare se la circostanza sia vera o se si tratti dell’ennesima sparata e figuraccia aennina o d’illazioni della stampa. All’opinione pubblica, ora che si approssimano le elezioni regionali (e comunali) la cosa interesserebbe assai.
Spiritosa invenzione n. 4 (i tradizionalisti sono vettori di violenza). La spiritosaggine, per non dire l’infamia, è da imputare a un esponente del PD di Verona, presto dimentico che dalle inchieste papaliesche del ’94-‘95 finite nel nulla, all’isteria anti-Serenissima del ’97, al caso Marsiglia, fino alle ripetute e denunziate aggressioni patite da chi scrive ad opera dei Centri Sociali, fino al clamoroso assalto dato da questi ultimi nel 2006 alla Santa Messa in Piazza dei Signori per i caduti delle Pasque Veronesi (all’epoca perfino Zanotto espresse solidarietà) a tacer d’altre azioni ancora, sono ormai quasi vent’anni di violenze, di campagne persecutorie di stampa, ecclesial-moderniste e giudiziarie, che solo la Fede e l’ausilio della Grazia ci ha consentito di superare, trionfandone sempre, mentre carrieristi e opportunisti stanno a guardare salvo meravigliarsi e complimentarsi dopo, a vittoria ottenuta. L’unica novità è che, a soccorso della sinistra in rotta, giunge ora AN e il plauso ricevuto dal Pd ne costituisce la prova.
Spiritosa invenzione n. 4 (collegamento giornalistico fra la polemica sui vessilli di Porta Nuova e la bandiera strappata nottetempo ai marinai). Che i tradizionalisti passino la notte a scippare le bandiere ai marinai non lo pensa nessuno. Può darsi che l’episodio sia da addebitare all’esasperazione indotta, per reazione, dalla mania di certi nazionalisti di ficcare dappertutto l’emblema massonico-giacobino, anche dove non c’entra niente; può anche essere però, più semplicemente, un atto vandalico e basta. O anche un’operazione vittimistica alla Marsiglia, inscenata da ambienti politici (in senso lato) che pensino di trarne qualche utilità. Quanto all’ultimatum del PD al Sindaco di dissociarsi dai tradizionalisti, il consiglio è certamente buono e disinteressato e verrà seguito senz’altro: quantunque il nuovo Tosi abbia perso tutta l’aura di radicalismo che lo ha plebiscitato sullo scranno di primo cittadino, e sempre più gente se ne sta accorgendo, saprà e dovrà misurare con grande accortezza quel che più gli convenga per sedere sulla poltrona di Governatore del Veneto e scegliere di conseguenza tra le raccomandazioni politicamente corrette del PD da un lato e il vessillo dei Veneti, quel San Marco per il quale s’immolarono gli eroi delle Pasque Veronesi, duecentododici anni fa.
Il Segretario
Maurizio-G. Ruggiero
Verona, 20 giugno 2009
Fonte: Comitato per la celebrazione delle PASQUE VERONESI
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