sabato 30 aprile 2011

INTRODUZIONE ALLA ESEGESI DELL'ANIMA: CODICE II - NAG HAMMADI



A cura di Sabato Scala

PRESENTAZIONE DEL TESTO

Quello che sottoponiamo al lettore é uno straordinario testo di particolare bellezza e poesia, che espone in modo davvero sublime il principio del Femminino Sacro ed il vero senso di esso.



La Femmina Sacra, Prostituta e Santa che ritroviamo nel Tuono Mente Perfetta, altro singolare testo ritrovato tra i codici di Nag Hammadi, ed il
senso stesso della caduta e della rinascita, insieme con il metodo per ottenere la resurrezione sono tutti in questo singolarissimo esempio di esegesi
Valentiniana che  nulla ha ad invidiare a testi straordinari come il Vangelo di Filippo.

Questo testo, però, a differenza dei rimanenti documenti del Corpus di Nag Hammadi ha l'importante elemento innovativo della adozione di un linguaggio del tutto esplicito che espone il nocciolo della ruolo salvifico della Sophia rigenerata.


Lo gnosticismo di Gesù 

Al termine della lettura del testo diviene chiaro il senso della discesa di Gesù sulla terra, nella visione gnostica, come sposo e salvatore
dell'Anima, ma é davvero interessante come il matrimonio mistico purissimo e casto  con la Maddalena (vedi anche Vangelo di Filippo) diviene, in questa ottica, un elemento che assume una valenza assolutamente centrale ed irrinunciabile. Esso e’ il fine ultimo simbolico e metaforico della venuta del
Cristo.



E' anche singolare osservare come alcune parole di Gesù, per altri versi difficilmente comprensibili  "chi non abbandona il proprio padre, la propria madre ..."  vengono riferiti, in questo documento, in modo diverso  "chi non abbandona la propria anima..." e divengono finalmente chiari se letti nell'ottica ottica salvifica gnostica.

La cosa che impressiona di più é che questo testo, a mio avviso collocabile al I secolo o ai primissimi anni del II, é che esso espone una analisi teologica gnostica primordiale, priva del tutto da sovrastrutture baroccheggianti tipiche della gnosi.

In esso vi é una tesi di una limpidezza cristallina che contribuisce a porre un problema storico serissimo: siamo davvero certi che gli elementi nuovi in nostro possesso relativamente alla vita di Gesù non ci costringono ad una revisione della sua vita in un ottica del tutto diversa?



Infiniti sarebbero i ragionamenti, che coinvolgono anche tesi quali la matrice essena di Gesù.

Un esempio é l'osservazione da me proposta in relazione al manoscritto qumramiano 4Q541 quale possibile canovaccio della vita di Gesù, o, ancora  le osservazioni sulla premeditazione del sacrificio finale (si veda il mio lavoro sulla Crocifissione e il progetto di martirio che sarebbe dovuto avvenire evitando una strage), o ancora la funzione salvifica del sacrificio finale agognato e progettato attraverso il tradimento chiesto a Giuda, secondo il  Vangelo di Giuda di recente pubblicato dal National Geographic, (in cui Giuda si rende strumento consapevole di quel progetto).



La tesi, in sintesi, é che Gesù fosse perfettamente conscio della valenza simbolica, metaforica e salvifica della sua vita e che egli stesso ne scriva
il copione con l'obbiettivo di tracciare una storia biblica che insegnasse metaforicamente e cripticamente in senso anti-arcontico, la strada per la
salvezza dell'Anima.



E', infatti, singolare come proprio in questo documento la storia biblica, indipendentemente da contenuto diretto, storico e reale delle narrazioni, é vista come una favola.  Essa sembra essere scritta ed esistita solo  come metafora e che quindi non abbia alcuna valenza intrinseca diretta ma che vada letta ignorando del tutto il senso storico per scendere a quello criptico - metaforico.



Singolare é la somiglianza di questa forma di esegesi con il Pesher qumramiani: probabilmente la Thiering, altro personaggio escluso dalla
bibliografia italiana, non aveva affatto torto quando invitata ad una lettura criptico-metaforica dei testi qumramiani in linea con i metodi
esegetici ed interpretativi dei Pesher ivi rinnovati.

Vi sono numerose affinità, che già  Jhonas  fece notare, tra l'ermetismo egizio precristiano dei testi ritrovati da Ficino esposti nel Corpus Hermeticum, e la gnosi cristiano valentinana.  Quest'ultima sembra essere una evoluzione rielaborata profondamente di quel pensiero. Ciò pone un
ulteriore problema: gli anni trascorsi da Gesù in Egitto su cui torneremo più innanzi.



Quel periodo, infatti, potrebbe corrispondere, nell'ottica di una sorta di predestinazione e di un preciso progetto di vita, a quelli che
ritroviamo nei Salmi qumramiani relativamente al  "Maestro di Giustizia".
Quel periodo sembra essere  stato vissuto dal Maestro di Giustizia per
apprendere, nella "Terra dei Leoncelli", le fondamenta reali della fede.

Se Gesù venne a contatto con la proto-gnosi egizia di stampo ermetico, il suo essenismo attraverso la linea definita negli Inni e nei Salmi di Qumran, insieme alla sua cultura ebraica, possono averlo quasi naturalmente condotto alla rivoluzionaria teoria (rivoluzionaria anche rispetto al contenuto stesso dell'ermetismo egizio) che il Dio del Vecchio testamento sia, in effetti, un essere ignorante sopra il quale e fuori dal quale esiste il vero Dio che, per distinguerlo da questi, Gesù chiama Padre adoperando, anche qui, una terminologia mutuata da alcuni documenti qumramiani assente quasi del tutto nella letteratura biblica veterotestamentaria.


Obiezioni possibili al Gesù storicamente gnostico

E' opinione comune che la letteratura gnostica e comunque il pensiero gnostico sia una manifestazione tarda del cristianesimo primitivo e che, comunque, non sia derivata dal pensiero di Gesù ma che sia una elaborazione colta di esso.

Tale opinione é tutt'altro che scontata, vi sono diversi indizi che richiederebbero una riflessione seria ed una maggiore prudenza nella elaborazione di deduzioni storiche ed esegetiche fondate su questo asserto.

Esiste una seria controversia, ad esempio, sulla data di collocazione del Vangelo di Tommaso.

Basti osservare le analisi proposte dal Jesus Semianr, la precocissima collocazione alcuni testi che lo stesso Moraldi propone e o anche le stesse analisi sugli indizi di precocità da me proposti attraverso la comparazione di questo documento con i canonici.

La stessa completezza e coerenza del pensiero di Valentino (130 - 140 c.a.) non sarebbe teologicamente e storicamente spiegabile se fosse nata dal nulla o se fosse una semplice rielaborazione mutuata dall'ermetismo egizio.

Va ricordato  anche che gli stessi Atti degli Apostoli e le lettere ci parlano della precocità di alcune forme di gnosi, prima tra tutte quella
assai matura dello stesso Simon Mago (siamo a ridosso della morte di Gesù). Ma anche la gnosi di Basilide e Saturnino, teologicamente assai sofisticata che risale solo al 100-150, o anche quella di Marcione (85-160) e prima ancora di Cerinto.

Insomma esistono numerosissimi indizi che parlano della formazione precocissima di un pensiero teologicamente assai coerente sin dai primi
anni del Cristianesimo. Nelle stesse lettere di Paolo e lo stesso Paolo evidenziano indizi assai rilevanti della pervasività di alcune idee sul Cristo di chiarissimo stampo gnostico.

Il Vangelo di Giovanni, notoriamente, contiene elementi che denunciano la diffusione e rilevanza di questa forma interpretativa del pensiero di
Cristo fin dai primi anni successivi alla sua morte ciò non sarebbe, inoltre, storicamente anomalo.

Ilaria Ramelli, nella recente edizione ed analisi del Corpus Hermeticum,  relativamente alla formazione del Pensiero ermetico  e della relativa filosofia, da cui la gnosi cristiana mutua molte riflessioni, afferma che la sua nascita e formazione é collocabile con grossa probabilità tra il II - I secolo a.C.  e non può sfuggire che lo stesso Gesù, sia dai canonici che soprattutto dagli apocrifi risulta aver vissuto la sua gioventù e forse anche la prima maturità  in Egitto

La stessa letteratura essena pur così ancorata alla visione teologica ebraica rivela elementi che lasciano intravedere la possibilità che nelle manifestazioni più elevate della esegesi e della analisi del processo iniziatico, contenute in questi documenti non manchino spunti di tipo gnostico, si veda ad esempio il commento di Moraldi agli Inni.

Esiste il concetto di Grazia nell'esegesi dell'Anima?

E' possibile che l'Esegesi dell'Anima indichi la necessità dell'intervento della Grazia divina nel processo salvifico? Questo interrogativo scaturisce dalla traduzione del testo proposta da Mario Erbetta che recita: «Ella dunque, divenendo nuova, salirà lodando il Padre e suo fratello, per mezzo del quale è stata salvata. [.] Questo poi non succede per mezzo di parole ascetiche, neppure per mezzo di artifizi, né per mezzo di dottrine scritte, ma è la grazia di Dio, è il dono di Dio per l'uomo»  (Esegesi circa l'Anima, 11; corrispondente a. 55-56 nella Ns traduzione);

Il problema é assai serio perchè si propone un elemento, quello della mediazione della Grazia divina, in un processo salvifico quale quello gnostico che pare prescindere del tutto da questo elemento che, invece, é essenziale nel cristianesimo Paolino.

Potremmo risolvere il tutto limitandoci ad osservare che vi una evidente traduzione ed interpretativa cattiva se non, addirittura, teologicamente "orientata" in senso cattolico da parte di Erbetta.

Teniamo, infatti, conto che il termine Grazia nel testo della Esegesi, appare proprio in corrispondenza con una lacuna.



Non vi é, infatti scritto, la grazia di Dio ma solo "La grazia di [...]" cui segue una lacuna e quindi  "il dono di [...]" seguito da un'altra lacuna.



La traduzione di Erbetta introduce due elementi "La grazia di Dio" ed il "dono per l'uomo"  teologicamente dirompenti, secondo la tradizionale costruzione teologica gnostica, ma che non trovano motivo d'essere perchè assenti nel testo.

Nel complesso il problema della Grazia come dono di Dio per l'uomo, posto da questa traduzione é frutto di una,  interpolazione  antistorica di Erbetta,  che non tiene conto della assoluta assenza del concetto di Grazia nella teologia gnostica almeno nella forma da egli proposta completando le lacune del testo.



Peraltro non é l'unico elemento, questo, che mostra una interpretazione ed una traduzione forviante da parte della studioso.

Si pensi, ad esempio, all'uso del termine  "Parole ascetiche" sostituito al  "parole in memoria" o  "di memoria"  da noi adoperato.  Il ricordo della propria origine divina é il primo passo per la salvezza  ma non é sufficiente leggere parole che ci ricordino la nostra origine, ma é necessario qualcosa in più.

Ed é a questo punto che, per non eludere del tutto il problema della Grazia, riteniamo necessaria una breve digressione relativa alle diverse posizioni teologiche espresse nei documenti di Nag Hammadi  che denunciano almeno due correnti del pensiero gnostico.

Basti pensare, ad esempio, che il Corpus di Nag Hammadi contiene 4 testi di origine chiaramente ermetica uno dei quali parrebbe essere alla base stessa della formazione teologica e cosmogonica gnostico cristiana: il tratatto della Ogdoade e dell'Ennade.

La stessa presenza di un frammento della Repubblica di Platone denuncia una elaborazione teologica assai colta che tiene conto del pensiero filosofico precedente.

L'esegesi dell'Anima, ad esempio, sfrutta L'Iliade e l'Odissea di Omero oltre che il mito di Afrodite ed esistono testimonianze di antichi storici
che segnalano come la stessa mitologia greca mutuasse molto del significato interpretativo da quella egizia di stampo ermetico.


L'ermetismo egizio é, chiaramente, quello più vicino alla forma"popolare" della gnosi cristiana di stampo zoroastriano che porta al filone Manicheo,
 Ariano, fino a quello tardo Bogomilo e Cataro.

In questo filone, che Jhonas chiama gnosi siriaca, e che é assai vicino al panteismo greco ed ermetico, il Dio del Vecchio Testamento é parte del
progetto ed é, tutto sommato buono. Il Cosmo stesso si fa strumento di purificazione delle scintille divine nell'Uomo che pulisce e purifica con il suo moto consentendo l'ascesa al Padre.

Elemento, invece distantissimo dal secondo filone, quello che Jhonas  chiama egizio cui si riferisce la gnosi di Valentino e quella, sebbene più
primitiva, di Simon Mago.

Tornando al Corpus di Nag Hammadi tutto questo appare già  nei testi e quindi intuibile che anche su tematiche meno centrali della funzione del Demiurgo, potessero esserci divergenze teologicamente rilevanti.

Il tema della Grazia, comunque, che traspare, oggettivamente, dalle righe della esegesi sebbene sia esasperato dalla lettura di Erbetta non ci pare collocabile all'interno delle contraddizioni tra i filoni gnostici primordiali, anzi lo riteniamo, tutto sommato, coerente con il pensiero gnostico valentiniano sebbene riveli un contenuto più primordiale.

La Grazia, non nella forma suggerita dalla lettura di Erbetta, può essere ritenuta compatibile con la teologia gnostica, in particolare con quella egizio-valentiniana.

La gnosi, infatti, di per se non é strumento esclusivo per l'accesso al processo salvifico di ricongiunzione con il Pleroma.

E' essenziale l'elezione, ed in particolare l'appartenenza alla categoria pneumatica (Valentino distingue tre categorie per l'accesso alla gnosi,
ilici, e psichici sono coloro che per loro stessa natura non possono entrare nel processo salvifico).

L'appartenenza alla categoria Eonica, é una scoperta per l'uomo pneumatico e tale scoperta richiede una presa di coscienza che non può avvenire senza "la grazia" della "lettera" del Padre che il Figlio stesso inviato all'uomo per ricordargli la sua origine regale, come lo stesso Hans Jhonas fa osservare nello stupendo commento dell'Inno alla Perla contenuto negli Atti di Tommaso.

Quindi la Grazia, in questa accezione e non in quella del "dono" intesa da Erbetta, é elemento essenziale per la gnosi, come é indispensabile é  la
mediazione cristica per il processo salvifico.

Questa mediazione, ovviamente, manca nell'ermetismo che, comunque, non é estraneo ad una sorta di concetto di Grazia inteso come messaggio affidato alla sequenza dei  i diversi lacerto di-Ermete.



Ovviamente la Grazia, intesa come messaggio o lettera di Dio all'Uomo pneumatico, é condizione necessaria nella gnosi Valentiniana  ma tutt'altro che sufficiente. Essa é lo strumento di accesso al processo salvifico centrata sul Battesimo gnostico.



Non a caso questo testo insiste su una particolare interpretazione del Battesimo di Giovanni come battesimo di pentimento ovvero, come momento di acquisizione della consapevolezza della propria diversità a questo mondo e della origine divina dell'Anima.



Nella interpretazione gnostica de Battesimo di Cristo, lo spirito santo non scende solo su Gesù ma entra in esso.

Non dimentichiamoci che questo particolare spinge primi padri della chiesa a scartare il più antico tra i Vangeli dal canone: quello ebraico di Matteo riferito da Ireneo limitatamente proprio al primo capitolo in cui si affronta l'annoso tema del Battesimo di Giovanni e della funzione dello Spirito Santo in esso.



Lo Spirito Santo che entra in Gesù e che nella gnosi é lo strumento femminile che si fonde al Cristo, altro non é che il mezzo di trasporto della
Grazia di Dio.



Basti pensare alla polemica che il Vangelo di Filippo propone proprio lavorando sulla "femminilità "dello Spirito santo e sulla miscomprensione
che in ambito cristiano proto-cattolico, si operava in merito allo Spirito Santo.



E' questo spirito che scende sugli Apostoli (nella visione gnostica) come Grazia e come strumento di risveglio dopo essere stato rinnovato
attraverso un processo rigenerativo cui il Gesù divenuto Cristo lo ha sottoposto con la sua vita e con la sua Resurrezione metaforica da vivo prima di quella seguita alla sua morte (che non é importante o addirittura é inessenziale o talora, ancora, é supposta inesistente per lacune frange gnostico cristiane).


La metafora sessuale nella gnosi

Nella mia pluriennale lettura del materiale gnostico ed in particolare di quello fondamentale di Nag Hammadi, in relazione all'atteggiamento degli gnostici rispetto alla funzione mistica dell'unione sessuale, mi son fatto una idea completamente opposta a quella tradizionalmente attribuita alla gnosi sia dalla patristica che dalla critica esegetica.



Il valore "positivo" e se si vuole "mistico" o anche "tantrico" del sesso, mi pare assai lontano dallo spirito di questi documenti.



La posizione della Esegesi dell'Anima in relazione all'amore terreno e la metafora stessa della prostituzione come strumento per procurare effimero piacere all'anima viene ritenuto mezzo di contaminazione né più né meno di quanto avveniva nell'ambito del cristianesimo vincente paolino.

La stessa unione sessuale tra lo sposo mistico (Cristo) e l'Anima la rende pura proprio perchè non é una unione sessuale.



Il sesso in ambito gnostico valentiniano, specie nella letteratura di Nag  Hammadi, sembra essere tenuto rigorosamente fuori dalla vita dello gnostico puro: l'obiettivo é, infatti, liberarsi dalle passioni poiché la passione e le passioni sono la materia con la quale il Demiurgo, che l'esegesi identifica con "il Dio di questo mondo",  ha costruito il Mondo illusorio che conosciamo.

La passione é strumento di inganno ed é la principale causa della dimenticanza delle nostre origini divine.

Utilizzare una metafora con senso opposto a quello che si vuole dare, é nel metodo tipico della gnosi descritto bene nel Vangelo di Filippo. Nella sostanza si usa una metafora terrena negativa per esporre una realtà ultraterrena positiva: questo, nel caso in esame, é il senso della Camera Nuziale mistica gnostica.



Si pensi, ad esempio ai due sposi (la figlia del re e suo marito nella prima notte di nozze) descritti negli Atti di Tommaso: essi passano la notte nudi e senza unirsi sessualmente ascoltando Gesù apparso loro in carne nella loro camera.



Direi, quindi, che la gnosi di Valentino non é meno sessuofobica del cristianesimo, del resto in questa gnosi Paolo (vedi biblioteca di Nag
Hammadi) ha un posto centrale e la sessuofobia cattolica,  come é noto, é per lo più legata al substrato teologico e filosofico paolino proveniente dall'atteggiamento sessuofobico di Paolo. Paolo, lo mutua la sessuofobia tipica in ambito ebraico, esasperandola attraverso sua personale
situazione psicologica.



L'interpretazione sessuale della gnosi che viene proposta di recente in ambiti mediatici superficiali (vedi Dan Brown), proponendo una interpretazione letterale di testi come il Vangelo di Filippo é assolutamente errata e rivela una scarsa conoscenza del materiale gnostico oggi a nostra disposizione.

La sessuofobia é una costante del cristianesimo primitivo giudaico-cristiano, paolino e gnostico senza eccezioni, forse solo successivamente a partire da Simon Mago, il sesso viene interpretato come strumento di iniziazione (Simon Mago recupera la prostituta Elena con cui si unisce in nozze con lo scopo di emulare con la sua vita il senso metaforico della caduta e della ascesa al Padre della Sophia gnostica).



E', però, vero anche che l'estasi, come viene descritta nella gnosi, é metaforicamente legata proprio all'atto sessuale.

Viene, infatti proposta  la sostituzione della estasi materiale della passioni sessuale ed amorosa, con un'estasi superiore proveniente dalla unione con il proprio Spirito per la generazione dell'essere androgino e per il raggiungimento del "riposo" gnostico su cui tanto insistono il Vangelo di Verità ed il VAngelo di Filippo.



Insomma é mia convinzione che anche l'estasi monastica sia nata in ambito gnostico e da essa traggano origine pratiche come la preghiera esicastica ed il primo monachesimo estatico.



Non ritengo sia, infatti, possibile rilevare reali forme estatiche nel primo monachesimo di matrice Paolina quale quello di Martino di Tours, Paolino di Nola, Sulpicio Severo, Pelagio, ecc....

La documentazione in nostro possesso non consente, a mio avviso, di rilevare chiare pratiche estatiche come strumento normale di contatto con il divino in queste primordiali correnti monastiche del cristianesimo paolino.
.

L’ESEGESI DELL’ANIMA.  NAG HAMMADI – CODICE II

TESTO  

E' uno straordinario testo ritrovato tra i 52 codici gnostici di Nag Hammadi nel 1945 di particolare bellezza e poesia,  che espone in modo davvero sublime il principio del Femminino sacro ed il vero senso di esso.


[1] Saggio l’Uomo che diede all'anima un nome femminile.[2] La sua natura era sicuramente femminile. [3] Parimenti ella ha il suo ventre.

[4] Fino a quando era presso il padre era vergine in forma adrogina. [4]Solo quando cadde discese in un corpo e venne a questa vita, quindi finì nelle mani di molti ladri. [5] E creature di facili costumi se la scambiarono dall'uno all'altro e [...] [6] Alcuni fecero uso della sua forza, mentre altri la
sedussero con regali. [7] In breve essi inquinarono la sua verginità.

[8] E nel suo corpo ella si prostituì e si diede ad uno e a tutti, credendo che ciascuno poteva abbracciarla come marito. [9] Dopo essersi data a facili
costumi, agli infedeli amanti, così che essi potessero far uso di lei, sospirò profondamente e si pentì.[10] Ma anche quando girò il volto a quegli amanti, corse da altri e questi la costrinsero a vivere con loro e a rendere servizio nel loro letto, come se fossero suoi padroni. [11] Senza più vergogna non osò lasciarli, mentre loro la ingannarono a lungo, fingendo d’essere fedeli, di essere veri mariti, e di rispettarla grandemente. [12] Alla fine la abbandonarono e andarono via da lei.

[13] Divenne una vedova povera e desolata senza aiuto; non le fu lasciato cibo per il tempo della sua afflizione; da essi non ricevette nulla salvo la
contaminazione che le diedero mentre ebbero con lei rapporti sessuali. [14] E la sua prole da adultera fu muta, cieca e malata. [15] Essi furono di mente debole.[16] Ma quando suo padre tornò a visitarla, guardò in basso e vide il suo sospiro con la sua sofferenza e disgrazia e la vide pentita della prostituzione in cui era impegnata, e quando ella cominciò a chiamare il Suo nome cosicché egli potesse aiutarla [...]ella, con tutto il cuore, disse "Salvami padre mio, poiché io voglio render conto a te, per l'abbandono della mia casa e per aver lasciato il quartiere ove vivevo da nubile. [16] Riportami di nuovo a casa".

[17]Quando egli vide in quale stato ella era, la ritenne degna di misericordia per tutte le afflizioni che aveva subito per aver abbandonato la sua casa.


[18] Ora riguardo alla prostituzione dell'anima, lo spirito santo ha profetizzato in molti luoghi.

[19] Attraverso di lui profetizzò Geremia (Ger.: 3: 1-4),

[20]“Se un uomo ripudia la moglie ed essa, allontanatasi da lui, si sposa con un altro uomo, tornerà il primo ancora da lei?[21] tornerà il primo ancora da lei?[22]Forse una simile donna non è tutta contaminata? [23]“Tu ti sei disonorata con molti amanti e osi tornare da me?[24] Dice il Signore. [25]“Sii onesta onesto e guarda dove ti sei prostituita.[26] In quale strada non ti sei seduta corrompendo la terra con i tuoi atti di prostituzione ed i tuoi vizi [27]Ed hai preso molti uomini come pietra di inciampo per te stessa. [28]Sei diventata
svergognata con tutti. [29]Non chiamarmi parente o padre per la tua verginità.

[30]In Osea è scritto (Os.: 2: 2-7),

[31]Accusate vostra madre, accusatela, poiché lei non è mia moglie ed io non sono suo marito. [32]Si tolga dalla faccia i segni delle sue prostituzioni e i segni del suo adulterio dal suo petto; altrimenti la spoglierò tutta nuda e la renderò come quando nacque e la ridurrò a un deserto, come una terra arida, e la farò morire di sete e la renderò vogliosa e s senza figli. [33]Non mostrerò alcuna pietà per i suoi figli, poiché sono figli della prostituzione, poiché la loro madre si è prostituita ed e li ha svergognati.[33]Poiché ella ha detto, “Mi prostituirò con i miei amanti. Sono quelli che mi hanno dato il mio pane, l’ acqua, i miei indumenti, i miei vestiti ed il mio vino ed il mio olio e tutto ciò di cui avevo bisogno.[34] Perciò la vedrò divenire prigioniera in su in modo che non potrà più scappare dai suoi amanti. [35] E quando li cercherà e non li troverà e dirà, “Tornerò da mio marito, in quei giorni vivevo meglio di ora.
“


[36] Parlò ancora ad Ezechiele in questo modo: (Ez.:16:23-26) ,

[37] “Devono avvenire molte depravazioni, disse il signore <>”.

[40] Ma che cosa significa i figli dell'Egitto, uomini grandi nella carne se non il dominio della carne e del regno percettibile e gli affari della terra, da cui l'anima è stata qui corrotta, ricevendo pane da loro, così come il vino, l’olio, i vestiti e l'altra assurdità esterna che circonda il corpo – cose di
cui Ella pensa di avere bisogno.

[41] Ma a questa prostituzione gli apostoli del signore hanno comandato:(Atti 15;20, e 29;21;25 , 1Th 4;3 , 1 Col 6;18 , 2 Col 7;1)

[42] Guardati da essa, purificati da essa,  riguardo non solo alla prostituzione del corpo ma soprattutto a quella dell'anima.


[43] Per questo motivo gli apostoli scrivono alle chiese di Dio, che quella prostituzione non potrebbe mai accadere fra noi. [44] Tuttavia la lotta più
grande riguarda la prostituzione dell'anima. Da essa risulta anche la prostituzione del corpo.

[45] Pertanto Paolo scrisse ai Corinzi dicendo, (1Co 5:9-10)

[46]“Vi scrissi nella lettera <> e non intendevo le prostitute di questo mondo ma gli impudichi, gli avari, gli idolatri o i
maldicenti finchè non lascerete questo mondo.”

[47] Egli Parlava spiritualmente
“La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne” come dice in (Ef. 6:12) “ma i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male”.

[48] Finchè l'anima continua a correre ovunque si possa copulare con chiunque venga in contatto con lei, ella contaminerà se stessa, ella determinerà la sua sofferenza facendo di se stessa un deserto. [49] Ma quando percepisce la dritta via che è dentro di lei e piange dinanzi al Padre e si pentirà, allora il Padre avrà misericordia di lei e farà allontanare il suo ventre dal dominio esterno e lo riporterà dentro di lei, di modo che l'anima riguadagnerà il suo proprio carattere. [50] Poichè esso non è così con una donna. [51] Poiché il ventre del corpo è all'interno del corpo come gli altri organi interni, ma il ventre dell'anima è intorno alla parte esterna come gli organi genitali maschii sono esterni. [52] Così quando il ventre dell'anima, per volontà del Padre, si gira verso l’interno, esso è battezzato ed immediatamente è pulito dell'inquinamento esterno che è stato schiacciato su esso, come indumenti, che quanto sono sporchi, sono messo in acqua e vengono girati fino a rimuovere la sporcizia e farli tornare puliti. [53] E così la pulizia dell'anima è di riguadagnare la novità della sua natura precedente e di tornare indietro nuovamente. [54] Quello
è il suo battesimo.

[55] Allora comincerà a infuriarsi da sola come una donna nel lavoro, che si dibatte e va in collera nell'ora della consegna del suo operato. [54] Ma poiché è femmina, non ha il potere di generare da sola un figlio.

[55] Da cielo il Padre gli ha inviato il suo uomo, che è il suo fratello, il primogenito. [56]Quindi lo sposo è disceso alla sposa. [57] Ella ha allontanato la sua precedente prostituzione e si è pulita degli inquinamenti degli amanti ed è stata rinnovata in modo da essere una sposa.

[58] Non opererà più come luogo di mercato, copulando con chiunque la desidera, ma continuerà ad aspettarlo - (dicendo) “quando lui tornerà?„- e temendolo, dato che non sa a chi egli assomigli: e non ha più ricordi del passato dal tempo in cui è caduta giù dalla casa del Padre suo. [59] Ma dalla volontà del Padre <…> e ha sognato di lui come una donna innamorata di un uomo.

[60] Ma allora lo sposo, secondo la volontà del Padre, è sceso a lei nella Camera Nuziale, che è stata preparata. [61] Ed ha decorato la Camera Nuziale. [62] Per questo da allora quella unione non è come una unione carnale, coloro che l’avranno attraversata saranno soddisfatti. [63] E come se fosse stato un peso, lasceranno il fastidio del desiderio fisico e gireranno i loro volti da ogni simile cosa. [64] Ma questa unione [...]. [65] Ma una volta che si uniscono tra loro, si trasformano in una singola vita.

[66] Per questo il profeta ha detto (Gn 2:24)
" riguardo al primo uomo e alla prima donna, [67] “si trasformeranno in una singola carne.„



[68] Per quelli che si sono in origine uniti l’uno all’altro quando erano con il Padre prima che la donna smarrisse l'uomo, che è suo fratello. [69] Questa unione li ha riportati ancora insieme e l'anima si è unita al suo vero padrone, poichè è scritto (cfr. Gn 3:16; 1 Co 11; 1; Il PE 5:23),

“il padrone della donna è suo marito.„



[70] Allora lo ha riconosciuto gradualmente e si è rallegrata ancora una volta, piangendo davanti a lui mentre si è ricordata del disonore della sua vedovanza precedente. [71] Ed si è adornata ancora di più in modo che Egli potesse essere soddisfatto di rimanere con lei .

[72] E il profeta dice nei Salmi (Ps 45:10-11):

[73] Ascolta Figlia mia, e guarda, e disponi le tue orecchie all’ascolto, e dimentica la tua gente e la casa di tuo Padre, dato che il re ha desidera la tua bellezza, egli è il tuo signore.

 [74] Per questo Egli chiede di voltare la faccia alla sua gente ad alla moltitudine degli amanti, in mezzo ai quali era una volta, per dedicarsi
soltanto al suo re, il suo signore reale e dimenticare la casa del padre terreno, con quale le cose sono andate male per lei, ma di ricordarsi del suo
Padre che è nel cielo.

[75] Così inoltre fu detto ad (Gn 12:1) Abramo:

Vieni fuori dal tuo paese e dalla tua patria e dalla casa di tuo padre



[76] Così quando l'anima si sarà adornata nuovamente nella sua bellezza [...] gioirà di nuovo nell'essere amata ed Egli anche l'amerà. [78] E quando ella sarà stata con lui, riceverà da lui il seme della vita dato attraverso lo spirito, di modo che da Lui la renderà gravida di buoni figli e li alleverà. [79] Questa è la meraviglia grande e perfetta, della nascita. [80] E così questa unione è resa perfetta dalla volontà del padre.


[81] Ora ci si prepara a che l'anima si rigeneri e si trasformi ancora in ciò che era precedentemente. [82] L'anima quindi si muoverà in accordo con se stessa. [83]Ed ella ha riceverà la natura divine dal Padre per il suo rinnovamento di modo che potrà essere ristabilita al posto in cui originalmente
era stata. [84] Questa è il resurrezione che proviene dai morti. [85] Questo è il riscatto dalla prigionia. [87] Questo è il viaggio verso l'alto e l'ascesa a cielo. [88] Questo è il senso dell'ascesa al padre.

[89]Di conseguenza il profeta ha detto ha detto (Ps 103:1 - 5):

[90] Elogia il signore, O anima mia e, tutto ciò che è in me, elogi il suo nome santo. [91] Elogia anima mia il sommo Dio, che ha perdonato tutte i tuoi peccati, che ha guarito tutte le tue malattie, che riscattato la tua vita dalla morte, che ti ha coronato di misericordia, che ha soddisfatto il tuo desiderio con le buone cose. [92] La tua gioventù sarà rinnovata come un `aquila.


[93] Allora quando ella diventerà nuovamente giovane ascenderà, elogiando il Padre ed suo fratello, da quale è stata salvata. [94] Così è l'anima rinascerà ancora e che sarà conservata. [95] E questo è dovuto non alle frasi in sua memoria o alle abilità di professionale o a ciò che si apprende da un libro. [95] Piuttosto è la grazia del [...] che è il dono del [...]. [96] Per questo è una cosa divina.

[97] Di conseguenza il signore ha gridato: (Gv.: 6:44)

[98] Nessuno può venire a me a meno che il mio padre non lo porti a me



[99] Quindi ci si deve preparare per pregare il Padre e per implorarlo con tutta la nostra anima - non esternamente con i labbra ma con lo spirito, che è interno, che è venuto a noi dalla profondità. [100] con sospiri; [101] pentirsi per la vita che abbiamo vissuto confessando i nostri peccati: percependo il vuoto inganno che era dentro di noi e il vuoto zelo; [102] piangere per come eravamo nella oscurità e tra le onde addolorati per noi stessi, per questo Egli ha avuto pietà di noi; [103]odiamo noi stessi per come siamo ora.

[104] Ancora il signore disse :

[105] Beati coloro che sono addolorati perché riceveranno pietà; beati gli affamati perché saranno saziati

[106] E disse ancora (cf. Lk 14:26) [107]Chi non odia la sua anima la sua anima non può seguirmi.



[108] Poiché l'inizio della salvezza è il pentimento.

[109] Prima che Cristo apparisse venne Giovanni a predicare il battesimo di pentimento.[110] E il
pentimento prese il posto della afflizione e del dolore. [108] Ma il Padre è buono ed ama l'umanità e sente l'anima che lo chiama e gli trasmette la luce di salvezza.

[109] Di conseguenza ha detto con lo spirito al profeta (cfr. 1Cl 8:3)

[110]Dici ai figli della mia gente, "se i vostri peccati si estendono dalla terra fino cielo e se diventano rossi come scarlatto e più neri della tela di un
sacco e ritornerai a me con tutta la tua anima e mi chiamerai Padre. [111]E lui li ascolterà come un santo popolo "

[112]E ancora in un'altro posto (Is 30:15):

[113] Così dice il signore, il Santo di Israele: "Se ritornerete e sospirerete, allora sarete conservati e saprete dove eravate quando vi siete fidati di ciò
che è cosa vuota "



[114] Ancora ha detto in un altro posto (è 30:19 - 20):

[115] Gerusalemme ha pianto molto, dicendo, "Abbi pietà di me". Egli avrà pietà al suono del vostro pianto. [116] E quando ha visto ha prestato ascolto. [117]Ed il signore ti darà il pane dell'afflizione e l'acqua del oppressione. [118] D'ora in poi coloro che vi ingannano non si avvicineranno più. [120] I vostri occhi vedranno coloro che vi hanno ingannati.


[121] Di conseguenza bisogna prepararsi a pregare Dio di notte e di giorno, allargando le nostre mani come fanno le persone che navigano nel mare in tempesta: [123] Esse pregano dio con tutto il loro cuore senza ipocrisia. [124] Per questo colui che prega ipocritamente inganna soltanto se stesso.

[125] In Verità, è per poter conoscere che chi è degno di salvezza che questo Dio esamina le parti interne e cerca la parte profonda del cuore. [126] Perchè nessuno è degno di salvezza se ancora ama il luogo di inganno.

[127] Di conseguenza il poeta ha scritto (Omero, Odissea 1.48-1.59);

[128]Ulisse si è seduto sull'isola, piange e si addolora e gira la sua faccia dalle parole e dai trucchi di Calypso, desiderando di rivedere il suo villaggio e il suo fumo venirgli innanzi.
 [129]Ha chiesto aiuto al cielo e non lo ha ricevuto, non avrebbe potuto ritornare al suo villaggio



[130]E ancora Elena [...] dice (Odissea 4,260-261):

[131] Il mio cuore si è allontanato da me. [132] E alla mia casa che voglio tornare

[132] Per questo piangendo disse; (Odissea 4.261-4.264) :
[133] È Afrodite che mi ha ingannato e mi ha portato via e dal mio  villaggio.[134] Ho lasciato la mia unica figlia ed i miei beni ed il mio bel
marito.



[135] Poiché quando l'anima lascia il suo marito perfetto a causa dell'insegnamento di Afrodite, che esiste qui nell'atto di generare, ella soffrirà il danno. [136] Ma se sospirerà e si pentirà, ella ritornerà alla sua casa. [137] Certamente l'Israele non sarebbe stato visitato in primo luogo, per
essere portato fuori dalla terra dell'Egitto, dalla casa della schiavitù, se non avesse sospirato a Dio e pianto per il oppressione dei suoi lavori.


[138] Ancora é scritto nei Salmi (Sal 6:6-9) :

[139] Ero in grande difficoltà facendo risuonare il mio gemito. [140] Ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio irroro di lacrime il mio letto. [141] Sono diventato vecchio in mezzo a tutti i miei nemici. [142] Via da me voi che fate il male, il Signore ascolta la voce del mio pianto.


[143] Il Signore ascolta la mia supplica, il Signore accoglie la mia preghiera. [144] Se ci pentiamo, Dio ci ascolterà davvero, a lui che ha sofferto a lungo ed è stato abbondantemente pietoso sia Gloria nei secoli dei secoli.
[145] Amen!


Fonte: Il tredicesimo apostolo
.

L’ESEGESI DELL’ANIMA.  NAG HAMMADI - CODICE II

TESTO  CON NUMERAZIONE CORRETTA

[1] Saggio l’Uomo che diede all'anima un nome femminile. [2] La sua natura era sicuramente femminile. [3] Parimenti ella ha il suo ventre.

[4] Fino a quando era presso il padre era vergine in forma adrogina. [5] Solo quando cadde discese in un corpo e venne a questa vita, quindi finì nelle mani di molti ladri. [6] E creature di facili costumi se la scambiarono dall'uno all'altro e [...] [7] Alcuni fecero uso della sua forza, mentre altri la
sedussero con regali. [8] In breve essi inquinarono la sua verginità.

[9] E nel suo corpo ella si prostituì e si diede ad uno e a tutti, credendo che ciascuno poteva abbracciarla come marito. [10] Dopo essersi data a facili
costumi, agli infedeli amanti, così che essi potessero far uso di lei, sospirò profondamente e si pentì. [11] Ma anche quando girò il volto a quegli amanti, corse da altri e questi la costrinsero a vivere con loro e a rendere servizio nel loro letto, come se fossero suoi padroni. [12] Senza più vergogna non osò lasciarli, mentre loro la ingannarono a lungo, fingendo d’essere fedeli, di essere veri mariti, e di rispettarla grandemente. [13] Alla fine la abbandonarono e andarono via da lei.

[14] Divenne una vedova povera e desolata senza aiuto; non le fu lasciato cibo per il tempo della sua afflizione; da essi non ricevette nulla salvo la
contaminazione che le diedero mentre ebbero con lei rapporti sessuali. [15] E la sua prole da adultera fu muta, cieca e malata. [16] Essi furono di mente debole. [17] Ma quando suo padre tornò a visitarla, guardò in basso e vide il suo sospiro con la sua sofferenza e disgrazia e la vide pentita della prostituzione in cui era impegnata, e quando ella cominciò a chiamare il Suo nome cosicché egli potesse aiutarla [...]ella, con tutto il cuore, disse "Salvami padre mio, poiché io voglio render conto a te, per l'abbandono della mia casa e per aver lasciato il quartiere ove vivevo da nubile. [18] Riportami di nuovo a casa".

[19] Quando egli vide in quale stato ella era, la ritenne degna di misericordia per tutte le afflizioni che aveva subito per aver abbandonato la sua casa.


[20] Ora riguardo alla prostituzione dell'anima, lo spirito santo ha profetizzato in molti luoghi.

[21] Attraverso di lui profetizzò Geremia (Ger.: 3: 1-4),

[22]“Se un uomo ripudia la moglie ed essa, allontanatasi da lui, si sposa con un altro uomo, tornerà il primo ancora da lei?[23] tornerà il primo ancora da lei? [24] Forse una simile donna non è tutta contaminata? [25]“Tu ti sei disonorata con molti amanti e osi tornare da me? [26] Dice il Signore. [27]“Sii onesta onesto e guarda dove ti sei prostituita. [28] In quale strada non ti sei seduta corrompendo la terra con i tuoi atti di prostituzione ed i tuoi vizi. [29] Ed hai preso molti uomini come pietra di inciampo per te stessa. [30] Sei diventata
svergognata con tutti. [31] Non chiamarmi parente o padre per la tua verginità.

[32] In Osea è scritto (Os.: 2: 2-7),

[33] Accusate vostra madre, accusatela, poiché lei non è mia moglie ed io non sono suo marito. [34] Si tolga dalla faccia i segni delle sue prostituzioni e i segni del suo adulterio dal suo petto; altrimenti la spoglierò tutta nuda e la renderò come quando nacque e la ridurrò a un deserto, come una terra arida, e la farò morire di sete e la renderò vogliosa e s senza figli. [35] Non mostrerò alcuna pietà per i suoi figli, poiché sono figli della prostituzione, poiché la loro madre si è prostituita ed e li ha svergognati. [36] Poiché ella ha detto, “Mi prostituirò con i miei amanti. Sono quelli che mi hanno dato il mio pane, l’acqua, i miei indumenti, i miei vestiti ed il mio vino ed il mio olio e tutto ciò di cui avevo bisogno. [37] Perciò la vedrò divenire prigioniera in su in modo che non potrà più scappare dai suoi amanti. [38] E quando li cercherà e non li troverà e dirà, “Tornerò da mio marito, in quei giorni vivevo meglio di ora.
“


[39] Parlò ancora ad Ezechiele in questo modo: (Ez.:16:23-26) ,

[40] “Devono avvenire molte depravazioni, disse il signore <>”.

[43] Ma che cosa significa i figli dell'Egitto, uomini grandi nella carne se non il dominio della carne e del regno percettibile e gli affari della terra, da cui l'anima è stata qui corrotta, ricevendo pane da loro, così come il vino, l’olio, i vestiti e l'altra assurdità esterna che circonda il corpo,  cose di
cui Ella pensa di avere bisogno.

[44] Ma a questa prostituzione gli apostoli del signore hanno comandato: (Atti 15;20, e 29;21;25 , 1Th 4;3 , 1 Col 6;18 , 2 Col 7;1)

[45] Guardati da essa, purificati da essa,  riguardo non solo alla prostituzione del corpo ma soprattutto a quella dell'anima.


[46] Per questo motivo gli apostoli scrivono alle chiese di Dio, che quella prostituzione non potrebbe mai accadere fra noi. [47] Tuttavia la lotta più
grande riguarda la prostituzione dell'anima. Da essa risulta anche la prostituzione del corpo.

[48] Pertanto Paolo scrisse ai Corinzi dicendo, (1Co 5:9-10)

[49] “Vi scrissi nella lettera <> e non intendevo le prostitute di questo mondo ma gli impudichi, gli avari, gli idolatri o i
maldicenti finchè non lascerete questo mondo.”

[50] Egli Parlava spiritualmente
“La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne” come dice in (Ef. 6:12) “ma i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male”.

[51] Finché l'anima continua a correre ovunque si possa copulare con chiunque venga in contatto con lei, ella contaminerà se stessa, ella determinerà la sua sofferenza facendo di se stessa un deserto. [52]  Ma quando percepisce la dritta via che è dentro di lei e piange dinanzi al Padre e si pentirà, allora il Padre avrà misericordia di lei e farà allontanare il suo ventre dal dominio esterno e lo riporterà dentro di lei, di modo che l'anima riguadagnerà il suo proprio carattere. [53] Poiché esso non è così con una donna. [54] Poiché il ventre del corpo è all'interno del corpo come gli altri organi interni, ma il ventre dell'anima è intorno alla parte esterna come gli organi genitali maschii sono esterni. [55] Così quando il ventre dell'anima, per volontà del Padre, si gira verso l’interno, esso è battezzato ed immediatamente è pulito dell'inquinamento esterno che è stato schiacciato su esso, come indumenti, che quanto sono sporchi, sono messo in acqua e vengono girati fino a rimuovere la sporcizia e farli tornare puliti. [56] E così la pulizia dell'anima è di riguadagnare la novità della sua natura precedente e di tornare indietro nuovamente. [57] Quello
è il suo battesimo.

[58] Allora comincerà a infuriarsi da sola come una donna nel lavoro, che si dibatte e va in collera nell'ora della consegna del suo operato. [59] Ma poiché è femmina, non ha il potere di generare da sola un figlio.

[60] Da cielo il Padre gli ha inviato il suo uomo, che è il suo fratello, il primogenito. [61] Quindi lo sposo è disceso alla sposa. [62] Ella ha allontanato la sua precedente prostituzione e si è pulita degli inquinamenti degli amanti ed è stata rinnovata in modo da essere una sposa.

[63] Non opererà più come luogo di mercato, copulando con chiunque la desidera, ma continuerà ad aspettarlo - (dicendo) “quando lui tornerà?„- e temendolo, dato che non sa a chi egli assomigli: e non ha più ricordi del passato dal tempo in cui è caduta giù dalla casa del Padre suo. [64] Ma dalla volontà del Padre <…> e ha sognato di lui come una donna innamorata di un uomo.

[65] Ma allora lo sposo, secondo la volontà del Padre, è sceso a lei nella Camera Nuziale, che è stata preparata. [66] Ed ha decorato la Camera Nuziale. [67] Per questo da allora quella unione non è come una unione carnale, coloro che l’avranno attraversata saranno soddisfatti. [68] E come se fosse stato un peso, lasceranno il fastidio del desiderio fisico e gireranno i loro volti da ogni simile cosa. [69] Ma questa unione [...]. [70] Ma una volta che si uniscono tra loro, si trasformano in una singola vita.

[71] Per questo il profeta ha detto (Gn 2:24)
" riguardo al primo uomo e alla prima donna, [72] “si trasformeranno in una singola carne.„



[73] Per quelli che si sono in origine uniti l’uno all’altro quando erano con il Padre prima che la donna smarrisse l'uomo, che è suo fratello. [74] Questa unione li ha riportati ancora insieme e l'anima si è unita al suo vero padrone, poichè è scritto (cfr. Gn 3:16; 1 Co 11; 1; Il PE 5:23),

“il padrone della donna è suo marito.„



[75] Allora lo ha riconosciuto gradualmente e si è rallegrata ancora una volta, piangendo davanti a lui mentre si è ricordata del disonore della sua vedovanza precedente. [76] Ed si è adornata ancora di più in modo che Egli potesse essere soddisfatto di rimanere con lei .

[77] E il profeta dice nei Salmi (Ps 45:10-11):

[78] Ascolta Figlia mia, e guarda, e disponi le tue orecchie all’ascolto, e dimentica la tua gente e la casa di tuo Padre, dato che il re ha desidera la tua bellezza, egli è il tuo signore.

 [79] Per questo Egli chiede di voltare la faccia alla sua gente ad alla moltitudine degli amanti, in mezzo ai quali era una volta, per dedicarsi
soltanto al suo re, il suo signore reale e dimenticare la casa del padre terreno, con quale le cose sono andate male per lei, ma di ricordarsi del suo
Padre che è nel cielo.

[80] Così inoltre fu detto ad (Gn 12:1) Abramo:

Vieni fuori dal tuo paese e dalla tua patria e dalla casa di tuo padre



[81] Così quando l'anima si sarà adornata nuovamente nella sua bellezza [...] gioirà di nuovo nell'essere amata ed Egli anche l'amerà. [82] E quando ella sarà stata con lui, riceverà da lui il seme della vita dato attraverso lo spirito, di modo che da Lui la renderà gravida di buoni figli e li alleverà. [83] Questa è la meraviglia grande e perfetta, della nascita. [84] E così questa unione è resa perfetta dalla volontà del padre.


[85] Ora ci si prepara a che l'anima si rigeneri e si trasformi ancora in ciò che era precedentemente. [86] L'anima quindi si muoverà in accordo con se stessa. [87] Ed ella ha riceverà la natura divine dal Padre per il suo rinnovamento di modo che potrà essere ristabilita al posto in cui originalmente
era stata. [88] Questa è il resurrezione che proviene dai morti. [89] Questo è il riscatto dalla prigionia. [90] Questo è il viaggio verso l'alto e l'ascesa a cielo. [91] Questo è il senso dell'ascesa al padre.

[92] Di conseguenza il profeta ha detto ha detto (Ps 103:1 - 5):

[93] Elogia il signore, O anima mia e, tutto ciò che è in me, elogi il suo nome santo. [94] Elogia anima mia il sommo Dio, che ha perdonato tutte i tuoi peccati, che ha guarito tutte le tue malattie, che riscattato la tua vita dalla morte, che ti ha coronato di misericordia, che ha soddisfatto il tuo desiderio con le buone cose. [95] La tua gioventù sarà rinnovata come un `aquila.


[96] Allora quando ella diventerà nuovamente giovane ascenderà, elogiando il Padre ed suo fratello, da quale è stata salvata. [97] Così è l'anima rinascerà ancora e che sarà conservata. [98] E questo è dovuto non alle frasi in sua memoria o alle abilità di professionale o a ciò che si apprende da un libro. [99] Piuttosto è la grazia del [...] che è il dono del [...]. [100] Per questo è una cosa divina.

[101] Di conseguenza il signore ha gridato: (Gv.: 6:44)

[102] Nessuno può venire a me a meno che il mio padre non lo porti a me



[103] Quindi ci si deve preparare per pregare il Padre e per implorarlo con tutta la nostra anima - non esternamente con i labbra ma con lo spirito, che è interno, che è venuto a noi dalla profondità. [104] con sospiri; [105] pentirsi per la vita che abbiamo vissuto confessando i nostri peccati: percependo il vuoto inganno che era dentro di noi e il vuoto zelo; [106] piangere per come eravamo nella oscurità e tra le onde addolorati per noi stessi, per questo Egli ha avuto pietà di noi; [107] lodiamo noi stessi per come siamo ora.

[108] Ancora il signore disse :

[109] Beati coloro che sono addolorati perché riceveranno pietà; beati gli affamati perché saranno saziati

[110] E disse ancora (cf. Lk 14:26)  [111] Chi non odia la sua anima la sua anima non può seguirmi.



[112] Poiché l'inizio della salvezza è il pentimento.

[113] Prima che Cristo apparisse venne Giovanni a predicare il battesimo di pentimento. [114] E il
pentimento prese il posto della afflizione e del dolore. [115] Ma il Padre è buono ed ama l'umanità e sente l'anima che lo chiama e gli trasmette la luce di salvezza.

[116] Di conseguenza ha detto con lo spirito al profeta (cfr. 1Cl 8:3)

[117] Dici ai figli della mia gente, "se i vostri peccati si estendono dalla terra fino cielo e se diventano rossi come scarlatto e più neri della tela di un
sacco e ritornerai a me con tutta la tua anima e mi chiamerai Padre. [118] E lui li ascolterà come un santo popolo "

[119] E ancora in un'altro posto (Is 30:15):

[120] Così dice il signore, il Santo di Israele: "Se ritornerete e sospirerete, allora sarete conservati e saprete dove eravate quando vi siete fidati di ciò
che è cosa vuota "



[121] Ancora ha detto in un altro posto (è 30:19 - 20):

[122] Gerusalemme ha pianto molto, dicendo, "Abbi pietà di me". Egli avrà pietà al suono del vostro pianto. [123] E quando ha visto ha prestato ascolto. [124] Ed il signore ti darà il pane dell'afflizione e l'acqua del oppressione. [125] D'ora in poi coloro che vi ingannano non si avvicineranno più. [126] I vostri occhi vedranno coloro che vi hanno ingannati.


[127] Di conseguenza bisogna prepararsi a pregare Dio di notte e di giorno, allargando le nostre mani come fanno le persone che navigano nel mare in tempesta: [128] Esse pregano dio con tutto il loro cuore senza ipocrisia. [129] Per questo colui che prega ipocritamente inganna soltanto se stesso.

[130] In Verità, è per poter conoscere che chi è degno di salvezza che questo Dio esamina le parti interne e cerca la parte profonda del cuore. [131] Perchè nessuno è degno di salvezza se ancora ama il luogo di inganno.

[132] Di conseguenza il poeta ha scritto (Omero, Odissea 1.48-1.59);

[133] Ulisse si è seduto sull'isola, piange e si addolora e gira la sua faccia dalle parole e dai trucchi di Calypso, desiderando di rivedere il suo villaggio e il suo fumo venirgli innanzi.
 [134] Ha chiesto aiuto al cielo e non lo ha ricevuto, non avrebbe potuto ritornare al suo villaggio



[135] E ancora Elena [...] dice (Odissea 4,260-261):

[136] Il mio cuore si è allontanato da me. [137] E alla mia casa che voglio tornare

[138] Per questo piangendo disse; (Odissea 4.261-4.264) :
[139] È Afrodite che mi ha ingannato e mi ha portato via e dal mio  villaggio. [140] Ho lasciato la mia unica figlia ed i miei beni ed il mio bel
marito.



[141] Poiché quando l'anima lascia il suo marito perfetto a causa dell'insegnamento di Afrodite, che esiste qui nell'atto di generare, ella soffrirà il danno. [142] Ma se sospirerà e si pentirà, ella ritornerà alla sua casa. [143] Certamente l'Israele non sarebbe stato visitato in primo luogo, per
essere portato fuori dalla terra dell'Egitto, dalla casa della schiavitù, se non avesse sospirato a Dio e pianto per il oppressione dei suoi lavori.


[144] Ancora é scritto nei Salmi (Sal 6:6-9) :

[145] Ero in grande difficoltà facendo risuonare il mio gemito. [146] Ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio irroro di lacrime il mio letto. [147] Sono diventato vecchio in mezzo a tutti i miei nemici. [148] Via da me voi che fate il male, il Signore ascolta la voce del mio pianto.


[149] Il Signore ascolta la mia supplica, il Signore accoglie la mia preghiera. [150] Se ci pentiamo, Dio ci ascolterà davvero, a lui che ha sofferto a lungo ed è stato abbondantemente pietoso sia Gloria nei secoli dei secoli.

[151] Amen!



venerdì 29 aprile 2011

CODEX SINAITICUS. EGITTO, SCOPERTO IN UNA BIBLIOTECA UN FRAMMENTO DELLA BIBBIA PIÙ ANTICA


Il pezzo del Codex Sinaiticus era nascosto in un volume del 18° secolo custodito
nel monastero di Santa caterina sul Sinai ed è stato riconosciuto da un ricercatore greco

Il  Cairo - Uno studente greco, alle prese con le ricerche per il suo dottorato, ha scoperto in Egitto un frammento disperso della Bibbia più antica finora conosciuta. Il frammento del Codex Sinaiticus, il manoscritto considerato la Bibbia più antica ancora esistente, è stato trovato al monastero di Santa Caterina sul Sinai, in Egitto, uno dei luoghi dove le pergamene del manoscritto del IV secolo D.C. sono custodite. Era stato riciclato per la rilegatura di un volume del 18° secolo da due monaci che non riuscivano a procurarsi dell'altra pergamena, ed era scomparso.

Nikolas Sarris, uno studente greco che sta completando il suo dottorato in Gran Bretagna, ha riconosciuto per caso il frammento della Bibbia del Sinai mentre esaminava una serie di fotografie di manoscritti presso la biblioteca del monastero. Le pergamene della Bibbia del Sinai sono ripartite tra il monastero di Santa Caterina sul Sinai in Egitto, la Biblioteca Russa di San Pietroburgo, la British Library di Londra e la Biblioteca dell'Università di Lipsia in Germania e di recente sono state digitalizzate e messe online in un progetto al quale hanno preso parte esperti provenienti dai quattro Paesi.

Sarris ha collaborato alla digitalizzazione per la British Library ed è perciò stato in grado di riconoscere all'istante il pezzo di manoscritto. "E' stato un momento molto emozionante. Anche se non è la mia specializzazione, avevo lavorato al progetto online e il Codex mi era rimasto impresso nella memoria. Ho controllato l'altezza delle lettere e delle colonne e in breve ho realizzato che avevo davanti una parte mai vista del Codex".

Lo studioso ha quindi contattato Padre Justin, il bibliotecario del monastero, che ha confermato che si trattava di un pezzo di pergamena appartenente all'antica Bibbia che corrisponderebbe al capitolo 1 e al verso dieci del libro di Giosuè. Solo una parte del frammento trovato da Sarris è visibile sulla superficie della rilegatura, ma altre parti potrebbero essere nascoste negli strati inferiori. La biblioteca di santa Caterina non ha gli strumenti necessari per esaminare la rilegatura senza danneggiare la pergamena ma, ha sottolineato Padre Justin, potrebbe presto dotarsi delle tecnologie adatte.

Fonte:  da Repubblica.it   del  2 settembre 2009

giovedì 28 aprile 2011

Codex Sinaiticus



Datato alla meta’  del quarto secolo, conteneva in origine, sia il Nuovo che l'Antico, insieme alle epistole di Barnaba ed Il pastore di Hermas, tutti scritti in greco .
Ritrovato da Tischendorf nella biblioteca del monastero di Santa Caterina, sul Sinai, nel 1844 fu portato a San Pietroburgo.
Nel 1933 fu venduto al British Museum di Londra ove e’  attualmente conservato.

Fonte. Il tredicesimo apostolo




Codex Sinaiticus


Il Codice Sinaitico o Codex Sinaiticus (Londra, Brit. Libr., Add. 43725; Gregory-Aland no. א o 01) è un manoscritto in greco onciale (cioè maiuscolo) datato tra il 330-350. Originariamente conteneva l'intero Antico Testamento nella versione greca della Settanta, l'intero Nuovo Testamento, e altri scritti cristiani (Lettera di Barnaba, Pastore di Erma). L'onciale è un'antica scrittura maiuscola usata dal III all'VIII secolo nei manoscritti dagli amanuensi latini e bizantini; in onciale sono scritti anche gli altri due codici biblici più antichi: il Codex Vaticanus (IV secolo) ed il Codex Alexandrinus (V secolo).

Descrizione

Nella sua forma attuale, il codice consta di 346½ fogli di pergamena, scritti su quattro colonne. di questi, 199 appartengono all'Antico Testamento, 147½ al Nuovo Testamento più la Lettera di Barnaba e il Pastore di Erma, due antichi scritti cristiani, presenti però in forma mutila.
Circa l'AT, il manoscritto ha subito varie mutilazioni, specialmente nei libri da Genesi ad Esdra. Ciò che rimane è costituito da frammenti di Genesi 23-24; Numeri 5-7; 1 Cronache 9, 27-19,17; Esdra 9,9-10,44; Lamentazioni 1,1-2,20. Integri sono invece i libri di Nehemia, Ester, Gioele, Abdia, Giona, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia, Isaia, Geremia. Il manoscritto contiene anche i testi deuterocanonici di Tobia, Giuditta, 1Maccabei e l'apocrifo 4Maccabei (mentre il codice non ha mai contenuto 2 e 3 Maccabei).
L'ordine dei libri del Nuovo Testamento è vangeli, lettere paoline, Atti, lettere cattoliche, Apocalisse.
Il testo del Codice Sinaitico in generale assomiglia molto a quello del Codex Vaticanus. Nell'AT il testo del Sinaitico è più simile a quello del Codex Alexandrinus.

Storia

Le origini del Codex Sinaiticus sono poco conosciute. Si è ipotizzato che sia stato scritto in Egitto. Qualcuno lo ha associato alle 50 copie della Bibbia commissionate dall'imperatore romano Costantino I dopo la sua (probabile) conversione al cristianesimo.
Uno studio paleografico compiuto sul testo nel 1938 al British Museum ha mostrato che il testo è stato oggetto di molte correzioni. Le prime risalgono a un periodo immediatamente successivo alla sua stesura, nel IV secolo. Altre correzioni risalgono al VI-VII secolo, realizzate probabilmente a Cesarea, in Palestina[1]. Secondo una nota presente alla fine dei libri di Esdra ed Ester, tali alterazioni sono state fatte sulla base di un altro antico manoscritto il quale fu corretto dalla mano del santo martire Panfilo (martirizzato nel 309).

Ritrovamento

Il Codex Sinaiticus fu ritrovato da Konstantin von Tischendorf presso il Monastero di Santa Caterina sul Monte Sinai, in Egitto, tra il 1844 e il 1859.
Durante il primo viaggio presso il monastero, nel 1844, trovò in un cesto 43 fogli di pergamena contenenti testi di Geremia, Neemia, 1 Cronache ed Ester. Un monaco gli disse che "erano rifiuti che dovevano essere distrutti bruciandoli nel forno del monastero".[2] I monaci, diffidenti, pure conoscendo l'esistenza di altre pagine del Codice, si rifiutarono di fargliele esaminare. Tischendorf ottenne però in dono i fogli ritrovati che pubblicò in fac-simile nel 1846. Nel 1853 una seconda spedizione si rivelò infruttuosa, tranne che per il ritrovamento di due frammenti del Libro della Genesi.
Nel 1859 Tischendorf effettuò una terza visita al convento grazie all'aiuto dello Zar Alessandro II di Russia, dal quale dipendevano allora tutti i monasteri greco-ortodossi. Un monaco mostrò allo studioso un manoscritto che aveva trovato casualmente nella sua cella, nascosto tra vari oggetti. Si trattava di un'altra parte del Codice, contenente gran parte dell'AT e tutto il NT con l'Epistola di Barnaba e parte del Pastore d'Erma. Tischendorf che non era riuscito a convincere i monaci a lasciargli il manoscritto iniziò a trascriverlo nel Monastero stesso. Successivamente riuscì a farselo inviare al Cairo in un altro monastero greco-ortodosso per continuare a copiare il testo. Infine Von Tischendorf riuscì a far 'regalare' il manoscritto allo Zar, dietro a un compenso di 9000 rubli. [3] Nonostante questo pagamento, il Codice è attualmente considerato dal monastero come rubato, un punto di vista contestato da molti studiosi in Europa[4].

Il 13 settembre 1862, in un articolo apparso su The Guardian, il celebre falsario Costantino Simonidis affermò di essere il vero autore del "Codex Sinaiticus" e di averlo scritto sul Monte Athos nel 1839; lo definì "l'unico povero lavoro della sua giovinezza". Affermò anche di avere visitato il Sinai nel 1852 e di avere visto qui il suo codice. Simonidis dichiarò di avere realizzato il Codex Sinaiticus su incarico dello Zar di Russia (Nicola I, defunto nel 1855). Egli fu incarcerato per questa sua affermazione e il mondo accademico non gli credette (salvo poche eccezioni). Tuttavia rimangono dubbi sull'autenticità del "Sinaiticus" (per la spinosa questione si veda ad esempio il volume di Mark Jones "Fake? The art of deception", British Museum, 1990).
Nel maggio 1975, durante dei lavori di ristrutturazione nel monastero, venne scoperta una camera sotto la cappella di san Giorgio, nella quale erano contenuti molti frammenti pergamenacei tra cui 12 pagine del Codice Sinaitico.
Per diversi decenni il codice è stato conservato presso la Biblioteca Nazionale Russa di san Pietroburgo. Nel 1933 l'Unione Sovietica vendette il codice alla British Library per 100,000 sterline.
Il codice è attualmente diviso in 4 porzioni ineguali: 347 fogli sono presso la British Library a Londra; 12 fogli e 14 frammenti (a cui bisogna aggiungere un frammento individuato da uno studente greco tra la rilegatura di un manoscritto del XVIII secolo) [5] sono presso il monastero di Santa Caterina; 43 fogli sono nella Biblioteca della Università di Lipsia; frammenti di 3 fogli sono presso la Biblioteca Nazionale Russa di San Pietroburgo.

Note


1.    ^ Bruce Metzger, The Text of the New Testament, its Transmission, Corruption and Restorationtt, Oxford University Press, 1992, p. 46.
2.    ^ Skeat, T. C., "The Last Chapter in the History of the Codex Sinaiticus." Novum Testamentum. Vol. 42, Fasc. 3, Jul., 2000. p. 313
3.    ^ Vedi Constantin von Tischendorf, The Discovery of the Sinaitic Manuscript, Extract from Constantin von Tischendorf, When Were Our Gospels Written? An Argument by Constantine Tischendorf. With a Narrative of the Discovery of the Sinaitic Manuscript [New York: American Tract Society, 1866].
4.    ^ Vedi Ihor Ševčenko's article 'New Documents on Tischendorf and the Codex Sinaiticus', published in the journal Scriptorium, xviii (1964) pp 55-80."
Bruce A. Metzger, The Text of the New Testament: its Transmission, Corruption and Restoration, Oxford University Press, 1992, p. 45.


Fonte: Wikipedia


Il ritrovamento del Codex sinaiticus

Constantin von Tischendorf

Il racconto del fortunoso ritrovamento del codex sinaiticus è esempio di una delle tante avventure vissute dai filologi e dai “cacciatori di manoscritti”, alla ricerca delle fonti della nostra storia.

II Codex Sinaiticus ha una storia romanzesca. Fino al 1844 nessuno sapeva della sua esistenza, ed esso dormiva i suoi sonni indisturbati, ricoperto da un denso strato di polvere, in un confuso e negletto deposito di pergamene e carte, cioè nella biblioteca del celebre monastero greco-ortodosso di S. Caterina alle falde del Sinai, il biblico monte di Mosè. I vecchi monaci di quel tempo non sospettavano neppur lontanamente quale tesoro di antichi monumenti letterari fosse contenuto nei vari rotoli membranacei o cartacei, che stavano affastellati in quel deposito; giacevano là da secoli, quei rotoli, nessuno li consultava e non servivano a nessuno. Cosicché un giorno pensarono bene i monaci a farli servire in qualche modo. Sulla porta di quella biblioteca sta scritta in greco la riflessione salomonica: Vanità di vanità, e tutto è vanità. Probabilmente da questo aforisma i monaci presero l'idea di utilizzare in maniera corrispondente l'enorme materiale che stava là senza alcun profitto. La vanità è, notoriamente, simboleggiata dal fumo; il fumo si ottiene dal fuoco, con cui cuociamo le vivande e facciamo altre cose utili: perciò i monaci, seguendo l'ammonimento dell'aforisma, cominciarono a utilizzare per il fuoco delle loro cucine le oziose pergamene della biblioteca.
Per fortuna, lo scempio non sembra che durasse a lungo. Nella primavera del 1844 il grandissimo paleografo e ricercatore di codici, Constantin von Tischendorf, capitò al monastero del Sinai mentre s'aggirava alla ricerca di documenti per incarico di Federico Augusto re di Sassonia; frugando un po' dappertutto, egli un giorno trovò in un cesto di rifiuti destinati ad alimentare i fornelli delle cucine quarantatre fogli pergamenacei coperti di scrittura greca unciale, che ai suoi occhi esperti apparvero immediatamente di valore singolarissimo. Egli li riconobbe subito come fogli staccati di qualche preziosissimo codice, che conteneva la versione greca della Bibbia, detta dei Settanta, e sembrava essere il più antico o almeno fra i più antichi allora conosciuti. Non è a dire la contentezza dell'appassionato studioso, che sapeva di metter mano su un tesoro. Tornato a Lipsia, ove oggi stanno depositati i quarantatre fogli da lui acquistati in quell'occasione, egli li pubblicò nel 1846 sotto il nome di Codex Friderico-Augustanus, dal nome del suo mecenate.

Ma la contentezza del Tischendorf non poteva certo esser completa, così come stavano le cose. I quarantatre fogli ricuperati contenevano parte dei libri biblici I Cronache (Paralipomeni), Geremia, Neemia ed Esther; ma tutto il resto, che era il più e il meglio, era rimasto certamente al monastero, cioè in pericolo di finire da un giorno all'altro nei fornelli di cucina. Che il resto del codice stesse ancora al monastero, il Tischendorf era certo, non solo per il ritrovamento occasionale dei 43 fogli, ma anche perché egli aveva visto con i propri occhi altri frammenti dello stesso codice contenenti passi di Isaia e di I e IV Maccabei; tuttavia non aveva potuto ottenere il permesso, nonostante le sue insistenze, di portare con sé anche questi altri frammenti (forse perché ancora non erano destinati ai fornelli). È inutile dire che, pur nella lontana Lipsia, l'idea del prezioso codice rimase fissa nella mente del Tischendorf, ed egli non disperava di rintracciarlo e salvarlo. Ad ogni modo, venendo via dal monastero, egli aveva avvertito i monaci del grande valore commerciale di quei frammenti che non aveva potuto ottenere; così aveva salutarmente ammaliziati quegli ignoranti.
Nel 1853 il Tischendorf tornò al Sinai, portatovi dalla sua grande idea fissa; ma questa volta fu anche meno fortunato, giacché poté trovare ed ottenere soltanto un paio di  brevi frammenti, sempre dello stesso codice, che contenevano un passo del Genesi, e la finale di Isaia seguìta dall'inizio di Geremia. C'era da perdersi d'animo, tanto più che il Sinai - specialmente a quei tempi - non rappresentava certo un viaggio di piacere. Ma il Tischendorf insistette, e nel 1859 sotto il patronato dello Zar di Russia tornò a S. Caterina. Questa volta il suo viaggio sembrò essere, da principio, anche più infruttuoso, perché nonostante le sue industrie egli non riuscì ad aver nulla né a saper nulla del sospirato codice (l'ammaliziamento dei monaci era diventato feroce). Era il 4 febbraio 1859, e il giorno appresso egli doveva ripartire. La sera, parlando il Tischendorf con un servo del monastero ed accorgendosi che era espertissimo dei locali e degli oggetti, portò il discorso sul codice, e quello ingenuamente gli manifestò che un codice di tal genere esisteva effettivamente e si trovava in un locale così e così. Il paleografo, raggiante, poté avere fra mano il codice, ed ebbe l'immensa emozione di vedere che era proprio quello ch'egli cercava da tanto tempo e che il suo valore scientifico era anche superiore a quello ch'egli immaginava. Il codice, infatti, conteneva non solo il greco dei Settanta per l'Antico Testamento, ma offriva anche il testo greco dell'Epistola di Barnaba e quello del Pastore di Erma, che fino allora erano sconosciuti.
Davanti a tale scoperta il Tischendorf non si contenne: prevedendo di non ottenere il codice, passò l'intera notte a ricopiare il testo di Barnaba, giacché stimò - come egli stesso dice - che sarebbe stato “un delitto il dormire” in quella notte, benché per la mattina appresso fosse irrevocabilmente stabilita la partenza. La mattina pregò e scongiurò per ottenere il codice, ma inutilmente, e dovette partirne senza. Sennonché giunto al Cairo, fece un nuovo tentativo, e questa volta felicemente. Presso i monaci greco-ortodossi di quella città egli fece valere il nome dello Zar, che l'aveva inviato e che era il gran protettore della chiesa ortodossa; dimostrò con eloquenza che sarebbe stato un graditissimo omaggio inviare allo Zar il codice, affinché fosse ricopiato e pubblicato, e poi naturalmente sarebbe stato restituito. I monaci del Cairo, allora, s'interposero presso quelli del Sinai; il codice fu concesso, allo scopo che fosse studiato e pubblicato in Europa, e poi tornasse alla sua sede, e il Tischendorf lo portò con sé in Russia.
L'edizione del codice apparve di fatti nel 1862, ma in seguito il codice non tornò mai più al Sinai; in sua vece partirono dalle casse dello Zar 7000 e 2000 rubli, rispettivamente per i due conventi ortodossi, con alcune rutilanti decorazioni per i monaci, mentre il codice veniva deposto nella biblioteca imperiale di Pietroburgo.
L'Inghilterra, che oggi lo possiede, ne può andare legittimamente fiera; e il provvedimento per cui essa ne è divenuta la proprietaria mostra che i grandi popoli, anche in mezzo alle ristrettezze economiche, non distolgono mai lo sguardo dai valori della scienza e dello spirito.

Fonte: srs di  Giuseppe Ricciotti; da christianismus.it